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Trovati 131 documenti.

SSN-Sanità territoriale
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Romano, Anna

SSN-Sanità territoriale : Servizi dipendenze e salute mentale: due modelli a confronto / Anna Romano

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: I Servizi di Salute Mentale e i Servizi per le Dipendenze Patologiche sono stati funzionalmente e organizzativamente separati dalla fine degli anni ’70 in Italia e sono cresciuti in maniera indipendente, pur avendo mantenuto la necessità di un dialogo e di una integrazione costante, in particolare per il trattamento dei pazienti con doppia diagnosi, la cui incidenza è costantemente in aumento. La letteratura riporta sostanzialmente tre modelli di gestione di questi casi complessi, riassumibili in: Modello sequenziale, modello parallelo e modello integrato, esprimendo una valutazione di maggiore efficacia sul modello integrato, ma rilevando anche che è molto raro che si siano prodotti protocolli e/o linee guida fra Servizi condivisi e vincolanti, con studi di efficacia. Negli ultimi anni, nell’ambito dell’autonomia decisionale nell’ambito Sanitario, alcune Regioni italiane stanno sperimentando un diverso modello organizzativo e gestionale dei due Servizi sul Territorio, che prevede la collocazione delle Strutture Complesse delle Dipendenze e della Salute Mentale all’interno di un unico Dipartimento di Salute Mentale mentre, in parallelo, le altre Regioni mantengono attualmente i due Dipartimenti separati. Questo project work intende confrontare, per alcuni aspetti specifici, i due modelli organizzativi e i percorsi clinici correlati, per rilevare, anche attraverso interviste ai Direttori di Struttura Complessa e di Dipartimento dei due Servizi, punti di forza e criticità dei due modelli, in particolare per quanto riguarda i tempi e modalità di erogazione e la qualità dei trattamenti al cliente finale, con una particolare attenzione ad ipotesi di implementazione dell’integrazione fra Servizi. L’interesse dell’argomento è accresciuto dalla attuale situazione di contesto, dove i lavori attualmente in corso della Commissione Ministeriale per il patto della Salute e di Agenas per le linee di indirizzo sulla nuova organizzazione dei Servizi Sanitari, (dopo l’esperienza della pandemia e in vista del PNRR), richiedono elementi di conoscenza utili a implementare processi decisionali razionali e motivati per i cambiamenti necessari, in particolare per quanto riguarda i Distretti e la Medicina di territorio.. MODULOORG

Sperimentazione presso un Servizio Ambulatoriale di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza territoriale piemontese di un modello operativo innovativo di amministrazione delle Liste d’Attesa: Triage Telefonico e applicazione di Criteri Sperimentali di Accesso e Classi di Priorità SINPIA
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Colombi, Elisa - Franceschini, Michela - Nucera, Gabriella

Sperimentazione presso un Servizio Ambulatoriale di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza territoriale piemontese di un modello operativo innovativo di amministrazione delle Liste d’Attesa: Triage Telefonico e applicazione di Criteri Sperimentali di Accesso e Classi di Priorità SINPIA / Elisa Colombi, Michela Franceschini, Gabriella Nucera

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: La Società Scientifica Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), attraverso le Sezioni “Epidemiologia e Organizzazione dei Servizi” e “Psichiatria dell’Età Evolutiva”, ha recentemente proposto ai Servizi ambulatoriali di NPIA appartenenti a diverse regioni d’Italia l’utilizzo in via sperimentale, su base volontaria, di un modello di Criteri di Accesso basato su Classi di Priorità. Tuttora a livello nazionale questi servizi non sono dotati di un sistema per l’individuazione di specifici criteri di priorità per l’accesso alle cure, con conseguenti significative criticità organizzative. Tale proposta ha avuto la finalità di raccogliere i dati preliminari delle esperienze intraprese a livello del Gruppo di Lavoro inter-regionale, condividere spunti di riflessioni e proposte organizzative. Il Servizio Ambulatoriale di Neuropsichiatria Infantile dell’Azienda Sanitaria Locale A.S.L. CN2, durante il periodo pandemico Covid-19, per affrontare l’aumento delle domande di cura in un assetto iso risorse ha scelto di organizzare a livello locale un modello operativo di accoglienza e di indirizzo delle domande di primo accesso al Servizio, comprendente la strutturazione di un Triage telefonico e di un sistema di amministrazione delle liste di attesa, al quale sono stati applicati i criteri sperimentali di accesso SINPIA, opportunamente adattati. Il modello è stato applicato a tutte le 624 richieste di prime visite avvenute del periodo marzo 2020 - agosto 2021, alle quali si è dato accesso sulla base del livello di priorità definito, permettendo l’evasione in 24-72 ore del 97% delle visite di classe U di area psichiatrica e del 94% delle visite di classe U di area neurologica (U= urgenti sulla base del sospetto diagnostico e della sintomatologia in atto). La sperimentazione si è dimostrata efficace nel raggiungere gli obiettivi di misurazione della domanda, amministrazione delle liste d’attesa e capacità di intercettare e orientare in tempi rapidi il reale bisogno di salute, rispondendo in modo appropriato ed efficace ai bisogni di cura a partire da quelli che presentano caratteristiche di urgenza, contenendo nel frattempo l’affanno organizzativo dei rispondenti e l’ansia dei richiedenti. Obiettivi paralleli sono stati: la valutazione dell’adeguatezza delle risorse disponibili; il contributo alla riduzione dell’inappropriatezza della domanda e della risposta attraverso la collaborazione con le cure primarie (PLS/MMG); il contrasto agli accessi impropri in pronto soccorso; il monitoraggio e la verifica dei dati relativi al flusso delle domande. MODULOORG

Il Budget di Salute: il superamento della residenzialità psichiatrica verso nuove forme di abitare
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De Giosa, Elena - Giuliani, Enrico Orazio - Spinogatti, Franco

Il Budget di Salute: il superamento della residenzialità psichiatrica verso nuove forme di abitare / Elena De Giosa, Enrico Orazio Giuliani, Franco Spinogatti

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Nel Piano Socio Sanitario Integrato Lombardo 2019-2023 la principale problematica relativa all’ambito psichiatrico riguarda il fatto che attualmente la spesa complessiva per prestazioni erogate nell'area della Salute Mentale Adulti è pari a 366.305.000,00 euro, di cui oltre il 68% (249.087.400) di tale spesa riguarda il sistema della residenzialità, sistema che coinvolge meno del 6% dei pazienti in carico ai dipartimenti di salute Mentale e Dipendenze (DSMD). “E’ indicazione prioritaria la revisione della residenzialità e l’individuazione di meccanismi più flessibili e centrati sui percorsi (ad esempio sperimentazioni budget di salute) che riportino l’asse dell’intervento sulla territorialità. Le stesse risorse oggi interamente dedicate alla residenzialità possono essere utilizzate per seguire meglio un maggior numero di pazienti in eventi acuti sul territorio”. Le Regole di Gestione del Sistema Socio Sanitario 2020 e la DGR XI/4773 del 26/05/2021 prevedono l’ipotesi di dismissione di posti di residenzialità a gestione pubblica riguardanti le strutture residenziali a carattere intensivo SRP1-CRA a favore di soluzioni alternative. Questo è possibile formulando Progetti Terapeutici Riabilitativo Individuali (PTRI) sostenuti da Budget di Salute (BdS): progetti costruiti a misura della persona in base al suo bisogno socio-sanitario relativo all’ambito alloggio/casa, formazione/lavoro, socialità/affettività. Obiettivo del project work è 1) la riconversione, razionalizzazione ed efficientamento delle risorse destinate alla residenzialità psichiatrica a vantaggio dell’attività territoriale con riqualifica degli operatori sanitari e loro riallocazione; 2) il recupero delle abilità psicosociali e avvio verso una progressiva autonomia sociale tramite Progetti Terapeutici Riabilitativo Individuali basati sul coinvolgimento attivo e responsabilizzazione dell’dell’utenza con un approccio recovery oriented. Destinatari beneficiari sono i soggetti con patologie psichiatriche complesse, in assenza di compromissione della funzionalità fisica, per cui possono essere avviati a percorsi di maggiore autonomia sociale a progettualità relativa ad un futuro percorso lavorativo. Più che un metodo la riconversione risulta essere una scelta consapevole in ragione di una mappatura ed analisi dei bisogni di un territorio di un DSMD in un ASST in Lombardia. La riconversione di una CRA in struttura in alloggi e in un Centro diurno di riferimento per gli ex residenti, da l’opportunità di ricollocare risorse economiche e umane. Nel prospetto simulato, gli operatori del CRA riconvertito sarebbero formati e ricollocati sul territorio c/o i CPS territoriali rendendo più funzionale la presenza di supporto psichiatrico disponibile per le necessità del territorio. L’utenza del vecchio CRA selezionata per il progetto verrebbe seguita ed avviata all’autonomia nei monolocali ricavati dal CRA, grazie a Progetti Terapeutici Riabilitativi Individuali (PTRI) sostenuti dal Budget di Salute (BdS), che risulta essere il vero metodo innovativo di approccio ai percorsi individuali, costruiti a misura della persona in base al suo bisogno socio-sanitario relativo all’ambito alloggio/casa, formazione/lavoro, socialità/affettività. Tale ipotesi risulterà essere più efficace per una distribuzione territoriale più capillare di risorse in un ambito sanitario, come quello psichiatrico, che necessita di una valutazione più attenta alle necessità provenienti dall’utenza, e il budget di salute lo strumento più idoneo, per la sua flessibilità e versatilità, ai bisogni sia sanitari che sociali dell’utenza. MODULOORG

Il Budget di Salute: il contributo dell’intervento precoce nel Dipartimento di Salute Mentale
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Bossoli, Luca - Manzone, Maria Laura - Pozzetti, Tiziana

Il Budget di Salute: il contributo dell’intervento precoce nel Dipartimento di Salute Mentale / Luca Bassoli, Maria Laura Manzone, Tiziana Pozzetti

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: INTRODUZIONE. Nelle dichiarazioni conclusive dei vertici mondiali delle Nazioni Unite e negli Obiettivi del Millennio, si indica la via per uno sviluppo umano equo, pacifico e sostenibile, capace di sradicare la povertà, valorizzare la natura e mobilitare tutti gli attori sociali. Il Budget di Salute rappresenta l’unità di misura delle risorse economiche, professionali e umane, necessarie per avviare un processo di capacitazione, volto a ridare ad una persona un funzionamento sociale accettabile. Si tratta di uno strumento che, avviando una modalità di presa in carico innovativa, punta ad ottimizzare l’utilizzo delle risorse regionali destinate, tramite le ATS, all’assistenza ai pazienti psichiatrici. ANALISI DEL CONTESTO. Si illustra un progetto di finanziamento, tramite l’utilizzo del Budget di Salute, per la cura e l’assistenza di adolescenti e giovani adulti (17-24 anni) all’esordio di patologia grave, afferenti al DSMD. Le patologie gravi su cui pone attenzione la letteratura, in considerazione dell’ingente impiego di personale sanitario e di risorse economiche, possono essere suddivise in tre grandi gruppi: Disturbo del Neurosviluppo (Gruppo A); Disturbo di personalità del cluster B (Gruppo B); Disturbo mentale maggiore, Disturbo Psicotico, Disturbo dell’Umore, Disturbo Post Traumatico da Stress (Gruppo C). ASPETTO INNOVATIVO. Il presente Project Work vuole dimostrare come, apportando alcune modifiche sul piano organizzativo, attraverso percorsi di integrazione e coordinamento tra servizi e figure professionali differenti e attraverso un lavoro che armonizzi interventi sanitari e sociali si possano raggiungere risultati significativi nel soddisfacimento dei bisogni dei pazienti, permettendo nel contempo all’ASST di rispondere in modo più efficiente ad un maggior numero di utenti portatori di disagio psichico e, conseguentemente, alla ATS di attivare un più efficiente utilizzo delle risorse. OBIETTIVI. Il lavoro è teso a fornire: (a) un intervento di cura ed assistenza maggiormente efficiente e “tagliato su misura”, orientato alla recovery, indirizzato a specifiche popolazioni di pazienti ad alto rischio di cronicità finalizzato alla riduzione della disabilità; (b) un contributo analitico alle ATS ed ai DSMD impegnati nella riorganizzazione dei servizi secondo il modello psicosociale multimodale diffuso sul territorio e in coerenza con le linee di indirizzo previste dalla L.R. 23/15; c) integrare il contributo della TELEMEDICINA. DESTINATARI BENEFICIARI. a) DIRETTI: i pazienti psichiatrici con esordio di patologie mentali gravi in età compresa tra 16-24 anni e i loro familiari o caregivers; b) INDIRETTI: il DSMD che si trova oggi ad assorbire un’eccedente quantità di giovani all’esordio senza avere risorse a disposizione per garantire loro un adeguato percorso che permetta un reinserimento quanto più possibile immediato nella società evitando la cronicizzazione della patologia. METODOLOGIA. È stata effettuata un’ampia analisi della letteratura relativa al budget di salute e sull’utilizzo della TELEMEDICINA. Si sono esaminate le stime dei costi sostenuti dal SSR per la presa in carico del paziente psichiatrico nelle ATS lombarde. Si sono analizzate le linee guida e la letteratura per la presa in carico delle patologie affrontate (Gruppo A, B, C). Partendo dai dati disponibili è stata proposta una riorganizzazione maggiormente efficiente e integrata della presa in carico dei giovani all’esordio di patologie gravi che consente: (a) il monitoraggio dell’utenza in ingresso al DSMD, (b) la valutazione e la misura dell’appropriatezza e dei risultati dei percorsi di cura ed assistenza erogati per ciascun gruppo. COSTI DI IMPLEMENTAZIONE. Parte del progetto è iso-risorse attingendo alla razionalizzazione dell’investimento economico sulla cronicità (vedi PW2); per la restante parte del progetto il finanziamento è erogato da Regione Lombardia nella forma del Budget di Salute. La pianificazione delle risorse disponibili viene effettuata ogni anno in fase di concertazione di Budget. Trattasi di un progetto pilota da affiancarsi ai percorsi in essere che si organizza con tutte le attività necessarie a garantire i LEA. TEMPISTICA. Il progetto prevede tre fasi: fase 1 – analisi dei dati: analisi delle linee guida e della letteratura, analisi di quanto offerto dal territorio, progettazione dei percorsi di cura per i 4 gruppi presi in esame, 3 mesi; fase 2 – reclutamento e formazione del personale: formazione del personale e selezione di ulteriori operatori se necessario (educatori, psicologi, ecc), entro 6 mesi si prevede di aver dato avvio a tutte le formazioni necessarie; fase 3 – attuazione del progetto: che a sua volte prevede: a) fase diagnostica: raccolta dati anagrafici, clinici e sociali, assessment diagnostico del paziente; b) fase di presa in carico: assegnazione tramite valutazione UVM al percorso di cura e del PTRI; c) fase di analisi dei risultati: 3 mesi a partire dal termine del PTRI per analisi dei risultati sulla base degli indicatori selezionati. PRODOTTI ATTESI. (1)Note semestrali sui risultati in relazione agli indicatori utilizzati e sui costi, (2)Report conclusivo sui risultati in relazione agli indicatori utilizzati e sui risultati economici in relazione al finanziamento, (3)Report conclusivo sulla fattibilità, replicabilità e sostenibilità del modello. MODULOORG

L’evoluzione del welfare verso il Budget di Salute
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Frigeri, Maria Giuseppina - Schiavina, Elvira Maria

L’evoluzione del welfare verso il Budget di Salute / Maria Giuseppina Frigeri, Elvira Maria Schiavina

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: INTRODUZIONE: Il concetto di salute riguarda la qualità della vita non solo assenza di malattia. L’Europa ha visto la nascita di un welfare assistenziale popolato di Istituti di pubblica assistenza; in Italia lo Stato ha fatto proprie funzioni ed obblighi, mutuando culture dai pii Istituti. Transitando dal Welfare assistenziale a uno Stato sociale, a un Welfare dei servizi, si è passati a un Welfare dei consumatori; nel modello “Welfare familiare e comunitario” produrre benessere e salute è compito della società civile. DEFINIZIONE Budget di Salute (BdS): Strumento per l’integrazione sociosanitaria che risponde alla domanda su quali e quante risorse professionali, umane ed economiche sono necessarie per restituire funzionamento sociale, diritti e prognosi positive a persone istituzionalizzate o a grave rischio di istituzionalizzazione, a causa, o in modo concomitante, a malattie croniche e/o cronico degenerative e disabilità sociale. Si attiva un processo volto alla costruzione di un nuovo modo di vivere: Personal Recovery. DESTINATARI: Cittadini in condizioni di disabilità sociale concomitante o conseguente a patologie psichiche o fisiche a decorso protratto e potenzialmente ingravescente o a stati di rischio e vulnerabilità per la prognosi, che richiedono progetti individuali caratterizzati dalla inscindibilità di interventi sanitari e sociali. La metodologia presuppone: coprogettazione, cogestione, cofinanziamento, valutazione dei processi e progetti da realizzare tra Ente pubblico e privato. RIFERIMENTI NORMATIVI: Convenzione ONU; FSE+2021-2027; D.Lgs 222/1999; L.328/2000; DPCM 14.02.2001; DPCM 29.11.2001; PSN 2003-2005; L. 112/2016; Proposta di legge del 9/04/2019 alla Camera; L. 77/2020; Piano Colao per rilancio Italia 2020-2022; Provvedimenti regionali. ESPERIENZE: In UK: amministrazioni locali sono obbligate per legge ad offrire un Personal Budget agli eleggibili a ricevere supporto per condizione di disabilità o non-autosufficienza. Toscana: DGR 1449/2017 delinea percorso di attuazione di un modello di presa in carico della persona e introduce il BdS, per realizzare progetti di vita personalizzati attraverso interventi sociosanitari integrati. Emilia: DGR 1554/2015 “Linee di indirizzo per la realizzazione di progetti con la metodologia Budget di Salute”. Il BdS è strumento di assistenza territoriale, attivabile dai DSM-DP in collaborazione con i Servizi Sociali, in alternativa, o in superamento dell’assistenza residenziale, per sostenere e consolidare progetti di domiciliarità a supporto delle famiglie. Lombardia: Progetto L-inc 2017, attuato da diverse realtà (ente capofila Anffas Lombardia), prevede: costruzione e definizione condivisa e partecipata del Progetto individuale ex art. 14 l. 328/00 e del Budget personale di salute; contrattualizzazione del Progetto e BdS tra Comune e persona con disabilità. ELEMENTI CRITICI: La rigida “gerarchia” delle professioni depotenzia il dialogo interdisciplinare. Molte sperimentazioni non hanno visto la ricomposizione delle risorse esistenti, ma la loro riconversione, o stanziamento di risorse aggiuntive. Senza formazione e dialogo tra diversi soggetti non si creano alleanze necessarie. Da evitare rischio di adozione standardizzata del modello. ELEMENTI DI FORZA: L’apporto di persone con disabilità in circuiti umanizzati e produttivi, produce soddisfazioni individuali e collettive. Attraverso la ricomposizione di risorse e razionalizzazione si innescano processi produttivi sostenibili. L’implementazione di interventi fondati sulla valorizzazione dei contesti ambientali, sociali e relazionali, modifica la prognosi di persone affette da esiti invalidanti di malattie croniche e cronico-degenerative. MODULOORG

Progetto Di "Ostetricia Diffusa" per le aree non metropolitane e le Comunità Montane dell’ATS Insubria
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Bernasconi, Francesco

Progetto Di "Ostetricia Diffusa" per le aree non metropolitane e le Comunità Montane dell’ATS Insubria / Francesco Bernasconi

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Il progetto di “ostetricia diffusa” (POD) per le aree non metropolitane e le comunità montane dell’ATS Insubria si inserisce di diritto nelle strategie previste dalla “missione 6” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questa mission, come è noto, si articola infatti in 2 principali aree di intervento, cui sono peraltro connessi rilevanti investimenti, che interessano due grandi capitoli della sanità pubblica. La prima interessa le reti di prossimità, le strutture intermedie e la telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale, che hanno l’obbiettivo di rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali, il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi sociosanitari. La seconda guarda alla innovazione, ricerca e tecnologiche e digitali esistenti, che offrano l’ opportunità di una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) attraverso più efficaci sistemi informativi. Il POD si pone proprio gli stessi obbiettivi, declinati in una veste più strettamente specialistica ed in un ambito squisitamente ostetrico e perinatale, in accordo con le principali linee di sviluppo previste per la riforma della LR 23/2015 , in particolare per quanto riguarda alcuni valori più volte espressi: la valorizzazione delle professioni sanitarie (infermieri, tecnici sanitari, OSS ecc. ) e della figura dell’infermiere di famiglia e continuità all’interno del Polo Territoriale; la attivazione di reti di prossimità e di vicinanza ; il sostegno della de-medicalizzazione; una forte spinta all’empowerment del paziente e al coinvolgimento di tutti gli stakeholder; il rafforzamento tecnologico degli strumenti di telemedicina per una estensione dell’assistenza domiciliare ed una più efficace integrazione con le strutture territoriali delle cure primarie o con le realtà ospedaliere di riferimento. In questo scenario di riferimento il progetto si pone come obiettivo la verifica dell’opportunità, utilità, fattibilità, e sostenibilità economica dell’attivazione nella ATS INSUBRIA e ASST LARIANA, nelle sedi di Albavilla e di Cerano o San Fedele d’Intelvi, di due servizi territoriali multifunzionali gestiti da figure ostetriche non mediche esperte in gestione della gravidanza a basso rischio (BRO), come da protocollo Regione Lombardia, in diagnostica ecografica ostetrica office, in diagnostica cardiotocografica e in management della gravidanza a termine, che possano essere in stretto contatto strategico-assistenziale con tutte le realtà ostetrico-neonatali esistenti sul territorio o inseriti nel digitalizzazione del servizio sanitario nazionale, con l’obiettivo di ottenere un rinnovamento, ammodernamento delle strutture contesto di una Casa di Comunità spoke da attivare in una o entrambe le due realtà territoriali . L’outcome primario è quello di favorire una maternità consapevole e felice nelle donne del territorio, facilitare una ripresa della natalità garantendo un percorso diagnostico-assistenziale ostetrico-neonatologico domiciliare o nel vicino territorio di residenza , offrire una equità di accesso alle cure primarie ostetriche efficienti e sicure a tutte le gravide, superando e contenendo gli outcomes negativi legati alla fragilità linguistica e socio-economica della popolazione residente , nel rispetto di una efficiente continuità assistenziale ospedale-territorio, garantita dall’implementazione di un supporto multimediale dedicato di telemedicina per il progetto “ostetricia diffusa” . Nel dettaglio gli obbiettivi principali del progetto sono: • contrasto alla denatalità • presa in carico della fragilità in ambito ostetrico-neonatologico • continuità assistenziale in ostetricia e neonatologia • implementazione della “ostetrica di comunità” in collaborazione o integrazione delle Case di Comunità spoke territoriali • miglioramento degli indici di performance organizzative delle U.O.C. di Ostetricia dell’Ospedale di Erba e Sant’Anna di Como (aumento dimissioni ospedaliere precoci, riduzione degenza media, aumento indice di occupazione e turnover dei posti letti, migliore soddisfazione della utenza ostetrica intra- ospedaliera e variazioni delle percentuali di taglio cesareo e di allattamento al seno) • applicazione e diffusione della telemedicina nei protocolli diagnostico-terapeutici in ambito ostetrico. Il raggiungimento degli obiettivi è stato conseguito seguendo una rigorosa metodologia articolata in tre distinti momenti tra loro correlati: 1. E’ stata effettuata una indagine epidemiologica e conoscitiva rivolta alla popolazione femminile generale pluripara residente nella ATS Insubria. E’ stata prevista la somministrazione, raccolta e analisi di un questionario di autovalutazione e auto compilazione relativo a tutte le principali variabili anagrafiche, anamnestiche, cliniche, farmaco-economiche e di customer satisfaction di due campioni consecutivi di donne: 107 pluripare residenti in Valle d’Intelvi e 34 donne ricoverate per travaglio e parto presso l’UOC di Ostetricia dell’Ospedale Sant’Anna di Como nei mesi di ottobre e Novembre 2021. 2. Abbiamo svolto una indagine conoscitiva sulla fattibilità e possibilità di progettazione e implementazione di un software dedicato al progetto “ostetricia diffusa” . Al termine di un lavoro collaborativo multidisciplinare è stata quindi valutata la fattibilità di realizzazione e la sostenibilità economica della proposta tecnica studiata ed elaborata per il sistema intergrato di hardware e software predisposto per il progetto, già oggi attuabile ed implementabile. 1. Una analisi economico-finanziaria a breve e medio termine ha reso possibile, quindi, valutare la fattibilità, sostenibilità e solidità della scelta strategica adottata attraverso un bilancio tra i previsti ricavi e costi ad essa associati. Sono stati quindi valutati tutti i ricavi e i costi fissi e variabili previsti e aspettati dalla implementazione di una assistenza ostetrica clinico-strumentale domiciliare e/o territoriale. Il progetto si caratterizza per originalità sia per l’idea sviluppata e sia per la metodologia seguita in fase di realizzazione. L’originalità è funzionale sia per gli aspetti teorici e sia per gli aspetti pratici, organizzativi e professionalizzanti. MODULOPOL

Il basso rischio ostetrico: alongside midwifery unit
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Bulgheroni, Carlo Maria - Quellari, Paola Tiziana

Il basso rischio ostetrico: alongside midwifery unit / Carlo Maria Bulgheroni, Paola Tiziana Quellari

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Mentre ambulatori a conduzione ostetrica sono già presenti in alcune realtà ospedaliere, punti nascita a gestione ostetrica ( alongside midwifery unit) sono estremamente rari. Regione Lombardia si è fortemente espressa a favore della realizzazione di percorsi dedicati al basso rischio ostetrico, sia territoriali che ospedalieri, a gestione esclusivamente ostetrica, pertanto questa ipotesi di lavoro è perfettamente in linea con l’indirizzo regionale. Il lavoro si articola nello sviluppo dei seguenti punti: - Impianto normativo - Analisi della situazione italiana - Identificazione degli obiettivi e relativi indicatori - Articolazione della alongside midwifery unit - Valutazione dei costi Conclusioni: valutati i numeri di utenti di un centro con caratteristiche di hub e quelli di un ospedale spoke emerge che l’istituzione di una struttura parallela come una alongside midwifery unit non è organizzativamente ed economicamente sostenibile in nessuna delle due strutture. Gli autori raccomandano, invece, l’implementazione di percorsi, interni alle strutture esistenti, dedicati al basso rischio ostetrico. MODULOPOL

On the job
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Balsamo, Fabrizio - Colombo, Luigi - Rigolli, Alberto

On the job : training dei medici neoassunti e degli specializzandi in formazione / Fabrizio Balsamo, Luigi Colombo, Alberto Rigolli

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: INTRODUZIONE E’ necessaria una ampia introduzione per capire i contorni del problema, ovvero la carenza dei medici chirurghi all’interno del SSN e SSR e la loro “ competenza “ . La nostra analisi parte dalle scuole di specializzazione per arrivare ai medici neo assunti in ospedale . Da una recente analisi dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani, emerge che Il 60 per cento dei medici considera inadeguato il concorso nazionale a selezionare in modo meritocratico l’accesso alle scuole di specializzazione. L’ aspetto più importante è che in più dell’85 per cento dei casi, un chirurgo appena specializzato non si sente in grado di effettuare un intervento senza una supervisione. Oltre il 90 per cento degli specializzandi ritiene necessario far entrare gli ospedali nel sistema formativo delle scuole di specializzazione in chirurgia generale. Il 60 per cento definisce la formazione ospedaliera migliore rispetto a quella universitaria. OBIETTIVI STRATEGICI E SPECIFICI DEL PROGETTO Obiettivi strategici e specifici del progetto sono quelli di creare un sistema “ riproducibile “ nelle diverse strutture ospedaliere che consenta di continuare e completare l’attività formativa che la specializzazione non è stata in grado di offrire per le molteplici ragioni già evidenziate nell’ analisi della situazione . DESTINATARI DEL PROGETTO Destinatari del progetto sono in prima istanza: • gli specializzandi che frequentano durante il loro corso di studio, per periodi più o meno lunghi, i reparti ospedalieri, • tutti i medici, specialmente i neoassunti delle varie branche chirurgiche, attualmente in difficoltà nell’adempimento di alcune procedure proprie della professione. METODOLOGIA ADOTTATA Ogni ASST ha posto in essere modelli che coinvolgono direttamente ed individualmente ogni professionista con l’assegnazione di obiettivi annuali personalizzati. La somma del raggiungimento degli obiettivi del singolo permette all’azienda il raggiungimento dei più ampi obiettivi di sistema e di miglioramento delle competenze professionali delle persone che lavorano. RISULTATI ATTESI Il percorso da seguire così come delineato nel Project Work incrementerà le capacità professionali dei Dirigenti interessati. Questo colmerà il gap dovuto alla mancata formazione e garantirà professionalità al singolo medico e miglioramento del reparto in generale. CONCLUSIONI La formazione del medico specializzando non dovrebbe essere affidata solo alle Scuole di Specializzazione, ma anche le Aziende Ospedaliere, che sempre più frequentemente, ospitano i giovani medici, dovrebbero essere chiamate a contribuire, in modo più incisivo, alla loro crescita professionale. La valutazione del medico inserito nel proprio ambiente di lavoro è peraltro uno degli standard presenti nei sistemi di accreditamento più diffusi e l’attenzione a valutare le performance dei professionisti che lavorano nell’organizzazione è considerato uno degli elementi chiave della qualità organizzativa. Dalla costruzione di uno schema (possibile) per lo Sviluppo Professionale Continuo (CPD) emerge dunque come la verifica del mantenimento delle caratteristiche di un buon medico risulti incompleta se svolta a prescindere da considerazioni di efficacia organizzativa. MODULORIS

Demenze: definizione di un modello di gestione integrata ospedale-territorio nell'ASST di Crema
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Caputi, Luigi - Mezzanotte, Caterina

Demenze: definizione di un modello di gestione integrata ospedale-territorio nell'ASST di Crema / Luigi Caputi, Caterina Mezzanotte

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Introduzione e obiettivi: La demenza è una sindrome clinica caratterizzata da declino cognitivo progressivo in due o più domini quali memoria, linguaggio, funzioni esecutive e visuo-spaziali etc. La malattia di Alzheimer (AD) è la demenza degenerativa più rappresentata a livello mondiale con una stima del 60% circa rispetto alle restanti forme di demenze a genesi degenerativa e non. Si stima che in Italia, sino al 2019, vi siano attualmente circa 1.2 milioni di soggetti affetti da demenza e in Lombardia circa 150000. L’impatto della demenza sulla qualità di vita del soggetto e della famiglia è gravoso da un punto di vista clinico, assistenziale ed economico. Si stima che, in Italia, i costi globali (diretti e indiretti) siano di circa 10-12 miliardi euro/anno, mentre negli Stati Uniti, per la sola AD, circa 500 bilioni di dollari/anno. I dati epidemiologici indicano che la problematica socio-assistenziale relativa alla gestione delle demenze sia di grande rilievo. Pur in presenza di una condizione patologica di tale impatto, all’interno del territorio dell’ASST Crema, la demenza non appare essere adeguatamente sostenuta da interventi congiunti e integrati tra le componenti sanitarie (Ospedale), socio-sanitarie e sociali (Territorio). La componente sanitaria (ie Ospedale) dell’ASST di Crema, si fa carico delle fasi acute, subacute e croniche del soggetto affetto da demenza con particolare attenzione alla parte diagnostico-terapeutica. La componente socio-sanitaria (ie Territorio) dell’ASST di Crema, si fa carico della gestione e della presa in carico del soggetto affetto da demenza in ambito domiciliare, semi-residenziale e residenziale. La componente sociale relativa al Territorio interviene a livello domiciliare con particolare attenzione agli aspetti del sostegno alla famiglia. Pur in presenza di adeguati Sistemi di Cura, ospedaliera e territoriale, non vi è sul territorio dell’ASST di Crema un percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale integrato che abbia come obiettivo una presa in carico congiunta volta al miglioramento dello stato di salute del soggetto affetto da demenza attraverso l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse sanitarie, socio-sanitarie ed economiche. Obiettivi del nostro progetto: Obiettivo strategico: presa in carico integrata territorio/ospedale/territorio che garantisca la continuità assistenziale del processo di cura attraverso l’attivazione dei servizi territoriali, tramite la costruzione di percorsi condivisi. Obiettivi specifici: favorire la continuità assistenziale T/O/T mediante la definizione di un modello coordinato di connessione tra servizi; realizzare azioni che portino ad un consolidamento della collaborazione tra specialisti e MMG; definire dei modelli di finanziamento degli interventi sanitari e socio-sanitari che portino ad un’ottimizzazione delle risorse territoriali; implementare la piattaforma informatica, già in uso nel distretto cremasco, con informazioni e dati sanitari e socio-sanitari; contenere il numero di ricoveri non necessari. Metodi: Per poter definire un percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale congiunto “Patientoriented” sarà effettuata una analisi dello scenario esistente (Scenario A) nei due Sistemi di Cura e dello Scenario B (percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale integrato) Per lo Scenario A verranno presi in considerazione i seguenti items, dal punto di vista della qualità della cura e dell’assistenza ed economico: -l’iter di diagnosi e cura e relativo follow-up ospedaliero -l’iter di presa in carico socio-assistenziale realizzato attraverso la valutazione multidimensionale e multiprofessionale. Per la riorganizzazione del percorso integrato saranno identificate le aree di criticità dello Scenario A rispetto allo Scenario B. Risultati: la realizzazione di una rete coordinata e integrata Territorio-Ospedale-Territorio attraverso la costruzione e definizione del percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale congiunto “Patientoriented” (Scenario B). Miglioramento dell’impatto socio-assistenziale in ambito di qualità di vita/cure. Riduzione dell’impatto economico attraverso la a) riduzione del costo sanitario (ie ricoveri e/o plurimi accessi ospedalieri), b) riduzione della frammentazione delle risorse socio-sanitarie e sociali. Conclusioni: la realizzazione di un modello di gestione integrata Ospedale-Territorio nell’ASST di Crema porterà ad un miglioramento della qualità di cura e assistenza dei soggetti affetti da demenza. È auspicabile vi sarà una probabile ottimizzazione delle risorse umane e non in ambito sanitario, socio-sanitario e sociale e contestualmente una progressiva riduzione dell’impatto economico a carico degli stakeholders coinvolti. MODULOORG

Percorso innovativo di gestione del paziente con insufficienza cardiaca (IC) e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)
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Arghittu, Milena - Oliva, Fabrizio - Tarsia, Paolo

Percorso innovativo di gestione del paziente con insufficienza cardiaca (IC) e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) / Milena Arghittu, Fabrizio Oliva, Paolo Tarsia

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Razionale. IC e BPCO condividono alcuni fattori di rischio, un persistente pattern infiammatorio, alcuni segni e sintomi. Frequentemente le due patologie coesistono, potenziandosi e rendendo la gestione non solo clinica ma anche organizzativa più complessa. Questi pazienti, che sono generalmente anziani e con multiple comorbidità, hanno spesso riacutizzazioni con non semplice diagnosi differenziale, accessi in pronto soccorso e necessità di ricovero. Anche in ambito ambulatoriale l’esecuzione di esami diagnostici e l’ottimizzazione dei trattamenti farmacologici e non farmacologici richiede ripetuti accessi da specialistici che abitualmente non comunicano tra loro se non attraverso il paziente che si muove tra i diversi ambulatori e laboratori. I risultati sono ritardi nella messa in atto e nell’ottimizzazione delle cure e disagi per il paziente. Obiettivi Obiettivo Primario: Delineare un percorso innovativo dei pazienti con associazione (o sospetta diagnosi) di IC e BPCO che faciliti la co-gestione tra i diversi attori clinici coinvolti (cardiologo, pneumologo, internista) e l’accesso alla diagnostica di laboratorio, con più rapida ottimizzazione dell’iter diagnostico e terapeutico. Obiettivi secondari: Aumentare numero di pazienti con doppia patologia trattati in multidisciplinarietà, ridurre le riacutizzazioni con necessità di cure ospedaliere, riduzione dei tempi di attesa di valutazione specialistica, migliorare la qualità dei servizi percepiti dal paziente/utente. Metodi Possibilità di accesso al percorso sia dal PS, dalla dimissione cardiologica, pneumologica o internistica, dagli ambulatori specialistici. Utilizzo di una piattaforma web con attività di televista e teleconsulto che vedrà la presenza del paziente e dei vari attori clinici coinvolti, che hanno singolarmente già effettuato la loro valutazione. Collegialmente verranno confermate o modificate le prescrizioni, concertati tempi e modi dei controlli clinici, laboratoristici e strumentali. Costi di implementazione e realizzazione Sono stati valutati i costi potenziali dell’implementazione dell’ambulatorio multidisciplinare, in termini di impiego risorse umane per la creazione PDTA e la gestione dell’ambulatorio, e stimati i costi di attivazione della piattaforma web per attività di televisita e teleconsulto. Sono stati inoltre formulate due ipotesi di ricavo dal progetto, considerando sia la rendicontazione in regime ambulatoriale, sia come Macro Attività Complesse (MAC). Risultati attesi Sono stati previsti sistemi di monitoraggio sia dell’implementazione del progetto (rispetto del cronoprogramma) sia di funzionamento, con indicatori di processo e di outcome. Conclusioni Il percorso proposto risponde ad una reale esigenza clinica di gestione dei pazienti che presentano coesistenza di insufficienza cardiaca e BPCO. riteniamo che possa presentare ricadute positive sia per il paziente (minori tempi di accesso a cure specialistiche, miglioramento qualità di vita e percezione del servizio), sia per il sistema (minori accessi in pronto soccorso e ricoveri con conseguenti minori costi). Infine riteniamo che il modello proposto sia esportabile e attivabile in diversi contesti clinici ospedalieri ed ambulatoriali. MODULOPOL

Ruolo dell’Infermiere di Famiglia e Comunità all’interno delle Case di Comunità e degli Ospedali di Comunità
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Ruolo dell’Infermiere di Famiglia e Comunità all’interno delle Case di Comunità e degli Ospedali di Comunità / Pecoraro Carmela Mara, Di Luca Marco, Fenu Manuel Shamir, Colosi Giuseppe, Spolitu Mario

Milano : PoliS-Lombardia, 2021

Abstract: L’obiettivo di questo progetto lavorativo è quello di evidenziare l’applicazione del PNRR in vigore dal 2021, tramite la figura dell’IFeC sull’intero territorio regionale amministrato dal SSN. La figura sopracitata ha lo scopo di ridurre i costi di amministrazione che gravano sui bilanci sanitari e di facilitare l’organizzazione territoriale per la gestione del paziente cronico e fragile al domicilio. Le fonti consultate sono prevalentemente articoli scientifici reperiti da banche dati ufficiali come: AGENAS e ISTAT. Per la stesura sono state inoltre prelevate informazioni da siti certificati per la lotta a malattie croniche come il diabete. L’elaborazione e la discussione dei dati raccolti ha facilitato la scrittura di un lavoro volto a semplificare la diffusione della conoscenza dell’IFeC. Dal progetto è emersa la probabilità che grazie all’IFeC vi è una riduzione di inutili accessi in Pronto Soccorso e di rispettive degenze ordinarie, inoltre la gestione al domicilio comporta una riduzione dello stress dell’utente ma anche dell’operatore sanitario che si dimostra una presenza attiva su tutto il territorio in grado anche di orientare l’utenza per un’adeguata fruizione dei servizi territoriali offerti. E’ necessario però che la figura dell’IFeC non venga confusa con quella di un infermiere operante in Unità Operativa ma venga riconosciuto come professionista sanitario con abilità manageriali in grado di coordinare un equipe multidisciplinare, tra cui infermieri di assistenza domiciliare, in modo da garantire all’utenza un assistenza sanitaria personalizzata. MODULOORGq

Telemedicina
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Telemedicina : Ruolo dell’Infermiere di Famiglia e Comunità : Operatività all’interno delle C.O.T. / Patrizia Antignani, Laura Di Stefano, Enrico Manzo, Angelo Muratore, Davide Spina

Milano : PoliS-Lombardia, 2021

Abstract: Le C.O.T. (Centrale Operativa Territoriale) dovranno facilitare l'accesso dei cittadini alla rete dei servizi e delle Unità d'Offerta sociosanitaria e sociali orientando e accompagnando il cittadino in modo da evitare fenomeni di vuoti nel percorso assistenziale; avranno la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l'interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza. Dovranno garantire e coordinare, nell'ambito del Distretto, la presa in carico dei pazienti 'fragili', rilevando i bisogni di cura e assistenza e garantendo la continuità del percorso assistenziale tra Ospedale e Territorio con il coinvolgimento degli enti locali (Uffici di Piano) e degli enti del terzo settore; dovranno essere dotate di una piattaforma di interconnessione con tutte le strutture presenti sul territorio utilizzando quanto possibile la tele-medicina. Dobbiamo pensare di considerare la casa come primo luogo di cura e l’assistenza domiciliare punto di interazione tra MMG e specialista ospedaliero e rete di emergenza-urgenza soprattutto utilizzando le nuove tecnologie. E’ possibile che la situazione di emergenza relativa alla chiusura della SSP Regina fornisca un banco di prova per identificare una serie di attività , attori , ruoli , postazioni che potranno poi essere identificati come lo standard per i futuri C.O.T. Questo progetto iniziale identifica il ruolo della telemedicina nel C.O.T. partendo dagli scenari identificati con l’emergenza sanitaria regina. La finalità del progetto è: Garantire il corretto follow up e monitoraggio del paziente cronico in questa condizione pandemica difficile; Garantire la sicurezza del paziente evitando, dove possibile, l’accesso alle strutture sanitarie. La rimodulazione degli ambulatori territoriali ha determinato una flessione della disponibilità dei servizi richiedendo una selezione e valutazione di accesso per priorità e appropriatezza. È stato scelto di utilizzare la piattaforma regionale di tele-monitoraggio COVID-19 per: Servizio di tele-monitoraggio COVID-19 per pazienti considerati ad alto rischio (es. Cronici, immunodepressi, ecc..) al fine di tenere sotto controllo i parametri di pazienti particolarmente fragili nel periodo pandemico. Attivazione del servizio di teleassistenza, atto a fornire ai pazienti un servizio aggiuntivo che possa essere di supporto per ridurre le visite ambulatoriali e permettere un controllo costante dei pazienti fragili/ cronici. MODULOORGt

Modelli di organizzazione del lavoro in équipe
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Angeli, Cinzia - Pisciotta, Manuela - Viviano, Loredana

Modelli di organizzazione del lavoro in équipe / Angeli Cinzia, Pisciotta Manuela, Viviano Loredana

Milano : PoliS-Lombardia, 2021

Abstract: Introduzione: I bisogni sanitari dei cittadini sono cambiati profondamente negli ultimi anni. Lo scenario socio demografico ha visto verificarsi un aumento dell’età media, dei fenomeni migratori e della frammentazione delle reti familiari. Tra gli effetti più evidenti di questi fenomeni troviamo un incremento delle patologie cronico degenerative, delle disabilità e della non autosufficienza. Il sistema salute del nostro paese è un’organizzazione molto complessa che necessità di un cambiamento strutturale, culturale e organizzativo per reagire con tempismo ed efficacia alle nuove sfide. Obiettivo: L'obiettivo di questo studio è definire quali tra i modelli di organizzazione descritti in letteratura possono rappresentare una soluzione efficace alle necessità organizzative del nuovo contesto territoriale. Materiali e metodi: Per rispondere ai quesiti di ricerca è stata condotta una revisione della letteratura. Risultati: I modelli presentano diverse modalità di risposta concreta ai nuovi bisogni di salute. Gli obiettivi che più spesso accomunano questi modelli sono: prevenire le cronicità, migliorare l'integrazione tra servizi sanitari e sociosanitari, aumentare la soddisfazione di coloro che erogano le cure e di chi le riceve, incrementare l’efficacia delle cure erogate e ottimizzare l’uso delle risorse. La letteratura evidenzia come avvicinando l’assistenza sanitaria ai luoghi di vita e di lavoro dei cittadini, spostando il baricentro del sistema sanitario dall’assistenza ospedaliera a quella territoriale si possano ottenere gli obiettivi prefissati. Conclusioni: L'infermiere è stato indicato come figura chiave necessaria per questa trasformazione, in particolare concentrandosi sulla presa in carico dei pazienti da parte della nuova figura dell’Infermiere di famiglia e comunità. Dagli studi emerge inoltre che il lavoro di équipe, la comunicazione e la formazione specifica sono elementi essenziali per assicurare un sistema sanitario di qualità. MODULOORGc

Lo sviluppo del modello assistenziale per la gestione della persona fragile
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Lo sviluppo del modello assistenziale per la gestione della persona fragile : L’esperienza del Servizio Infermieri di Famiglia e Comunità (IdFC) dell’ASST di Monza / Alaimo Claudio, Elli Cecilia, Milan Silvia, Nero Angelo, Papini Margherita

Milano : PoliS-Lombardia, 2021

Abstract: Negli ultimi anni, in seguito ad eventi significativi come l’aumento della popolazione anziana, delle patologie croniche e della pandemia Covid 19, si è maggiormente evidenziato il gap tra ospedale e territorio. Nello specifico queste circostanze hanno portato alla luce aspetti critici di natura strutturale ed organizzativa che coinvolgono principalmente l’assistenza territoriale, come ad esempio le disparità nell’erogazione dei servizi tra un territorio e l’altro e l’ inadeguata integrazione tra servizi ospedalieri, territoriali e sociali. Le finalità generali del progetto realizzato dagli Infermieri di Famiglia e Comunità dell’ASST di Monza sono rivolte all’implementazione di un modello assistenziale da parte del Servizio di Infermiere di Famiglia e comunità (IdFC) in ambito domiciliare, rivolto alle persone fragili e/o con patologie croniche, appartenenti al territorio dell’ASST di Monza (ovvero Monza, Brugherio e Villasanta). Nello specifico l’obiettivo è quello di Identificare strumenti per la valutazione dei problemi sociosanitari e assistenziali delle persone fragili, sviluppare una valutazione personalizzata dei problemi sociosanitari e assistenziali che influenzano la salute degli assistiti, misurare i livelli di selfcare, aderenza terapeutica e qualità della vita, attraverso l’utilizzo di scale validate che permettono di identificare il grado di fragilità. Infine, il servizio IdFC si prefigge l’obiettivo di identificare un percorso assistenziale a lungo termine finalizzato all’empowerment delle capacità residue nella gestione della cronicità da parte della persona e della famiglia. Attivo da Marzo 2021, Il progetto si inserisce nel contesto della metodologia del Chronic Care Model: prevede la presa in carico della persona e della sua famiglia attraverso la valutazione delle condizioni fisiche, emotive e psicosociali dell’assistito. Ispirandosi all’impronta del Modello Assistenziale dei Processi Umani (MAPU), viene effettuata una valutazione relativa ai processi umani (sopravvivenza, difesa, rinnovamento energetico, relazione, sviluppo) ed eventuali alterazioni ad essi legate, strutturando una successiva pianificazione di interventi mirati alla promozione, mantenimento e ripristino della salute delle persone o alle modalità per alleviarne la sofferenza fino alla fine della vita. E’ stato elaborato un apposito fascicolo infermieristico cartaceo (in elaborazione anche quello informatizzato) che prevede una raccolta dati ed una successiva parte dedicata alla pianificazione attraverso l’utilizzo della terminologia standardizzata “International Classification for Nursing Practice” (ICNP™). Attraverso l’attività avviata in questi mesi, si è rafforzato il rapporto con i Medici di Medicina Generale, si è instaurata una buona relazione di fiducia con gli assistiti e loro familiari, si è ampliata la conoscenza dei servizi che il territorio offre per il cittadino e quest’ultimi, a loro volta, hanno iniziato a conoscere il servizio di Infermieri di Famiglia Comunità di ASST di Monza. Il modello sviluppato è unico ed innovativo, tra i primi ad essere stato avviato in Regione Lombardia e vorrebbe rappresentare il punto di partenza per il futuro dell’assistenza infermieristica territoriale. MODULOORGsx

Integrazione socio sanitaria e sociale
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Lucia, Barbara - Mazza, Roberta

Integrazione socio sanitaria e sociale : collaborare con gli Enti locali : il Glossario / Barbara Lucia, Roberta Mazza

Milano : PoliS-Lombardia, 2021

Abstract: La promozione della continuità assistenziale, lo sviluppo della dimensione territoriale, l'attenzione per l'integrazione, rappresentano ormai linee di tendenza obbligate. I sistemi sanitari sono chiamati ad assicurare risposte alla richiesta crescente di qualità e tale richiesta trova la sua origine nella necessità di garantire efficienza e sostenibilità dei sistemi, ma anche nell'accresciuto e sempre più esigente bisogno dei cittadini di risposte efficaci, presa in carico effettiva, attenzione per la qualità della vita. E' in atto un ribaltamento culturale ed organizzativo che richiede nuove risorse del sistema, nuovi ruoli e luoghi dove la domanda di salute venga accolta, decodificata e presa in carico. Nel presente contributo si evidenzia una chiara visione dell'importanza che riveste la figura dell'Infermiere di Famiglia e Comunità come agente di cambiamento per contribuire in modo concreto a superare la frammentazione che è avvenuta sul territorio negli ultimi anni tra i servizi sociali e sanitari. Il suo agire «relazionale» pone al centro la persona, i suoi famigliari e la comunità e li considera all'interno di una rete di relazioni e connessioni formali e informali. Favorisce la promozione e il mantenimento della salute della persona, attraverso il rafforzamento della sua autonomia decisionale, grazie ad un'offerta assistenziale capace di garantire non solo prestazioni, ma anche di anticipare la lettura dei bisogni ancora inespressi con l'obiettivo finale di accompagnare il paziente nel suo percorso di riappropriazione del proprio progetto di salute e di vita. Questo elaborato è stato pensato per facilitare l’IFeC nel: - comprendere i significati dell’integrazione, del lavoro di rete e degli strumenti di progettualità condivisa; - conoscere i servizi e l'offerta socio sanitaria; - favorire la consapevolezza del proprio ruolo all'interno dell'equipe del “sistema territoriale integrato” e la rielaborazione della identità professionale. MODULOORGq

La presa in carico della persona diabetica attraverso la telemedicina
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Megna, Giuseppe - Lazzari, Massimo

La presa in carico della persona diabetica attraverso la telemedicina : esperienza dell’ASST Brianza / Giuseppe Megna, Massimo Lazzari

Milano : PoliS-Lombardia, 2021

Abstract: Nell’attuale contesto sociosanitario del nostro Paese emerge sempre più forte l’esigenza di sviluppare una rete di connessione ospedale-territorio che utilizzi un nuovo modello di medicina digitale, in grado di permettere ai vari professionisti e servizi di interagire sfruttando al meglio le competenze e le tecnologie a disposizione, per una corretta gestione della persona e della cronicità anche presso il proprio domicilio. Nell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Brianza è stato realizzato un percorso di presa in carico domiciliare dei pazienti diabetici che si attua mediante l’interattività tra i seguenti professionisti: diabetologi, medici di medicina generale, infermieri di diabetologia e infermieri di famiglia e comunità (IdFeC). Il nostro lavoro analizza appunto il progetto di telemedicina del paziente diabetico di cui ci siamo occupati nell’ultimo anno come IdFeC (19 pazienti arruolati da maggio 2021 ad oggi), con particolare attenzione alle modalità operative di lavoro e alle considerazioni sull’efficacia del nostro intervento in termini clinici e di governance della cronicità raggiunti dai pazienti o dai loro caregiver. I risultati evidenziati mostrano, in linea con quanto riportato nella letteratura nazionale e internazionale, risultati positivi in particolare in termini di miglioramento dell’empowerment e del self management della patologia. Tali risultati rendono auspicabile la prosecuzione e l’implementazione del servizio, e ci portano a proporre l’estensione del modello di telemedicina anche a pazienti con altre patologie croniche identificati dal medico di medicina generale. Il fine deve essere quello di creare una collaborazione sempre più intensa e funzionale tra i professionisti sanitari coinvolti, mirata alla risoluzione dei problemi del paziente: questo rappresenta l’obiettivo primario di cui l’IdFeC, insieme ai medici specialisti e ai medici di medicina generale deve essere tra i principali responsabili. MODULOORGt

Metodologia e strumenti per la presa in carico dei pazienti sul territorio
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Metodologia e strumenti per la presa in carico dei pazienti sul territorio : proposta di modalità operativa per ASST Brianza / Fagnani Cristina, Frandi Matteo, Magallanes Ronquillo Juana Lisbel, Marchesi Valerio, Minisini Laura

Milano : PoliS-Lombardia, 2021

Abstract: L'invecchiamento della popolazione e i nuovi scenari post pandemici, impongono di progettare e programmare modelli e strumenti che rispondano in modo efficace, appropriato e che facilitino l' accesso ai servizi e l'integrazione Ospedale-Territorio. L'obiettivo di questo progetto è definire una metodologia integrata di presa in carico della persona fragile e/o con disabilità, con sostegno al suo nucleo familiare e al caregiver e creare uno strumento di raccolta dati e pianificazione condivisibile tra gli infermieri di famiglia e di comunità nei diversi setting assistenziali (COTI, dimissioni protette, ADI, case della comunità). Per il progetto sono state intercettate situazioni di complessità da punti di accesso già presenti nella rete dei servizi della Asst della Brianza. Attraverso una revisione della letteratura e dall'analisi del background presente in azienda, è stata progettata una scheda di presa in carico e una flow chart del percorso di presa in carico del paziente complesso. La scheda di presa in carico ha lo scopo di raccogliere informazioni e documentazione sanitaria, intercettare la complessità nella fragilità attraverso scale di valutazione dei bisogni nelle diverse dimensioni, pianificare gli obiettivi e definire gli interventi e gli strumenti per raggiungere questi obiettivi nei diversi setting di attività in cui agisce l'infermiere di famiglia. In conclusione questo progetto ci ha permesso di definire una metodologia integrata di presa in carico del paziente sul territorio e di creare una cartella cartacea di raccolta dati. MODULOORGsx

Nuovi modelli organizzativi all'interno delle case della comunità
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Nuovi modelli organizzativi all'interno delle case della comunità / Alice Andreoli, Mariarosaria Bonelli, Davide Nardo, Raffaele Elia

Milano : PoliS-Lombardia, 2021

Abstract: L'avvento del Covid ha messo in luce le difficoltà della sanità in ambito territoriale; in questa ottica i nuovi decreti legislativi e le indicazioni di regione Lombardia stanno puntando su una nuova visione di sanità, diventata salute e su una riorganizzazione della rete territoriale, non più ospedale-centrica. Le indicazioni per quelle che erano le case della salute sono state ampliate e rimodernizzate così che il progetto possa prendere piede, creando delle case della comunità che siano veramente il cardine del concetto di salute in ambito territoriale. L'obiettivo delle case della comunità è arrivare alle zone di ombra della società, puntare su concetti basilari quali la prevenzione, l'educazione ed il mantenimento dei corretti stili di vita, portare dei servizi fondamentali più vicini al cittadino. In questo modo si eviterà l'accesso improprio all'ospedale, che deve rimanere il riferimento unico per l'emergenza e urgenza, cosa fondamentale che non è successa nel periodo delle ondate da Covid-19 e ha determinato le conseguenze che tutti conosciamo. Partendo dalla normativa, più e meno recente, e ancora in corso di elaborazione, abbiamo evidenziato i requisiti minimi delle case della comunità, per poi declinarli al nostro contesto territoriale ed alle esigenze, espresse ed inespresse, della nostra utenza. Abbiamo poi elaborato un progetto inerente il paziente diabetico, tipologia di utente maggiormente presente all'interno della casistica dei nostri frequent users. MODULOORGc

Strumenti per classificare e rendicontare le attività dell’IFeC
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De Pieri, Federica - Di Scanno, Pia

Strumenti per classificare e rendicontare le attività dell’IFeC / Federica De Pieri, Pia Di Scanno

Milano : PoliS-Lombardia, 2021

Abstract: All’interno del complesso contesto dell’assistenza territoriale, la nuova figura dell’Infermiere di Famiglia e Comunità rappresenta una chiave di svolta per portare a compimento il processo di sviluppo e integrazione della rete territoriale. Affinché questo possa avvenire, è indispensabile che i professionisti abbiano a disposizione strumenti appropriati che gli permettano di raccogliere e classificare dati in modo univoco e condiviso e di rendicontarne l’attività. Questo elaborato si pone come obiettivo quello di proporre uno strumento per la raccolta e classificazione dei dati che sia appropriato per il contesto territoriale e che al tempo stesso garantisca caratteri di uniformità e conformità. Solo rendendo visibili e chiari gli interventi infermieristici sarà possibile oggettivarli e misurarli attraverso un processo di rendicontazione che metta in evidenza il contributo dell’IFeC nel determinare lo stato di salute della persona, della famiglia e della comunità. MODULOORGu

Telemedicina nella rete territoriale
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Albanese, Sergio - Plaia, Alessia

Telemedicina nella rete territoriale : focus sul telemonitoraggio nell’emergenza Covid-19 / Sergio Albanese, Alessia Plaia

Milano : PoliS-Lombardia, 2021

Abstract: Il tema della continuità assistenziale ospedale-territorio è di grande interesse attuale a causa dell’incremento progressivo, negli ultimi anni, della richiesta di servizi da parte dei cittadini. Nell’emergenza sanitaria da Sars-Cov-2 il SSN è stato chiamato a erogare servizi a persone in quarantena o in isolamento fiduciario, in modo sempre più rilevante. Tali servizi hanno il duplice scopo di contribuire a contrastare la diffusione del Sars-Cov-2 e anche di garantire per quanto possibile la continuità della cura e dell’assistenza. E’ stato necessario quindi ricorrere a prestazioni a distanza attraverso le tecnologie digitali e di telecomunicazioni moderne: la telemedicina. La telemedicina porta in sé un concetto importante , che si riscontra in molteplici definizioni: «è l’informazione e non il paziente a doversi spostare». L’emergenza da Sars-Cov-2 ha spinto l’ASST Valle Olona ad approcciarsi alla telemedicina in tutti i suoi setting; la recezione del Decreto Rilancio (D.L.19/05/2020 n.34), di cui l’articolo 1, comma 5: “Al fine di rafforzare i servizi infermieristici, con l’introduzione altresì dell’infermiere di famiglia o di comunità, per potenziare la presa in carico sul territorio dei soggetti infettati da SARS-CoV-2 identificati COVID-19…”, ha permesso di porre in essere, in fase sperimentale, il progetto di telemonitoraggio con l’implementazione della nuova figura professionale prevista dal Decreto, quale l’IFeC, mappando gli operatori in azienda già in possesso della formazione e promuovendo la formazione stessa. Il progetto di tele monitoraggio di ASST VALLE OLONA si affianca al servizio Nucleo Dimissioni Protette (NDP) già attivo nel Presidio Ospedaliero di Saronno, che permette il raccordo tra assistenza ospedaliera ed assistenza sul territorio erogata tramite il medico di medicina generale (MMG) dove il “raccordo” è proprio l’Infermiere di famiglia e comunità. Con il progetto di telemonitoraggio l’Asst Valle Olona si propone di favorire una dimissione protetta e precoce di pazienti affetti da polmonite e/o malattia da Sars-Cov-2 con l’intento di supportare le Cure Primarie e favorendo la loro integrazione con le strutture ospedaliere e promuovendo inoltre un sistema dedicato per la medicina di iniziativa che consenta lo sviluppo e la gestione di nuove forme di assistenza sul territorio. MODULOORGt