Iter diagnostico e gestione delle malattie lavoro-correlate
0 0
Libri Moderni

Iter diagnostico e gestione delle malattie lavoro-correlate

Abstract: Sull’epidemiologia delle patologie da lavoro la discussione è oggi ancora aperta e variegata. Le statistiche esistenti soffrono di alcuni bias che condizionano il processo diagnostico e che risentono da un lato dell’attesa di benefici da parte dei lavoratori e dall’altra del timore di responsabilità giuridicamente rilevanti per coloro che devono prendersi cura della salute del lavoratore. Non c’è dubbio inoltre che per le patologie oggi maggiormente prevalenti, ossia le patologie cronico-degenerative multifattoriali, comprendenti patologie osteoarticolari e neoplasie, la diagnosi di patologia da lavoro sia molto più complessa che per le patologie da lavoro “tradizionali” (ipacusia, saturnismo, etc.) Una lettura piuttosto diffusa dell’andamento epidemiologico delle patologie da lavoro induce a ritenere che queste siano diagnosticate in misura inferiore all’atteso. D’altra parte, è noto dalle statistiche INAIL che circa i 2/3 delle patologie certificate non vengano successivamente riconosciute dall’Ente. Dal nostro punto di vista, la lettura in puri termini quantitativi degli andamenti epidemiologici delle patologie da lavoro è semplicistica e trascura i potenziali benefici derivanti da un percorso diagnostico basato su solide evidenze scientifiche, effettuato in una struttura di II livello a questo preposta. La prima diagnosi di patologia da lavoro innesca infatti per natura un complesso iter burocratico che richiede ulteriori valutazioni da parte dell’Ente assicuratore (INAIL) e dell’Organo di vigilanza (ATS). Un percorso diagnostico derivante dall’applicazione delle migliori evidenze scientifiche disponibili e dunque eseguito seguendo criteri di appropriatezza dovrebbe risultare sufficientemente sensibile da identificare le vere patologie da lavoro e specifico da scartare le patologie “non” lavoro correlate. Tali caratteristiche, dal punto di vista epidemiologico si tradurrebbero in un evidente guadagno di efficacia ed efficienza per tutto il processo a valle della prima diagnosi con conseguente risparmio di risorse per il processo complessivamente considerato. È in questo contesto che si colloca questa iniziativa di Project Work che ha l’intento di cercare, attraverso l’istituzione di un piccolo gruppo di lavoro specifico di medici del lavoro e di medici legali, di mettere a fuoco ed aggiornare i molteplici aspetti (diagnostici, medico-legali, previdenziali) coinvolti in tale problematica. Il presente project work ha pertanto l’intento di analizzare il fenomeno delle tecnopatie prendendo in considerazione anche i relativi adempimenti medico – legali. Questi ultimi si rendono infatti utili e necessari ad attuare programmi di prevenzione, a garantire il quantum assicurativo previdenziale e ad attivare la vigilanza ai fini dell’individuazione di eventuali responsabili della malattia. Un corretto inquadramento dal punto di vista medico-legale, sia in termini di valutazione del nesso causale che di quantificazione di eventuali postumi, rappresenta un pre-requisito essenziale per permettere al cittadino-lavoratore di trovare adeguato soddisfacimento alle proprie legittime richieste nei diversi ambiti giuridicamente rilevanti sottesi al riconoscimento di una malattia lavoro correlata (MLC) (assicurativo sociale, di eventuale responsabilità civile o penale del datore di lavoro). Analizzando i dati delle denunce in termini assoluti, si osserva che il trend è in crescita. Meno della metà tuttavia risulta accertata positivamente anche se prosegue la crescita che si registra ormai da 20 anni. Dai dati INAIL e della letteratura è tuttavia emersa una discrepanza evidente tra denunce/segnalazioni e referti, con un numero praticamente doppio e recentemente addirittura triplo di denunce rispetto ai referti. Se la denuncia di malattia professionale è obbligatoria nel momento in cui la malattia in questione rientra all’interno dell’elenco predisposto e periodicamente rivisitato dal Legislatore, il referto, che ravvisa un possibile delitto perseguibile d’ufficio (lesioni personali gravi e gravissime), deve essere formulato dal Medico ogniqualvolta questi ne individui le caratteristiche. Quindi il numero delle denunce e quello dei referti possono non necessariamente corrispondere. Un aspetto di notevole importanza riguarda la difformità dell’approccio alla patologia di sospetta origine professionale da parte degli operatori coinvolti nelle diverse realtà nazionali, per l’assenza di criteri diagnostici condivisi. La disponibilità di tali criteri potrebbe permettere di migliorare la concordanza tra analoghe diagnosi poste in ambiti diversi, di armonizzare dati per l’elaborazione epidemiologico-statistica e quindi realizzare una valutazione attendibile del reale “burden of disease” legato a specifici fattori di rischio, necessaria per la pianificazione di interventi di prevenzione. In una situazione così articolata e complessa appare opportuno presso le ASST ipotizzare un percorso di valutazione congiunta di lavoratori inviati per sospetta valutazione di malattie lavoro correlata che, per le rispettive competenze, veda coinvolti Medici del lavoro delle UOOML e Medici legali anche al fine di individuare criteri standardizzati ed omogenei di valutazione da proporre a livello regionale. Tali criteri gioverebbero anche alla gestione dei singoli casi di malattia, sotto i diversi aspetti (diagnosi, terapia, prognosi, indennizzo). L’individuazione di indicatori di esito è senza dubbio complesso, in quanto nel riconoscimento della MLC, in termini di effetti giuridicamente efficaci, intervengono ulteriori fattori, non governabili dal processo valutativo proposto, che possono rappresentare dei fattori di confondimento (si pensi ad esempio ai diversi orientamenti giurisprudenziali, sia in ambito previdenziale che civilistico). In ogni caso, il numero di MLC riconosciute dall’INAIL sul totale dei casi trattati nei diversi livelli valutativi (prima istanza, collegiale, giudiziale) potrebbe essere un indicatore di esito sufficientemente robusto a garanzia della qualità del percorso valutativo proposto. In ultimo, un indicatore utile alla misurazione dell’efficacia e appropriatezza del progetto potrebbe essere rappresentato dalla valutazione degli esiti dell’attività di vigilanza dei Servizi di Medicina del lavoro delle ATS; questi ultimi sarebbero chiamati ad intervenire su segnalazioni valutate secondo i criteri proposti con conseguenti vantaggi, per il singolo e la comunità, sia in tema di prevenzione e controllo dei fattori di rischio degli ambienti di lavoro che di risparmio di risorse. MODULOORG


Titolo e contributi: Iter diagnostico e gestione delle malattie lavoro-correlate : elaborazione di un percorso specialistico collegiale (medico del lavoro e medico-legale) presso le ASST lombarde/ Daniela Camilla Borleri, Zeno De Battisti, Giuseppe De Palma, Andrea Verzeletti

Pubblicazione: Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Descrizione fisica: 1 file (PDF) (41 p.)

Data:2021

Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)

Nota:
  • Project work predisposto a conclusione del corso per i Direttori di Struttura Complessa (DSC UNIBS 1901 AE) a.a. 2020/2021. Il Corso è organizzato da PoliS-Lombardia e dall'Università degli Studi di Brescia, ente accreditato, su incarico di Regione Lombardia, nell'ambito delle attività dell'Accademia di formazione per il servizio sociosanitario lombardo.

Nomi:

Allegati:
Dati generali (100)
  • Tipo di data: monografia edita in un solo anno
  • Data di pubblicazione: 2021

Sono presenti 1 copie, di cui 0 in prestito.

Biblioteca Collocazione Inventario Stato Prestabilità Rientra
Accademia Formazione SSL Archivio d'Istituto PW2021 AFSSL0-271 Su scaffale Disponibile
Vedi tutti

Ultime recensioni inserite

Nessuna recensione

Codice da incorporare

Copia e incolla sul tuo sito il codice HTML qui sotto.