Sono disponibili alcuni elaborati (Project work) realizzati dai partecipanti ai Corsi di formazione Manageriali per Direttori di Azienda Sanitaria (DIAS) e Direttori responsabili di Struttura Complessa (DSC) e dai partecipanti ai Corsi di rivalidazione della formazione manageriale organizzati da AFSSL - Accademia di formazione per il servizio sociosanitario lombardo di PoliS-Lombardia.
Per ogni Project work è visualizzabile una scheda descrittiva dettagliata, con abstract e - in allegato - il testo completo del documento.

SELEZIONE PER TIPO CORSO: DIAS DSC - RIVALIDAZIONE

SELEZIONE PER MODULOSanità pubblica - Organizzazione e gestioneGestione economico-finanziaria - Risorse umane

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Trovati 513 documenti.

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Breast Unit
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Huscher, Alessandra

Breast Unit : implementazione di un protocollo di monitoraggio e gestione del PDTA del tumore della mammella / Alessandra Huscher

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: L’obiettivo di una Breast Unit è la presa in carico globale della persona affetta da tumore mammario, con modalità declinate localmente, finalizzate a fornire il trattamento più adeguato, nelle tempistiche più efficienti. Il percorso della Breast Unit prevede una serie di passaggi standard (step) identificati da prestazioni che il/la paziente effettuano, la cui esecuzione richiede il rispetto di tempistiche note e normate. Il monitoraggio annuale degli indicatori, anche di processo, che è attualmente il più diffuso, non consente di identificare precocemente casi a rischio di “difformità” e può determinare nell’attività clinica quotidiana un sovraccarico in alcuni snodi, volto al recupero di eventuali ritardi. L’obiettivo del presente project work è la realizzazione di uno strumento operativo esclusivamente gestionale (Cruscotto), capace di raccogliere, in tempo reale, le prestazioni indice del percorso, di verificare il corretto procedere e di segnalare in adeguato anticipo eventuali rischi di difformità rispetto all’ottimale. Esso dovrebbe mostrare quanti pazienti sono all’interno del percorso, in quale step, verificando tipologia di prestazioni effettuate e flusso temporale con cui sono effettuate. Un tempo massimo di permanenza in ogni singolo step e una soglia che attiva, un primo e un secondo alert con anticipo tale da consentire efficaci correttivi saranno definiti secondo i requisiti normativi. Inoltre, il sistema segnalerà l’eventuale assenza di prestazioni previste. La realizzazione del Cruscotto nasce da un Team che coinvolge clinici, ICT e area di gestione dati e si sviluppa in un arco temporale di 12 mesi, partendo dalla definizione delle prestazioni indice, soglie temporali e censimento dei sistemi informatici della Struttura Sanitaria per assicurare reale capacità di reperimento dei dati. Successivamente avverrà la strutturazione dell’applicativo ed il suo test su popolazione retrospettiva, per verificare e correggere punti deboli strutturali. Si procederà poi all’applicazione prospettica ed alla verifica dell’efficacia. Si stima per l’attivazione dell’intero progetto un impegno di 50 ore per i clinici, 25 ore per Data Manager e gestione dati. Per l’area ICT, è stimato l’impegno di un Project Manager full-time di almeno 9 mesi; nei successivi tre mesi è stimabile un’attività del 60%. La possibilità di utilizzare uno strumento dinamico e “in tempo reale” dovrebbe consentire di intercettare in anticipo i casi a rischio di ritardi organizzativi e di attivare progressivi meccanismi di risoluzione, senza superamento dei valori soglia degli indicatori di processo. Applicato sistematicamente su periodi medio lunghi (anche nella fase retrospettiva), esso dovrebbe consentire l’identificazione degli step diagnostici/terapeutici più critici e di verificare se la natura della problematica sia casuale o sistematica, correlata ad organizzazione subottimale o a deficit di risorse, umane e/o strutturali. Per un buon esito del progetto tre step appaiono sostanziali: 1. mappatura del PDTA in uso, con identificazione degli indicatori di processo e selezione dei dati indice che ne consentono il monitoraggio; 2. analisi dell’impalcatura informatica della Struttura Sanitaria; 3. coordinamento tra clinici e figure dedicate alla gestione dei dati e creazione dell’applicativo. Data la complessità del percorso, la condivisione del valore, l’attitudine al “problem solving” e la coesione del team sono gli elementi chiave, sul versante umano, per la finalizzazione del progetto. MODULOORG

Attivazione della procedura di prelievo d’organi a cuore fermo controllato (c-DCD-III) presso l’Ospedale Sant’Anna di Como
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Lombardo, Andrea

Attivazione della procedura di prelievo d’organi a cuore fermo controllato (c-DCD-III) presso l’Ospedale Sant’Anna di Como : fattibilità, organizzazione e prospettive di sviluppo / Andrea Lombardo

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: I risultati della donazione di organi da soggetti in morte encefalica sono stabili in termini numerici, ma non più in crescita, anche in esito del radicale cambiamento epidemiologico, eziologico e anagrafico dei pazienti con lesione cerebrale acuta, trattati nelle Unità Operative di Terapia Intensiva. Con l’approvazione della legge 219 del 2017 (“Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”), la diffusione nelle Rianimazioni di un nuovo approccio alle cure di fine vita basato sul documento SIAARTI del 2018 e il miglioramento delle tecniche di ricondizionamento degli organi, il prelievo controllato a cuore fermo (c-DCD) è divenuto una concreta realtà anche in Italia. Tuttavia, le condizioni organizzative e i principi di rimborso attualmente vigenti rendono difficile la diffusione di questa procedura e il soddisfacimento delle liste d’attesa per i trapianti. Tali criticità sono state espresse nel Programma Nazionale Donazione di Organi 2018-2020, definendo la necessità di valorizzazione economica delle fasi del processo di donazione mediante opportuno tracciamento nella scheda di dimissione ospedaliera, dando mandato alle Regioni di predisporre un sistema di finanziamento per le strutture e la rete organizzativa del sistema regionale di donazione e trapianto. Attualmente la rendicontazione di questi processi è gestita da Regione Lombardia con il sistema delle “funzioni non coperte dalle tariffe”, aggiornata per il 2021 con la DGR XI/4946 del 29/06/2021, mancando uno specifico sistema di codifica o un tariffario di rimborso adeguato all’onerosità diretta e indiretta delle procedure cDCD. Nonostante i concreti progressi in ambito clinico, tecnico, normativo e bioetico dell’ultimo decennio, solo mediante l’elaborazione di un adeguato sistema di finanziamento e la realizzazione di un network regionale basato sul modello “Hub & Spoke” si potrà raggiungere un miglioramento qualitativo e un progressivo incremento delle attività di trapianto finalizzato alla riduzione delle liste d’attesa, considerando anche che il processo di donazione e trapianto di organi è parte dei Livelli Essenziali di Assistenza. Tra gli obiettivi resta da considerare anche la necessità di una capillare diffusione culturale tra le Terapie Intensive, parte integrante delle funzioni di un Coordinamento regionale specifico, alla stregua di quanto accade per le reti ECMO attualmente attive. L’introduzione della procedura di prelievo d’organi a cuore fermo (cDCD) presso l’Ospedale Sant’Anna di Como rappresenta un modello innovativo ed esemplare di fattibilità dell’espansione delle tecniche finalizzate all’organ-procurement, anche presso strutture ospedaliere che attualmente assumono il ruolo di spoke nel sistema regionale delle reti di assistenza cardiaca e respiratoria con impiego di ECMO. L’analisi di fattibilità dell’introduzione della metodica è stata condotta con metodologia HTA secondo l’analisi di 8 dimensioni valutative (rilevanza tecnica, sicurezza, efficacia nella ricerca, efficacia nella pratica, impatto economico-finanziario, equità, impatto sociale ed etico, impatto organizzativo). In esito a tale percorso, l’acquisizione della tecnologia è avvenuta attraverso una procedura di gara aperta con criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa sulla base del miglior rapporto qualità-prezzo, secondo quanto definito dalle Linee Guida ANAC. L’introduzione della metodica è stata poi completata con l’acquisizione di adeguate professionalità e l’elaborazione di una specifica procedura aziendale a completamento del percorso condotto. MODULOORG

Il piede diabetico inserito nella rete clinico-assistenziale e continuità delle cure ospedale-territorio
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De Giglio, Roberto

Il piede diabetico inserito nella rete clinico-assistenziale e continuità delle cure ospedale-territorio : un nuovo modello organizzativo in Regione Lombardia / Roberto De Giglio

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Il diabete mellito, una delle malattie più temibili per le sue complicanze, sta aumentando rapidamente nel mondo; si stima che si raggiungeranno i 600 milioni di pazienti entro il 2035. Nel 15-20% dei casi, queste persone potranno sviluppare un’ulcera del piede che richiederà cure mediche, potendo evolvere fino all’amputazione di un arto o parte di esso. È fondamentale ridurre il numero di amputazioni, iniziando dal trattamento corretto della lesione ulcerativa e creando una rete assistenziale a livello regionale ospedale-territorio efficiente, capace di intercettare i pazienti nella loro fase iniziale, identificando i centri specialistici a cui inviarli tempestivamente secondo il modello hub and spoke. L’approccio multidisciplinare si è dimostrato l’elemento chiave nella riduzione delle amputazioni: oggi sappiamo da dati confermati in letteratura che grazie a questo approccio è possibile ridurre il numero delle amputazioni di oltre il 50%. Dal punto di vista economico, implementando i percorsi di cura strutturati con team dedicati, in Lombardia si avrebbe un risparmio calcolabile con buona approssimazione di oltre 6 milioni di euro/anno! Attualmente la regione Lombardia risulta sprovvista di un percorso assistenziale mirato per la prevenzione e la cura dei pazienti affetti da piede diabetico. Esistono 3 centri specialistici dedicati, ma non coordinati. Ci sarebbe necessità di un progetto che permetta di realizzare un percorso attivo di prevenzione e di cura dal piede diabetico, determinando un modello integrato di presa in carico del paziente cronico a livello sia territoriale che ospedaliero. Il primo passaggio potrebbe riguardare il territorio della Città Metropolitana di Milano e della Provincia di Milano. Successivamente, l’intera regione Lombardia; i tempi di realizzazione della prima fase: 2 anni con inizio nel 2022. L’obiettivo principale, oltre a rendere uniforme l’atteggiamento di cura del piede diabetico nell’intera regione, consisterebbe in una riduzione significativa dei tassi di amputazione sia minore che maggiore (almeno il 20% in meno dopo 3 anni). Verrebbero coinvolti oltre a tutti gli specialisti del caso all’interno degli ospedali, anche quelle figure professionali sul territorio (MMG, infermieri, podologi, tecnici e fisioterapisti in caso di pz amputato) che intercettano questi pazienti. Chi si occupa di tale problematica dovrà farlo a 360 gradi, dalla prevenzione alla prescrizione di calzature, evitando le recidive. L’organizzazione efficace prevede un graduale processo diagnostico-assistenziale da un modello base (Ambulatorio di 1° livello) verso l’eccellenza (Strutture di 3° livello). Queste ultime dovranno essere strettamente integrate con la rete territoriale delle cure primarie, dei servizi di diabetologia (di 1° e 2° livello) e dell’urgenza. Un ruolo rilevante dovrà essere dato allo sviluppo di competenze specifiche nell’ambito della chirurgia del piede diabetico e della rivascolarizzazione endoluminale disponibili h24, 7 giorni su 7 con figure quali un radiologo/cardiologo/chirurgo vascolare interventista, oltre che diabetologo, appartenente ad una struttura funzionale, anche pluridisciplinare. Oggi, in Lombardia, esiste quel know-how indispensabile per affrontare questa terribile complicanza. Si tratta solo di far dialogare tutte le parti e gli attori coinvolti con una cabina di regia regionale che monitorizzi e garantisca gli obiettivi nel tempo per il cittadino. MODULOORG

Nuovi percorsi di rete per Cure Palliative Simultanee e Precoci
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Fortis, Michele

Nuovi percorsi di rete per Cure Palliative Simultanee e Precoci : luoghi e tempi di integrazione e sviluppo : Le prospettive della figura del Coordinatore del Dipartimento Interaziendale di Cure Palliative per lo sviluppo delle integrazioni professionali e degli strumenti di rete / Michele Fortis, Grazia Orizio, Simonetta Di Meo, Gabriele Piardi

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Il progetto è rivolto alla riorganizzazione di rete di Cure Palliative (CP) nel ruolo di Coordinatore del Dipartimento Interaziendale di Cure Palliative. La ASST Capofila, congiuntamente alla ATS, si fa promotrice della analisi della situazione storica a partire dalla elaborazione della rilevazione del rapporto tra domanda di CP ed offerta residenziale e territoriale. I dati raccolti mostrano una carenza di prese in carico nella provincia bresciana rispetto alle province in cui l’offerta è più adeguata agli standard nazionali (Commissione “O” del Ministero della Salute. Dai risultati della ricognizione condotta rispetto al 2019, come anno campione, emergono, in particolare, criticità rispetto all’adeguatezza della offerta di servizi domiciliari di CP, un deficit di presa in carico di pazienti non oncologici in fase avanzata di malattia, un deficit di strumenti di rete per gli Enti Erogatori pubblici e privati, inadeguatezza di risorse economiche relativamente al bisogno, mancanza di integrazione e strumenti per la collaborazione tra i principali interlocutori della CP ovvero la Medicina di Base e l’ambito clinico specialistico degli Ospedali per Acuti. La strategia di sviluppo prevede una fase di implementazione di strumenti di rete attraverso risorse a disposizione dalla ASST Capofila e dalla ATS, ed una fase di implementazione di servizi per cui vengono proposti tre differenti scenari. Per quanto attiene al miglioramento degli strumenti di rete, si è voluto concentrare il lavoro dapprima sulle interfacce che qualitativamente e quantitativamente mostrano la maggiore necessità di sviluppo: la rilevazione del bisogno di CP nei malati in fase avanzata di malattia da parte dei Medici di Medicina Generale. Ciò accanto alla predisposizione di uno strumento informatico di rete al fine di fornire adeguata risposta alla complessità. Si persegue la possibilità degli utenti di fruire di un servizio plastico rispetto alle esigenze che di volta in volta possono condurre all’integrazione o al cambiamento di uno dei setting di cura. La piattaforma informatica è finalizzata alla gestione condivisa dei colloqui di presa in carico e delle liste d’attesa. Ulteriore livello di complessità è risultato la insufficiente informazione della popolazione rispetto alle prospettive ed ai benefici potenziali delle CP, oltre ai limiti posti dalle errate convinzioni e ai pregiudizi che la cultura italiana pone ancora al riguardo delle cure nel fine vita. Per questo si è predisposto un progetto di informazione alla popolazione bresciana, mediante l’ausilio di materiale informativo e divulgativo. Gli end-point vengono fissati nell’atto del mandato di coordinamento del DICP e fissati temporalmente con risultati attesi. I tre scenari di sviluppo della capacità della rete vengono presentati mediante il calcolo delle risorse necessarie relative a tre possibili proposte a Regione Lombardia per l’adeguamento del budget relativo alla provincia: il soddisfacimento del bisogno stimato secondo gli standard nazionali, il possibile sviluppo ad isorisorse, il raggiungimento del target riferito al calcolo della potenzialità teorica di recettività della rete di CP. MODULOORG

L’utilizzo dei flussi informativi per la definizione di indicatori a supporto della governance
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Perotti, Pietro

L’utilizzo dei flussi informativi per la definizione di indicatori a supporto della governance : Modello integrato per la definizione del rischio nelle Strutture Sociosanitarie / Pietro Perotti

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Col progressivo invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche diventa sempre più importante spostare l’assistenza dalle Strutture Ospedaliere, adibite alla cura della fase acuta, al territorio, anche attraverso l’accoglienza nelle Strutture Sociosanitarie che spesso diventano la nuova residenza dei pazienti cronici e fragili e che devono rispondere in modo appropriato a bisogni assistenziali sempre più complessi. La valutazione della performance è ormai consolidata in ambito sanitario attraverso l’individuazione di indicatori condivisi e l’utilizzo del benchmarking, mentre è poco utilizzata in ambito sociosanitario. Col progetto si intende individuare e stabilizzare presso ATS di Pavia un modello organizzativo che permetta agli operatori di differenti Unità Operative di lavorare in modo integrato e, attraverso l’utilizzo dei flussi informativi provenienti dalle Strutture, si prefigga di fornire elementi oggettivi al fine di: 1. Individuare indicatori, quali proxy della valutazione della presa in cura del paziente da parte delle Strutture Sociosanitarie 2. Indirizzare con metodo scientifico l’attività di vigilanza e controllo verso le situazioni potenzialmente più a rischio 3. Accompagnare le Strutture verso un miglioramento della qualità delle cure erogate L’attività di vigilanza e controllo di ATS verso le Strutture a rischio maggiore, come anche definito da Regione Lombardia, può avvenire attraverso l’individuazione di indicatori (cadute, ulcere da pressione, ricovero ospedaliero, accesso al Ponto Soccorso) ricavati dalla letteratura e dal know-how degli operatori delle équipe di vigilanza, intesi come proxy della qualità della presa in cura e quindi del modello organizzativo e gestionale della Struttura. Tali eventi con i relativi determinanti possono essere ricavati dai flussi informativi Sociosanitari (SOSIA e Scheda Struttura per le RSA) e Sanitari (SDO e Flusso Pronto Soccorso o 28SAN) e l’analisi statistica permette di individuare tra i determinanti i fattori di rischio associati all’occorrenza dei singoli eventi (scelte organizzative e/o gestionali), su cui le equipe di vigilanza e controllo delle ATS e i gestori delle Strutture Sociosanitarie devono porre attenzione per un miglioramento continuo della qualità dell’assistenza. Il posizionamento delle strutture lungo una scala di graduazione del rischio per l’insorgenza dei suddetti eventi permette inoltre di indirizzare i controlli di ATS verso quelle meno performanti, con l’intento di individuare le aree di miglioramento delle performance. A livello organizzativo si prevede di istituire Nuclei Operativi Esperti (NOE’) costituiti da operatori di differenti professionalità e appartenenti a diverse articolazioni di ATS (Operatori delle equipe di Vigilanza e Controllo, analisti di dati, statistici), con l’obiettivo di individuare gli eventi (indicatori) più sensibili e ipotizzare in base all’esperienza sul campo e ai dati di letteratura, i determinanti legati all’ospite o all’organizzazione delle Strutture che potrebbero incidere sulla loro frequenza. La scelta del modello di analisi statistica più appropriato permetterà di evidenziare I fattori di rischio più importanti correlati con l’insorgenza dell’evento. Il progetto avrà una ricaduta sui Pazienti e i Familiari per l’aumento dello stato di benessere psico fisico e per la riduzione dell’asimmetria informativa, sulle le Strutture ospitanti per il miglioramento della performance e della qualità delle cure erogate e per gli operatori ATS che potranno fruire di dati certificati da utilizzare nelle attività di controllo. MODULOPOL

Strategie per costituire una equipe multidisciplinare per la cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare
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Benetti, Alberto

Strategie per costituire una equipe multidisciplinare per la cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare / Alberto Benetti

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: I Disturbi del Comportamento Alimentare comprendono diversi tipi di gravi alterazioni del comportamento alimentare e della regolazione del peso. Sono associati ad una complessa e vasta serie di conseguenze psicologiche, mediche e sociali, e presentano un alto tasso di mortalità fra le patologie psichiatriche. Nello specifico, costituiscono una delle principali cause di morte in età adolescenziale. Sono circa 3 milioni le persone che in Italia soffrono di disturbi alimentari. Negli ultimi anni, e dopo la fase pandemica in particolare, l’incidenza del disturbo è in progressivo incremento. Una quota sempre più rilevante di questi pazienti evolve a quadri di gravità che conducono ad un ricovero in ambito ospedaliero dove le complicanze mediche del disturbo alimentare richiedono un intervento spesso in regime di urgenza. Alla luce del quadro epidemiologico risulta fondamentale la messa in opera di un trattamento precoce e tempestivo, basato su un trattamento coordinato da un’équipe multidisciplinare. Recentemente la regione Lombardia ha approvato una legge che contiene le disposizioni per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e il sostegno al paziente e alle loro famiglie. Nel contesto legislativo è stimolata la costituzione di una équipe funzionale multidisciplinare multidimensionale composta, in ragione delle necessità di cura, almeno da uno psichiatra o un neuropsichiatra infantile, un medico internista, un dietologo, uno psicologo psicoterapeuta, un tecnico della riabilitazione psichiatrica, un dietista, un infermiere ed eventuali altri professionisti con formazione specifica in merito ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. La creazione di una equipe multidisciplinare per la cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare rappresenta una esigenza per una grande struttura ospedaliera. Nell’ASST Papa Giovanni XXIII sono già presenti competenze specifiche ma non è ancora presente uno spirito collaborativo indispensabile per la cura di questa patologia. L’obiettivo di questo progetto sarà quello di creare, all’interno dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, una realtà clinica trasversale dedicata ai disturbi dell’alimentazione accessibile a tutte le fasce di età (con particolare riferimento ai 10-25 anni) multidisciplinare e multidimensionale. Verrà strutturata una presa in carico del paziente e della famiglia che risponderà alle specifiche esigenze cliniche valutate per gravità ed urgenza. Verrà garantita una transizione assistenziale facilitata tra età minore ed adulta con passaggio condiviso (Neuropsichiatra-Psichiatra-Pediatria-Medicina Interna). Si definirà un percorso integrato e parallelo per maggiorenni e minorenni che, iniziando dall’accoglienza verrà personalizzato in base al quadro clinico del paziente verso una realtà ambulatoriale o ospedaliera (MAC/ricovero ordinario). Dovrà essere individuato personale dedicato e formato e si creerà una relazione con la rete territoriale consci che il Disturbo dell’alimentazione non inizia e non si esaurisce con una cura ospedaliera che può limitarsi a gestire le fasi acute della malattia. Con la progressione delle varie fasi del progetto si otterrà un progressivo miglioramento della cura dei disturbi alimentari che condurrà ad una riduzione dell’ospedalizzazione e degli episodi di aggravamento clinico (parametri che saranno strettamente monitorati come indicatori di esito). MODULOORG

Clinical Competences e Privilegi in area chirurgica
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Costanzi, Andrea - Casiraghi, Alessandro

Clinical Competences e Privilegi in area chirurgica / Andrea Costanzi, Alessandro Casiraghi

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Le clinical competence in medicina, sin dai primi anni 2000 definiscono cosa sanno e cosa dovrebbero saper fare i professionisti e come costruire percorsi di crescita professionali coerenti con le strategie aziendali e i bisogni di salute in evoluzione, valorizzando le competenze individuali e introducendo valutazioni delle performance cliniche a livello individuale, quali elementi cui collegare carriera, retribuzioni di risultato, responsabilità organizzative. Già nel 1990 lo psicologo George Miller propose un modello di riferimento per la valutazione della competenza clinica secondo una stratificazione crescente che integra le conoscenze di base, le competenze funzionali e quelle personali con le “azioni agite”. Sin dal 2002 gli Acreditation Standards for Hospitals della Joint Commission International hanno incluso i clinical privileges all’interno del capitolo dedicato alle qualifiche e educazione dello staff come conseguenza delle competenze che attribuiscono in misura diversa a ciascun professionista il privilegio di eseguire trattamenti e procedure di complessità crescente sui pazienti. In un questionario esplorativo somministrato a 24 Dirigenti Medici delle nostre UU.OO. di appartenenza (Chirurgia Generale, Ospedale San Leopoldo Mandic di Merate, ASST Lecco e Ortopedia e Traumatologia 1, ASST Spedali Civili di Brescia) il 70% dei rispondenti ha dichiarato di essere a conoscenza di che cosa siano la clinical competence e i privilegi e fino al 95% dei rispondenti ha manifestato interesse per un progetto di valutazione individualizzato e finalizzato all’identificazione di un percorso di crescita professionale che riguardi tutti gli ambiti di esercizio delle competenze, dall’attività chirurgica a quella clinica, ambulatoriale e di reparto, a quella organizzativa e più in generale collegata alle non-technical skills relazionali che risultano fondamentali per lo svolgimento di un compito delicato come quello del Dirigente Medico in area chirurgica. D’altra parte, venuto meno un iniziale input da parte della Direzione Generale della Sanità in Lombardia che aveva fatto presagire l’inclusione di un modello valutativo della clinical competence all’interno del processo di budget aziendale per singole UU.OO., oggi sono pochi i casi di sperimentazione attiva del modello di clinical competence e attribuzione di privilegi, specialmente in area chirugica. Intento del nostro progetto è quello di mappare le clinical competence di ciascun professionista medico al servizio delle nostre UU.OO. (12 Dirigenti Medici in Chirurgia Generale, Ospedale di Merate e 15 in Ortopedia e Traumatologia 1, Spedali Civili di Brescia) per eseguire un baseline assessment allo stato attuale da presentare all’interno delle UU.OO. e dei servizi di competenza delle nostre ASST (Gestione Risorse Umane, nucleo valutazione, Qualità e Rischio Clinico, Controllo di Gestione, Programmazione Bilanci). In assenza di standard predefiniti, la presentazione del nostro progetto potrebbe favorire la costruzione di un percorso virtuoso sperimentale successivamente applicabile ad altre UU.OO.. In merito all’introduzione di Privilegi Clinici come conseguenza delle clinical competence occorre invece considerare nell’ambito chirurgico attuale la difficoltà ad imporre dei vincoli che attribuiscano solo ad alcuni professionisti la possibilità di eseguire determinati trattamenti o procedure. Soltanto un’analisi adeguata del contesto e delle situazioni che si potrebbero generare consentirà in un secondo momento di applicare anche solo sperimentalmente il modello anglosassone in toto alla nostra realtà ospedaliera. MODULORIS

Centro di ricerca e cura delle patologie cardio-toraco-vascolari
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Castiglioni, Battistina

Centro di ricerca e cura delle patologie cardio-toraco-vascolari : Modello operativo di ridefinizione del Dipartimento Cardiovascolare dell’ASST Sette Laghi / Battistina Castiglioni

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Il Dipartimento Cardiovascolare rappresenta, all’interno dell’ASST Sette Laghi, un punto di forza per patologie trattate, ma con le criticità legate alla mancata implementazione delle indicazioni già fornite dal Piano Organizzativo Aziendale Strategico in essere, condizione che non ha permesso di inquadrare e definire le peculiarità di alcune delle strutture presenti oltre alla condizione, non funzionale, di strutture affini afferenti a Dipartimenti differenti. L’emergenza pandemica ha sottolineato la necessità di rispondere in modo rapido, flessibile ed elastico alle necessità imposte dall’emergenza e ha reso necessario sperimentare modelli organizzativi e di governance in grado di ottimizzate le risorse, giocando in anticipo sull’emergenza con un atteggiamento lungimirante. L’opportunità offerta dalla pandemia è stata quella di ridefinire il POAS aziendale grazie all’autorizzazione regionale alle modifiche ritenute urgenti. Il Dipartimento cardiovascolare è stato oggetto di tali modifiche nell’ottica di preservare le super specialità’ presenti, ottimizzando e caratterizzando le strutture afferenti e creando un vero team affine e multidisciplinare in grado di gestire la complessità del percorso diagnostico e terapeutico del paziente con patologia cardiotoracovascolare in emergenza ed in elezione. Il Dipartimento ha assorbito le Unità Operative di Chirurgia Vascolare e Chirurgia Toracica diventando Dipartimento CardioToracoVascolare. Tale modifica , prodromica all’assetto definitivo che sarà dato dal nuovo POAS , ha permesso intanto di creare un Hub per le patologie cardiovascolari non solo per ASST Sette Laghi , ma anche per le ASST afferenti ad ATS Insubria , nell’ottica di garantire ai pazienti equità di accesso alle cure indipendentemente dal luogo dove la diagnosi viene formulata , aspetto di particolare importanza vista la presenza di plurimi ospedali afferenti alle ASST , non omogenei dal punto di vista delle dotazioni cardiologiche disponibili . La rimodulazione del Dipartimento configurando processi e modelli organizzativi per alcuni aspetti innovativi permetterà di garantire un processo formativo, di costante crescita, per il personale, rendendo la struttura attrattiva anche in ambito risorse umane. La valutazione dei cambiamenti apportati, attraverso indicatori specifici che dovranno essere declinati per singola Struttura afferente, rappresentare’ la base per la successiva definizione dell’assetto definitivo del Dipartimento. MODULOORG

Implementazione di un servizio di Emodinamica h24 nell’U.O.C. di Cardiologia del Presidio Ospedaliero di Vigevano Distretto Lomellina ASST PV
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Pusineri, Enrico

Implementazione di un servizio di Emodinamica h24 nell’U.O.C. di Cardiologia del Presidio Ospedaliero di Vigevano Distretto Lomellina ASST PV / Enrico Pusineri

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: L’evidenza dei benefici offerti dalla rivascolarizzazione percutanea (PPCI) nelle sindromi coronariche acute (SCA) sia in presenza che in assenza di sopra-livellamento del tratto ST , ha contribuito ad incrementare in maniera considerevole la domanda di procedure interventistiche coronariche. Questo ha comportato un aumento del numero dei laboratori di emodinamica, sedi privilegiate per il trattamento tempestivo delle SCA ed in particolare delle SCA-STE, pur rimanendo l’accesso a procedure in regime di emergenza ancora inadeguato in alcune aree del Paese. La attuale situazione organizzativa ed operativa in provincia di Pavia, dell’attività cardiologica interventistica in urgenza prevede il trasferimento dei pazienti colpiti da SCA verso l’unico Centro Hub (San Matteo Pavia) e quando non disponibile verso altro Ospedali, spesso anche fuori regione. Per densità di popolazione, per volume di attività interventistica, per expertise degli operatori, il Laboratorio di Emodinamica dell’UOC di Cardiologia dell’Ospedale di Vigevano, risponde a quanto codificato dalle L.G. nazionali. La popolazione beneficiaria del progetto consta di circa 200.000 abitanti. Tuttavia l’implementazione di un servizio h24 richiedeva la realizzazione di un nuovo Laboratorio di Cardiologia Interventistica con due sale angiografiche. Il progetto già elaborato nel 2019 sulla scorta dei dati AREU e sulla base del postulato che la terapia ottimale per l’infarto miocardico acuto è la PPCI, purché eseguita nei tempi codificati dalle L.G., ha visto l’inizio dei lavori in Era COVID. Nel giugno 2020 sono iniziati i lavori per la nuova area di cardiologia interventistica che si estende su una superficie di circa 500 mq sottostante l’UTIC, con la realizzazione di due sale dotate delle migliori e più innovative tecnologie. Tale intervento ha avuto lo scopo di raggiungere i seguenti obiettivi: prevedere una distribuzione degli spazi coerente con le necessità assistenziali e con i requisiti di accreditamento delle strutture sanitarie; creare le condizioni per ottimizzare la fruibilità e assicurare i corretti percorsi di pazienti, personale e materiali; migliorare la qualità dell’assistenza e la sicurezza delle cure. La realizzazione della nuova area di Cardiologia Interventistica è stata effettuata con la modalità “in service” e finanziata con la modalità del noleggio per nove anni delle tecnologie fornite, compresi i lavori edili ed impiantistici di allestimento. Resta fermo il punto principale: l’impatto della PPCI in corso di infarto miocardico acuto genera una clamorosa riduzione di mortalità, un più rapido recupero alla vita normale dei pazienti, con un clamoroso impatto sui costi sanitari successivi. Non ultimo il significativo minore disagio per i famigliari dei pazienti oggi costretti a spostamenti importanti, spesso anche fuori regione. La collocazione territoriale dell’Emodinamica h/24 a Vigevano rappresenta un fondamentale punto di riferimento per le popolazioni di aree geografiche decentrate che altrimenti potrebbero risultare svantaggiate. In termini di analisi economica, la previsione meno ottimistica, farebbe prevedere un ammortamento del costo di noleggio annuo con l’incremento delle sole procedure in emergenza-urgenza. Gli strumenti di comunicazione genereranno un ulteriore incremento anche nelle procedure in elezione. MODULOORG

Analisi e riprogettazione dei processi di gestione di farmaci e dispositivi medici nella ASST Fatebenefratelli-Sacco
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Olivieri, Pietro - Terragni, Fabio <1967- >

Analisi e riprogettazione dei processi di gestione di farmaci e dispositivi medici nella ASST Fatebenefratelli-Sacco / Pietro Olivieri, Fabio Terragni

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: L’esigenza della Direzione Aziendale dell’ASST Fatebenefratelli Sacco di un miglioramento nella gestione dei farmaci e dei dispositivi medici all’interno delle proprie strutture ha indotto alla partecipazione al progetto LIFEMED - Logistica Integrata del Farmaco e dei Dispositivi Medici - in collaborazione con il Politecnico di Milano - con l’obiettivo di realizzare un modello organizzativo logistico innovativo per il processo di gestione e tracciabilità, attraverso lo sviluppo di soluzioni digitali. Per il progetto si è usata la metodologia di Business Process Reengineering (BPR), basata sulla visione dell’organizzazione in ottica di processo e ruolo centrale dell’Information and Communication Technology (ICT). Le attività legate al processo di gestione logistica dei farmaci e dei dispositivi sono ricondotte a 3 macro-fasi principali: approvvigionamento, prescrizione e somministrazione, pressoché stabili in tutte le realtà; le attività di dettaglio e gli attori, invece, possono variare anche in modo significativo, per cui si sono presi in considerazione anche l’assetto organizzativo e il sistema informativo di supporto. E’ stato utilizzato un approccio a step consecutivi; inizialmente sono stati definiti i meta-modelli dei processi, per rappresentare le principali macro-fasi comuni, successivamente sono stati declinati modelli As-is attraverso mappature specifiche, dettagliando tutte le fasi sulla base delle singole azioni comuni, dei luoghi e dei percorsi decisionali; infine i singoli modelli sono stati declinati nel contesto specifico dell’ASST FBF Sacco, evidenziando azioni, attori e supporti informativi utilizzati. Sono stati tracciati quattro meta-modelli: Reparto, Ambulatorio, Dispositivi medici specialistici e Farmaci speciali (vaccini); inoltre si è deciso di definire un ulteriore meta-modello, relativamente alla consegna e gestione degli ordini presso la Farmacia ospedaliera. All’interno dell’ASST FBF-Sacco sono stati coinvolti complessivamente 11 ambiti, oltre alla Direzione UOC Vaccinazioni ed i centri vaccinali territoriali. Dalle analisi sono emersi punti di forza come gestione ordini verso Farmacia e fornitori informatizzata, processi delle due Farmacie sostanzialmente allineati e attività vaccinali gestite tramite il sistema regionale SIAVR. Mentre, come punti d’attenzione la gestione manuale dei magazzini centrali e periferici, con procedure spesso differenti, utilizzo di moduli cartacei anche per la prescrizione, frigoriferi periferici non allarmati ne monitorati automaticamente, parallelo utilizzo di sistemi e strumenti per l’ordine dei vaccini con frammentazione del calcolo del fabbisogno. Alla luce dei risultati, sono state individuate delle soluzioni di evoluzione organizzativa e di supporto digitale con un impatto pervasivo e rilevante sul processo ed implementabili nel breve periodo quali, supporto digitale per la gestione del magazzino virtuale, prescrizione e somministrazione, nonché di tracciabilità dei dispositivi medici; la gestione dei vaccini deve prevedere l’integrazione degli applicativi già operanti ed il loro uso per la definizione del fabbisogno e delle ordinazioni. L’implementazione prevede una serie di passaggi. Tracciabilità interamente informatizzata di tutti i farmaci e i dispositivi medici, attraverso la gestione informatizzata degli ordini, delle prescrizioni e delle somministrazioni/utilizzo; nonché magazzini centrali e periferici virtuali. Centralizzazione della Farmacia ed implementazione di un magazzino unico centrale automatizzato, con frigoriferi allarmati e monitorati automaticamente. Inclusione della gestione dei vaccini all’interno del magazzino centrale. MODULOECO

Programma di sviluppo gestionale e operativo ospedale-residenzialità-territorio integrato della SC Psichiatria Varese della ASST Sette Laghi
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Callegari, Camilla

Programma di sviluppo gestionale e operativo ospedale-residenzialità-territorio integrato della SC Psichiatria Varese della ASST Sette Laghi : Promozione della salute mentale a ogni livello, dell'inclusione sociale e superamento del pregiudizio. / Camilla Callegari

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Con la Legge regionale 29 giugno 2016 - n. 15 “Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche ai titoli V e VIII della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 (testo unico delle leggi regionali in materia di sanità)” l’area della salute mentale continua a essere organizzata in forma dipartimentale e le Unità Operative di Psichiatria, articolate nei presidi ospedalieri, nelle reti territoriali ambulatoriali, residenziali e semiresidenziali, operano in sinergia con gli enti locali e la rete sociale per garantire la presa in carico trasversale e la gestione unitaria del percorso di cura del paziente psichiatrico. Il Piano Socio-Sanitario integrato Lombardo (PSL) 2019-2023 ha evidenziato come poiché più del 70% della spesa relativa alla psichiatria riguarda il sistema della residenzialità, sarebbe auspicabile una revisione a favore di percorsi più flessibili (budget di salute) che riportino l’asse dell’intervento sulla territorialità, spostando le risorse utilizzate per i percorsi residenziali a favore di un numero più alto di pazienti curati sul territorio, introducendo un circuito più virtuoso. Appare quindi necessario riorganizzare i Centri Psico Sociali, rafforzandone le competenze, aggiornando i percorsi di cura. La psichiatria deve affrontare spettri psicopatologici emergenti quali i disturbi psichiatrici comuni, in costante aumento, i disturbi della personalità, i disturbi dell’umore (in particolare la depressione perinatale), i disturbi in comorbidità con le dipendenze patologiche, i disturbi del comportamento alimentare, autismo, ADHD, con uno sguardo preventivo per il riconoscimento precoce degli esordi e il tempestivo intervento multidisciplinare, nonché organizzando forme di servizio idonee per i pazienti autori di reato. Il project work propone una possibile evoluzione organizzativa della Unità Operativa Complessa di Psichiatria Varese della ASST Sette Laghi Polo Universitario, orientata all’introduzione di nuovi percorsi di cura, alla implementazione di offerte strategiche, alla ottimizzazione di alcune risorse strutturali da riconfigurarsi altrimenti, oltre che promuovendo esperienze di innovazione tecnologica. In sintonia con la mission aziendale di ASST Sette Laghi che “si prende cura delle salute di tutti coloro che scelgono di rivolgersi alle sue strutture, offrendo percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenziali all’avanguardia, di provata efficacia e costruiti intorno ai bisogni ed alle attese della persona”, l’obiettivo strategico generale del progetto è quello di corrispondere principalmente gli attuali bisogni di salute mentale del bacino di utenza della SC Psichiatria Varese in relazione agli spettri delle utenze e delle dimensioni psicopatologiche che vengono avocate dalla realtà contemporanea alla psichiatria, e, non ultime, delle conseguenze psicologiche dell’emergenza pandemica, in attuazione dei riferimenti normativi e disciplinari vigenti e possibilmente di quelli in via di nuova redazione. MODULOPOL

Mandato e sviluppo strategico-organizzativo della struttura complessa di neuroradiologia del Papa Giovanni XXIII dal 1° agosto 2019 e durante la pandemia del 2020
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Gerevini, Simonetta

Mandato e sviluppo strategico-organizzativo della struttura complessa di neuroradiologia del Papa Giovanni XXIII dal 1° agosto 2019 e durante la pandemia del 2020 / Simonetta Gerevini

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Il presente elaborato costituisce l’esposizione di un Project Work volto ad implementare ed espandere le aree di competenza proprie della struttura complessa di Neuroradiologia dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, considerando anche quanto già attuato a partire dal 1° agosto 2019 e attraverso la pandemia del 2020. Per conseguire lo sviluppo strategico-organizzativo del reparto, sono state considerate le principali aree d’azione, ovvero i campi in cui poter interventire per migliorare la qualità dell’offerta in maniera efficace ed efficiente. Partendo dalla storia della disciplina neuroradiologica in Italia e nello specifico del princiaple Ospedale di Bergamo, si sono fissati degli obiettivi concreti che riguardassero l’attività ordinaria ma che non trascurassero la prospettiva dell’innovazione e della ricerca clinica, senza tralasciare quelli imprescindibile come la formazione e gli organizzativo-gestionali. Per raggiungere questi obiettivi è indispensabile adottare una metodologia la cui efficacia sia conclamata, mirando quindi all’eccellenza assistenziale, a quella organizzativa, a quella scientifica e alla non meno importante gestionale. La rotta di questo viaggio è già stata segnata, tant’è che ad oggi numerosi interventi migliorativi hanno già preso forma, comprendendo: l’assunzione di nuovi professionisti, la pubblicazione di articoli un libro incentrato sul rapporto tra neuroimagin e COVID19, l’adesione al progetto “Giocamico” grazie al quale si può evitare la sedazione nei piccoli pazienti sottoposti ad esami di risonanza magnetica, la collaborazione con UNIMIB che ha reso il reparto un centro di eccellenza per la diagnostica per immagini del sistema nervoso centrale (CEDIS), un incremento del 42% nel 2020 rispetto all’anno precedente dell’attività angiografica diagnostica, interventistica vascolare e spinale. Lanciando uno sguardo al futuro si intravedono ancora molte migliorie e novità da dover considerare oltre alla ricerca di professionisti qualificati, l’aggiornamento dei macchinari e l’ottimizzazione di quelli ancora servibili, senza poter escludere un piano di formazione continua ed un più stretto legame con la ricerca clinica. MODULOORG

La cura integrata del paziente obeso tra ospedale e territorio
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Gambarini, Cinzia - Rizzi, Andrea - Saporetti, Giorgia

La cura integrata del paziente obeso tra ospedale e territorio / Cinzia Gambarini, Andrea Rizzi, Giorgia Saporetti

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: INTRODUZIONE: l’obesità a livello mondiale è ormai un’autentica pandemia. In Italia ed in particolar modo in Lombardia, il recente sviluppo della Legge Regionale 23/2015 ha come principio cardine il trattamento ONEHEALTH ovvero la creazione di una governance che assicuri una complessiva protezione e promozione della salute per il paziente, in un’ottica globale. Scopo del project work è quello di analizzare la situazione attuale di diagnosi e trattamento dell’obesità patologica e ipotizzare le caratteristiche specifiche di una rete lombarda per la sua cura. MATERIALI E METODI: nella stesura del project work si sono ripercorse le caratteristiche dell’obesità a livello epidemiologico, osservazionale e di diffusione territoriale, analizzando i sistemi di cura attualmente presenti e quali azioni medico-chirurgiche siano le più indicate all’affronto di questa nuova pandemia. L’obesità per la sua complessità necessita un trattamento integrato con una sinergia fra ospedale e territorio atta a personalizzare percorsi e cure per ogni singolo paziente ed alla gravità della sua condizione. Si è quindi ipotizzato in linea con il percorso di sviluppo regionale, la possibilità di integrare in rete tutte quelle attività che circondano il mondo dell’obesità in modo da poter disegnare un percorso unitario di cura a tutti i livelli. In questo contesto la chirurgia bariatrica assume un ruolo fondamentale essendo il trattamento che porta ad una più efficace e duratura perdita di peso con conseguente miglioramento di tutte le comorbidità che caratterizzino il paziente obeso patologico e una conseguente riduzione di costi sanitari. RISULTATI: dopo un’attenta analisi si ritiene che una rete strutturata sia assolutamente necessaria e debba avere caratteristiche specifiche. Una cabina di regia regionale. Una rete di presidi Hub and Spoke integrati. Un sistema di formazione ampio che coinvolga tutti gli specialisti interessati a diversi livelli con attuazione di percorsi di screening. Interventi mirati in ambito sanitario e sociosanitario che coinvolgano il terzo settore. Trattamento multidisciplinare in equipe standardizzate e coordinate da un case-manager. Condivisone del progetto terapeutico con il paziente ed acquisizione del suo consenso. Attuazione ed implementazione di azioni di sensibilizzazione ed informazione della popolazione a diversi livelli. Istituzione di un’esenzione per patologia comprendente tutte le visite specialistiche e gli esami diagnostici. CONCLUSIONI: nella realtà lombarda molte attività analizzate per la creazione di una rete regionale sono già presenti sia in ambito pubblico che privato. Quello che però manca è un centro di coordinamento regionale che si dedichi alla stesura di percorsi integrati armonici e condivisi che tengano conto di tutte le problematiche che caratterizzano l’obesità patologica. La rete che abbiamo disegnato ha l’ambizione di rendere visibile la problematica dell’obesità e affrontarla utilizzando tutti gli strumenti presenti nelle nostre realtà sanitarie, compresa la Chirurgia che pur apparendo un trattamento estremo è ormai la cura più efficace. Inoltre, la gravità di patologie correlate all’obesità viene ridimensionata grazie alla perdita di peso e favorisce una riduzione di spesa sanitaria significativa. MODULOORG

La valutazione della sicurezza nel percorso radiologico del paziente pediatrico
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Giacchero, Roberta - Ianniello, Andrea Antonio

La valutazione della sicurezza nel percorso radiologico del paziente pediatrico : focus sulla pandemia SARS-Covid 19 / Roberta Giacchero, Andrea Antonio Ianniello

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Analogamente a quanto avviene per la popolazione adulta, il ricorso alla diagnostica per immagini è notevolmente aumentato negli ultimi anni anche nella fascia di età pediatrica. Accade quindi che il Paziente pediatrico si trova al centro di un complesso percorso quale è quello radiologico, all’interno del quale sono presenti fasi che lo espongono a potenziali eventi avversi. Esposte le principali tematiche inerenti l’epidemiologia del rischio in campo sanitario, la nascita del Governo del Rischio Clinico con particolare attenzione all’errore umano e all’errore di sistema nell’attività medica, il presente progetto ha preso in esame in maniera sistematica l’errore in radiologia. L’intero processo di diagnostica per immagini viene quindi scorporato in tutte le sue fasi: la fase pre-indagine/procedura con la prescrizione, prenotazione ed accettazione dell’esame, la fase di esecuzione dell’esame in cui viene erogata la prestazione con successiva interpretazione delle immagini che porta alla stesura del referto per terminare quindi con la fase post-indagine inerente sia il controllo delle condizioni cliniche del Paziente che la consegna del referto. Passate in rassegna altre possibili fonti di errori (criticità formative, organizzative e tecnologiche), per ciascuna delle fasi prima descritte sono quindi esaminati fattori e comportamenti che possono prevenire gli elementi di rischio giungendo alla formulazione di un’ apposita check list per Pazienti pediatrici, che li accompagni durante tutte le fasi del loro percorso Radiologico e che deve coinvolga tutte le figure - sanitarie e non - che partecipano al processo di diagnostica per immagini. Nella seconda parte del progetto, vengono presi in considerazione i percorsi radiologici che devono essere adottati in caso di sospetta sindrome respiratoria acuta grave da SARS-CoV-2 nei Pazienti pediatrici, analizzando il contesto alla luce della recente pandemia e sviluppando un protocollo diagnostico. La realizzazione di questa check-list dedicata al Paziente pediatrico, che non prevede alcun costo di realizzazione se non una breve formazione inerente la modalità di compilazione, ha come obiettivo principale il contenimento degli errori volti soprattutto ad evitare l’inutile effettuazioni di esami radiologici che portano il piccolo paziente a non giustificate esposizioni a radiazioni ionizzanti oltre che possibili complicanze, a breve e lungo termine, per indagini invasive che si sarebbero potute evitare: Analogamente la creazione di un apposito percorso diagnostico dedicato alla patologia respiratoria nel paziente pediatrico affetto da Sars-CoV2 dovrebbe uniformare i comportamenti dei professionisti, facilitare la comunicazione tra i membri del team, organizzare il processo di assistenza tramite il coordinamento dei ruoli e l’attuazione dell’attività del team multidisciplinare coinvolto. MODULOPOL

Il business process reengineering per la gestione della radioprotezione del paziente in applicazione del d.lgs. 101 (2020) nell’ambito delle attività di fisica medica
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De Ponti, Elena - Frigerio, Milena

Il business process reengineering per la gestione della radioprotezione del paziente in applicazione del d.lgs. 101 (2020) nell’ambito delle attività di fisica medica / Elena De Ponti, Milena Frigerio

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Le strutture di Fisica Sanitaria svolgono nell’ambito delle Aziende Ospedaliere un ruolo articolato nell'applicazione dei principi e della metodologia della fisica alla medicina. Lo specialista in fisica medica (SFM) è coinvolto nelle attività riguardanti la fisica delle radiazioni, avendo la responsabilità della misura e della valutazione delle dosi assorbite dai pazienti nell’ambito delle esposizioni mediche e la responsabilità della scelta della strumentazione da impiegarsi nell’ambito della dosimetria sul paziente e dei controlli di qualità da effettuarsi sulle apparecchiature radiologiche L’entrata in vigore il 27 agosto 2020 del Decreto Legislativo n. 101, ha introdotto per le Direzioni Generali e per gli Specialisti in Fisica Medica nuovi adempimenti inerenti le attività che implicano l’uso delle radiazioni ionizzanti a scopo medico. L’adeguamento alla nuova normativa presuppone l’introduzione di cambiamenti nelle attività e nei processi codificati. La metodologia adottata per l’attuazione di un cambiamento è rappresentata dal Business Process Reengineenering definito come “approccio strutturato all’innovazione organizzativo-gestionale, orientato al raggiungimento di miglioramenti radicali nelle prestazioni tramite il ridisegno dei processi aziendali” (Hammer, 1990). I processi con cui si chiede alle strutture di fisica sanitaria di garantire la radioprotezione dei pazienti sottoposti ad indagini radiodiagnostiche sono: − la stima della dose da radiazioni ionizzanti assorbita dal paziente per ogni apparecchiatura e tipologia di esame diagnostico; − l’identificazione della classe di dose per ogni procedura diagnostica e per ogni paziente; − la registrazione e l’analisi delle dosi erogate al paziente stratificate per sesso e classi di età; − la verifica dei livelli diagnostici di riferimento (LDR). La garanzia degli standard di sicurezza elevati richiamati dal Decreto Ministeriale n. 70 (2015) è subordinata ad un adeguato dimensionamento delle risorse. Si è quindi proceduto ad effettuare la stima delle risorse necessarie per l’implementazione delle nuove attività previste, che si basa sulla valutazione in termini di tempo pieno equivalente dell’impegno degli Specialisti in Fisica Medica in funzione del numero di processi/anno. La raccolta dei dati, l’effettuazione delle misure iniziali, le verifiche periodiche di monitoraggio e l’analisi dei dati deve essere ripetuta per ciascuna apparecchiatura poiché il rendimento dosimetrico, i protocolli clinici adottati e la dose assorbita dal paziente variano per ogni singolo apparecchio e protocollo. Tutti i dati devono essere integrati nei sistemi RIS-PACS aziendali e deve essere possibile un’estrazione selettiva per tipologia di prestazione e di paziente. Le dosi assorbite dai pazienti che si sottopongono a procedure diagnostiche con radiazioni ionizzanti devono essere contenute nel referto ma anche sintetizzate attraverso opportuni indicatori statistici e trasmesse alla Regione. Una delle fasi indispensabili per l’attuazione del cambiamento è l’acquisizione di un adeguato software di registrazione ed elaborazione dei dati che garantisca i flussi informativi. Infine l’analisi dei rischi relativi al processo di registrazione, elaborazione statistica e verifica dei LDR ha permesso di individuare per ciascuna di queste fasi le problematiche e i rischi specifici nonché di identificare gli adeguati indicatori. In conclusione, con il presente lavoro si è voluto progettare uno strumento di pianificazione che includa anche una stima delle risorse umane, strumentali ed informatiche necessarie per la realizzazione dell’obiettivo strategico. MODULOPOL

AORTIC TEAM
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Occhiuto, Maria Teresa - Mondino, Michele Giovanni

AORTIC TEAM : Progetto di miglioramento organizzativo per la gestione multidisciplinare della patologia aortica presso il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda/ Maria Teresa Occhiuto, Michele Giovanni Mondino

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: In letteratura è dimostrato che per le malattia dell’aorta, la concentrazione delle competenze e la centralizzazione dei servizi sono necessari per fornire cure di alta qualità, con conseguente miglioramento dei risultati. La costituzione di un AORTIC TEAM più definito e organizzato può portare a miglioramenti nell'organizzazione aziendale, nella allocazione delle risorse, nella capacità di utilizzo dei materiali e della qualità di cure, oltre che migliorare l’expertise degli operatori. L’AORTIC TEAM dovrebbe essere composto da chirurgo vascolare, cardiochirurgo, radiologo interventista, cardiorianimatore, personale infermieristico di sala operatoria e ibrida, di reparto, perfusionisti e tecnici di radiologia a cui sono affiancati tutti gli altri attori del sistema. OBIETTIVO DEL PROJECT WORK. L’obiettivo del Project Work è quello di valutare la possibilità di ottimizzazione dei processi di gestione della patologia aortica presso il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda strutturando un AORTIC TEAM che tenga conto dei punti di forza della struttura e dei suoi limiti attuali. RISULTATI. Partendo dalla mappatura del processo di cura e delle risorse coinvolte nella gestione delle patologie aortiche nell’anno 2019 presso il GOM Niguarda, sono stati estrapolati alcuni indicatori di efficienza, efficacia e processo poi confrontati con i dati di letteratura. E’ stata poi eseguita una SWOT analisi per valutare punti di forza e debolezza del sistema di gestione della patologia aortica in modo da identificare le possibili necessità teoriche di modifica o potenziamento e per definire la modalità di implementazione con una stima di tempi e costi per la messa a regime. Dall’analisi, seppur con dati condizionati dalla limitatezza del campione, è emerso che ASST Grande Ospedale Niguarda si posiziona tra i Centri Pubblici a maggior volume di trattamento per la patologia aortica e che per quanto riguarda gli indicatori analizzati è in linea con i report di letteratura internazionale. Sono emersi anche alcuni punti passibili di miglioramento, come i tempi di degenza per la patologia aortica addominale e gli outcome clinici, la necessità di incremento della capacità di trattamento degli aneurismi toracoaddominali, la necessità di standardizzazione e condivisione della pianificazione chirurgica ed endovascolare dei casi complessi con mappatura delle decisioni, la necessità di formazione più costante e di monitoraggio delle prestazioni con pubblicazioni scientifiche. Sono state identificate implementazioni gestionali, formative per l’AORTIC TEAM e per l’AORTIC CENTER da realizzarsi nel breve e lungo termine con una stima dei costi. CONCLUSIONI. Il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda è un centro polispecialistico dotato di tutte le specialità cliniche e diagnostiche con le potenzialità per essere un centro aortico di riferimento per il sistema sanitario pubblico. La creazione di un TEAM preparato, organizzato e coeso è fondamentale per l’ottimizzazione del percorso di cura del paziente. La creazione di percorsi standardizzati e condivisi e l’identificazione di un project manager competente per l’AORTIC team per ogni specialità afferente e l’eventuale creazione di una unità Dipartimentale di Chirurgia Endovascolare a direzione Chirurgica sarebbe auspicabile per standardizzare e ottimizzare il percorso del paziente e contenere i costi. La programmazione di incontri multidisciplinari per discutere casi e programmare le sale operatorie in base alla complessità, ottimizzando i tempi di utilizzo della sala e del personale sarebbe auspicabile. Alcuni investimenti a breve termine ed altri a lungo termine sono indicati per favorire il miglioramento del processi di cura per le patologie aortiche e una monitorizzazione attenta dei risultati permetterà nel tempo di apportare eventuali modifiche. MODULOORG

La Proposta di organizzazione di area di degenza Medicina di Urgenza Dipartimento di Medicina dell’ASST Spedali Civili di Brescia-Presidio Ospedaliero di Brescia/ Maria Lorenza Muiesan, Damiano Rizzoni
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Muiesan, Maria Lorenza - Rizzoni, Damiano

La Proposta di organizzazione di area di degenza Medicina di Urgenza Dipartimento di Medicina dell’ASST Spedali Civili di Brescia-Presidio Ospedaliero di Brescia/ Maria Lorenza Muiesan, Damiano Rizzoni

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Lo sviluppo della medicina degli ultimi cinquant’anni è stato caratterizzato da straordinari progressi tecnologici e conoscitivi. Pazienti sempre più critici, cioè gravi ed instabili, possono essere trattati con successo. L’impiego delle conoscenze e delle tecnologie ha comportato la necessità di aumentare l’intensità con cui infermieri e medici si occupano dei loro pazienti: la prima grande riduzione della mortalità per infarto del miocardio si è avuta con l’apertura delle unità coronariche. Queste necessità organizzative e di impiego delle risorse umane ha portato ad una distinzione tra strutture ad alta intensità di cura, le terapie intensive, e le strutture a bassa intensità di cura, le degenze ordinarie. Ciò ha comportato gravi problemi per collocare correttamente i pazienti: se da una parte spesso il paziente viene ricoverato in strutture con una intensità troppo bassa, altrettanto spesso il paziente viene ricoverato impropriamente in strutture ad alta intensità. Per questi motivi, soprattutto nel mondo anglosassone, si sono andate sviluppando unità di terapia intermedie tra la massima intensità e la degenza ordinaria. Allo stato attuale, nonostante alcuni enti regolatori abbiano previsto la necessità della presenza di questo tipo di unità definibili quali la medicina d’urgenza e la terapia sub intensiva o ad alta intensità ed assai strettamente collegate tra loro, non esistono standard universalmente accettati né sulla loro organizzazione né sulle loro dotazioni. L’interesse per questo tipo di unità dovrebbe essere molto grande per il medico d’urgenza, che pur inserito nell’ambito della Medicina Interna, nella sua preparazione e nelle sue attitudini professionali, acquisisce la confidenza ed esperienza clinica con il paziente critico e con i suoi problemi, l’abitudine ad utilizzare tecnologie smart rispetto a quelle della terapia intensiva, nonché la capacità di gestire la dimensione clinica del paziente, che è molto più complessa del singolo problema di salute, su cui invece usualmente si focalizzano i setting di cura ad alta intensità specialistici. Obiettivo del nostro progetto si colloca in quest’ottica, in quanto si propone di ottimizzare un modello organizzativo di Medicina d’Urgenza nell’ambito della Medicina Interna della ASST Spedali Civili di Brescia, allo scopo di garantire ai pazienti complessi che richiedono interventi assistenziali e terapeutici urgenti ed intensivi, la collocazione all’interno di reparti strutturalmente e organizzativamente in grado di rispondere alle loro esigenze, anche in considerazione di una saturazione sempre elevata dei letti di degenza del nostro ospedale e di una distribuzione delle disponibilità e delle risorse non sempre in sintonia con le esigenze dei pazienti da ricoverare. Nella stesura del progetto sono state analizzati le risorse assistenziali ed umane impiegate ed i primi risultati ottenuti accelerando la organizzazione di questo modello durante la 2-3° fase della pandemia COVID19, considerando i punti di forza e debolezza per la pianificazione strategica. Sono stati inoltre proposti alcuni indicatori utili per la valutazione della completa riuscita del progetto in futuro, anche in base a quanto già ottenuti nei primi mesi del 2021. Certamente rimangono ancora argomenti di discussione alcune caratteristiche generali della Medicina d’Urgenza rispetto alla Medicina Subintensiva o ad alta Intensità, l’organizzazione, gli standard, la formazione di infermieri e medici che vi lavorano, i rapporti con gli altri specialisti interessati. Essere innovativi, scientificamente affidabili, professionalmente bravi e collaborativi è la strada maestra che permetterà agli internisti (ed ai medici d’urgenza) di essere presenti ed attivi anche in questo nuova trasformazione della medicina in Italia e nel mondo. MODULOPOL

La radiologia nell’era post-COVID
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Belloni, Elena

La radiologia nell’era post-COVID : progetto di recupero della produttività a favore di Pazienti ambulatoriali esterni / Elena Belloni

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: La pandemia da SARS-CoV2, partita dalla Cina, ha colpito il nostro paese a partire dal febbraio 2020 in modo talmente repentino e massiccio da mettere in crisi l’organizzazione del nostro Sistema sanitario nazionale. In particolare è stata la Lombardia a subire una pressione come mai era successo nei paesi sviluppati del mondo intero. In questo quadro l’amministrazione regionale, tra gli altri provvedimenti, ha stabilito dall’8 marzo 2020 di sospendere l’attività ambulatoriale non urgente in tutte le unità sanitarie erogatrici. Questa decisione ha causato un cospicuo accumulo di prestazioni da eseguire e, con la graduale ripresa dell’attività a partire da maggio 2020, l’Unità Operativa Complessa Radiodiagnostica Lomellina dell’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale di Pavia ha risposto ricorrendo all’utilizzo dell’istituto dell’area a pagamento. Si ritiene però che, per un più deciso recupero dell’attività ambulatoriale, anche grazie ad una diminuzione della pressione della pandemia sulle attività ospedaliere, sia necessario apportare modifiche all’attuale assetto organizzativo. L’obiettivo del presente project work è quello di ottenere, nel corso del 2022, un aumento della produttività intervenendo sull’organizzazione attuale dell’Unità Operativa presso due delle sue sedi, quella hub di Vigevano e quella spoke di Mortara, mediante soluzioni di attività differenziate, nel rispetto delle direttive della Regione Lombardia che riguardano il contenimento della pandemia. A Vigevano, in considerazione della disponibilità di due ampie sale ambulatoriali ecografiche già attrezzate, di cui una sola attualmente utilizzata, verrà ripensata la distribuzione oraria degli appuntamenti in modo da utilizzare entrambe le sale tre giorni la settimana con appuntamenti ogni quaranta minuti, attivando una sala venti minuti prima dell’altra. A Vigevano inoltre il progetto richiederà l’acquisizione di un medico e di un operatore socio sanitario al fine di gestire le attività della seconda sala ecografica. A Mortara si proporrà di rivedere i percorsi di entrata ed uscita dei pazienti dal reparto e di acquistare un nuovo apparecchio radiologico digitale, con il quale è possibile raddoppiare, tutti i giorni lavorativi, il numero degli esami radiografici, anche in questo caso differendo gli orari degli appuntamenti al fine di evitare assembramenti nell’attesa. Sarà previsto un breve periodo per l’inserimento della nuova unità medica e per l’addestramento all’utilizzo dell’apparecchiatura digitale per i tecnici di radiologia, mentre l’operatore socio sanitario neoassunto verrà formato presso l’Unità Operativa di Vigevano mediante l’affiancamento ai colleghi esperti. La progettualità è stata pensata, condivisa e pianificata da un gruppo di lavoro ristretto e sarà presentata e discussa in incontri con tutto il personale dell’Unità Operativa entro novembre 2021. A dicembre 2021 sarà effettuato il periodo di tutoraggio, addestramento ed ambientamento delle figure coinvolte. Durante il 2022 sarà organizzato a giugno un incontro al fine di verificare l’eventuale necessità di aggiustamenti migliorativi. Infine a gennaio 2023 saranno presentati e discussi i risultati finali del progetto. Riteniamo che l’implementazione della nostra proposta avrà ripercussioni positive su tutta l’Unità Operativa, sulle motivazioni del personale addetto e sull’utilizzo delle apparecchiature, ma anche naturalmente sull’Azienda ed i pazienti. MODULOORG

Orientamento del bisogno di cura non urgente
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Cortellaro, Francesca

Orientamento del bisogno di cura non urgente : dal sistema dell’emergenza-urgenza verso i servizi della rete territoriale / Francesca Cortellaro

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: INTRODUZIONE: Il fenomeno degli accessi non urgenti contribuisce al sovraffollamento in Pronto Soccorso, al peggioramento dell’outcome di cura (incremento dei tempi di soccorso di AREU, incremento del sovraffollamento e della mortalità correlata), determina un utilizzo improprio di risorse del sistema sanitario e aumenta la spesa. Il collasso di molti Pronto Soccorso in Regione Lombardia durante la pandemia, ha evidenziato chiaramente la necessità di orientare la domanda di cura non urgente al di fuori di tali strutture, pena la grave sofferenza del sistema dell’emergenza in toto, il blocco o diversione delle ambulanze con conseguenti gravi ritardi e prolungate attese al soccorso di ulteriori pazienti critici a livello territoriale. Negli ultimi anni si è assistito ad un costante e continuo incremento del numero di chiamate e successivo invio di mezzi di soccorso del 118, pari a circa 3% anno, con incremento dei carichi di lavoro e dei costi correlati a personale e gestione dei mezzi di base (MSB). Il 20% dei pazienti che accede a PS, viene classificato come codice bianco in dimissione, per un numero totale di circa 581.000 utenti /aa. Di questi circa il 10% accede con mezzi del 118. Un segnale preoccupante di attività non a valore è rappresentato dalla percentuale di utenti accettati come codici bianchi a triage che abbandona il PS prima (12%) o subito dopo la visita medica (circa 2%). Risulta quindi indispensabile realizzare quanto prima nuove strategie che promuovano percorsi di cura al di fuori del PS, per tutti i pazienti che non necessitano cure emergenti-urgenti. In letteratura l’orientamento degli accessi non urgenti su servizi di cura territoriali costituisce uno degli interventi ad elevato impatto che possono ridurre il sovraffollamento, riducendo l’INPUT in Pronto Soccorso. OBIETTIVI STRATEGICI E SPECIFICI DEL PROGETTO: L’obiettivo del progetto risulta essere quello di ridurre l’utilizzo inappropriato di risorse destinate all’ Emergenza Urgenza, orientando il bisogno di cura non urgente verso i servizi della rete territoriale, garantendo ai pazienti le stesse opportunità di presa in carico e cura, attraverso percorsi assistenziali appropriati. Il progetto si articola in due fasi distinte: - Fase 1: riduzione del numero degli invii di ambulanze in codice verde verso i Pronto Soccorso, attraverso una centrale di approfondimento clinico a valle della SOREU (SOPAPP). - Fase 2: riduzione degli accessi spontanei non urgenti a Pronto Soccorso, promuovendo da parte dei cittadini l’utilizzo dell’116117. METODOLOGIA ADOTTATA: A seguito dell’analisi di contesto dei PS di Regione Lombardia, in particolare focalizzato sulla mappa della domanda degli accessi non urgenti, il progetto operativo si configura come uno studio prospettico caso-controllo, promosso in fase “pilota” nel territorio di ATS Brianza, coinvolgendo l’ASST Brianza (Ospedali di Vimercate, Desio, Carate) e successivamente San Gerardo Monza IRCCS. Contromisure: - Istituzione di una sala operativa di approfondimento (SOPAPP), attiva dalle h 8-20, che riceve le chiamate identificate come non urgenti dalla SOREU e, con il supporto dell’116117, orienta il bisogno di cura verso percorsi assistenziali più appropriati sul territorio; - Riorganizzare la risposta territoriale: viene potenziata l’attività di Continuità assistenziale (h 24 7/7) coordinando la risposta attraverso l’116117; - Campagna informativa al cittadino per l’utilizzo dell’116117 e sviluppo di App per gli utenti; - potenziamento della risposta territoriale. DESCRIZIONE DEL PROGETTO, IMPLEMENTAZIONE DEL PROCESSO, FASI E TEMPISTICHE: Il progetto si suddivide in due fasi distinte: FASE 1: ISTITUIRE LA SOPAP, in particolare: - Identificare le caratteristiche GENERALI dei pazienti da destinare alla SOPAPP; - costruire una piattaforma informatizzata di approfondimento clinico; - formare gli operatori di SOREU e SOPAPP; - organizzare la risposta territoriale; - coordinare la risposta da parte dell’116117; - adeguare i sistemi informativi. FASE 2: promuovere e implementare l’utilizzo dell’116117 da parte dell’utenza; - Promuovere lo sviluppo di una APP per supportare gli utenti a contattare 116117 o servizio più idoneo; - Promuovere una campagna informativa rivolta agli utenti in merito all’attività dell’116117. CONCLUSIONI: Alla luce di quanto emerge dall’analisi del contesto, ed in particolare dell’incremento di missioni del 118 (3% anno) e dell’elevata percentuale di accessi non urgenti a Pronto Soccorso, si rende indispensabile promuovere progetti che orientino la domanda inappropriata ad un diverso setting assistenziale. Le contromisure proposte nel progetto sperimentale, pur consapevoli delle potenziali complessità organizzative, potrebbero ridurre su scala regionale le missioni del 118 di circa 75.000 ambulanze e ridurre gradualmente gli accessi spontanei inappropriati attualmente pari a circa il 20% degli accessi totali. MODULOPOL

La telemedicina quale strumento di continuità assistenziale nella gestione dei pazienti affetti da disturbi respiratori in sonno
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Libri Moderni

Battaglia, Elvia Giovanna

La telemedicina quale strumento di continuità assistenziale nella gestione dei pazienti affetti da disturbi respiratori in sonno : Proposta di creazione di un network specialistico per Milano e hinterland milanese / Elvia Giovanna Battaglia

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: I disturbi del sonno vengono annoverati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) tra le patologie croniche, che colpiscono circa l’80% delle persone oltre i 65 anni di età e spesso sono associati ad altre patologie croniche nello stesso individuo. La prevalenza di tale patologia è relativamente elevata; nella popolazione adulta varia dal 3-7% nei maschi e dal 2-5% nelle femmine, anche se le differenze metodologiche nella conduzione degli studi clinici conducono ad una certa variabilità nella stima. L'OSA(S) [Obstructive Sleep Apnoea (Syndrome)] è una patologia marcatamente sottodiagnosticata e sottotrattata (soltanto il 40% dei pazienti viene diagnosticato), criticità che conduce ad una sottostima della reale prevalenza della patologia. I costi dell’OSA(S) si rilevano comunque sostanziali e i principali driver del burden economico sono rappresentati dai costi sanitari diretti (60% dei costi totali), seguiti dai costi indiretti, correlati alla morbilità (36%) e ai costi diretti non sanitari (4%)(Armeni e coll 2019). L’evoluzione in atto della dinamica demografica e la conseguente modificazione dei bisogni di salute della popolazione, nonché l’ingente numero di pazienti affetti da OSAS, rendono necessario un ridisegno strutturale ed organizzativo della rete di servizi, soprattutto nell’ottica di rafforzare l’ambito territoriale di assistenza. La possibilità di effettuare esami diagnostici in modalità remota ed un monitoraggio continuo dell’aderenza del paziente al trattamento consentono da una parte una immediata ed efficace risposta correttiva all’insorgenza di eventuali problematiche cliniche e tecniche e, dall’altra, una riduzione dell’iperafflusso dei pazienti ai Centri del Sonno. L’innovazione tecnologica, in particolare con il supporto della Telemedicina, trovando principale applicazione nella continuità assistenziale (follow up) dei pazienti che necessitano di prestazioni ambulatoriali non richiedenti esame obiettivo, si pone quale supporto al percorso di cura ed alla razionalizzazione gestionale dei pazienti affetti da OSA(S). Il progetto proposto è dedicato alla presa in carico dei pazienti affetti da disturbi respiratori in sonno, in trattamento ventilatorio domiciliare ed all’ampliamento dell’offerta specialistica di II° livello, con possibilità di ridurre gli accessi impropri ai Centri ospedalieri, di creare una rete di Teleconsulto multidisciplinare, coinvolgente in prima istanza gli Specialisti operanti nelle Strutture territoriali e secondariamente i Medici di Medicina Generale, ed infine creare un “network di cura” dedicato a tali pazienti, evitando che si ripetano le criticità vissute durante la fase pandemica e secondarie alla chiusura assai prolungata di alcuni Centri di riferimento. Alla base di questo progetto vi è una centrale operativa che si basa sull’impiego di due applicazioni software denominate, una, Care Orchestrator (in grado di dialogare con differenti tipologie di protesi ventilatorie) e l’altra Galileo, tramite la quale è possibile effettuare le Televisite. La piattaforma Care Orchestrator consente di acquisire ed analizzare da remoto i dati di terapia e compliance dei pazienti; presenta inoltre la possibilità di interfacciarsi con altri sistemi gestionali più ampi, quali ad esempio il Fascicolo Sanitario Elettronico. Le informazioni vengono archiviate all’interno di un Data Center europeo, quindi la piattaforma rispetta a livello europeo i requisiti di compliance e le regolamentazioni sulla privacy. Ciò include la sicurezza di accesso, nonché la sicurezza e privacy dei dati trasmessi ed archiviati. Il software consente la condivisione dei dati sia tra utenze di uno stesso Account che tra utenze e Account diversi (Ospedale, Ambulatorio territoriale, Studio Medico), permettendo la creazione di una rete capillare e multidisciplinare di cura, coinvolgente più attori (Specialisti ospedalieri, territoriali e Medici di Medicina Generale). L’applicativo Galileo, affiancato da un Tablet operante con modalità Wi-Fi o con SIM card (qualora la modalità Wi-Fi fosse momentaneamente indisponibile), consente l’esecuzione di Televisite, dedicate ai pazienti già diagnosticati ed in trattamento ventilatorio. La presa in carico da remoto dei pazienti rivela l’opportunità di porre il paziente al centro del percorso di cura, attraverso un monitoraggio più frequente ed attento del trattamento. La possibilità inoltre di creare un network di cura ospedale-territorio valorizza la gestione multidisciplinare e trasversale della patologia ed il lavoro in equipe, distribuendo in modo più razionale il carico di lavoro sulle varie figure coinvolte nel percorso di cura, riducendo così di conseguenza lo stress lavorativo nel personale e l’insoddisfazione nell’utenza. Rimarrebbero garantiti gli accessi ai Centri ospedalieri a tutti quei pazienti che presentano problematiche cliniche e tecniche non risolvibili da remoto, con tempistiche molto più ragionevoli. Questo progetto si pone quale proposta innovativa nella razionalizzazione della gestione dei pazienti affetti da cronicità, ponendo l’accento sull’integrazione ospedale-territorio quale strategia gestionale vincente nel percorso di cura. MODULOPOL