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Vitaliti, Sonia

L’evoluzione della Rete dei Laboratori di Prevenzione Lombarda nel nuovo Sistema Regionale Prevenzione Salute dai rischi ambientali e climatici (SRPS) / Sonia Vitaliti

Milano : PoliS-Lombardia, 2024

Abstract: Il percorso di riorganizzazione dei Laboratori di Prevenzione Lombarda, avviato con DGR n. IX/4441 del 28/11/2012 ha consentito la creazione di un sistema integrato dotato dei necessari requisiti di accreditamento, a vantaggio della razionalizzazione delle risorse impiegate in termini di maggior risparmio, efficacia ed efficienza. Con le successive DGR X/1103 del 20/12/2013, X/4761 del 28/01/2016 e XI/2633 del 16/12/2019 sono stati individuati e successivamente aggiornati i laboratori di riferimento regionale per quelle analisi che richiedono significativi investimenti in relazione alle metodiche analitiche e/o a quelle eseguite su un numero non elevato di campioni. Il Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari (PNC) al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), attraverso uno specifico programma di investimenti relativo al sistema “Salute, Ambiente, Biodiversità e Clima” (PRACSI) , strettamente collegato alla Missione 6 del PNRR denominata “Definizione di un nuovo assetto istituzionale sistemico per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico, in linea con un approccio integrato (one Health)”, ha reso disponibili alle regioni possibilità di investimenti economici su strumenti ed infrastrutture laboratoristiche per potenziare gli attori analitici della prevenzione. Regione Lombardia ha eletto la rete dei Laboratori di Prevenzione delle ATS e la rete delle Unità Operative di Medicina del Lavoro all’interno delle ASST tra i beneficiari di tali investimenti con l’obiettivo di creare una rete regionale analitica a supporto dei fabbisogni dei Dipartimenti di Igiene e Prevenzione Sanitaria sui temi di interesse quali analisi di acque ad uso umano, analisi di alimenti, analisi sostanze chimiche e articoli ai sensi del Regolamento REACH e CLP, analisi su campioni di aria e biologici per la valutazione dell’esposizione professionale negli ambienti di lavoro e dell’esposizione indoor e residenziale. Insieme a questi temi che si consolidano con rinnovo di strumentazione e riorganizzazione ulteriore delle reti per un ancor maggiore efficientamento, sono finanziati nuovi strumenti ad alte prestazioni, ampliamento di laboratori e nuovi sviluppi, tra cui il tema dei virus in acque e alimenti. L’istituendo SRPS (Sistema Regionale Prevenzione Salute) all’interno dell’SRPS (Sistema Nazionale Prevenzione Salute art. 27 del D.Lgs. 30/04/2022) ha il compito, attraverso l’integrazione delle specificità e delle professionalità in gioco, di agire in supporto alla governace regionale nella logica dell’approccio One Health. MODULOECO

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Tardioli, Luigi

Un’idea progettuale di innovazione tecnologica per la Teleassistenza sanitaria in Umbria : la cartella virtuale dell’assistenza domiciliare / Luigi Tardioli

Milano : PoliS-Lombardia, [2024]

Abstract: La Regione Umbria registra un tasso di invecchiamento della popolazione che la colloca sopra la media nazionale e tra le prime in Italia ed i criteri di salute per gli individui anziani presentano future sfide che necessitano di un’attenzione particolare per la formulazione e l’applicazione di un sistema sanitario adeguato alle loro necessità. Il PSR 2022-2026 della Regione Umbria ha, tra i focus primari, quello di offrire assistenza sanitaria di prossimità ai residenti, assicurando il servizio principalmente alla popolazione più anziana, per ridurre così il gap tra domanda ed offerta del servizio di ospedalizzazione anche non urgente. Con questo obiettivo, le cure sanitarie sul territorio regionale devono essere coordinate in maniera più efficiente ed efficace per rispondere ai bisogni dei cittadini. Il presente progetto si propone di definire, nel contesto descritto, uno strumento virtuale per l’implementazione dei diversi servizi di teleassistenza nel setting domiciliare, semplificando il processo di presa in carico e la definizione dei relativi aspetti operativi, consentendo di erogare servizi attraverso team multiprofessionali secondo quanto previsto dalla legislazione vigente. In tale contesto, sono stati analizzati gli effetti dell’Information Technology nei percorsi di assistenza domiciliare integrata, evidenziandone le opportunità e la necessità di una revisione dei modelli organizzativi coinvolti in quanto la sua introduzione porta inevitabilmente ad un forte impatto sull’intero percorso del servizio rivolto al paziente e sui processi organizzativi adottati Si è partiti da una situazione AS-IS, indicando il flusso informativo di una cartella di assistenza domiciliare di tipo cartaceo, individuando importanti criticità quali: doppia immissione dei dati, difficoltà di consultazione delle informazioni, problemi di comunicazione tra MMG, MMS ed infermiere ADI. Ci si è concentrati, successivamete, su una situazione TO-BE, ovvero di un processo di erogazione dell’assistenza domiciliare integrata con l’introduzione di un dispositivo dotato di un algoritmo di Intelligenza Artificiale, di un software di controllo sviluppato come mobile APP per un utilizzo semplice ed intuitivo, in linea con una piattaforma cloud dedicata e sicura per il backup dei dati clinici e la loro consultazione da remoto, caratterizzato dalla interoperabilità con il sistema IT regionale e nazionale. È stato tracciato un modello che evidenzia come tutte le informazioni relative alle attività infermieristiche svolte a domicilio, quelle relative al percorso clinico del paziente e quelle fornite dal caregiver vengono tutte digitalizzate, cosicché il MMG e il medico specialista possono accedervi direttamente e tempestivamente. I risultati attesi afferiscono ad una maggiore efficacia dell’intervento ADI, determinando una riduzione dei tempi di visita specialistica, aumentando la produttività dello specialista, con conseguente riduzione delle liste di attesa, una gestione efficiente e accurata dei dati, un miglioramento della comunicazione tra gli operatori coinvolti nei percorsi ADI. L’idea progettuale ha per oggetto l’implementazione del processo di sperimentazione di una cartella virtuale ADI nel territorio umbro ed è stata sviluppata utilizzando la metodologia del project management, con la definizione di cinque work packages, indicando per ciascuna le attività, gli obiettivi ed i deliverables. Ciacun PW rappresenta una fase del processo di implementazione. La prima fase riguarda la condivisione del progetto con tutti gli stakeholders al fine di individuare una risposta appropriata ed efficace alla complessità dei problemi connessi alla assistenza domiciliare e creare le condizioni strutturali e i contesti tecnici innovativi per una integrazione più articolata possibile. La seconda fase si pone come obiettivo la realizzazione di un Gruppo di Lavoro che individui un protocollo ADI e, come campione di sperimentazione, i percorsi ADI da sperimentare. La terza fase è afferente alla realizzazione del prototipo di cartella virtuale di assistenza domiciliare da parte di Puntozero, società in house della Regione Umbria, avente la caratteristica di interoperabilità con gli sistemi informativi regionali. La quarta fase è focalizzata sulla formazione di tutti gli attori coinvolti nel processo di sperimentazione, articolato nell’ultima fase del processo di implementazione della cartella virtuale. MODULOORG

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Russo, Claudio Francesco

Implementazione del sistema fast track per il paziente cardiochirurgico operato nel Grande Ospedale Metropolitano Niguarda / Claudio Francesco Russo

Milano : PoliS-Lombardia, 2024

Abstract: Il sistema sanitario si trova spesso in difficoltà a causa della cronica mancanza di risorse in generale e di personale infermieristico in particolare. È esperienza comune in tutti i reparti di cardiochirurgia, la necessità di modulare l’attività chirurgica in base non tanto ai turni di camera operatoria, quanto piuttosto in relazione alla disponibilità di turni infermieristici sufficienti, in particolare nelle unità di terapia intensiva cardiochirurgica. La mancanza di posti letto in terapia intensiva finisce per avere una notevole ripercussione negativa sull’efficienza della struttura cardiochirurgica in quanto aumenta il numero di casi in programma operatorio che vengono rinviati ad altra data, con inevitabili ricadute in termini di ridotta efficienza e disagio del paziente. Scopo del presente lavoro è quello di valutare l’applicabilità e la opportunità, in un centro cardiochirurgico di terzo livello, del modello cosiddetto fast track che prevede, a parità di risorse umane e strutturali, il “transito” di due pazienti operati nella stessa giornata sullo stesso posto di terapia intensiva cardiochirurgica in un centro cardiochirurgico di III livello come la SC di Cardiochirurgia e Trapianto di cuore del Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano La pratica del “fast track” può essere economicamente efficace perché permette il rapido trasferimento del paziente da un’unità operativa ad elevato costo come la unità di terapia intensiva ad una struttura a costo minore quale la corsia di degenza. Inoltre, il sempre maggiore ricorso ad approcci mininvasivi per il trattamento delle valvulopatie mitraliche ed aortiche ha reso ancora più attuabile il ricorso al fast track. Tale percorso richiede ovviamente una attenta selezione e programmazione operatoria. Si deve trattare ovviamente di paziente selezionato “non complesso”, che dopo essere stato operato nella prima parte della mattinata, possa transitare nel letto di alta intensità nella corsia di degenza nel primo pomeriggio, liberando il posto di rianimazione per un secondo paziente, che invece potrà trascorrere la notte in terapia intensiva. IL progetto prevede l’arruolamento di pazienti con indicazione a chirurgia valvolare o coronarica, possobilmente con accesso mini-invsivo. Ipotizzando l’adozione di tale processo per 50 pazienti all’anno (uno alla settimana), a parità di risorse umani e strutturali, l’analisi ha dimostrato la possibiltà di aumentare il numero degli interventi, un significativo aumento dei ricavi della unità di cardiochirugia con una contestuale riduzione delle degenze medie. Tale percorso “isorisorse”, oltre alle ricadute culturali ed organizzative, si conferma anche in gradi di migliorare la customer sadisfatction del paziente ricoverato. MODULOORG

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Gorra, Maria Elena

La riconversione di un piccolo ospedale in ospedale Ortopedico-Riabilitativo: ruolo dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione e impiego razionale delle risorse / Maria Elena Gorra

Milano : PoliS-Lombardia, [2024]

Abstract: Sulla chiusura dei piccoli ospedali periferici si è parlato molto. Da un lato gli ospedali con meno di 120 letti sono stati accusati di inefficienza e quindi svuotati progressivamente di servizi, fino a raggiungere un livello “critico”, al di sotto del quale, se l’ospedale non è stato effettivamente soppresso, l’inefficienza si è aggravata. Dall’altro lato, in alcune realtà, per ragioni politiche, o di territorio, o anche per necessità di cura di determinate comunità (persone anziane, turisti, cure di base per la popolazione residente), i piccoli ospedali sono rimasti in funzione, ma, a questo punto, non sono più stati considerati attraenti dai sanitari (medici e infermieri). Abbiamo così assistito ad un progressivo abbandono di tali strutture, aggravato dalla tendenza attuale dei sanitari a lasciare il sistema pubblico, per andare a lavorare nel privato o come liberi professionisti. L’ospedale di San Candido (BZ) può essere presentato come un modello per la riconversione di una piccola struttura in polo specialistico aziendale, dove si punta ad un alto livello tecnico-professionale, limitatamente alla singola specialità chirurgica di Ortopedia e Traumatologia. Questa fa da traino per la struttura, che in tal modo si può continuare a garantire alla popolazione alcuni servizi di base (pronto soccorso, laboratorio analisi, radiodiagnostica). Collateralmente, un reparto medico multispecialistico soddisfa la richiesta di salute della popolazione residente e sostiene le esigenze della medicina perioperatoria. Di prossima apertura la medicina riabilitativa, con possibilità di degenza, a potenziamento dell’attuale servizio fisiatrico in day hospital. I presupposti perché il progetto continui a funzionare sono: - adeguata disponibilità e buon uso delle risorse economiche - reperimento del personale, soprattutto infermieristico - flessibilità nella programmazione, in base alla stagione turistica - disponibilità del personale a svolgere compiti non univoci - alcune modifiche strutturali. MODULORIS

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Giametta, Pasquale - Masucci, Armando

Il progetto scherma dell’ASST Gaetano Pini-CTO: Il ruolo dello sport nel programma riabilitativo dei soggetti con lesione midollare / Pasquale Giametta, Armando Masucci

Milano : PoliS-Lombardia, [2024]

Abstract: Il progetto "SCHERMA-CARE" rappresenta un'iniziativa congiunta tra l'Unità Operativa Complessa (U.O.C.) Mielolesi della ASST Pini-CTO, l'Accademia Scherma Milano S.S.D. e l'Associazione Malati Paraplegici Lombardi (APL). Questa collaborazione si inserisce all'interno di un contesto più ampio di progetti finalizzati a promuovere percorsi di inclusione sociale per i pazienti affetti da disabilità attraverso la pratica sportiva. Nel dettaglio, l'intervento si concentra su persone con lesioni spinali, introducendole alla pratica della scherma paralimpica. In Italia, secondo le valutazioni del Ministero della Salute, l'incidenza delle lesioni midollari è stimata intorno a 20-25 nuovi casi annui per milione di abitanti, con una prevalenza di 60-70 mila persone colpite da mielolesione. Un aspetto critico delle lesioni midollari è il deficit muscolare, in particolare a carico dei muscoli vertebrali e addominali, che può causare difficoltà nel mantenere la posizione seduta e nei movimenti del capo e del tronco. La debolezza dei muscoli intercostali o del diaframma può generare problemi respiratori, disfagia e difficoltà nella produzione del linguaggio. Questi fattori contribuiscono alla significativa perdita di autonomia nella vita quotidiana e possono portare a un deterioramento del tono dell'umore, culminando spesso in depressione in questa tipologia di pazienti. La riabilitazione dei mielolesi va oltre la semplice acquisizione di autonomia nelle attività quotidiane. Si trasforma in un'esperienza immersiva che coinvolge il paziente e l'intera squadra riabilitativa. Il connubio tra aspetti medici e psicologici è il centro di questo percorso, che abbraccia la vita sociale e lavorativa dei pazienti. Dagli interventi valutativi alle procedure diagnostiche e terapeutiche, ogni passo è finalizzato a superare, contenere o minimizzare le disabilità e le limitazioni derivanti dalle lesioni spinali. La degenza ospedaliera, pur necessaria, rappresenta solo una tappa di questo lungo viaggio. Il periodo post-ospedaliero è spesso pervaso da preoccupazioni legate al reinserimento sociale. I pazienti, dopo aver trascorso un periodo significativo in un contesto ospedaliero, affrontano il dilemma di adattarsi a una vita quotidiana che potrebbe sembrare radicalmente diversa. La gestione della cronicità diventa, pertanto, una componente cruciale della strategia di cura, coinvolgendo sia il paziente che il suo network di supporto. Il progetto "SCHERMA-CARE" si propone di affrontare queste sfide, offrendo un percorso che utilizza la scherma paralimpica come strumento terapeutico e di inclusione sociale. L'Accademia Scherma Milano S.S.D. e l'Associazione Malati Paraplegici Lombardi svolgeranno in prospettiva un ruolo chiave nel fornire supporto e guidare i partecipanti attraverso questa esperienza unica, contribuendo così al benessere psicofisico dei pazienti mielolesi coinvolti. La collaborazione tra istituzioni mediche, organizzazioni sportive e associazioni di pazienti dimostra l'importanza di approcci multidisciplinari per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità. MODULOPOL

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Cò, Francesca Maria - Giorgi Pierfranceschi, Matteo - Storti, Enrico

Creazione di un’agenda ambulatoriale di rientri dedicati al PS al fine di ridurre il tasso di ricoveri e migliorare la sicurezza delle dimissioni dal Pronto Soccorso / Francesca Maria Cò, Matteo Giorgi Pierfranceschi, Enrico Storti

Milano : PoliS-Lombardia, [2024]

Abstract: Come declinato dalla DELIBERAZIONE N° XI / 6893 Seduta del 05/09/2022 “INTERVENTI PER L’EFFICIENTAMENTO DEL FLUSSO DEI PAZIENTI DAL PRONTO SOCCORSO” i percorsi ambulatoriali post-PS rappresentano, unitamente alle aree di osservazione breve intensiva, uno strumento riconosciuto in letteratura per contenere la percentuale di ricovero e i rischi connessi a possibili dimissioni inappropriate. L’ identificazione delle condizioni patologiche che possono giovarsi di un approfondimento diagnostico/specialistico in regime ambulatoriale e la creazione di agende dedicate facilita la dimissione da PS, riducendo i ricoveri inappropriati e, auspicabilmente, la LOS (length of stay) e aumenta la sicurezza della dimissione stessa. In questo PW analizzeremo come si è arrivati alla creazione di un’agenda di rientri ambulatoriali dedicata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cremona ed analizzeremo i risultati fin qui ottenuti. MODULOPOL

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Battaglia, Giuseppe - Costantino, Ester Maria Grazia

Organizzazione e formalizzazione presso il Presidio Ospedaliero di Manerbio (ASST del Garda) di un Centro di Riferimento Interaziendale di III livello per l’erogazione di procedure interventistiche per il trattamento endovascolare delle complicanze delle fistole artero-venose per dialisi / Giuseppe Battaglia, Ester Maria Grazia Costantino

Milano : PoliS-Lombardia, 2024

Abstract: CONTESTO La fistola artero-venosa (FAV) è l’accesso vascolare di prima scelta in emodialisi per l’elevata efficacia dialitica, per il basso rischio di infezioni e di complicanze e per la riduzione dell’ospedalizzazione del paziente e del tasso di morbilità e mortalità. Perciò il mantenimento della pervietà ed il corretto funzionamento della FAV sono presupposti essenziali per ottenere una sua prolungata longevità (con preservazione del patrimonio vascolare del paziente), una migliore qualità di vita e una maggiore sopravvivenza dei pazienti in trattamento emodialitico. Presso la SC di Radiodiagnostica e la UOC di Nefrologia e Dialisi del Presidio Ospedaliero di Manerbio dell’ASST del Garda vengono effettuate, in urgenza (entro 24-48 ore) o in elezione (entro 7 giorni), procedure interventistiche per il trattamento endovascolare delle complicanze FAV per emodialisi. L’equipe coinvolta è costituita da nefrologi interventisti, radiologo interventista, chirurgo vascolare, TSRM (tecnici sanitari radiologia medica) ed infermieri del Servizio di Radiologia. Le procedure vengono effettuate ad utenti dei presidi dell’ASST del Garda (PO di Manerbio, Gavardo, Desenzano), dell’ASST Franciacorta, dell’ASST Valcamonica, dell’Ospedale di Montichiari dell’ASST Spedali Civili di Brescia e dell’Ospedale San Pellegrino di Castiglione delle Stiviere per un bacino di utenza di circa 750.000 abitanti. IDEA L’idea del progetto consiste nell’analisi retrospettiva della casistica degli ultimi 5 anni delle procedure di fistolografia con angioplastica percutanea transluminale (PTA) effettuate presso il PO di Manerbio con l’obiettivo di: - confermare che le metodiche endovascolari rappresentano la tecnica di prima scelta per il trattamento delle complicanze delle FAV; - analizzare i costi dei trattamenti endovascolari vs quelli chirurgici; - definire l’organizzazione e formalizzare l’esistenza presso il PO di Manerbio di un Centro di Riferimento Interaziendale di III livello per la gestione degli accessi vascolari per emodialisi. I destinatari del progetto sono gli utenti in trattamento emodialitico dell’ASST del Garda e delle ASST coinvolte. Sono stati valutati i costi dei diversi trattamenti endovascolari e dei differenti interventi chirurgici. Dai nostri dati emerge che il tasso di pervietà primaria, indicatore di qualità, risulta essere non solo in linea ma addirittura superiore a quanto riportato in letteratura e che vi è un sostanziale equilibrio dei costi medi delle procedure endovascolari e delle procedure chirurgiche. L’elevato tasso di pervietà cumulativa dell’accesso vascolare giustifica l’incremento del costo complessivo dei trattamenti endovascolari nei pazienti con una o più recidive. RISORSE E LINEE OPERATIVE La relizzazione e l’implementazione del progetto prevedono: - formalizzazione del team multidisciplinare (radiologo interventista, nefrologi interventisti, chirurgo vascolare) già presente; - costituzione di un ambulatorio dedicato per “visita multidisciplinare degli accessi vascolari per emodialisi” - calendarizzazione mensile di incontri multidisciplinari per la discussione dei casi clinici - attivazione di un ambulatorio di Ecocolordoppler degli Accessi Vascolari per emodialisi presso la UOC di Nefrologia per la sorveglianza della FAV con un “timing” di tre mesi. Dalla valutazione dell’ampia casistica si conferma che le metodiche endovascolari rappresentano la tecnica di prima scelta nel trattamento delle complicanze della FAV per emodialisi in quanto sono dotate di un elevato tasso di successo tecnico e di pervietà a distanza, con ridotte complicanze e con costi equiparabili a quelli dell’intervento chirurgico; il trattamento delle recidive consente di preservare a lungo il patrimonio vascolare dei pazienti in emodialisi. La realizzazione del progetto con l’organizzazione e formalizzazione del Centro di Riferimento Interaziendale può favorire l’ampliamento del bacino di utenza destinatario del trattamento endovascolare; l’attività del team multidisciplinare ed il monitoraggio effettuato presso l’ambulatorio ecocolordoppler degli accessi vascolari si prevede che possano migliorare ulteriormente la sopravvivenza e la longevità dell’accesso vascolare. L’implementazione del progetto si fonda sulla riorganizzazione e sulla ottimizzazione delle risorse umane e tecnologiche già presenti presso il PO di Manerbio. MODULOORG

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Vettoretto, Nereo

Progetto chirurgia Geriatrica : Ospedale di Montichiari, Spedali Civili di Brescia / Nereo Vettoretto

Milano : PoliS-Lombardia, 2024

Abstract: Il progetto prevede un percorso per i pazienti geriatrici, in particolare i pazienti over 65aa fragili, che vengono ricoverati in Chirurgia, si in elezione che in urgenza. La Chirurgia dell’Ospedale di Montichiari, spoke degli Spedali Civili di Brescia, ha caratteristiche adatte ad un percorso per questo tipo di pazienti. L’Ospedale è infatti dotato di un reparto di Geriatria, sede della scuola di Specialità dell’Università di Brescia, oltre ad un reparto di cure subacute, oltre alle figure di consulenti necessari. Il percorso dedicato, prendendo spunto da quanto già esistente in ambito del reparto di geriatria e dei criteri delineati dall’American College of Surgeons per i requisiti di una chirurgia geriatrica, si articola in tre fasi: - Pre-ricovero: in cui i pazienti vengono screenati, nell’ambito del già esistente pre-ricovero chirurgico, per identificare i pazienti fragili e particolarmente a rischio (per i domini più sensibili, cognitivo, motorio e nutrizionale) e si identificano eventuali provvedimenti correttivi diagnostici o terapeutici - Riunione multidisciplinare: in cui si analizza l’indicazione chirurgica unitamente alle caratteristiche di fragilità tarando il piano terapeutico - Riunione con il paziente e il care-giver (colui che si occupa quotidianamente dell’assistenza a domicilio del paziente o lo supporta) e il medical proxy (figura professionale o non professionale di cui il paziente si fida e a cui delega decisioni sul suo stato di salute) per l’empowerment del paziente e per la decisione congiunta ed il consenso informato all’intervento - Ricovero: in cui vengono messe in atto procedure per la miglior cura del paziente geriatrico (ambientali, professionali) tra cui la degenza (in stanza singola attrezzata per ospitare il care-giver), l’assistenza (personale medico sia chirurgico che geriatrico ed infermieristico formato), l’intervento chirurgico ed il monitoraggio post-operatorio. - Dimissione: valutata mediante ripetizione dei test di fragilità e scelta tra le varie opzioni (domicilio, assistita o no da care-giver, dimissione protetta con assistenza di personale infermieristico, ricovero in riabilitazione geriatrica, ricovero in Cure sub-acute, trasferimento in strutture assistenziali o hospice). L’implementazione organizzativa prevede riunioni per stabilire e condividere il protocollo, formative per il personale medico e infermieristico geriatrico e chirurgico, con progressiva implementazione di personale medico geriatrico (geriatri in formazione) che confluisca (2 medici al 50%) con i chirurghi per un’assistenza integrata. Si prospetta inoltre la creazione di un gruppo multidisciplinare con le figure necessarie alla valutazione integrata del paziente con riunioni a cadenza settimanale. Il periodo di applicazione è di circa un anno, di cui sei mesi di prova. Annualmente si terrà un audit per valutare gli esiti in termini qualitativi dei pazienti geriatrici (dimissione, comorbilità insorte durante la degenza, complicanze chirurgiche, re-ammissioni) mediante dati desunti dalla compilazione di un database. La messa a regime del progetto costituirà la prima esperienza a livello italiano di una chirurgia con percorsi dedicati ai pazienti geriatrici e in una successiva fase potrà essere di indirizzo per i pazienti afferenti all’ASST Spedali Civili di Brescia. MODULOORG

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Tonoli, Sandro

Implementazione della UOC Radioterapia e Medicina Nucleare dell’ASST di Cremona tramite l’acquisizione di una TC PET : Aspetti gestionali / Sandro Tonoli

Milano : PoliS-Lombardia, 2024

Abstract: Le indicazioni cliniche all’effettuazione di un’indagine TC PET (Tomografia a Emissione di Positroni) riguardano molte discipline. Il maggior utilizzo è in ambito oncologico, dove la TC PET è utilizzata per la stadiazione dei tumori, per la valutazione della risposta terapeutica e per il monitoraggio post terapia. Altri settori non meno importanti sono rappresentati dall’ambito neurologico, cardiologico e immunoreumatologico e infettivo infiammatorio. L’elevata incidenza di patologie neoplastiche nel territorio e la presenza di un Dipartimento oncologico nell’ASST di Cremona, che già tratta un importante numero di pazienti, si scontra con la non disponibilità, all’interno dell’ospedale, di una tipologia di esame diagnostico ormai essenziale in ambito oncologico. Nella città di Cremona è disponibile una TC PET solo in un Centro privato convenzionato. L’effettuazione dell’esame TC PET in strutture diverse dal presidio ospedaliero dell’ASST di Cremona, riferimento principale per Cremona e provincia, ha come conseguenza un mancato scambio di informazioni, per i casi complessi, fra il clinico che utilizza l’esame per impostare un trattamento medico, chirurgico o radioterapico, e il clinico ha refertato l’esame. L’assenza di una TC PET si traduce anche in scarsa attrattività da parte di professionisti medici nucleari in quanto desiderano svolgere un’attività diagnostica con apparecchiature moderne che coprano un ampio ambito clinico. La necessità di una PET TC è stata evidenziata e condivisa già da alcuni anni nell’ambito del Dipartimento Oncologico dell’ASST di Cremona. La Direzione Generale già negli anni precedenti ha accolto questa richiesta che è stata inserita nei Programmi biennali degli acquisti di forniture e servizi dal 2021 a oggi. Nel frattempo, in seguito alla pandemia del 2020 e al suo impatto sull’ospedale di Cremona, la richiesta della Direzione Strategica di costruire un nuovo ospedale è stata accolta da Regione Lombardia. Sulle basi delle indicazioni fornite dalla Direzione Strategica dell’ASST di Cremona, condivise con Regione Lombardia, il nuovo ospedale includerà anche la presenza di un nuovo reparto di Medicina nucleare in grado di accogliere, oltre a una tomoscintigrafia (SPECT, Single Photon Emission Computed Tomography) e una SPEC TC (tomoscintigrafia associata a una tomografia assiale computerizzata), già presenti attualmente, una TC PET. Risulta quindi necessario, nel periodo intercorrente alla realizzazione dei nuovi ambienti, rispondere alla importante percentuale di fuga dalla provincia di Cremona per questo esame diagnostico. Con il presente project work si sono voluti analizzare i vari aspetti che l’utilizzo di fondi pubblici richiede: la reale necessità del territorio, l’analisi della situazione attuale, le possibilità di sviluppo, la quantificazione dei costi, il coinvolgimento dei vari stakeholder e le necessità di adeguamento del personale, medico, tecnico, infermieristico e fisico coinvolto. Con l’acquisizione di una PET TC si completerebbe l’offerta diagnostica e terapeutica per la popolazione cremonese da parte della principale struttura pubblica. I professionisti in ambito oncologico (chirurgico, medico e radioterapico), cardiologico e neurologico non si troverebbero nella necessità di inviare i propri pazienti in altre strutture per completare l’iter diagnostico. MODULOORG

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Pinotti, Gianpaolo

Realizzazione di Polo Ecografico Multidisciplinare nel Presidio Ospedaliero di Desenzano del Garda / Gianpaolo Pinotti

Milano : PoliS-Lombardia, 2024

Abstract: Contesto: il progetto parte da una disamina dell’assetto organizzativo ed operativo, della tecnologia disponibile e delle risorse umane presenti allo stato attuale connesse alla erogazione delle prestazioni ecografiche nel Presidio Ospedaliero di Desenzano del Garda. L’idea di cambiamento ed innovazione nasce da una analisi dei fattori ritenuti essere le cause principali di malessere organizzativo e di non ottimale efficienza quali l’arretramento tecnologico-strumentale e gli ambienti di lavoro non idonei e nei quali i professionisti svolgono la loro attività nella maggior parte dei casi in assenza di personale dedicato. Non meno importanti sono da considerare le difficoltà di programmazione e prenotazione degli esami e dei percorsi diversificati e non governati che gli utenti sono costretti ad affrontare. Obiettivi: gli obiettivi del progetto sono ottimizzare le risorse umane, perfezionare e indirizzare l’innovazione tecnologica, gratificare, motivare e valorizzare il personale sanitario assicurando un clima di benessere organizzativo, migliorare l’accoglienza dei pazienti, migliorare l’efficienza riducendo i costi ed implementando l’attività per affrontare e rispondere adeguatamente alla domanda crescente dei bisogni di salute. Linee Operative: per il raggiungimento degli obiettivi si individuano due azioni principali. La prima consiste in un intervento strutturale attraverso la realizzazione della infrastruttura che ospita il Polo Ecografico Multidisciplinare affinché distribuire meglio gli spazi e creare condizioni di comfort. La seconda riguarda il riassetto organizzativo partendo dalla concentrazione delle apparecchiature ecografiche negli spazi creati e dedicati e costituendo un Team Work aperto composto da personale amministrativo, infermieristico e medico multidisciplinare che già svolge l’attività affinché favorire un approccio collaborativo ed un benessere interno consentendo a tutti la possibilità di utilizzare apparecchiature di livello tecnologico adeguato. Nel progetto sono riportati gli indicatori delle azioni di pertinenza sia del riassetto organizzativo sia di quello strutturale. Costi: per quanto riguarda gli interventi strutturali viene stimato un costo di euro 300.000 per n. 4 sale ecografiche comprensivo di opere edili, arredi, sistema informatico ed oneri. Rimane da definire se collocare nel Polo le apparecchiature di acquisizione più recente e ritenute idonee e contemporaneamente dismettere quelle obsolete, riducendo i costi di manutenzione, oppure sostituire queste ultime ed in tal caso affrontare un ulteriore costo stimato di euro 300.000. Il personale invece è ad isorisorse. Risultati Attesi: la realizzazione di un Polo Ecografico Multidisciplinare avrebbe conseguenze notevoli nel rilancio reputazionale e nell’aumentare l’attrattività aziendale non solo per i pazienti ma anche per i professionisti sanitari. Si auspica che al Team Work partecipino anche i Medici di Medicina Generale attraverso percorsi facilitati e preferenziali a benefico dei loro assistiti quale modello innovativo di integrazione. Non trascurabile, infine, la funzione di formazione sul campo per tutti i Medici, cosicché aumentare le competenze, le abilità e la interscambiabilità a garanzia della continuità del servizio e della azione di rigenerazione. Infine sono da considerare gli aspetti green che la governance dei percorsi e del processo comporta. MODULORIS

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Locatelli, Giovanni

Implementazione della telemedicina in ambulatorio di ematologia / Giovanni Locatelli

Milano : PoliS-Lombardia, 2024

Abstract: Presso il presidio di Piario è attivo un ambulatorio di Ematologia con l’obiettivo di garantire prestazioni a pazienti affetti da patologie ematologiche non acute residenti in una area estesa, orogeograficamente, viabilisticamente e demograficamente sfavorevole. Sono sempre più frequenti accessi all’ambulatorio di pazienti provenienti da territori lontani, a cui non segue una presa in carico, e accessi inappropriati (problematiche complesse, patologie della coagulazione, monitoraggio della terapia anticoagulante) con insoddisfazione dei pazienti, che non ottengono risposta ai bisogni, e degli operatori, per prestazioni che non hanno utilità, e saturazione dell’offerta non più disponibile per i pazienti del territorio, costretti a cercare soluzioni altrove, con perdita del valore aggiunto della prossimità di cura e della presa in carico. Parte dell’attività di gestione dei pazienti ematologici cronici in carico all’ambulatorio di Ematologia (dal 2020) viene fatta in remoto, limitando l’accesso a prestazione in cui è strettamente necessario. Questa gestione è effettuata con strumenti (consultazione telefonica, mail, consultazione del FSE, ecc.) che non rispondono a standard di sicurezza (tracciabilità della prestazione e responsabilità) e normativi (privacy). Presso la SC Medicina Generale di Piario sono già in atto esperienze di telemedicina: monitoraggio infermieristico di pazienti con scompenso cardiaco cronico e televisite in diabetologia. Nella ASST Bergamo Est è attiva una S.S. Telemedicina e l’ASST è stata identificata come una delle aziende in cui realizzare progetti di attività ambulatoriali a distanza. L’obiettivo del progetto è introdurre gli strumenti della telemedicina teleconsulto e televisita nell’ambulatorio di Ematologia di Piario come elementi di integrazione tra ospedale e territorio, tra i presidi ospedalieri dell’ASST e tra medici dell’ASST e i medici del presidio Hub, per consentire un miglioramento dell’appropriatezza degli accessi, con l’obiettivo di contribuire al contenimento delle liste d’attesa, e la gestione integrata di pazienti con patologie ematologiche croniche. Creare, quindi, una organizzazione, anche con eventi formativi e momenti di incontro e confronto, che grazie all’introduzione degli strumenti della telemedicina e all’integrazione delle competenze e modelli di servizio innovativi, possa rispondere in modo efficace ed efficiente alle esigenze di salute del territorio e adattarsi ad esse con un più razionale utilizzo delle risorse, migliore interazione tra operatori, crescita professionale e soddisfazione degli stessi, mitigazione delle difficoltà logistiche del territorio per realizzare un approccio efficace e tempestivo a condizioni frequenti nella popolazione e migliorare la gestione di pazienti con patologie croniche severe, generalmente anziani. La telemedicina, intesa come insieme di tecnologia e organizzazione, inclusa in una rete di cure coordinate, potrebbe contribuire in modo rilevante a migliorare la capacità di risposta del sistema. MODULOORG

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Arrighini, Alberto

Istituzione e avvio dell’attività di un settore di degenza di pediatria d’urgenza / Alberto Arrighini

Milano : PoliS-Lombardia, 2024

Abstract: Con il project si intende descrivere il percorso intrapreso nella realtà del presidio Ospedale dei Bambini dell’ASST Spedali Civili per la realizzazione di una pediatria d’urgenza per verificarne la fattibilità e ipotizzare ulteriori, futuri sviluppi. Regione Lombardia ha emanato il 31.7.2023 la DGR XII-787 avente per oggetto l’approvazione del piano di riordino delle strutture, attività e dei ruoli del personale medico nell’ambito della rete dell’emergenza urgenza ospedaliera: in tale delibera si prevede che gli ospedali sede di DEA di I e II livello abbiano una SC di Pronto Soccorso che comprenda attività di pronto soccorso, di OBI e di degenza di medicina d’emergenza-urgenza, dove i medici possano ruotare. È stato inoltre stabilito che quattro ASST della regione, fra le quali l’ASST Spedali Civili sperimentino l’applicazione della delibera. La SC di Pronto Soccorso Pediatrico è un DEA pediatrico di II livello e la sezione di degenza di pediatria d’urgenza sarebbe la prima in regione. Obiettivo principale del progetto è migliorare l’appropriatezza dei ricoveri pediatrici nei diversi setting assistenziali, a partire dall’Osservazione Breve Intensiva per finire ai ricoveri in regime di degenza ordinaria, sia nei reparti medici che chirurgici, dove vi sono liste d’attesa importanti per taluni interventi. L’apertura del settore di degenza di pediatria d’urgenza ha come principale destinatario la popolazione di riferimento del Presidio Ospedale dei Bambini, residente nel territorio dell’ATS di Brescia, che usufruisce del servizio del pronto soccorso pediatrico: negli ultimi anni circa il 10% dei bimbi meritevoli di ricovero è stata trasferita in altri ospedali per mancanza di posto letto idoneo creando disagio ai piccoli pazienti e alle loro famiglie. Dopo un’analisi preliminare dei dati, che ha fatto emergere lo spazio per questa nuova attività, ricevuto il mandato dalla Direzione di Dipartimento e di Presidio, è iniziato un confronto con le altre strutture interessate (pediatria, neuropsichiatria infantile, otorinolaringoiatria e chirurgia) per concordare i percorsi successivi. Con la collaborazione del controllo di gestione si è impostata un’analisi puntuale di ricoveri, giornate di degenza, DRG medici prodotti e relativo ricavo, trasferimenti, che ha confermato la sostenibilità del progetto. I primi mesi di attività hanno prodotto dati molto incoraggianti con tassi di trasferimento limitati e degenza media entro il range; la persistenza di trasferimenti e i dati dell’OBI confermano un ulteriore fabbisogno di posti letto, necessario per trasformare la degenza della pediatria in pediatria specialistica e per aumentare il tasso di DRG chirurgici in ORL e in chirurgia. Sarà fondamentale un monitoraggio puntuale degli indicatori di attività anche per correggere eventuali errori, ma anche un continuo confronto con le altre strutture di ricovero per condividere eventuali problemi emersi e soprattutto concordare gli opportuni aggiustamenti. È un lavoro in fieri che necessita di un congruo periodo di consolidamento per affinare e meglio uniformare i comportamenti a partire dal pronto soccorso dove si decide se il bimbo debba essere trattenuto e quale sia la sede più opportuna per il ricovero; questa fase avrà successo se vi sarà il massimo del coinvolgimento e della condivisione di tutto il personale, medico e del comparto. Sarà inoltre fondamentale il monitoraggio puntuale degli indicatori individuati oltre al controllo dei consumi e della valorizzazione dei DRG derivanti dagli episodi di ricovero. È un progetto ambizioso, ma l’apertura di questo nuovo settore di degenza è il volano per avviare tutto il processo. MODULOORG

Costituzione quale riforma?
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Astrid <Fondazione>

Costituzione quale riforma? : le proposte del Governo e la possibile alternativa / Fondazione Astrid ; a cura di Giuliano Amato ... [et al.]

Bagno a Ripoli (FI) : Passigli, 2024

Abstract: La democrazia italiana non gode di buona salute: lo dimostrano il crescente astensionismo e la diffusa sfiducia dei cittadini verso le istituzioni. Ma il problema non è solo quello della stabilità dei governi. Le sfide della nostra epoca (il cambiamento climatico, le migrazioni di massa, la competizione economica e tecnologica, l'invecchiamento della popolazione, le guerre ibride) richiedono scelte coraggiose e lungimiranti che solo governi stabili possono fare. Ma vincere queste sfide richiederà da tutti sacrifici impegnativi: dunque occorre anche che queste decisioni siano assistite da un largo consenso popolare e siano sentite come legittime dalla gran parte della popolazione, in modo che la loro attuazione possa contare sul concorso convinto dei cittadini, dei corpi intermedi e delle imprese. Occorre anche, dunque, ripristinare la rappresentatività delle istituzioni e riattivare o reinventare gli strumenti della partecipazione democratica. La proposta di riforma del Governo italiano non risolve questi problemi, anzi li aggrava. Concentra tutti i poteri in capo al premier, senza i contrappesi che bilanciano i sistemi presidenziali; indebolisce il ruolo di garanzia ed equilibrio del Presidente della Repubblica; rende il Parlamento ancor più succube del Governo; contrasta con i principi supremi di democrazia e stato di diritto che neppure una riforma costituzionale può violare. Questo piccolo libro, prodotto della riflessione collegiale di molti dei più autorevoli costituzionalisti italiani, non si limita però ad un'analisi critica del progetto del Governo. Delinea anche un progetto di riforma alternativo, basato sull'esperienza delle democrazie europee. In questo progetto, la stabilità del governo è accompagnata dalla difesa del ruolo di garanzia del Capo dello Stato, dal rilancio del Parlamento, dalla riconsegna ai cittadini del potere di scegliere i parlamentari, dal recupero degli strumenti della partecipazione democratica. Non affossa, ma rilancia la democrazia italiana.

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Il sistema agro-alimentare della Lombardia : rapporto 2023 / Regione Lombardia Direzione Generale Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, Università Cattolica del Sacro Cuore : Alta Scuola di Management ed Economia Agro-alimentare (SMEA), Università degli Studi di Milano : Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali (ESP) ; a cura di Roberto Pretolani, Daniele Rama

Milano : Franco Angeli, 2024

Abstract: Il Rapporto 2023 sulla situazione e le prospettive del sistema agro-alimentare in Lombardia costituisce un contributo organico alla conoscenza delle caratteristi-che di uno dei più importanti sistemi regionali nel panorama europeo. L'obiettivo del Rapporto, giunto alla ventunesima edizione, è quello di fornire indicazioni agli operatori del settore e un quadro di riferimento complessivo per gli attori pubblici. Le informazioni contenute nel Rapporto sono aggiornate al settembre 2023; trattando quindi un periodo in cui i comportamenti degli individui, il funzionamento dei mercati e l’organizzazione delle supply chain sono stati profondamente influenzati da livelli dei costi nettamente superiori rispetto al recente passato, in particolare per l’approvvigionamento delle materie prime, avviati già nel 2022 e mantenutisi nell’anno in corso, questi impatti sono stati analizzati nelle singole parti che compongono il rapporto. La prima parte del volume riporta l'analisi dei principali avvenimenti del 2022 e dei primi nove mesi del 2023 e delle prospettive del sistema a livello regionale ed internazionale. La seconda parte è composta inizialmente da un ampio quadro di sintesi delle caratteristiche strutturali ed economiche del sistema agro- alimentare lombardo. Seguono tre capitoli dedicati all'analisi delle politiche agricole a livello comunitario, nazionale e regionale, con una fotografia della loro attuale configurazione e l'esame delle tendenze in atto. Nella terza parte del Rapporto si considerano le principali componenti del sistema agroalimentare: distribuzione al dettaglio, industria alimentare ed agricoltura, comprendendo anche l'analisi degli scambi con l'estero del sistema regionale e nazionale. La quarta parte è riservata all'analisi dei fattori di produzione, ed in particolare degli impieghi di manodopera, dei mezzi tecnici, del credito agrario e del mercato fondiario. La parte conclusiva del volume riguarda l’analisi delle più significative filiere delle produzioni vegetali e animali della regione. Per ciascuna di esse vengono descritti gli andamenti congiunturali della produzione agricola, della trasformazione, dei consumi e dei prezzi dei prodotti. Negli ultimi due capitoli di questa edizione vengono sintetizzate le principali caratteristiche delle filiere dei prodotti biologici e DOP/IGP food presenti in Lombardia. Il volume è realizzato per conto della Direzione Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste di Regione Lombardia, dalla collaborazione di un gruppo di ricercatori dell'Alta Scuola di Management ed Economia Agro-alimentare (SMEA)dell'Università Cattolica del Sacro Cuore con sede a Cremona, coordinato dal prof. Daniele Rama, e del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali (ESP)dell'Università degli Studi di Milano, coordinato dal prof. Roberto Pretolani.

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PoliS-Lombardia - Symbola Fondazione per le qualità italiane

I talenti della Lombardia / PoliS-Lombardia, Symbola

Milano : PoliS-Lombardia, 2024

Abstract: La Lombardia è la prima regione in Italia per imprese, occupazione e valore aggiunto, ed è anche la prima regione italiana per numero di imprese che effettuano eco-investimenti (88.020) e per contratti stipulati a green jobs (421.171). Sono 37.655 le imprese attive o potenzialmente attive nel settore delle energie rinnovabili in Italia, oltre un terzo ha la sede legale in Lombardia, Lazio e Campania. La Lombardia domina con 6.035 imprese, corrispondenti al 16,0% del totale nazionale, seguita dal Lazio con 4.084 imprese e una percentuale del 10,8%. Per quanto riguarda le imprese coesive sono il 24% del totale nazionale e a Brescia sono il 47,6% delle imprese della provincia; inoltre Brescia ha il 36,2 % delle imprese eco-investitrici sul totale delle imprese provinciali. Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo lombardo vale 26,4 miliardi di euro di valore aggiunto con 352.600 occupati. Brescia è seconda tra le province lombarde per valore aggiunto (4,4%) e occupazione (4,9%) culturale e creativa. Per quanto riguarda i territori di Bergamo e Brescia legate dall’esperienza di Capitale della Cultura 2023 il settore Cultura insieme, sviluppa 3.676.900.000 di euro di valore aggiunto (il 3,8% del totale sviluppato dal nostro Paese), con 56.280 persone occupate nel settore (il 3,8% del totale nazionale). Le due province insieme rappresentano il quarto polo culturale italiano per valore aggiunto e occupazione. Dalla collaborazione tra PoliS-Lombardia e Symbola, il report I talenti della Lombardia. Rapporto 2023 fornisce analisi e dati che aiutano a collocare la nostra regione nel più vasto contesto nazionale ed europeo. Presentato in occasione della conferenza stampa tenutasi a Brescia l'1 marzo 2024.

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PoliS-Lombardia

Il rischio di spopolamento nei comuni lombardi / PoliS-Lombardia ; Raffaello Vignali, Roberta Rossi

Milano : PoliS-Lombardia, 2024

Abstract: Sono cinque gli indicatori considerati utili per la lettura del rischio di spopolamento dei comuni lombardi: Densità abitativa, Tasso di crescita naturale, Tasso migratorio totale, Indice di vecchiaia, Quota % di popolazione in età attiva. - Il fenomeno dello spopolamento demografico, nel prossimo decennio, coinvolgerà soprattutto comuni delle aree montane della regione, dell’Oltrepò Pavese e della bassa fascia padana. - Sono 265 i comuni lombardi ad alto rischio di spopolamento, pari al 18% del totale dei comuni lombardi. - A questi si aggiungono ulteriori 255 comuni a rischio moderato di spopolamento (17%). - Comuni ad alto rischio di spopolamento: la scarsa natalità, unita alla ridotta attrattività migratoria e al progressivo invecchiamento della popolazione ha fatto sì che dal 2002 ad oggi la popolazione residente si sia ridotta complessivamente di quasi 11 punti percentuali. - La provincia di Pavia presenta la maggiore concentrazione di comuni ad alto rischio di spopolamento (79 comuni pari al 43% dei comuni della provincia), seguita dalla provincia di Cremona (31 comuni pari al 27% dei comuni cremonesi) e da quelle di Mantova e Sondrio (rispettivamente 16 e 19 comuni pari al 25% dei comuni dalle relative province). - Il problema della provincia di Pavia è dovuto alla scarsa natalità (rispetto ai decessi) e al progressivo invecchiamento di una popolazione già più anziana della media. - I comuni ad alto rischio della provincia di Cremona e di Mantova presentano invece un segnale di allarme soprattutto per quanto concerne la scarsa capacità attrattiva. - I comuni ad alto rischio della provincia di Sondrio sono i meno popolosi della Lombardia e sono i comuni dove il problema dell’invecchiamento si presenta in maniera più allarmante. - Nel corso dell’ultimo ventennio i comuni ad alto rischio in cui si è osservata la maggiore contrazione della popolazione residente sono i 42 comuni in tale condizione della provincia di Bergamo dove mediamente, oggi sono residenti 86 persone ogni 100 che lo erano nel 2002.

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Censimento Permanente della Popolazione in Lombardia: le dinamiche demografiche : anno 2022 / PoliS-Lombardia ; Roberta Rossi

Milano : PoliS-Lombardia, 2024

Abstract: I contenuti principali del Working paper Censimento Permanente della Popolazione in Lombardia: le dinamiche demografiche. Anno 2022: - Sono 9.976.509 i residenti in Lombardia al 31/12/2022. La popolazione, scesa dal 2020 sotto i 10milioni di abitanti, è pressoché stazionaria nell’ultimo triennio. - L’aspettativa di vita alla nascita è di 81 anni per i maschi e 85 per le donne, in aumento rispetto un anno prima e leggermente superiore alla media nazionale. - In un ventennio la percentuale di popolazione di 75 e più anni è passata dal 7,8% al 12,2%. Quella di 85 e più anni da 2,1% a 3,7%. Due ultra85enni su tre sono di sesso femminile. - La popolazione straniera è pari a 1.176.169 unità a fine 2022. 430mila hanno cittadinanza europea. Complessivamente, il dato è superiore di 20mila unità rispetto al precedente anno (+1,8%). - Poco più della metà degli stranieri residenti è di genere femminile (50,8%). La percentuale cresce in misura maggiore per le provenienze dall’Europa centro-orientale e America centro-meridionale. - Sono circa 200mila i cittadini italiani residenti all’estero nati in Lombardia. La maggior parte risiede in Svizzera (40mila), dove circa un emigrato su quattro ha tra i 18 e 39 anni - Sul territorio, le province di Lodi, Monza, Bergamo, Brescia e Como evidenziano una maggiore crescita demografica nel medio periodo: superiore al 10% in un ventennio.

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PoliS-Lombardia

La presenza delle donne nella politica locale in Lombardia : rapporto di ricerca / PoliS-Lombardia; a cura di Silvana Fabrizio, Sara Della Bella

Milano : PoliS-Lombardia, 2024

Abstract: Il rapporto analizza un segmento specifico della partecipazione delle donne lombarde alla vita politica del territorio, ponendo l'attenzione in particolare sulla presenza femminile negli organi comunali di rappresentanza in Lombardia (Sindache, Assessore, Consigliere Comunali). Si affronta inoltre il tema del riequilibrio delle rappresentanze di genere negli enti locali e si propone uno sguardo sulla partecipazione alla politica locale da parte dei più giovani (i cosiddetti Millennials e Generazione Z).

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Vignali, Raffaello - Guzzo, Simonetta - PoliS-Lombardia

Osservatorio del mercato del lavoro e della formazione professionale in Lombardia [dati 2022 - primo trimestre 2023] : Rapporto sul mercato del lavoro e sul sistema di istruzione e formazione / Polis Lombardia; Raffaello Vignali, Simonetta Guzzo

Milano : PoliS Lombardia, 2023

Abstract: Il Rapporto sul mercato del lavoro e sul sistema dell’istruzione e della formazione in Lombardia descrive ed analizza l’evoluzione del mercato del lavoro e del sistema di istruzione e formazione regionale. Il rapporto si apre con l'analisi del quadro demografico ed economico lombardo (sezione 1) seguita da un approfondimento sul panorama regionale del mercato del lavoro : un'analisi generale sull'andamento complessivo, arricchita da una dettagliata disamina della domanda e dell'offerta di lavoro e delle loro specifiche caratteristiche. Inoltre, viene dedicata attenzione alle sfide attuali correlate alla crescente difficoltà legate al reperimento del personale e all'invecchiamento della popolazione (sezione 2). La seconda parte del rapporto è dedicata al sistema lombardo di istruzione e formazione . Dopo l'analisi della struttura e delle dinamiche del sistema formativo regionale di livello secondario e della sua utenza con un focus sulla situazione giovanile e sull’istruzione superiore, il Rapporto propone una ricostruzione dell’offerta dei percorsi di scuola secondaria di secondo grado e degli iscritti al sistema scolastico nel corso degli ultimi anni e un’analisi delle scelte degli studenti nell’iscrizione della scuola superiore di secondo grado. Segue un approfondimento sull’offerta del sistema di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) con l’obiettivo di fornire per l’anno formativo 2022/2023 una descrizione puntuale dell’offerta nelle sue declinazioni (qualifiche e diplomi) e degli iscritti ai percorsi attivati (sezione 3). Infine, si propone la ricostruzione dell’offerta del sistema regionale della formazione superiore, ovvero dei percorsi IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) e ITS (Istruzione Tecnica Superiore), ambiti nei quali la Regione Lombardia ha avviato da alcuni anni una strategia di sostegno finalizzata al potenziamento e alla qualificazione delle strutture proponenti e al miglioramento e rafforzamento dell’offerta, strategia che viene implementata anche sulla base delle richieste che provengono dalle imprese, in modo da creare una filiera formativa professionalizzante completa (sezione 4).

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PoliS-Lombardia - Lombardia <Regione> - ANCI Lombardia

Progetto Rete Informagiovani: relazioni, sinergie e opportunità per i giovani sul territorio : report finale / PoliS-Lombardia, Regione Lombardia, ANCI Lombardia

Milano : PoliS-Lombardia, [2023]

Abstract: Il progetto Rete Informagiovani nasce nel novembre 2022 quando Regione Lombardia affida a PoliS-Lombardia, nell'ambito di una convenzione trilaterale che comprende anche ANCI Lombardia, l'incarico di analizzare e mappare la situazione degli Informagiovani in Lombardia, di verificarne i bisogni e le esigenze evolutive e di definire le competenze professionali necessarie agli operatori immaginando, nel caso, un percorso formativo ad hoc. Scegliendo di affrontare il progetto con un approccio multidisciplinare, PoliS-Lombardia ha coinvolto nel proprio gruppo di lavoro l'Università dell'Insubria per la mappatura dei servizi esistenti sul territorio, SDA Bocconi per l'analisi delle modalità di erogazione dei servizi e delle competenze esistenti nei centri Informagiovani, e il TRAILab dell'Università Cattolica per far emergere - nell'incontro con ragazze e ragazzi - i loro bisogni più profondi, le aspirazioni e le richieste di supporto veicolabili attraverso gli sportelli Informagiovani. Sebbene l'input iniziale del progetto fosse quello di individuare un modello e un set di competenze precisi per irrobustire e innovare il servizio, l'output ottenuto è ben diverso. Non si può parlare, infatti, di un unico modello ma di molte e diverse modalità utili ed efficaci di erogazione del servizio: l’Informagiovani cambia in maniera rilevante non solo a seconda delle realtà nelle quali si colloca, ma anche della domanda con la quale si deve confrontare. In generale, dunque, questo lavoro di indagine non ha dato soltanto risposte, ma, come spesso accade nei lavori di ricerca, ha soprattutto fatto emergere anche nuove domande e nuove questioni, alcune delle quali sono particolarmente cogenti per la Regione e il suo ruolo di governance.