Sono disponibili alcuni elaborati (Project work) realizzati dai partecipanti ai Corsi di formazione Manageriali per Direttori di Azienda Sanitaria (DIAS) e Direttori responsabili di Struttura Complessa (DSC) e dai partecipanti ai Corsi di rivalidazione della formazione manageriale organizzati da AFSSL - Accademia di formazione per il servizio sociosanitario lombardo di PoliS-Lombardia.
Per ogni Project work è visualizzabile una scheda descrittiva dettagliata, con abstract e - in allegato - il testo completo del documento.

SELEZIONE PER TIPO CORSO: DIAS DSC - RIVALIDAZIONE

SELEZIONE PER MODULOSanità pubblica - Organizzazione e gestioneGestione economico-finanziaria - Risorse umane

Puoi usare i filtri proposti a sinistra o il box di ricerca qui sotto per cercare all'interno dei Project work

Trovati 525 documenti.

Mostra parametri
Progetto di miglioramento dei processi del controllo ufficiale nella produzione primaria
0 0
Libri Moderni

Brenzoni, Laura Gemma

Progetto di miglioramento dei processi del controllo ufficiale nella produzione primaria / Laura Gemma Brenzoni

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: La legislazione europea in materia di salute animale ha l’obiettivo di garantire un elevato livello di salute umana e animale, lo sviluppo dell’agricoltura e l’incremento della produttività, contribuendo in modo determinante alla realizzazione di un mercato interno per animali e loro prodotti e alla prevenzione della diffusione delle malattie infettive. Le Autorità competenti degli Stati Membri hanno la responsabilità di fare rispettare la legislazione europea in materia di filiera agroalimentare predisponendo controlli ufficiali, a intervalli regolari, sulla base del rischio e con frequenza adeguata in tutti i settori in merito a tutti gli operatori, le attività, gli animali e le merci. ATS Brescia è l’autorità competente in materia di sanità pubblica veterinaria e sicurezza degli alimenti di origine animale relativamente al territorio di propria competenza, tramite il Dipartimento Veterinario e Sicurezza degli Alimenti di origine animale. I controlli sul settore della produzione primaria (allevamenti) vengono eseguiti da medici veterinari afferenti a due “aree disciplinari” distinte (sanità animale e igiene degli alimenti e delle produzioni zootecniche), con conoscenze specifiche diverse, in base ad una programmazione annuale sempre più condivisa e integrata tra le due aree. La crescente complessità dei controlli ufficiali nel settore della produzione primaria, che si accompagna ad una sempre maggiore specializzazione da parte dei veterinari ufficiali, rischia di costituire un ostacolo per un approccio “olistico” verso l’allevamento: il veterinario, concentrato su aspetti di specifica competenza della propria disciplina, può sottovalutare alcune carenze che ricadono nell’ambito dell’altra disciplina, rilevabili anche in assenza di preparazione specifica e che richiedono di essere gestite. L’obiettivo è di migliorare l’efficienza e l’efficacia dei controlli ufficiali negli allevamenti, in quanto si estende lo scopo del singolo controllo ufficiale e i controlli vengo indirizzati laddove il rischio è maggiore. Viene quindi identificata una modalità operativa che mette il veterinario ufficale nelle condizioni di prendere i necessari provvedimenti a seconda dei casi (immediata rimozione delle “non conformità” maggiori o segnalazione all’altra area delle “non conformità” minori), con il coinvolgimento dei veterinari dell’altra disciplina, secondo una procedura condivisa tra il personale. La messa in atto di tale modalità operativa migliora l’appropriatezza del controllo ufficiale e valorizza la figura professionale del veterinario quale operatore di sanità pubblica. MODULOORG

Implementazione del percorso di Televisita per Pazienti Cronici con patologie specialistiche
0 0
Libri Moderni

Turrini, Mauro - Clerici, Raffaella

Implementazione del percorso di Televisita per Pazienti Cronici con patologie specialistiche / Mauro Turrini, Raffaella Clerici

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: L’avvento della pandemia COVID-19 e la conseguente focalizzazione sull’emergenza ospedaliera hanno reso necessaria una profonda rivalutazione delle modalità assistenziali erogate delle aziende sanitarie, imponendo in primis la necessità strategica e operativa di garantire la continuità di cura dei pazienti giudicati come prioritari. L’attività ambulatoriale, in particolare quella rivolta ai cronici, è risultata il settore più pesantemente colpito dalle trasformazioni della logistica interna indotte dalla pandemia, registrando il più elevato tasso di drop-out e sospensioni. Riconoscendo in questo punto un forte elemento di criticità del percorso dei pazienti fragili e con patologie croniche, ci siamo posti l’obiettivo di disaminare le attuali modalità organizzative aziendali e identificare i nodi potenzialmente critici sui cui agire per rispondere adeguatamente ai bisogni di salute della popolazione. Partendo dalla analisi dei bisogni, delle criticità e delle caratteristiche dei pazienti afferenti alle realtà di Ematologia e Neurologia, abbiamo identificato negli strumenti di sanità digitale un elemento concreto di innovazione organizzativa nel processo assistenziale per l’erogazione dei servizi sanitari oggetto di attenzione. La proposta prevede l’attuazione di prestazioni di Telemedicina Specialistica a pazienti cronici adulti affetti da patologie ematologiche o neurologiche in cura presso la nostra azienda sanitaria, con finalità di monitoraggio, prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. L’erogazione del servizio è prevista tramite una relazione medico-paziente diretta secondo il modello Business to Consumer, con valutazioni periodiche cadenzate secondo la necessità clinica ed erogazione delle visite in tempo reale con possibilità di interazione diretta con paziente e caregiver. Si prevede la creazione di un modello organizzativo completo con definizione capillare del percorso, comprensivo di modalità di attuazione, accesso, erogazione, formazione, espressione del consenso, privacy e rendicontazione. Gli obiettivi che si pone il presente modello di riorganizzazione strategica sono: i) viraggio verso un modello multicanale con conversione in modalità da remoto di almeno il 20% delle prestazioni erogate a pazienti cronici; ii) assicurare equità nell’accesso alle cure anche da territori decentrati, caratteristica distintiva della nostra realtà locale, minimizzando il rischio infettivo; iii) garantire un supporto alla gestione delle cronicità con un canale di accesso all’alta specializzazione, una continuità del trattamento di cura e un potenziale ausilio per i servizi di emergenza-urgenza. L’analisi costo-beneficio del percorso di Telemedicina specialistica in relazione al setting tradizionale conferma il netto vantaggio della gestione da remoto (ratio benefici/costi >1), evidenziando un elevato risparmio in termini di giornate lavorative da parte di paziente/caregiver. Prendendo in considerazione la popolazione di pazienti a più elevata fragilità e aumentata assitenzialità, tale vantaggio risulta ulteriormente massimizzato (ratio benefici/costi >3). La validità del percorso di Televisita verrà inoltre valutata in maniera prospettica monitorando specifici indicatori di performance, tra cui: i) volume delle prestazioni erogate in relazione alla possibile copertura target; ii) stabilità del servizio con analisi del drop out diretto da parte dei pazienti e della riformulazione di visita in presenza per riscontro di problematiche emergenti; iii) outcome in termini di riduzione delle ospedalizzazioni; iv) outcome in termini di Quality of Life (pazienti e caregiver) e gradimento da parte degli utenti. MODULOORG

Analisi del servizio trasporti interni presso l'ASST di Crema
0 0
Libri Moderni

Viganò, Giovanni <1970- > - Salinitri, Giuseppe - Chiapparino, Roberto

Analisi del servizio trasporti interni presso l'ASST di Crema / Giovanni Viganò, Giuseppe Salinitri, Roberto Chiapparino

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Il project work è a prevalente valenza organizzativa, in quanto si propone di analizzare l’assetto organizzativo e funzionale del servizio di trasporto interno dei pazienti presso l’ASST di Crema. Il servizio è appaltato a ditta esterna. Il trasporto dei pazienti all’interno dell’ospedale è un servizio strategico per il funzionamento dell’azienda sanitaria stessa. Deve infatti adeguarsi all’organizzazione dei reparti, che all’interno delle loro attività routinarie devono vedere espletato il servizio nei tempi e nei modi corretti per poter garantire a loro volta le cure ottimali ai pazienti. L’obiettivo principale del presente project work è l’analisi del servizio effettuato per ricercare la presenza di inefficienze. La quantificazione dei volumi e delle modalità in cui il servizio è svolto ci ha permesso di rilevarne anche l’efficacia e la qualità percepita dai pazienti e dagli operatori aziendali che attivano il servizio. Altri elementi di valutazione sono stati i tempi di attesa, dei tempi di processo, che ci hanno permesso di stabilire eventuali necessità di potenziamento del servizio in alcune fasce orarie o la riduzione in altre, puntando a un ottimale percentuale di utilizzo del servizio in tutte le fasce in cui esso viene svolto. Si è quindi cercato di individuare gli elementi di criticità nella interazione delle risorse umane di un servizio a gestione esterna, ma con una forte interfaccia con il personale aziendale, correggere e modificare l’organizzazione laddove necessario. L’analisi dei dati effettuata ha avuto come scopo finale far capire se ciò che è stato chiesto nel bando di gara, e poi concordato con l’ente appaltatore, è veramente ciò che serve all’azienda, dove lo stesso debba essere migliorato nell’immediato e da considerare alla scadenza per l’affidamento di un nuovo incarico. I dati ottenuti hanno permesso di individuare quindi le inefficienze e formulare una nuova strategia organizzativa da proporre con il nuovo capitolato tecnico, nel quale l’azienda chiede al mercato un’offerta per l’espletamento del servizio con il migliore rapporto qualità/prezzo. MODULOORG

Servizio psichiatrico di prevenzione e riabilitazione precoce multidisciplinare integrato
0 0
Libri Moderni

Chierici, Stefania - Raviglione, Federico - Toscano, Marco

Servizio psichiatrico di prevenzione e riabilitazione precoce multidisciplinare integrato / Stefania Chierici, Federico Raviglione, Marco Toscano

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Il Project Work in questione prevede la realizzazione di un nuovo modello di Servizio Psichiatrico di Day Hospital, per pazienti subacuti, che tenga conto dell'evoluzione del bisogno in ambito neuropsichiatrico e riabilitativo alla luce dell’importante cambiamento avvenuto, negli ultimi anni, nell’utenza della Salute Mentale. Il servizio è pensato facendo astrazione dalla specificità della diagnosi bensì aggregando i pazienti per natura del bisogno e livello di assistenza necessario. L’uso oramai epidemico di sostanze voluttuarie (sia sostanze tradizionali che nuove sostanze) determina un progressivo spostamento dell’attività di ricovero in ambito psichiatrico verso le fasce di popolazione più giovane. I danni neurocomportamentali connessi all’abuso di sostanze sono evidenti sin dagli esordi del disturbo, tanto che i professionisti della salute mentale si trovano a fronteggiare quadri clinici “atipici” sia per modalità di presentazione che di decorso nel tempo. Tali quadri rispondono poco e male ai consueti trattamenti farmacologici e sono caratterizzati, da subito, da un rilevante impairment cognitivo, funzionale e sociale. Il Project Work intende ipotizzare la strutturazione di un Servizio di Degenza diurna Neuropsichiatrica per utenti all’esordio, a partire dai 14 anni, con un intervento di riabilitazione ad ampio spettro di natura neuromotoria, neurocomportamentale e psicoeducativa. La precocità dell’intervento neuroriabilitativo, su pazienti almeno parzialmente stabilizzati sul piano clinico, può essere strumento di cura dell’episodio critico nonché di prevenzione terziaria del danno e rappresentare un canale sicuro di aggancio al territorio di riferimento in un’ottica di continuità delle cure. Il Project Work oltre a definire gli standard organizzativi, i percorsi di cura, indicatori di processo e di esito nonché gli investimenti necessari al funzionamento del servizio, ha inteso definire anche i volumi minimi di erogazione del servizio, oltre agli elementi di forza, debolezza, opportunità e minaccia. MODULOORG

Implementazione di un ambulatorio “virtuale” per i controlli dei dispositivi impiantabili
0 0
Libri Moderni

Lettieri, Corrado - Parogni, Pierpaolo

Implementazione di un ambulatorio “virtuale” per i controlli dei dispositivi impiantabili / Corrado Lettieri, Pierpaolo Parogni

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Premessa: Il numero di impianti di pacemaker e defibrillatori è significativamente aumentato nell’ultima decade a causa delle nuove indicazioni emerse dalle Linee Guida. Il follow-up di questi pazienti che spesso richiedono un follow-up intensivo con visite frequenti (cliniche e del dispositivo) determina un carico di lavoro crescente per i centri di elettrostimolazione. Un limite dei follow-up tradizionali (accesso del paziente all’ambulatorio specifico) è rappresentato dall’acquisizione ritardata delle informazioni diagnostiche memorizzate dal dispositivo che se acquisite tempestivamente possono invece facilitare interventi terapeutici tempestivi con conseguenti benefici per il paziente, sia in termini di mortalità che di riduzione dei ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco. Il monitoraggio remoto dei dispositivi, che permette di fornire alla struttura ospedaliera un flusso continuo e automatico di informazioni relative allo stato del dispositivo e a variabili cliniche, può facilitare la gestione di queste problematiche. Obiettivi: Riduzione del numero di visite in ospedale per pazienti con dispositivi cardiologici impiantabili con conseguente riduzione delle liste di attesa e della potenziale esposizione all’infezione SARS COV-2. Riduzione del tempo medico e riduzione dei costi per la società legati alla perdita di giornate lavorative per pazienti e caregiver. Metodi: Attualmente stiamo implementando una nuova modalità operativa per cui l’attività di controllo remoto, storicamente affidata ai medici dell’Elettrofisiologia, possa essere eseguita da personale tecnico ed infermieristico appositamente formato, con una supervisione del medico. Risultati attesi: Con l’implementazione di questa modalità operativa ci aspettiamo i seguenti risultati: a) un aumento del numero di pazienti arruolabili in questo percorso, in quanto il numero di accessi non è più vincolato alla apertura di sedute ambulatoriali aggiuntive in presenza del medico; b) riduzione del 50% del numero di visite in ospedale; c) riduzione dei ricoveri per scompenso cardiaco. Conclusioni: L’utilizzo estensivo della telemedicina nel controllo dei dispositivi impiantabili, associato allo sviluppo di competenze specifiche di figure professionali sanitarie non mediche può determinare vantaggi clinici per il paziente, una riduzione delle liste di attesa, dei costi sociali e l’ottimizzazione dell’impiego del personale medico. MODULOORG

Telemedicina e follow up dei pazienti oncologici con  patologia cardiovascolare
0 0
Libri Moderni

Telemedicina e follow up dei pazienti oncologici con patologia cardiovascolare : uno studio di fattibilità / Vittorio Giudici, Davide Thomas Panciera, Luca Ambrogio Rampinelli, Lucio Taglietti

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: La Telemedicina (TLM) è definita come "la prestazione di servizi di assistenza sanitaria, tramite il ricorso alle Tecnologie dell’Informatica e della Comunicazione, in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente non si trovano nella stessa località. Essa comporta la trasmissione sicura di informazioni e dati di carattere medico grazie a testi, suoni, immagini o altre forme necessarie per la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e il successivo controllo dei pazienti”. Nell’ASST BergamoEST è attivo un laboratorio di TLM presso l’UOC di Cardiologia Riabilitativa che segue pazienti con scompenso cardiaco mediante tele nursing, televisite, interviste telefoniche, home monitoring di device. Durante la recente crisi COVID sono state implementate nuove attività che hanno permesso l’acquisizione di nuove competenze nella gestione mediante TLM di pazienti non solo cardiologici o con criticità diverse da quelle puramente cardiologiche. . L’idea alla base del progetto pilota è quella di “esportare” l’esperienza acquisita in TLM da una singola UOC ad altre UOC (Chirurgia Generale) elaborando un nuovo modello organizzativo per il follow up di pazienti oncologici operati con un rischio cardiovascolare elevato che hanno subito un intervento chirurgico, utilizzando le metodiche proprie della TLM. Il modello esistente prevede che il paziente dopo la diagnosi di neoplasia venga visto in consulenza dall’Anestesista e, se esistono problematiche cardiologiche (spesso si tratta di soggetti con multipli fattori di rischio cardiovascolare e con storia di pregressa patologia cardiaca), dal Cardiologo. Prima dell’intervento vengono eseguiti gli accertamenti ritenuti necessari. Dopo l’intervento il paziente viene dimesso a domicilio. Se necessita di Chemioterapia viene gestito dai singoli Specialisti di branca. Se affidato all’ADI, in caso di complicanze viene rimandato in consulenza al Chirurgo. Per l’eventuale monitoraggio/titolazione delle terapie cardiologiche viene rimandato in consulenza al Cardiologo. Il nuovo modello organizzativo ha lo scopo di ridurre al minimo il numero di accessi in ospedale non indispensabili del paziente operato. Prevede l’arruolamento di un numero limitato di pazienti oncologici dimessi dopo intervento chirurgico (20) dalle UOC di ORL dell’Ospedale di Seriate e dall’UOC di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Piario (entrambe dell’ASST Bergamo EST). I pazienti dovranno essere portatori anche di copatologie cardiologiche e avere necessità di follow up cardiologico. I pazienti prima dell’intervento chirurgico dovranno essere stati visti in consulenza dal Cardiologo della Cardiologia Riabilitativa. Il paziente potrà aderire al progetto previa firma di un consenso informato e il Medico di Medicina Generale del paziente dovrà essere informato mediante lettera e potrà contattare gli specialisti mediante Teleconsulto. La gestione delle ferite chirurgiche sarà demandata all’ADI. In caso di necessità potranno essere inviate all’OU chirurgica di competenza registrazioni fotografiche della ferita mediante smartphone (utilizzando la piattaforma informatica aziendale); il chirurgo potrà essere contattato dal vulnologo mediante teleconsulto. Se necessario il paziente potrà essere inviato in consulenza in presenza. Nel paziente sottoposto a chemioterapia l’oncologo, quando necessario, potrà contattare il chirurgo o il cardiologo mediante teleconsulto diretto. Il monitoraggio dello stato del paziente e la titolazione dei farmaci cardiologici ed eventuali televisite saranno garantiti dal Laboratorio di Telemedicina della Cardiologia Riabilitativa. MODULOORG

Studio di fattibilità di un centro servizi per la  sorveglianza domiciliare e la televisita
0 0
Libri Moderni

Archi, Davide

Studio di fattibilità di un centro servizi per la sorveglianza domiciliare e la televisita : dall’esperienza COVID alla gestione dell’ordinario / Davide Archi, Tiziana Candiani, Simonetta Cherubini, Renzo Guttadauro

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: La gestione dell’emergenza legata alla pandemia COVID ha rappresentato un grande stress test a cui è stato sottoposto il Sistema Sanitario, ma che ha rappresentato un potente stimolo per ideare innovativi modelli di presa in carico di pazienti, adulti e pediatrici, attraverso lo sviluppo e la sperimentazione di nuovi servizi. Questo patrimonio esperienziale, una volta terminata la pandemia, non può andare perso ma deve essere utilizzato per rivedere i percorsi, gli strumenti e i setting assistenziali al fine di costruire nuove opportunità. L’obiettivo di questo documento è ipotizzare la trasformazione di alcuni servizi sviluppati per l’emergenza e “istituzionalizzarli” come strumenti utili anche per gli utenti non COVID: la strutturazione di una centrale di sorveglianza COVID e la televisita in ambito pediatrico, potrebbero trovare una loro utilità all’interno di percorsi dedicati a pazienti affetti da una patologia acuta, cronica o temporaneamente fragili. L’ASST Rhodense ha sviluppato una centrale di monitoraggio per pazienti COVID: si ipotizza di trasformarla in una centrale di sorveglianza per dimissioni precoci rivolta ai pazienti dimessi da Pronto Soccorso, Day Surgery o reparti di degenza/subacuti. Il progetto prevede un potenziamento della centrale multiservizi del POT di Bollate e lo sviluppo di algoritmi decisionali per singole categorie di pazienti. Gli investimenti necessari sarebbero legati esclusivamente all’adozione di personale. L’ASST Valle Olona ha avviato un progetto di telemedicina nel paziente adulto: si vuole valutare la trasferibilità del progetto in ambito pediatrico per pazienti affetti da patologie croniche o in fase diagnostica. I costi previsti sono legati all’acquisizione/formazione del personale e all’ampliamento della piattaforma informatica. Entrambi i progetti dovranno affrontare la limitatezza di risorse sia in termini umani sia tecnologici, la resistenza al cambiamento e l’accettabilità del modello da parte di operatori, pazienti e caregiver, questi ultimi con potenziali problemi di accessibilità e dimestichezza all’utilizzo delle nuove tecnologie. Fanno da contraltare a questi rischi, potenziali risultati attesi di valore: - il progetto di monitoraggio porterà a un sistema più flessibile nella gestione della transizione ospedale territorio dei pazienti fragili sui quali è posta particolare attenzione nelle ultime riforme del SSR. Sarà possibile un miglioramento dell’appropriatezza dei ricoveri e una riduzione della degenza media presso i reparti di degenza e subacuti; - la diffusione della telepediatria potrà assumere immediatamente significati positivi in termini di soddisfazione del paziente e del professionista; da un buon utilizzo dello strumento sono attesi risultati in termini di efficientamento del sistema e miglioramento della qualità delle cure. Tutti questi elementi potranno essere monitorati nel tempo attraverso specifici indicatori che possono essere in grado di fornire il trend di utilizzo delle tecnologie, così da orientare sia i servizi e la loro erogazione, sia azioni mirate di supporto sui pazienti e sui caregiver. MODULOORG

Activity Based Costing della diagnostica molecolare SARS-CoV-2
0 0
Libri Moderni

Bonetti, Graziella

Activity Based Costing della diagnostica molecolare SARS-CoV-2 : l'esperienza della ASST-Valcamonica / Graziella Bonetti

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: I laboratori svolgono un ruolo chiave nelle decisioni cliniche, si stima infatti che il 60-70% delle diagnosi si basi sui risultati degli esami di laboratorio. Negli ultimi anni le richieste ai servizi di medicina di laboratorio sono aumentate soprattutto in seguito ai notevoli progressi in ambito tecnologico. Questo, insieme ai costi diretti e indiretti dei servizi di medicina di laboratorio, ha portato ad un aumento dei costi. Il controllo dei costi richiede la conoscenza di risorse e costi delle varie aree del laboratorio, che possono essere ottenute attraverso l'accesso a informazioni sistematiche in merito alle spese e alle attività ed utilizzando metodi di determinazione dei costi e delle sue analisi. A tal riguardo, l’Activity Based Costing (A.B.C.), considerando la relazione causale tra i costi e attività, e fornendo informazioni gestionali sotto forma di criteri finanziari, è più utile dei tradizionali metodi contabili. A.B.C. riflette chiaramente la forza lavoro, le attrezzature e le attività delle impiegate nell’attività diagnostica, fornisce reali ed accurati costi e porta a una maggiore efficienza, efficacia ed, infine, al raggiungimento degli obiettivi strategici del laboratorio. La pandemia da SARS-CoV-2 ed il COVID-19 hanno messo a dura prova i sistemi sanitari ed i Laboratori Analisi. Poiché sul mercato sono presenti diversi sistemi di rt Real Time PCR (metodo glod standard per la diagnosi) idonei alla individuazione di diversi geni target nell’RNA virale SARS CoV-2, diviene imperativo valutarne i costi. Il presente progetto ha come obiettivo primario la valutazione del costo della diagnostica molecolare SARS-CoV-2 sulle diverse piattaforme/linee diagnostiche in uso nel Laboratorio Analisi di ASST Valcamonica al fine di pianificare ed organizzare l’attività del Laboratorio con maggiore efficienza. Il progetto valuta i costi secondo l’A.B.C. e potrebbe fornire anche un’opportunità per valutare se la tariffa di rendicontazione della prestazione 91.12.1 “Virus acidi nucleici in materiali biologici ibridazione NAS (Previa Retrotrascrizione-Reazione polimerasica a catena)” in flusso 28/SAN stabilita in seguito al DGR N. XI/3132 pari a € 62.89 a test e ridotta in seguito a DGR N. XI/3954 a € 45,00 a test sia adeguata o debba essere rivista. Nel progetto sono stati analizzati i processi delle cinque linee diagnostiche presenti all’interno dello SMeL 160 mediante Flow-chart, con evidenziazione delle principali fasi, ad ogni fase del processo sono stati attribuiti i costi relativi a: risorse umane, apparecchiature e attrezzature impiegate, materiali di consumo, altri costi e costi indiretti specifici per processo, mentre i costi generali saranno calcolati come percentuale definita dei costi precedentemente riportati, nella quota definita pari al 20%. L’analisi dei dati ha evidenziato come la vigente tariffa di € 45,00 sia adeguata per i sistemi di diagnostica molecolare classica, che prevedono una fase iniziale di estrazione dell’acido nucleico e successiva rt-RealTime PCR e che permettono inoltre di processare un numero elevato di TNF e per alcuni sistemi di diagnostica molecolare rapida, che non richiedono una preventiva estrazione degli acidi nucleici. Alcuni sistemi di diagnostica molecolare rapida mostrano costi globali superiori, riflettendo in gran parte il costo elevato dei reagenti impiegati; questi sistemi, comunemente impiegati nella diagnostica d’urgenza, permettono solo l’analisi di un ridotto numero di campioni per seduta analitica. Alla luce dei risultati di questo progetto si evidenzia che la tariffa da nomenclatore stabilita a € 45,00 è adeguata per la maggioranza dei metodi in uso ma che forse, al fine di una corretta copertura dei costi, potrebbe essere utile il ripristino dell’incremento della valorizzazione della prestazione del 25% come in uso per le altre prestazioni da pronto soccorso. MODULOECO

Scompenso at Home 4.0
0 0
Libri Moderni

Patrini, Giancarla - Seregni, Romano

Scompenso at Home 4.0 / Giancarla Patrini, Romano Seregni

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Lo Scompenso Cardiaco (SC) oltre ad essere la patologia cronica più diffusa, in continua crescita nel mondo occidentale, è anche la condizione clinica più grave e costosa, con un alto impatto sulla sopravvivenza e sulla qualità di vita. Un recente studio condotto in Italia (Osservatorio ARNO, 2015) stima che nel paese vi siano circa un milione di persone affette da SC, con 90.000 nuovi casi ogni anno, e una spesa di oltre 500 milioni di euro solo per i ricoveri ospedalieri. Questi dati rendono evidente che la gestione della cronicità rappresenta una vera e propria sfida per i servizi sanitari che non possono più rimandare l’attuazione di programmi di rinforzo e ampliamento dell’offerta territoriale e sostenere la diffusione di nuovi nuovi modelli organizzativi integrati e multidisciplinari, quali valide alternative al ricovero in ospedale. L’obiettivo del presente lavoro è quello di sperimentare, nell’ambito della ASST Fatebenefratelli Sacco, un modello organizzativo innovativo di presa in carico e di continuità assistenziale dei pazienti con SC, quale risposta concreta e globale ai bisogni dei pazienti, al fine di ridurre le ospedalizzazioni, migliorare la compliance al trattamento e al piano di cura e migliorare la qualità di vita. Attraverso un progetto pilota, su un campione di 50 pazienti, si intende verificare l’efficacia di un percorso aziendale per la presa in carico dello SC e degli strumenti operativi che favoriscono l’integrazione e la comunicazione nell’ambito dell’èquipe minima costituita dall’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC), dal MMG e dallo specialista ospedaliero. Quello della comunicazione e integrazione costituisce, senza dubbio, l’elemento di maggior criticità del modello proposto. L'intervento dell’èquipe si realizza in setting ambulatoriali e domiciliari, in funzione del livello di gravità dello SC e del livello di autonomia del paziente, e si propone di favorire la permanenza dei pazienti il più a lungo possibile nel loro contesto di vita quotidiana, assicurando le condizioni ed i supporti necessari a curare la malattia e condurre una vita dignitosa anche grazie ai vantaggi offerti dall’innovazione tecnologica e dalla telemedicina. Il principio che la casa debba diventare il luogo privilegiato dell’assistenza territoriale è sancito anche dalla programmazione sanitaria nazionale del recente Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Oltre alla riduzione dei ricoveri, degli accessi al Pronto Soccorso e all’ambultorio ospedaliero dello SC, lo studio intende anche verificare l’impatto di un modello di presa in carico territoriale sui costi che, seppur calcolati in situazione simulata, risultano nettamente più vantaggiosi rispetto a quelli sostenuti per un ricovero ospedaliero. Ulteriore aspetto che si intende verificare, al termine della sperimentazione, è il livello di fiducia e di gradimento dei cittadini e degli operatori in un sistema strutturato di presa in carico territoriale. MODULOORG

Ripartire dopo il Covid-19
0 0
Libri Moderni

Lotti, Marco - Vannucci, Fulvia - De Gonda, Federico

Ripartire dopo il Covid-19 : un progetto di coordinamento con il territorio per il rilancio dei percorsi chirurgici / Marco Lotti, Fulvia Vannucci, Federico De Gonda

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: PREMESSA: La pandemia da SARS-CoV2 ha drasticamente ridotto l’attività chirurgica negli ospedali pubblici. La cancellazione degli ambulatori delle sale operatorie e l’incertezza sui tempi di ripresa hanno allontanato i Pazienti chirurgici dagli ospedali pubblici, e il calo di afflusso persiste anche dopo la ripartenza, in mancanza di informazioni valide, affidabili e diffuse nel territorio. Il presente Progetto si propone di contribuire alla ripresa dell’attività chirurgica di consultazione, diagnosi e cura, attraverso la creazione di percorsi strutturati di comunicazione e affidamento tra i Medici di Medicina Generale (MMG), gli Specialisti Chirurghi Ospedalieri (SCO) e i Servizi Territoriali (ST). MATERIALI E METODI: Sono state individuate due patologie bersaglio, una di interesse chirurgico generale (tumori gastrointestinali, implementata presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Milano) e una di interesse neurochirurgico (lombalgia cronica, implementata presso l’Ospedale di Sondrio). Il Progetto si basa sulla realizzazione e messa in atto di due percorsi operativi essenziali: 1. un canale preferenziale (Percorso di Affidamento) di comunicazione bidirezionale tra il Territorio (MMG e ST) e l’Ospedale di riferimento (SCO), da realizzarsi attraverso una piattaforma di videoconsulto, che faciliti l’affidamento del Paziente dal Territorio all’Ospedale, la condivisione delle cure e il successivo riaffidamento e reinserimento nel Territorio dopo il trattamento chirurgico; 2. un insieme strutturato di prestazioni (Pacchetto di Servizio) che garantisca la presa in carico del Paziente e la sua gestione diagnostica e terapeutica in un’ottica condivisa e multidisciplinare. E’ stato predisposto un questionario per le due diverse patologie di interesse, che è stato somministrato nei mesi di agosto e settembre 2021 a un campione di MMG selezionato con la collaborazione dell’ATS di competenza. Il questionario è stato concepito non solo come strumento per valutare i bisogni percepiti, ma anche come metodo per stabilire un primo contatto tra l’Ospedale e i MMG. Le informazioni verranno utilizzate per la successiva predisposizione di incontri formativi con i MMG, nei quali verranno illustrati i Pacchetti di Servizio, i Percorsi di Affidamento e le modalità di intercomunicazione attraverso la piattaforma di videoconsulto. RISULTATI ATTESI: recuperare la fiducia e la visibilità dell’Ospedale Pubblico, promuovendone l’immagine di affidabilità e assicurando la prevedibilità dei percorsi di cura; promuovere l’affidamento dei Pazienti all’Ospedale da parte del Territorio e, attraverso un efficace coordinamento dei percorsi, assicurare un precoce e sicuro riaffidamento dei Pazienti al Territorio a completamento del percorso di cura. MODULOORG

Potenziamento “silente” della rete assistenziale in emergenza epidemica in provincia di Bergamo
0 0
Libri Moderni

Lazzarini, Fabrizio

Potenziamento “silente” della rete assistenziale in emergenza epidemica in provincia di Bergamo : “La Casalzheimer” della Fondazione Carisma / Fabrizio Lazzarini

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Le pandemie si verificano ad intervalli di tempo imprevedibili, e, negli ultimi 100 anni, si sono verificate nel 1918 (Spagnola, virus A, sottotipo H1N1), 1957 (Asiatica, virus A, sottotipo H2N2) e 1968 (HongKong, virus A, sottotipo H3N2). La più severa, nel 1918, ha provocato almeno 20 milioni di morti. L’incertezza sulle modalità e i tempi di diffusione determina la necessità di preparare in anticipo le strategie di risposta alla eventuale pandemia, tenendo conto che tale preparazione deve considerare tempi e modi della risposta. Il principio ispiratore del Piano è l’assunto che emergenze globali richiedono risposte coordinate e globali, dove il momento di pianificazione deve essere condiviso dai responsabili delle decisioni ed il momento dell’azione deve essere conosciuto prima del verificarsi dell’evento in modo che ognuno sia in grado di “giocare” il suo ruolo e le sue responsabilità. L’epidemia da COVID-19 ha messo l’Italia in ginocchio, ponendola di fronte ad una serie di sfide sanitarie, sociali, etiche ed economiche inedite. L’Italia ha registrato un numero di morti più contenuto rispetto a Stati Uniti e Regno Unito, ma è anche uno dei Paesi dell’Unione europea che si è trovato meno preparato ad affrontare la pandemia. La regione Lombardia, invero, e in particolare la provincia di Bergamo, da subito e per prime, hanno pagato il prezzo più alto: l’elevata incidenza di contagi e di mortalità, concentrata nei primi 60 giorni dell’esperienza epidemica, ha stressato il sistema sanitario come mai era successo prima, evidenziando una insufficiente dotazione di posti di terapia intensiva adeguatamente attrezzati per la ventilazione e una rete territoriale, tra l’altro, carente di strutture, a monte identificate, in grado di decongestionare il sovraccarico generatosi all’interno del sistema ospedaliero. Gli obiettivi indicati dall’OMS e dal Piano pandemico nazionale del 2006 in caso di epidemia diffusa, pare fossero disattesi. Ciò che è successo, in particolare nella provincia di Bergamo, ha mostrato la necessità, di fronte alla diffusione di nuove infezioni, di un potenziamento generale dell’assistenza territoriale e la contestuale esigenza di disporre di strutture decentrate, e tecnicamente adeguate, in grado di contenere gli effetti sanitari di un’epidemia diffusa. La Fondazione Carisma, quale soggetto leader del settore sociosanitario bergamasco, accreditato per l’erogazione di prestazioni sociosanitarie e riabilitative residenziali (500 Pl), semiresidenziali, ambulatoriali e domiciliari, oltre ad aver contribuito alla gestione dell’emergenza sanitaria locale della primavera 2020 con la messa a disposizione della propria struttura di riabilitazione quale supporto agli ospedali cittadini, ha immediatamente colto la necessità di impegnarsi per sostenere lo sviluppo di un piano pandemico locale, attraverso la revisione del proprio progetto in corso relativo alla realizzazione della cd. CasAlzheimer, introducendo modifiche tecniche ed architettoniche in grado di garantire adeguati provvedimenti di isolamento dei ricoverati affetti da malattie infettive, sicurezza per gli operatori e, al contempo, rappresentare una soluzione subito disponibile per la gestione di una eventuale emergenza epidemiologica. Si tratta della realizzazione di una struttura sociosanitaria autonoma, con capienza fino a 98 PL in sole camere singole e con standard volumetrici superiori del 30% rispetto a quelli richiesti. Una struttura concepita per prevenire e curare anche il diffondersi di infezioni trasmissibili. La filosofia e la metodologia adottata è quella della prevenzione delle cd. ICA, attraverso soluzioni tecnico-architettoniche che prevedono, appunto, camere singole con bagno dedicato, anticamera per vestizione/svestizione, ventilazione meccanica con ricambio d’aria primaria e impianto a muro di ossigenoterapia e aspirazione, oltre ad appropriati percorsi separati per i pazienti infetti, per il personale in entrata ed in uscita e idonei percorsi sporco-pulito. Una struttura destinata prioritariamente alla gestione delle persone affette da demenza e che presentano contestuali disturbi comportamentali, ma pronta per essere celermente riconvertita per accogliere in sicurezza pazienti affetti da malattia a carattere epidemico provenienti dagli Ospedali per acuti e bisognosi di ulteriore assistenza/riabilitazione, in ossigenoterapia e non ancora curabili al domicilio; oppure pazienti provenienti da RSA del territorio che non necessitano di terapia intensiva e non curabili nella propria residenza per motivi strutturali e/o di personale. La struttura prevede un investimento di circa 20 milioni di euro, in parte già finanziati dalla Fondazione, in parte oggetto di specifiche operazioni di fundraising, in parte, ci si auspica, quale contributo del sistema sociosanitario per il ruolo “potenziale” o “silente” che essa svolgerà in caso di emergenza territoriale. La progettazione ha visto impegnata la direzione della Fondazione e un pool di senior professional interni, i quali hanno di fatto definito gli indirizzi, a cui i progettisti tecnici si sono attenuti. L’iter autorizzativo è alla fase finale e i tempi di realizzazione sono definiti in 18 mesi, a decorrere dall’inizio del 2021. Il risultato atteso, ovvero la messa in funzione della struttura de qua e il correlato iter amministrativo per l’identificazione delle modalità di attivazione della stessa in caso di emergenza pandemica,rappresentano la realizzazione di alcuni obiettivi/azioni posti dall’OMS e acquisiti dal Piano Pandemico Nazionale (cfr PPN Fase 3 - Definire il piano per l’attivazione di posti letto aggiuntivi), nonché dal recente Decreto Rilancio all'articolo 1, comma 4-bis, in materia di sperimentazione di Strutture di prossimità. Ulteriori indicatori di esito sono la riduzione dei tempi di permanenza dei pazienti in Ospedale per acuti e una riduzione di passaggi in PS. MODULOORG

Telemonitoraggio nel diabete mellito
0 0
Libri Moderni

Bertuzzi, Federico

Telemonitoraggio nel diabete mellito / Federico Bertuzzi

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: L’assistenza alle persone con diabete rappresenta uno dei principali problemi di organizzazione dei sistemi sanitari. I pazienti più fragili sono quelli pluricomplicati, e quelli in terapia insulinica (secondo il rapporto ARNO 2019 il 25,4% dei pazienti), soprattutto nelle fasi di avvio della terapia, per il rischio di ipoglicemia. La gestione della terapia insulinica, soprattutto nei pazienti anziani, è caratterizzata da un elevato tasso di morbidità. La principale esigenza avvertita è quella di offrire una continuità assistenziale soprattutto nei pazienti fragili, a rischio aumentato di complicanze, di ospedalizzazione responsabile di elevati costi sanitari. Un sistema di telemonitoraggio del paziente fragile, integrato in un sistema di gestione multi-specialistica che coinvolga la medicina territoriale, riduce il tasso di complicanze, gli accessi ospedalieri e migliora la qualità di vita dei pazienti con diabete mellito. L’obiettivo specifico del progetto è quello di attivare un sistema di telemonitoraggio dei pazienti affetti da diabete mellito, fragili. Obiettivi finali sono la riduzione delle complicanze acute, degli accessi in ospedale e il miglioramento della qualità di vita dei pazienti Il monitoraggio prevede la rilevazione di dati discontinua o continua a seconda della modalità di misurazione (glucometro o sensore) e la loro trasmissione al centro diabetologico che prevederà la loro analisi con scadenze temporanee personalizzate secondo il piano di cura. Il servizio sarà integrato con il sistema di televisita, già operativo presso l’Ospedale Niguarda. Questi servizi verranno inseriti nel piano assistenziale individuale dei pazienti che hanno firmato il patto di cura con l’Ospedale Niguarda (pazienti cronici). L’analisi dei dati sarà facilitata dall’applicazione che gestisce le registrazioni delle glicemie dei pazienti in grado di evidenziare automaticamente i profili con situazione critiche, secondo i piani personalizzati di cura dei pazienti. Il servizio verrà inserito come Macro Attività Ambulatoriale Complessa 12. Il progetto si rivolge ai pazienti fragili affetti da diabete mellito e in particolare: -donne con diabete mellito di tipo 1 in gravidanza; -pazienti dimessi da un ricovero ospedaliero con inizio di una terapia insulinica; -pazienti ambulatoriali a cui è stata iniziata una terapia insulinica multi-iniettiva (diabete all’esordio, diabete scompensato); -pazienti con diabete scompensato (HbA1c>9%) in terapia con ipoglicemizzanti; -pazienti con diabete mellito post trapianto di organo. I seguenti parametri verranno monitorati e sottoposti a valutazione periodica: -controllo glicemico (valore HbA1c all’attivazione del servizio e dopo 3, 6 ,12 mesi); -numero accessi in pronto soccorso o in degenza ospedaliera in un anno; -qualità di vita percepita (valutata all’inizio e dopo 12 mesi). MODULOORG

Medicina Nucleare e sostituzione tecnologica
0 0
Libri Moderni

Bertagna, Francesco

Medicina Nucleare e sostituzione tecnologica : valutazione multidimensionale di HTA e sostenibilità / Francesco Bertagna

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: La Tomografia ad Emissione di Positroni (positron emission tomography/computed tomography - PET/CT) è una metodica diagnostica non invasiva della Medicina Nucleare che studia la biodistribuzione nell’organismo di radiofarmaci al fine di ottenere informazioni diagnostiche prevalentemente in ambito oncologico, cardiologico, neurologico e nel campo della patologia infettivo-infiammatoria. Recentemente l’evoluzione tecnologica ha messo a disposizione apparecchiature (tomografi PET/CT) basate su tecnologia digitale a fotomoltiplicatori al silicio (SiPM); tali tomografi PET/CT, rispetto ai tradizionali, si caratterizzano per una serie di vantaggi in termini di maggiore accuratezza diagnostica nella rilevazione delle patologie oggetto di studio, tempi di scansione più brevi (con conseguente possibilità di incremento delle prestazioni erogate nelle medesime ore di attività lavorativa giornaliera del Servizio rispetto un tomografo tradizionale), riduzione della radioattività somministrata al paziente con conseguente riduzione della dose efficace e relativo detrimento sanitario. In virtù di quanto descritto, il progetto analizza e descrive le caratteristiche dell’ipotesi riorganizzativa proposta in seguito alla sostituzione di una delle due apparecchiature attualmente installate presso la Medicina Nucleare dell’ASST Spedali Civili di Brescia; in particolare ci si focalizza sull’analisi delle modifiche organizzative interne, dei flussi di lavoro e di gestione del personale sanitario coinvolto nell’attività diagnostica in Medicina Nucleare con particolare riferimento alla diagnostica PET/CT in ambito oncologico nel settore relativo all’utilizzo come radiofarmaco del [18F]Fluoro-2-deossi glucosio (18F-FDG); il fine della riorganizzazione dell’attività lavorativa verte ad ottimizzare i tempi delle specifiche mansioni di tutto il personale sanitario coinvolto nella diagnostica PET/CT, per quanto di competenza, nell’ottica di aumentare il numero di prestazioni erogabili nell’arco dell’attuale orario di apertura del Servizio senza incremento di personale; tale approccio garantirebbe anche una riduzione della lista di attesa in essere per le prestazioni diagnostiche 18F-FDG PET/CT oltre ai già citati vantaggi in termini di maggiore accuratezza diagnostica della nuova apparecchiatura e riduzione di dose del paziente. Viene inoltre eseguita un’analisi HTA e approfondito l’aspetto economico relativo all’utilizzo della nuova tecnologia in termini di costi da un lato e di incremento dei rimborsi derivanti dal maggior numero di prestazioni erogate dall’altro.

La gestione delle risorse umane nell’ampliamento dell’offerta di servizi da RSA in RSA/RSD
0 0
Libri Moderni

Fagoni, Nazzareno

La gestione delle risorse umane nell’ampliamento dell’offerta di servizi da RSA in RSA/RSD : Analisi della gestione delle risorse umane nella realizzazione di una struttura di Residenza Sanitario assistenziale per Disabili (RSD) affiancata ad una struttura di Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) già esistente / Nazzareno Fagoni

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: L’elaborato approfondisce il tema dell’ottimizzazione delle risorse umane in un progetto che si sviluppa in quattro fasi, relativo all’ampliamento di una struttura RSA in RSA e RSD. Grazie alle diverse competenze richieste nei due ambiti lavorativi, RSA e RSD, le figure professionali potrebbero acquisire ed ampliare le loro competenze. L’ottimizzazione della gestione delle risorse umane si realizza attraverso un’analisi di un modello organizzativo all’interno di un sistema RSA/RSD che si basa sui concetti di job-rotation, job-enlargement e team multidisciplinare. Queste strategie vengono discusse attraverso la proposta di una serie di indicatori di input, di risultato, di efficienza e di impatto, utili a valutare nel tempo la progressione aziendale in termini di formazione, integrazione di nuove unità, di gestione di un nuovo settore di servizi alla persona (RSD) e, successivamente, effettuare un’analisi di benchmark con realtà comparabili. La prima fase, quattro mesi, ha lo scopo di ricevere l’accreditamento dei posti letto da parte di ATS e l’approvazione del progetto strutturale da parte dell’ente comunale. Durante questa fase non sono previsti attività inerenti all’implementazione del processo. Nella seconda fase, prevista di otto mesi, iniziano due processi oggetto di valutazione tramite indicatori: il primo riguarda internalizzare il personale; il secondo la formazione teorica/pratica per medici, psicologo, infermieri e fisioterapisti (valutazione indicatori di input: persone formate nell’anno). Durante la terza fase, sei mesi, che coincide con l’inizio delle attività di RSD, l’organizzazione delle risorse umane utilizzerà le strategie di job-rotation, job-enlargement e la costituzione di un team multidisciplinare al fine di migliorare le competenze del personale. Infine, nella quarta fase, ogni sei mesi, vi è il consolidamento del progetto di RSD e analisi in itinere del processo. L’indicatore di efficienza è utile per valutare se il numero di dipendenti per ospite in RSD è simile in realtà presenti sul territorio (analisi di benchmark). Quelli di impatto servono a valutare l’effetto della ottimizzazione della gestione delle risorse umane sullo stato di salute degli ospiti e il gradimento dei familiari. Gli indicatori vanno valutati ogni sei mesi dall’inizio delle attività di RSD, sia sul nuovo ramo d’azienda che su quello già consolidato di RSA. L’utilizzo di personale interno alla RSA valorizza le competenze del gruppo grazie a formazione e tramite le strategie descritte. Il processo è funzionale alla realizzazione di un servizio che ha come fine ultimo il miglioramento dello stato di salute degli ospiti di una RSD e, allo stesso tempo, la possibilità di ottimizzare le risorse umane all’interno di un sistema integrato RSA e RSD. Le competenze acquisite, infatti, possono essere valorizzate dal personale anche nel caso in cui in RSA ci dovesse essere la necessità di gestire ospiti più gravi (es. stati vegetativi), che si possono ospitare anche in RSA. Inoltre, in caso di assenza del personale all’interno di una o dell’altra struttura, ogni figura è, al termine dell’implementazione del processo, sostituibile in ogni ruolo, consentendo all’ente una flessibilità di spostamento del personale non altrimenti possibile. MODULORIS

Dall’Ambulatorio al Domicilio con il Servizio Tele-Park
0 0
Libri Moderni

Vezzadini, Giuliana

Dall’Ambulatorio al Domicilio con il Servizio Tele-Park : Servizio di Telemedicina Riabilitativa dell’Istituto Clinico Scientifico Maugeri di Castel Goffredo rivolto ai pazienti con Malattia di Parkinson / Giuliana Vezzadini

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Introduzione: La Telemedicina rappresenta un valido strumento per rispondere all’esigenza di trovare nuove soluzioni gestionali, e talvolta alternative a quelle in uso, per i pazienti con patologie neurodegenerative. In particolare i soggetti affetti da Malattia di Parkinson e parkinsonismi costitutiscono una popolazione target ottimale per questa tipologia di servizio a causa di una sfortunata combinazione di disabilità motoria e difficoltà di spostamento. Gli studi scientifici hanno inoltre dimostrato i benefici della riabilitazione e più recentemente anche della Teleriabilitazione nel rallentare la progressione dei disturbi motori e non motori. Obiettivi del progetto: Creazione del Servizio di Telemedicina presso l’Istituto Scientifico di Castel Goffredo, dedicato ai pazienti con Malattia di Parkinson e parkinsonismi, in grado di ampliare l’offerta di cura e migliorare la presa in carico del soggetto con patologia cronica evolutiva, mediante interventi clinici e riabilitativi a distanza. Il Servizio si articolerà in Televisite e Teleriabilitazione. Metodologia: Per l’avvio del Servizio di Telemedicina presso l’Istituto Clinico Scientifico Maugeri di Castel Goffredo si prevede l’acquisto e l’utilizzo di nuovi applicativi digitali, la formazione specifica del personale dedicato, la creazione di agende dedicate e la definizione di indicatori di esito e di processo in grado di valutare l’efficacia ed efficienza del Servizio. Risultati: L’analisi degli indicatori di esito e di processo permetterà di ottenere una stima attendibile della fattibilità del progetto e di valutarne il movimento economico, ciò in prospettiva di sviluppi applicativi per altre tipologie di pazienti. L’analisi dei costi, considerando le diverse voci di spesa dei ricavi derivanti dall’attività svolta in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale, ha mostrato un margine positivo per entrambe le tipologie di offerta fin dal primo anno di avvio del progetto. Con l’attivazione del Servizio di Telemedicina si prevede quindi il miglioramento della gestione del paziente con Malattia di Parkinson che in caso di stabilità clinica, eviterà spostamenti non necessari e troverà la possibilità di effettuare trattamento riabilitativo con personale esperto anche rimanendo comodamente al proprio domicilio. MODULOORG

Sviluppo dell'Enterprise Risk Management (ERM) in un’organizzazione sanitaria
0 0
Libri Moderni

Ghilardi, Manuela

Sviluppo dell'Enterprise Risk Management (ERM) in un’organizzazione sanitaria / Manuela Ghilardi

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Con Enterprise Risk Management (ERM) ci riferiamo alla gestione integrata dei rischi in Azienda. Implica l’identificazione dei rischi non ancora noti o conosciuti e la loro analisi con metodologie rigorose. Lo scopo è proteggere il valore dell’organizzazione. Questo progetto parte dal principio che le organizzazioni sanitarie creino un modello in cui ci sia evidenza dell’integrazione e della gestione dei diversi tipi di rischio a livello aziendale. Fornisce il metodo e gli strumenti per realizzarlo. MODULOORG MODULOPOL

Modello organizzativo di gestione efficace ed efficiente di un dipartimento di I livello di emergenza e urgenza
0 0
Libri Moderni

Cherubini, Laura

Modello organizzativo di gestione efficace ed efficiente di un dipartimento di I livello di emergenza e urgenza / Laura Cherubini

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Il Pronto Soccorso rappresenta per ogni Azienda Sanitaria lo specchio della sua funzionalità e accoglienza. La sua mission è “garantire risposte ed interventi tempestivi ai pazienti dimostrando di essere in grado di affrontare situazioni di emergenza e urgenza clinica e assistenziale”, un obiettivo spesso non facile da perseguire. Si è progressivamente assistito a un aumento degli accessi ai Dipartimenti di Emergenza a causa dell’insorgenza di nuovi bisogni assistenziali, dell’invecchiamento della popolazione, dell’aumento di pazienti complessi ma anche per un cambiamento nei bisogni di salute dei cittadini che manifestano sempre più il bisogno di ottenere dal servizio pubblico una risposta ad esigenze percepite come urgenti. Parallelamente si sta verificando una severa carenza di personale medico imputabile allo squilibrio tra l’elevato numero di pensionamenti e la scarsa vocazione alla medicina d’urgenza (pressioni burocratiche, responsabilità, carico di lavoro eccessivo, scarsa retribuzione) che ha contribuito a impoverire l’organico stabile. Sono stati avanzati numerosi progetti sia di potenziamento dei servizi ambulatoriali territoriali, che non hanno finora dato esito positivo, sia di riforma della gestione ospedaliera. Il progetto propone una riorganizzazione dei processi interni al Pronto Soccorso, in considerazione dell’attuale scarsità di personale medico d’Urgenza e della numerosità di accessi non urgenti, che ha l’obiettivo di limitare il sovraffollamento (overcrowding), garantire una qualità del servizio adeguato secondo gli standard di riferimento nazionali. Il piano di intervento prevede una ricollocazione del personale medico e infermieristico e una semplificazione dei percorsi mediante l’utilizzo di tutte le risorse già presenti nel Pronto Soccorso e nella struttura ospedaliera. Si deve garantire una modalità di presa in carico che definisca fin dal primo contatto il percorso più idoneo per ciascun paziente, con miglioramento del flusso interno e del livello di soddisfazione dell’utente. Tale obiettivo si ottiene differenziando gli accessi in base alle priorità cliniche, alla complessità assistenziale e alle risorse necessarie e anticipando parte degli accertamenti e dei trattamenti da parte del personale infermieristico senza necessariamente pesare sul personale medico impegnato nella gestione dell’Urgenza, qualora ve ne siano i criteri. MODULOPOL

La campagna vaccinale di massa antiCovid-19 in Vallle Camonica
0 0
Libri Moderni

Di Leo, Francesco - Magnini, Dario - Poggio, Sandro

La campagna vaccinale di massa antiCovid-19 in Vallle Camonica : dall'emergenza al consolidamento e normalizzazione. Aspetti organizzativi e gestionali / Francesco Di Leo, Dario Magnini, Sandro Poggio

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: La Valle Camonica è situata nella zona nord-orientale della Lombardia; è la più̀ estesa fra le sue valli e tra le maggiori vallate delle Alpi Centrali. Si sviluppa per circa 100 Km di lunghezza e con popolazione residente, attestata su 99.758 unità (rilevazione ISTAT 2020). Il presente progetto, realizzato nel territorio della Valcamonica, illustra il peculiare modello di organizzazione della campagna vaccinale antiCovid-19 approntato per affrontare la gravissima situazione sanitaria e sociale causata dalla pandemia che ha colpito duramente il suo tessuto sanitario, istituzionale, socioeconomico ed a cui l’ASST Valcamonica ha risposto con idee ed azioni che si sono rivelate efficaci nell’impatto sanitario sulla popolazione con particolare attenzione all’utilizzo delle risorse economiche. Da questi presupposti si è inizialmente definito un modello di “Vaccinazione diffusa”, legato al concetto di massima prossimità, facilità di accesso e rispetto delle norme di sicurezza antiCovid-19 a favore della popolazione più svantaggiata. Si è di seguito proceduto all’allestimento di due “HUB massivi” in cui si è proseguita senza soluzione di continuità la parte di campagna vaccinale che vedeva coinvolte le fasce più giovani e più numerose della popolazione eleggibile. Nel mese di ottobre 2021 si è conclusa la cosiddetta campagna vaccinale antiCovid-19 massiva ed è in corso la fase attuale, con l’inoculazione della terza dose. Sulla base dell’esperienza acquisita in questi mesi di impegno operativo, dell’impatto sociale ed economico e degli eccellenti risultati ottenuti, rappresentati dall’ottima percentuale di adesione alla vaccinazione (> 90% e ormai prossima al 95 %), dal contenimento dei costi a fronte di un ingente e straordinario impegno economico e da diffusi apprezzamenti per l’opera svolta e per quella in atto, ASST Valcamonica ha previsto di continuare ad utilizzare, anche se con operatività ridotta, gli Hub massivi esistenti, affiancandovi alcune altre sedi aziendali individuate all’interno del P.O. di Esine e, in caso di necessità, anche le sedi site presso le RSA individuate nella prima fase operativa e messe ancora a disposizione dalle suddette amministrazioni: “Modello misto” (sintesi dei due modelli precedenti) adattabile in contesti simili e variabili con possibilità di riproposizione in ambiti geografici/logistici analoghi in regione Lombardia. A seguito delle difficoltà di reperimento di personale medico e sanitario si ritiene necessaria la prosecuzione delle collaborazioni già esistenti con i MMG e i PLS ed eventualmente con personale delle RSA, con il personale dipendente e con l’ausilio, ormai sempre più esiguo, dei volontari a prestazione d’opera gratuita. MODULOORG MODULOPOL

L’accompagnamento delle persone nel fine vita
0 0
Libri Moderni

Defendi, Sergio

L’accompagnamento delle persone nel fine vita : il rientro in patria. Elementi gestionali e organizzativi / Sergio Defendi

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Dai dati ISTAT 2020 risulta che gli stranieri residenti in Italia sono 5.039.637. Questi cittadini hanno cultura ed esigenze spesso diverse dalle nostre. Quando si ammalano e fanno ricorso al nostro sistema sanitario nazionale, non possiamo prescindere dal garantire loro insieme alle adeguate cure il rispetto delle loro tradizioni. Il rispetto della dignità della persona e l’attenzione alla qualità di vita in tutte le sue componenti e in tutte le fasi della malattia, ha portato a promuovere e sperimentare modelli di integrazione che affermano la necessità di un approccio globale di Cure Palliative, la cui utilità è stata riconosciuta sotto diversi punti di vista, dal controllo dei sintomi alla riduzione dei costi, al miglior uso delle risorse. Il lavoro tratta gli aspetti gestionali e organizzativi inerenti al trasferimento all’estero di pazienti in Cure Palliative. Obiettivo: Predisporre un percorso clinico e assistenziale per il rientro in patria dei pazienti che ne esprimano il consenso. Offrire ai pazienti stranieri un percorso di qualità e sicurezza per la presa in carico globale attraverso un’assistenza continua, integrata e progressiva fra terapie attive e Cure Palliative. Ottimizzare la qualità della vita in ogni fase della malattia, attraverso una meticolosa attenzione agli innumerevoli bisogni clinici, assistenziali, psicologici, spirituali, sociali e culturali del malato e della sua famiglia, garantendo la continuità assistenziale e terapeutica fino alla fase terminale della vita. Ridurre i ricoveri nei reparti per acuti e gli accessi in Pronto Soccorso. Indicatori: - Percentuale di pazienti che hanno effettuato due o più accessi in Pronto Soccorso negli ultimi 30 giorni di vita; - Coerenza del luogo del decesso con le preferenze del paziente; - Percentuale dei pazienti che vengono discussi in Multidisciplinare; - Partecipazione da parte del personale sanitario dell’UO Cure Palliative a corsi di aggiornamento periodici. Materiali e metodi: Attraverso la ricostruzione di due case history verranno illustrate le modalità operative per poter rendere replicabili i percorsi organizzativi e gestionali. Analisi della letteratura e acquisizione della normativa vigente. Risultati: Il progetto introduce uno strumento che garantisce l’appropriatezza di cura, attraverso il coordinamento e l’attuazione di attività consequenziali standardizzate da parte di un team multidisciplinare. Il lavoro d’equipe risulta fondamentale per garantirne l’adeguato controllo dei sintomi e la volontà del paziente e permettere il rimpatrio. L’applicazione del percorso determina vantaggi economici per l’Azienda Sanitaria, ricorrendo ad un setting assistenziale meno costoso rispetto al ricovero ordinario. Conclusioni: Strutturare un piano di cura condiviso, definire gli obiettivi e i ruoli facilita ciascun clinico nell’esprimere la propria visione professionale e realizzare un’assistenza completa. La gestione condivisa con le altre unità operative che seguono i pazienti e l’integrazione precoce delle cure attive con le Cure Palliative garantisce la continuità di cura attraverso una valutazione flessibile del malato e dei suoi bisogni ed evita, oltre ai ricoveri impropri nei reparti per acuti ed accessi in Pronto Soccorso, comporta un abbattimento dei costi ed una più corretta allocazione delle risorse disponibili. MODULOORG

Iter diagnostico e gestione delle malattie lavoro-correlate
0 0
Libri Moderni

Iter diagnostico e gestione delle malattie lavoro-correlate : elaborazione di un percorso specialistico collegiale (medico del lavoro e medico-legale) presso le ASST lombarde/ Daniela Camilla Borleri, Zeno De Battisti, Giuseppe De Palma, Andrea Verzeletti

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Sull’epidemiologia delle patologie da lavoro la discussione è oggi ancora aperta e variegata. Le statistiche esistenti soffrono di alcuni bias che condizionano il processo diagnostico e che risentono da un lato dell’attesa di benefici da parte dei lavoratori e dall’altra del timore di responsabilità giuridicamente rilevanti per coloro che devono prendersi cura della salute del lavoratore. Non c’è dubbio inoltre che per le patologie oggi maggiormente prevalenti, ossia le patologie cronico-degenerative multifattoriali, comprendenti patologie osteoarticolari e neoplasie, la diagnosi di patologia da lavoro sia molto più complessa che per le patologie da lavoro “tradizionali” (ipacusia, saturnismo, etc.) Una lettura piuttosto diffusa dell’andamento epidemiologico delle patologie da lavoro induce a ritenere che queste siano diagnosticate in misura inferiore all’atteso. D’altra parte, è noto dalle statistiche INAIL che circa i 2/3 delle patologie certificate non vengano successivamente riconosciute dall’Ente. Dal nostro punto di vista, la lettura in puri termini quantitativi degli andamenti epidemiologici delle patologie da lavoro è semplicistica e trascura i potenziali benefici derivanti da un percorso diagnostico basato su solide evidenze scientifiche, effettuato in una struttura di II livello a questo preposta. La prima diagnosi di patologia da lavoro innesca infatti per natura un complesso iter burocratico che richiede ulteriori valutazioni da parte dell’Ente assicuratore (INAIL) e dell’Organo di vigilanza (ATS). Un percorso diagnostico derivante dall’applicazione delle migliori evidenze scientifiche disponibili e dunque eseguito seguendo criteri di appropriatezza dovrebbe risultare sufficientemente sensibile da identificare le vere patologie da lavoro e specifico da scartare le patologie “non” lavoro correlate. Tali caratteristiche, dal punto di vista epidemiologico si tradurrebbero in un evidente guadagno di efficacia ed efficienza per tutto il processo a valle della prima diagnosi con conseguente risparmio di risorse per il processo complessivamente considerato. È in questo contesto che si colloca questa iniziativa di Project Work che ha l’intento di cercare, attraverso l’istituzione di un piccolo gruppo di lavoro specifico di medici del lavoro e di medici legali, di mettere a fuoco ed aggiornare i molteplici aspetti (diagnostici, medico-legali, previdenziali) coinvolti in tale problematica. Il presente project work ha pertanto l’intento di analizzare il fenomeno delle tecnopatie prendendo in considerazione anche i relativi adempimenti medico – legali. Questi ultimi si rendono infatti utili e necessari ad attuare programmi di prevenzione, a garantire il quantum assicurativo previdenziale e ad attivare la vigilanza ai fini dell’individuazione di eventuali responsabili della malattia. Un corretto inquadramento dal punto di vista medico-legale, sia in termini di valutazione del nesso causale che di quantificazione di eventuali postumi, rappresenta un pre-requisito essenziale per permettere al cittadino-lavoratore di trovare adeguato soddisfacimento alle proprie legittime richieste nei diversi ambiti giuridicamente rilevanti sottesi al riconoscimento di una malattia lavoro correlata (MLC) (assicurativo sociale, di eventuale responsabilità civile o penale del datore di lavoro). Analizzando i dati delle denunce in termini assoluti, si osserva che il trend è in crescita. Meno della metà tuttavia risulta accertata positivamente anche se prosegue la crescita che si registra ormai da 20 anni. Dai dati INAIL e della letteratura è tuttavia emersa una discrepanza evidente tra denunce/segnalazioni e referti, con un numero praticamente doppio e recentemente addirittura triplo di denunce rispetto ai referti. Se la denuncia di malattia professionale è obbligatoria nel momento in cui la malattia in questione rientra all’interno dell’elenco predisposto e periodicamente rivisitato dal Legislatore, il referto, che ravvisa un possibile delitto perseguibile d’ufficio (lesioni personali gravi e gravissime), deve essere formulato dal Medico ogniqualvolta questi ne individui le caratteristiche. Quindi il numero delle denunce e quello dei referti possono non necessariamente corrispondere. Un aspetto di notevole importanza riguarda la difformità dell’approccio alla patologia di sospetta origine professionale da parte degli operatori coinvolti nelle diverse realtà nazionali, per l’assenza di criteri diagnostici condivisi. La disponibilità di tali criteri potrebbe permettere di migliorare la concordanza tra analoghe diagnosi poste in ambiti diversi, di armonizzare dati per l’elaborazione epidemiologico-statistica e quindi realizzare una valutazione attendibile del reale “burden of disease” legato a specifici fattori di rischio, necessaria per la pianificazione di interventi di prevenzione. In una situazione così articolata e complessa appare opportuno presso le ASST ipotizzare un percorso di valutazione congiunta di lavoratori inviati per sospetta valutazione di malattie lavoro correlata che, per le rispettive competenze, veda coinvolti Medici del lavoro delle UOOML e Medici legali anche al fine di individuare criteri standardizzati ed omogenei di valutazione da proporre a livello regionale. Tali criteri gioverebbero anche alla gestione dei singoli casi di malattia, sotto i diversi aspetti (diagnosi, terapia, prognosi, indennizzo). L’individuazione di indicatori di esito è senza dubbio complesso, in quanto nel riconoscimento della MLC, in termini di effetti giuridicamente efficaci, intervengono ulteriori fattori, non governabili dal processo valutativo proposto, che possono rappresentare dei fattori di confondimento (si pensi ad esempio ai diversi orientamenti giurisprudenziali, sia in ambito previdenziale che civilistico). In ogni caso, il numero di MLC riconosciute dall’INAIL sul totale dei casi trattati nei diversi livelli valutativi (prima istanza, collegiale, giudiziale) potrebbe essere un indicatore di esito sufficientemente robusto a garanzia della qualità del percorso valutativo proposto. In ultimo, un indicatore utile alla misurazione dell’efficacia e appropriatezza del progetto potrebbe essere rappresentato dalla valutazione degli esiti dell’attività di vigilanza dei Servizi di Medicina del lavoro delle ATS; questi ultimi sarebbero chiamati ad intervenire su segnalazioni valutate secondo i criteri proposti con conseguenti vantaggi, per il singolo e la comunità, sia in tema di prevenzione e controllo dei fattori di rischio degli ambienti di lavoro che di risparmio di risorse. MODULOORG