Sono disponibili alcuni elaborati (Project work) realizzati dai partecipanti ai Corsi di formazione Manageriali per Direttori di Azienda Sanitaria (DIAS) e Direttori responsabili di Struttura Complessa (DSC) e dai partecipanti ai Corsi di rivalidazione della formazione manageriale organizzati da AFSSL - Accademia di formazione per il servizio sociosanitario lombardo di PoliS-Lombardia.
Per ogni Project work è visualizzabile una scheda descrittiva dettagliata, con abstract e - in allegato - il testo completo del documento.

SELEZIONE PER TIPO CORSO: DIAS DSC - RIVALIDAZIONE

SELEZIONE PER MODULOSanità pubblica - Organizzazione e gestioneGestione economico-finanziaria - Risorse umane

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Le nuove metodologie di valutazione dei piani di fabbisogno del personale
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La Quintana, Dario

Le nuove metodologie di valutazione dei piani di fabbisogno del personale : proiezione degli effetti applicativi sul personale delle professioni sanitarie e di supporto della Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico / Dario La Quintana

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: Il 25 novembre 2015 entrava in vigore il D.Lgs. 66/2003 che recepiva la normativa europea sull'orario di lavoro. Il Governo dichiarò l'impegno ad ampliare gli organici del personale del SSN concretizzato con la legge di stabilità che prevedeva stanziamenti per le assunzioni. Un gruppo di lavoro tecnico governativo ha elaborato la metodologia di valutazione dei piani di fabbisogno del personale che innova significativamente la normativa riguardante la definizione delle dotazioni organiche in sanità, ferma da alcuni decenni. La metodologia fa riferimento esclusivamente al personale Medico, Infermieristico e OSS prendendo in considerazione: 1. L'organizzazione della rete di offerta 2. L'attività ospedaliera erogata 3. La Legge n.161/2014. Obiettivo: Scopo del presente lavoro è applicare la metodologia prevista dal Ministero della Salute per la definizione del fabbisogno del personale alle aree di degenza della Fondazione IRCCS Ca' Granda al fine di analizzarne le ricadute sulla dotazione organica e sui costi complessivi. Materiali e metodi: Al fine di analizzare l'impatto della metodologia di valutazione di fabbisogno di personale sono stati considerate tutte le unità operative di degenza della Fondazione IRCCS Ca' Granda e la loro attività nel 2016. Il calcolo dell'organico necessario è stato effettuato come previsto dal modello, I risultati sono stati confrontati con l'organico di personale infermieristico e di supporto assegnato alle unità operative ed è stato stimato l'impatto economico. Risultati: L'applicazione del modello comporta una eccedenza di 23 infermieri che determina un avanzo di € 770.638,00 che è compensato dal costo pari a € 2.599.200,00 dei 95 OSS carenti, per un aumento totale del costo del personale stimato in € 1.828.562,00. Discussione: La metodologia di valutazione elaborata offre un importante contributo per riaprire in Italia il dibattito sugli standard di organico per l'erogazione dell'assistenza fermo ormai da oltre 20 anni. La metodologia utilizzata, a consuntivo e non predittiva, è utile come parametro di riferimento e come indicatore di efficienza. I nuovi minutaggi, seppur ampliati, non consentono ancora di determinare a standard di personale considerati necessari dagli studi nazionali ed internazionali. Per essere più adeguata ai bisogni emergenti della popolazione deve superare l'attuale definizione degli storici setting di cura ed ipotizzare nuovi scenari di continuità ospedale/territorio, come quelli previsti dalla legge della regione Lombardia 23/2015 e dalle successive DGR attuative. Conclusioni: Le osservazioni pervenute e la simulazione applicativa ed economica condotta dimostrano che il modello necessita di un approfondimento e di alcuni importanti correttivi prima di poter essere utilizzato come strumento operativo.

Analisi di dati relativi a ricoveri in regime di Cure intermedie relativi all'anno 2016, presso l'ASP Golgi Redaelli - Istituto Geriatrico C. Golgi, con particolare riguardo al profilo 5 corrispondente a utenti affetti da demenza con focus su indicatori di percorso e di esito
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Vitali, Silvia Francesca

Analisi di dati relativi a ricoveri in regime di Cure intermedie relativi all'anno 2016, presso l'ASP Golgi Redaelli - Istituto Geriatrico C. Golgi, con particolare riguardo al profilo 5 corrispondente a utenti affetti da demenza con focus su indicatori di percorso e di esito / Silvia Francesca Vitali

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: La Legge Regionale n. 2312015 ha costituito la risposta di Regione Lombardia all'aumento della domanda sanitaria conseguente all'incremento esponenziale dei pazienti affetti da patologie croniche. L 'applicazione della nuova normativa ha determinato la necessità di modificare e razionalizzare l'offerta di salute presente sul territorio. La trasformazione/riqualificazione di strutture per acuti di piccole dimensioni in nodi organizzativo-erogativi della rete dell'offerta per la presa in carico della cronicità, ha interessato diversi piccoli ospedali. Con la la DGR n. X/2930 del 1911212014 tale processo ha coinvolto l'ex-Ospedale Crotta-Oltrocchi di Vaprio d'Adda, attualmente integrato nell'ASST-Melegnano-Martesana, che è stato riconvertito in Presidio Ospedaliero Territoriale (P.O.T.). Tutto ciò appare coerente con quanto contenuto nella delibera X/6164 30 gennaio 2017 che definisce ulteriormente le caratteristiche della domanda. Nel progetto si descrivono il contesto territoriale-organizzativo dell'ASST di Melegnano e della Martesana, l'attuale offerta, i processi in corso di implementazione e di adeguamento alla normativa ed, infine, si pone l'accento sulla necessità di attuare una accurata informazione/formazione indirizzata a tutti gli operatori coinvolti e naturalmente all'utenza a cui il P.O.T. è dedicato. Si delineano pertanto le possibili fasi e modalità di attuazione di tale processo formativo.

Prevenzione degli eventi avversi attraverso la gestione del rischio
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Zaccone, Stefano

Prevenzione degli eventi avversi attraverso la gestione del rischio : la sicurezza in sala operatoria: implementazione di raccomandazioni e standard di sicurezza con applicazione della Check-list / Stefano Zaccone

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: Il progetto si propone di migliorare la qualità e la sicurezza degli interventi chirurgici attraverso: - La diffusione di raccomandazioni e standard di sicurezza volti a rafforzare i processi pre-operatori, intra-operatori e post-operatori, con particolare riferimento alle raccomandazioni ministeriali n° 2, "prevenire la ritenzione di garze, strumenti o altro materiale all'interno del sito chirurgico" e n° 3, "corretta identificazione del paziente, del sito chirurgico e della procedura". - La piena implementazione degli standard di sicurezza e la verifica del corretto utilizzo della Check-list per la sicurezza in sala operatoria.

Creazione di un modello di gestione del fine vita intra-ospedaliero
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Zambon, Massimo

Creazione di un modello di gestione del fine vita intra-ospedaliero / Massimo Zambon

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: Una quota significativa di malati con patologie croniche complesse ed elevato fabbisogno assistenziale, con una qualità di vita in progressivo deterioramento, vengono trasportati in Pronto Soccorso a seguito di episodi acuti che ne pregiudicano definitivamente la possibilità di un recupero funzionale. Una parte di questi malati manifesta clinicamente di essere nelle ultime ore o giorni della propria vita. Lo scopo del progetto è indicare un sistema che favorisca la creazione e la diffusione di percorsi dedicati ad erogare le cure appropriate dei pazienti che sono entrati nelle ultime ore o giorni della propria vita. Il progetto comprende la creazione di linee guida per l'elaborazione di PDT che includano una fase di valutazione multidisciplinare (diagnostica), indicazioni e principi sulla comunicazione con il paziente e con i familiari, e indicazioni organizzative per le risorse umane impiegate e l'individuazione di spazi appositi ed appropriati. Sono necessarie inoltre l'identificazione delle figure professionali coinvolte, la creazione di riconoscimento di "prestazione" (o meglio di percorso) adeguata e una formazione dedicata degli operatori sanitari coinvolti. Gli outcomes da valutare saranno il miglioramento della qualità percepita del fine vita da parte di pazienti e familiari (outcome primario); il miglioramento della qualità percepita delle cure di fine vita da parte degli operatori coinvolti; l'aumento dell'appropriatezza delle procedure diagnostiche e terapeutiche su questa tipologia di pazienti; una possibile riduzione dei costi come conseguenza di un più appropriato utilizzo delle risorse. Una corretta gestione del fine vita rientra in una visione più ampia di progetto a livello nazionale e regionale di governo della domanda ed umanizzazione delle cure.

Cugini che si ritrovano
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Zita, Gianmaria

Cugini che si ritrovano : la L.23 come facilitatore nella cura della doppia diagnosi nel Modello Milano. / Gianmaria Zita

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: Dati epidemiologici sottolineano il fatto che un numero sempre più ampio di pazienti afferenti ai servizi per le tossico-alcoldipendenze soffrano di almeno un disturbo psichiatrico evidenziando con sempre maggior frequenza la rilevanza del fenomeno "doppia diagnosi" (NCS Study, PADDI). Nella realtà milanese, ad oggi, è frequente riscontrare come i trattamenti per i disturbi mentali e quelli per l'uso di sostanze vengano condotti su piani paralleli con solo sporadiche interazioni tra le diverse unità benché sia stato dimostrato che la modalità di cura integrata sia l'approccio più idoneo per questa patologia. Tra i possibili motivi sono note le difficoltà ad individuare la patologia psichiatrica se inizialmente mascherata dalle sostanze d'abuso, la carenza di competenze specifiche in ambo i servizi (dipartimento dipendenze e salute mentale) ma anche la separazione tra le professioni che ha decretato un percorso parallelo con pochi punti di contatto e di interazione reciproca. L'introduzione della L.R. 23/15 potrà agevolare lo sviluppo di modelli di presa in carico integrata, sia in ambito sanitario che sociale, capaci di operare in un contesto di reti sociali comunitarie e di intervenire in modo multidisciplinare al fine di garantire la presa in carico della persona affetta da doppia diagnosi e del nucleo familiare spesso coinvolto nel problema. Il presente progetto, tramite la costituzione di Unità Funzionali specifiche, intende costruire un percorso di riavvicinamento tra professionalità separate "alla nascita", la psichiatria e le dipendenze, al fine di stimolare le sinergie per un trattamento più efficace ed evitare gli sprechi di risorse.

Paziente traumatologico
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Viola, Erika Maria

Paziente traumatologico : percorsi di gestione ed appropriatezza / Erika Maria Viola

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: L'Ecofin prevede che nel 2060 la spesa sanitaria pubblica per patologie acute, che oggi rappresenta il 5,9% del PIL, aumenterà del 5,3%, a fronte di un sensibile aumento dell'attività medico-chirurgica di circa il 40%. In quest'ottica è necessaria una analisi di ogni margine di rimodulazione in ogni singola specialità, affinche siano garantiti i LEA unitamente alla centralità della persona. Vengono analizzati percorsi attuali e percorsi alternativi in tema di chirurgia traumatologica in urgenza ed urgenza differibile, ed i relativi punti di forza e di debolezza. Mutuando metodologie in uso in Chirurgia ortopedica elettiva in fast track è possibile anche in Traumatologia, in categorie ben identificate di pazienti, riponderare la complessità a parità di diagnosi e di procedura terapeutica necessaria. Di conseguenza viene riponderata la modalità di ricovero. Il fine ultimo del project work è di focalizzare come, a parità di efficacia e sicurezza per il paziente, sia possibile, tramite una classificazione multidimensionale della persona basata anche su variabili socio territoriali, rimodulare l'assistenza traumatologica secondo due nuovi percorsi, e raggiungere quindi una maggiore appropriatezza clinica e gestionale nell'assistere, a parità di diagnosi e chirurgia. Percorso in DS Il paziente in stato di salute ottimale/buono, contesto sociale adeguato, viene dimesso dal Pronto soccorso a conclusione di accertamenti e pianificazione terapeutica, con il progetto di ricovero in regime di DS definito in termini di modi, da definire mediante contatto telefonico in termini di data e geografia. L'episodio di cura in questo caso è caratterizzato dalla concentrazione in un periodo di tempo <23 ore di tutti i passi fondamentali: accoglienza, eventuali accertamenti diagnostici complementari alla documenazione se necessario, intervento chirurgico, assistenza postoperatoria, controllo del dolore, prescrizioni di convalescenza e dimissione. Ricovero frammentato Il paziente affetto da fratture di segmenti maggiori o di più arti sottoposto all' intervento chirurgico immediatamente necessario (damage control) viene poi ricoverato in Reparto. Nel caso sussistano i presupposti clinici e sociali, a stabilizzazione avvenuta, viene proposta la frammentazione del ricovero pianificando l'erogazione degli atti chirurgici successivi in regime di Day surgery. La realizzazione del percorso appena descritto è resa possibile dalla pressochè completa abolizione della trazione transcheletrica a favore della fissazione esterna temporanea. Il periodo temporale di dilazione della chirurgia definitiva può superare i 20 giorni, ed il ricovero frammentato comporta un primo episodio di 3 giorni e poi da un secondo episodio in Day surgery, mantenendo intatte la sensazione di autonomia fisica e gestionale della persona in cura e riducendo il peso assistenziale ia livello aziendale.

Evoluzione in P.O.T. di un piccolo ospedale
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Vitali, Lorenzo

Evoluzione in P.O.T. di un piccolo ospedale / Lorenzo Vitali

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: La Legge Regionale n. 2312015 ha costituito la risposta di Regione Lombardia all'aumento della domanda sanitaria conseguente all'incremento esponenziale dei pazienti affetti da patologie croniche. L 'applicazione della nuova normativa ha determinato la necessità di modificare e razionalizzare l'offerta di salute presente sul territorio. La trasformazione/riqualificazione di strutture per acuti di piccole dimensioni in nodi organizzativo-erogativi della rete dell'offerta per la presa in carico della cronicità, ha interessato diversi piccoli ospedali. Con la la DGR n. X/2930 del 1911212014 tale processo ha coinvolto l'ex-Ospedale Crotta-Oltrocchi di Vaprio d'Adda, attualmente integrato nell'ASST-Melegnano-Martesana, che è stato riconvertito in Presidio Ospedaliero Territoriale (P.O.T.). Tutto ciò appare coerente con quanto contenuto nella delibera X/6164 30 gennaio 2017 che definisce ulteriormente le caratteristiche della domanda. Nel progetto si descrivono il contesto territoriale-organizzativo dell'ASST di Melegnano e della Martesana, l'attuale offerta, i processi in corso di implementazione e di adeguamento alla normativa ed, infine, si pone l'accento sulla necessità di attuare una accurata informazione/formazione indirizzata a tutti gli operatori coinvolti e naturalmente all'utenza a cui il P.O.T. è dedicato. Si delineano pertanto le possibili fasi e modalità di attuazione di tale processo formativo.

Cartella Clinica Elettronica (CCE) (dal punto di vista ICT)
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Rosito, Giuseppe

Cartella Clinica Elettronica (CCE) (dal punto di vista ICT) / Giuseppe Rosito

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: L'evoluzione dei Sistemi Informativi avvenuta negli ultimi anni nella Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori grazie all'introduzione di vari sistemi dipartimentali quali ad esempio RIS-PACS per la radiologia, LIS per il laboratorio di analisi e Anatomia Patologica, delle componenti centrali (Anagrafica Aziendale centralizzata, Dossier sanitario, ecc.), del front-office (CUP, ADT) e della piattaforma di integrazione secondo standard quali HL7 e DICOM, ha reso l'ambiente IT pronto per poter introdurre al suo interno un sistema di Cartella Clinica Elettronica (CCE) in grado di supportare l'attività clinica di ricovero ed ambulatoriale da un lato e la dematerializzazione della cartella clinica cartacea dall'altro. Il progetto CCE ha come finalità ultima la informatizzazione della Cartella Clinica, operazione che consente di rendere le informazioni, in essa contenute, strutturate, codificate e facilmente accessibili al personale autorizzato da qualunque postazione di lavoro (anche sul territorio), garantendo al contempo un elevato livello di affidabilità e disponibilità, fattori fondamentali data la criticità delle informazioni presenti in cartella. L'implementazione di un sistema di CCE consente di ottenere benefici sia in termini di accesso all'informazione sia in termini di gestione del flusso di lavoro legato al paziente. Più in particolare si possono ipotizzare i seguente benefici: - Registrazione centralizzata e storicizzata all'interno del dossier del paziente di tutte le annotazioni effettuate all'interno di un determinato episodio clinico; - Accesso rapido, agevole e controllato alle informazioni, aggiornate in tempo reale e da qualsiasi postazione; - Eliminazione di tempi ed inefficienze dovute alla movimentazione delle cartelle cartacee; - Miglioramento ed efficientamento della raccolta dati (secondo codifiche condivise), successivamente utilizzabili a scopi di ricerca e monitoraggio dell'attività clinica; - Miglioramento della qualità e completezza delle informazioni di cartella clinica; - Supporto alla riduzione ed al controllo del rischio clinico; - Miglioramento della conoscenza di processo; - Alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) per una completo utilizzo delle informazioni cliniche condivise sul territorio. Inoltre, grazie alla recenti normative sull'uso della Firma Elettronica Avanzata (Firma Grafometrica), è possibile oggi dematerializzare i consensi informati e i consensi privacy al fine di ottenere la completare informatizzazione della CCE. L'implementazione della CCE è un progetto che chiaramente richiede la partecipazione e il contributo di tutti gli attori coinvolti nel processo di dematerializzazione e non solo di quello di ICT, per questo sono stati coinvolti sin da subito tutti i diversi attori (medici, infermieri, amministrativi, …), sia nella fase di stesura dei fabbisogni (redazione del capitolato), che nella fase di realizzazione e di diffusione della CCE.

Evoluzione dei Sistemi Informativi: dalle Aziende Ospedaliere alle Aziende Socio Sanitarie Territoriali a seguito della Legge 23/2015
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Salzillo, Adelina

Evoluzione dei Sistemi Informativi: dalle Aziende Ospedaliere alle Aziende Socio Sanitarie Territoriali a seguito della Legge 23/2015 / Adelina Salzillo

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: Le ASST, secondo lo spirito della L.R. 23/2015, concorrono all'erogazione dei LEA assicurando prestazioni socio sanitarie secondo i criteri di appropriatezza, qualità, efficacia e affidabilità al fine di garantire la continuità di presa in carico della persona nel proprio contesto di vita, anche attraverso articolazioni organizzative a rete e modelli integrati tra ospedale e territorio. Le attività di cui sopra non possono prescindere da una rivisitazione del Servizio Informativo Aziendale, la sanità elettronica è infatti oggi riconosciuta come leva strategica a supporto di modelli innovativi di cura, di processi e percorsi assistenziali. Lo sviluppo strategico dei sistemi informativi aziendali, deve tener conto dei seguenti elementi: - accresciuta complessità del sistema; - necessità di copertura funzionale delle componenti di supporto ai processi direzionali e strategici; - necessità di copertura funzionale di alcuni processi clinico-sanitari; - necessità di sostenere la sfida legata alla evoluzione del Servizio Sanitario Regionale, al fine di sviluppare quelle funzionalità a supporto dei processi di "presa in carico" che si esprimono attraverso l'integrazione socio-sanitaria e attraverso il dialogo tra più soggetti (ASST, MMG\PLS, RSA, ADI, …); - avvio di modelli di cura e presa in carico fondati sull'appropriatezza rispetto alla domanda, al fine di superare la logica "verticale" delle cure. Il sistema informativo aziendale deve quindi essere in grado di mettere in comunicazione fra loro operatori, strutture erogatrici e cittadini, in maniera coerente con le politiche di programmazione regionale accreditandosi quale strumento di gestione clinica ed amministrativa. Le principali aree di lavoro identificate dall'ASST sono di seguito indicate: 1.apertura dei sistemi informatici verso il territorio in ottica di miglioramento dei servizi al cittadino; 2.integrazione delle componenti applicative del polo ospedaliero dell'ASST (Centro Unico di Prenotazione, Cartella Clinica Elettronica, Portale Informativo), con quelle del polo territoriale (Cartella Informatizzata Medico di Medicina Generale, Sistemi di gestione Assistenza Domiciliare Integrata, Sistemi di Gestione RSA, Sistemi di presa in carico del paziente cronico); 3.implementazione e messa in "rete" delle informazioni presenti a sistema (reporting strategico, clinico, sanitario, amministrativo e socio-sanitario) al fine di consentire ai diversi attori della presa in carico di estrarre e consultare in autonomia i dati; 4.adeguamento progressivo alle indicazioni presenti nella normativa sulla protezione dei dati, privacy e dossier sanitario; 5.gestione della cronicità, supportando processi di cura interorganizzativi fondati sul percorso del paziente, facilitando la condivisione tempestiva e continuativa delle informazioni cliniche a supporto della continuità assistenziale e dell'integrazione sanitaria, sociosanitaria e assistenziale.

Il medico competente e la promozione della salute
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Sanna, Sandro

Il medico competente e la promozione della salute : minimal advice su stili di vita e lavoro / Sandro Sanna

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: Il PW mira ad individuare e definire un progetto per il minimal advice da parte del medici competenti delle ATS, ASST, ecc. da effettuarsi durante le visite mediche di sorveglianza sanitaria su tematiche quali l'attività fisica, il fumo di tabacco, l'alcol, l'alimentazione. L'attuale contesto lavorativo porta il medico competente a dover sempre più affrontare problematiche quali l'invecchiamento attivo della popolazione lavorativa, la sedentarietà di alcune attività lavorative, il progressivo ridursi di fattori di rischio professionali specifici a vantaggio di fattori di rischio e patologie trasversali quali ad esempio le "work-related desease" più che patologie francamente professionali od "occupational desease". Le WRD hanno infatti cause multifattoriali in cui l'esposizione lavorativa può agire in sinergia con altri fattori di rischio. Altri fattori di criticità, diffusi soprattutto nel comparto della sanità, sono il progressivo aumento della età media dei lavoratori, la contestuale maggiore prevalenza di soggetti con non idoneità lavorativa o di idoneità con limitazioni, il blocco del turn-over, la riduzione delle risorse economiche ed umane. Un altro fattore di criticità in tale contesto lavorativo attuale è che le patologie professionali, tra cui molto diffuse quelle a carico dell'apparato muscolo-scheletrico, sono ancora oggi troppo spesso misconosciute. Il medico competente si trova in una posizione privilegiata nel contrasto dello sviluppo di tali problematiche in quanto, da una parte conosce in maniera dettagliata i rischi lavorativi dei dipendenti potendo intervenire su tale esposizione, dall'altra, con un programma di minimal advice strutturato, può agire sui fattori di rischio lavorativi ed extralavorativi che agiscono in sinergia con i rischi professionali nello sviluppo delle patologie.

Proposta per la creazione di una "Metastatic Cancer Unit" nell'ASST Lariana
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Scandolaro, Luciano

Proposta per la creazione di una "Metastatic Cancer Unit" nell'ASST Lariana / Luciano Scandolaro

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: Lo scopo del presente Project Work è quello di progettare, nella ASST Lariana, un Centro di Riferimento dedicato ai pazienti affetti da neoplasie in fase metastatica (MCU: Metastatic Cancer Unit), che hanno la necessità di terapie finalizzate a controllare i sintomi e i disturbi causati dall'evoluzione della malattia principalmente a carico dei segmenti ossei, compresi i casi di coinvolgimento del midollo spinale, e dell'encefalo. Si tratta di mettere in pratica, vista la presentazione spesso "acuta" dei disturbi, un approccio integrato e coordinato per assistere i pazienti attraverso un percorso che, nel più breve tempo possibile, consenta loro di accedere alle cure necessarie e rispondere alle richieste formulate dai Medici di riferimento (MMG, Hospice o Specialisti). L'Azienda, da parte sua, integra in una unica soluzione le alte tecnologie ubicate nelle UO di Radioterapia e Radiologia Interventistica, le competenze chirurgiche delle UO di Neurochirurgia e Ortopedia e le proposte di terapia medica sia "oncologica" sia "medica sintomatica" presso le UO di Oncologia Medica, Terapia del Dolore e Hospice. La Unit, innovativa nel suo genere, può diventare un punto di riferimento per tutte le strutture sanitarie presenti sul territorio della ASST ma ha l'obiettivo di estendere le proprie prestazioni anche oltre i confini della ASST Lariana consentendole, attraverso la stipula di convenzioni, di allargare la collaborazione multidisciplinare alle ATS e alle ASST limitrofe.

Evoluzione del controllo di appropriatezza delle prestazioni socio sanitarie erogate nella rete delle unità d'offerta della Regione Lombardia
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Schiavi, Adriano

Evoluzione del controllo di appropriatezza delle prestazioni socio sanitarie erogate nella rete delle unità d'offerta della Regione Lombardia / Adriano Schiavi

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: Il presente lavoro parte da una analisi della normativa e della storia dei controlli di appropriatezza nelle unità d'offerta sociosanitarie in Regione Lombardia per arrivare a suggerire delle linee di ricerca e di lavoro futuro, passando attraverso una veloce disamina delle critiche più spesso mosse agli indicatori di appropriatezza previsti dalla dgr 1765/14. Con la creazione delle ATS, delle ASST e dell'Agenzia di Controllo, tra le altre innovazioni introdotte, la l.r. 23/2015ha portato a compimento la separazione tra le funzioni di erogazione delle prestazioni e quelle relative alla loro programmazione-acquisto e controllo, già avviata e preconizzata dalla l.r. 31/1997. Mentre nel mondo sanitario i controlli sulle prestazioni erogate sono stati avviati in modo organico nel 2003 con l'introduzione dei DRG, bisogna arrivare al novembre del 2008 per avere una DGR specifica (dgr 8496/2008) relativa ai controlli da attivare nelle rete delle unità d'offerta sociosanitarie. Ma è solo nel 2013 con la DGR "sperimentale" 4980 e con la sua revisione l'anno successivo - DGR 1765/2014- che vengono individuati gli indicatori da utilizzare in tutto l'ambito regionale. Questi indicatori sono stati spesso criticati e, poiché alcune critiche non appaiono del tutto infondate, non volendoci addentrare nella complessa definizione di nuovi indicatori specifici ci si limita ad individuare possibili future direzioni di lavoro.

Il percorso di integrazione tra i servizi per la gestione di pazienti in fascia di età adolescenziale con problematiche psichiatriche e disturbo da uso di sostanze nell'ASST degli Spedali Civili di Brescia
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Secchi, Elisabetta

Il percorso di integrazione tra i servizi per la gestione di pazienti in fascia di età adolescenziale con problematiche psichiatriche e disturbo da uso di sostanze nell'ASST degli Spedali Civili di Brescia : un contributo all'avvio del percorso / Elisabetta Secchi

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: Il percorso di integrazione per la gestione degli adolescenti multiproblematici è senz'altro una importantissima occasione di evoluzione delle collaborazioni/integrazioni tra i Servizi dell'ASST Spedali Civili di Brescia. I Protocolli operativi in vigore da alcuni anni hanno sostenuto la collaborazione prevedendo l'integrazione per quei casi che presentano maggiore complessità e gravità, con la costituzione di un'équipe funzionale mista. Le problematiche in età evolutiva rappresentano una delle più difficili sfide per i Servizi: è una fase di sviluppo dell'individuo che presenta caratteristiche complesse e articolate; è l'età di esordio dell'uso di sostanze illegali e legali e di psicopatologie correlate ad alterazioni dello sviluppo. Le problematiche che possono esordire in adolescenza, sia in relazione all'area delle dipendenze che a quella psicopatologica o di entrambe, possono essere transitorie o sottendere disagi più profondi di entità più o meno grave. Per gli adolescenti è pertanto cruciale un approccio integrato non solo per le condizioni cliniche che manifestano maggiore complessità e gravità (doppia diagnosi) ma anche per l'area della prevenzione secondaria e dell'esordio delle manifestazioni più a rischio. L'afferenza dei servizi allo stesso Dipartimento (Salute Mentale e delle Dipendenze) costituisce una cornice istituzionale che può facilitare in grande misura, oltre agli aspetti organizzativi, la possibilità di costruire o consolidare un linguaggio comune, la formazione in comune, la valorizzazione delle competenze, la condivisione e la realizzazione di progetti e attività di ricerca. Vari strumenti e metodologie o scelte operative / organizzative possono favorire il percorso di integrazione tra i servizi: la "formazione" di un gruppo di lavoro misto, composto da professionisti afferenti alle varie discipline, costituisce un punto di partenza imprescindibile. Per analizzare la popolazione target, si possono individuare le diverse tipologie di adolescenti multiproblematici, le domande e i relativi obiettivi di salute, così come condividere le criticità nell'approccio per intraprendere azioni comuni per superarle. Numerosi sono gli attori che possono essere coinvolti nella presa in carico: l'integrazione tra i servizi della rete dovrebbe rappresentare il sistema che si prende cura del paziente. E' allora strategico supportare il lavoro di rete con strumenti di collegamento e di integrazione, e monitorarne il funzionamento attraverso l'individuazione di indicatori condivisi. L'attenzione alla qualità dell'assistenza sociosanitaria può essere senz'altro guidata dalle metodologie e dagli strumenti del governo clinico, tra i quali assume grande rilevanza operativa il PDTA, in particolare per quelle situazioni che presentano bisogni assistenziali complessi.

Gestione integrata ospedale / territorio del paziente nefropatico
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Silva, Santino

Gestione integrata ospedale / territorio del paziente nefropatico / Santino Silva

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

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Abstract: La malattia renale cronica è un rilevante problema di salute pubblica con significative ripercussioni socio-economiche la cui prevalenza è stimata intorno al 10% della popolazione con variazioni legate alle caratteristiche degli individui presi in esame, ai criteri di definizione utilizzati e alle diverse metodiche di stima della funzione renale. In studi osservazionali la prevalenza risulta maggiore nelle donne rispetto agli uomini e nei soggetti caucasici, rispetto a quelli di razza nera, probabilmente in relazione a differenze nell'assetto genetico, dello stile di vita e delle comorbidità. Questi dati non forniscono però un quadro completo della distribuzione della CKD, soprattutto negli stadi più precoci, in cui la malattia non si presenta con manifestazioni cliniche tali da spingere il paziente a richiedere un consulto specialistico. Non bisogna, pertanto, dimenticare l'esistenza di un numero imprecisato di soggetti che, pur sfuggendo alle quantificazioni epidemiologiche, presentano un aumentato rischio di sviluppare una malattia renale cronica in stadio terminale, ponendo l'accento sulla necessità di attuare un'attenta valutazione dei soggetti portatori di fattori di rischio quali l'ipertensione, il diabete, la familiarità per malattia renale. Indipendentemente dalla scarsità di dati epidemiologici e da qualunque variabile in grado di condizionarne la distribuzione, è comune l'osservazione che la CKD sembra divenire più frequente con il progredire dell'età. In soggetti di età superiore ai 70 anni i valori di prevalenza si aggirano infatti intorno al 45% per gli USA e al 38% per l'Europa. L'identificazione precoce della patologia è effettuabile con una "banale" indagine di laboratorio e comporta opportunità per prevenire e ritardare la progressione della malattia I benefici potenziali del management attivo include ridurre la mortalità e la morbidità da patologie cardiovascolari, la progressione verso l'insufficienza renale con malattia proteinurica, migliorare la qualità della vita nei pazienti più gravi e ridurre l'uso di risorse e costi per i servizi sanitari. Questi obiettivi impongono una azione coordinata di tutte le componenti del sistema socio sanitario. L'implementazione di un PDTA per la gestione del paziente nefropatico è stato identificato come strumento per lo sviluppo di un approccio orizzontale alla gestione di questi pazienti. Vengono illustrate le caratteristiche di un percorso ideale e l'attuale stato di concretizzazione del percorso in una ASST anche in relazione all'evoluzione del sistema socio sanitario lombardo e quindi rispetto alla necessità di evolvere da un PDTA ad un PAI gestito da un "care manager" del Centro Servizi.

Razionalizzazione di un PDTA per le urgenze della mano attraverso il metodo di analisi e riprogettazione organizzativa "Service mapping"
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Tos, Pierluigi

Razionalizzazione di un PDTA per le urgenze della mano attraverso il metodo di analisi e riprogettazione organizzativa "Service mapping" / Pierluigi Tos

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: L'Unità Operativa Complessa di Chirurgia della Mano del presidio Gaetano Pini, che dirigo dal maggio 2016, è inserita nella "rete del trauma della mano" della regione Lombardia. L'organizzazione interna di tale servizio non consente, al momento attuale, la presa in carico immediata in PS della patologia specialistica non emergenziale, che viene spesso inviata in seconda battuta presso gli ambulatori dedicati alla superspecialità . L'intervento clinico attualmente ha dei limiti di appropriatezza sia diagnostica che terapeutica. Questo ritardo nella presa in carico della patologia da parte di un chirurgo specializzato può determinare una maggiore difficoltà nella cura con ripercussioni negative sullo stato di salute del paziente. L'attuale modalità di comportamento clinico, dove il chirurgo ortopedico "generalista" invia il paziente in ambulatorio specialistico nei giorni successivi al suo ricorso al PS per una ulteriore opinione (second opinion), ha dei risvolti negativi anche sul paziente dal punto di vista del vissuto personale: lo si costringe ad uno scomodo andirivieni e a passaggi che potrebbero essere semplificati da una visita specialistica direttamente in PS il giorno stesso in cui si è verificato il trauma (riducendo così al minimo il numero di episodi di cura in luoghi e tempi diversi). L'obiettivo principale del progetto è analizzare lo stato attuale dell'erogazione di un servizio alla persona, corrispondente al PDTA per le urgenze della mano, e partendo da questo formulare ipotesi di miglioramento che si basino sulla descrizione della realtà organizzativa e sulla evidenziazione delle criticità che emergono da una dettagliata analisi. La prima formulazione del progetto aveva individuato per la rappresentazione del processo di erogazione del servizio il classico metodo di rappresentazione del processo lavorativo: il flow chart. Trattandosi di un sistema di erogazione di un servizio alla persona, si è deciso di effettuare l'analisi organizzativa e la riprogettazione del sistema di erogazione del servizio utilizzando il metodo "service mapping", in versione blue printing, così come viene proposto da Kingman-Brundage (1995 e 2007). L'impiego di tale metodo di rappresentazione iconica del lavoro permette di analizzare l'organizzazione del sistema del servizio alla persona considerando come centrale la partecipazione al servizio del beneficiario, che, per questa ragione viene opportunamente rappresentato iconicamente insieme ad ogni altro soggetto che partecipi al processo. Alla rappresentazione iconica dello stato attuale segue un'analisi critica delle problematiche e questa una rappresentazione dello stato desiderabile del servizio che semplifica e accelera le procedure riducendo tempi di attesa e trattamenti inadeguati con indibbi vantaggi per il paziente ed il sistema organizzativo.

Percorsi di case-management integrati tra Servizi Psichiatrici e Servizi Dipendenze
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Valvassori Bolgè, Giovanna

Percorsi di case-management integrati tra Servizi Psichiatrici e Servizi Dipendenze : presa in carico di giovani con doppia diagnosi / Giovanna Valvassori Bolgè

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: La riforma del SSR ha comportato la ricollocazione del Dipartimento Dipendenze all'interno dell'ASST accanto all'Unità Operativa di Psichiatria (UOP) all'Unità Operativa di Neuro-Psichiatria Infantile e dell'Adolescenza (UONPIA). In tal modo si crea una nuova area dipartimentale (Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze - DSMD) che comprende tutte le suddette Unità Operative. Il lavoro di integrazione all'interno del DSMD, strutturato nelle diverse Unità Operative, deve avvenire attraverso la definizione di procedure di collegamento e di protocolli specifici per le diverse aree di intervento, con coinvolgimento di tutte le discipline e professionalità. La prospettiva dovrebbe essere quella di superare l'organizzazione per struttura in favore dello sviluppo di "Equipe Funzionali" che si costituiscono in base a programmi di cura ed attività specifiche. Il presente PW si pone la finalità di tradurre in procedure cliniche lo spirito della L.R. 23/2015 nell'ambito di una specifica area di intervento, quella degli adulti in fascia d'età 18-24 anni, portatori di disturbi psichiatrici maggiori associati a disturbi di abuso/dipendenza (Doppia Diagnosi ). Il PW individua modalità operative congiunte dei due Servizi e si avvale di strumenti specifici di lavoro quali il Piano Terapeutico Individuale (PTI) integrato e un Case Manager (CM) congiunto. Il progetto è rivolto a tutti gli operatori della psichiatria e delle dipendenze dell'area magentina e abbiatense, dove gravitano due CPS, un SERT e un NOA. L'innovazione consiste nel creare una micro-equipe dedicata alle Doppie Diagnosi (DD) e individuare un CM che possa muoversi tra più Servizi e venga da questi legittimato per tutelare il progetto terapeutico del paziente con DD. L'introduzione del CM nella gestione dei pazienti con Doppia Diagnosi consente un approccio rigorosamente multidisciplinare e multi professionale tesa ad evitare l'autoreferenzialità, incentivare il cambiamento, coinvolgere servizi diversi, aprire e costruire le reti di intervento, contrastare maggiormente la vulnerabilità e il disagio, rendere possibile la realizzazione di aspettative e il miglioramento della qualità di vita, oltre che valorizzare gli operatori che diventano da passivi esecutori delle proposte/progetti del medico a soggetti attivatori o agenti di rete.

Organizzazione di una struttura semplice dipartimentale di chirurgia robotica presso l'ASST Lecco
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Tagliabue, Fulvio

Organizzazione di una struttura semplice dipartimentale di chirurgia robotica presso l'ASST Lecco / Fulvio Tagliabue

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: Da anni la Regione Lombardia è molto attenta all'innovazione tecnologica in ambito sanitario. Un' Azienda se vuole essere competitiva e capace di cogliere tempestivamente gli sviluppi ed i progressi della ricerca per non "arrivare in ritardo" deve cercare di valutare una tecnologia in uno stadio precoce del suo sviluppo assumendosi necessariamente dei rischi , soprattutto economici. Per i professionisti del nostro Sistema Sanitario la chirurgia robotica, in ambito chirurgico, rappresenta il massimo che la tecnologia può attualmente offrire sul mercato e sempre più Aziende Ospedaliere sono pronte ad investire risorse economiche ed umane. In Italia questa tipologia di chirurgia è ormai diventata una realtà clinica che va guadagnando sempre più consensi, ogni anno infatti vengono installati sempre più sistemi robotici, tanto che l'Italia insieme alla Germania, in Europa, è tra i paesi con il maggior numero di Centri Robotici attivi: 89. La Chirurgia Robotica o Telechirurgia comporta una serie di vantaggi:  Migliora i risultati e la soddisfazione dei pazienti  Garantisce maggiore sicurezza ed un'elevata qualità di cura  Costituisce un fattore di richiamo per i pazienti  Posiziona la Struttura come centro di cura d'eccellenza a livello tecnologico  Consente la formazione completa di giovani chirurghi I campi di applicazione sono diversi e con il miglioramento continuo degli strumenti/ accessori forniti la tipologia degli interventi eseguibili è aumentata nel corso degli anni. Attualmente la prostatectomia radicale in urologia, l'isteroannessectomia in ginecologia e le resezioni coliche ed epatiche in chirurgia generale sono diventati interventi routinari. Spinta da questi propositi L'ASST-Lecco ha deciso, circa 8 anni fa, di investire su questa nuova tecnologia con lo scopo di emergere a livello regionale al di fuori dell'area milanese, ove sono attivi ben 16 robot. Il nuovo POAS proposto alla Regione Lombardia prevede per l' ASST-Lecco, tra l'altro, un Dipartimento di Chirurgia d'Urgenza e Robotica. La creazione quindi di una Struttura Semplice Dipartimentale di Chirurgia Robotica per l'organizzazione, la gestione e l'ottimizzazione delle risorse può avere ragione di essere.

Rimodulazione del percorso di fine vita dei pazienti oncologici terminali
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Tarenzi, Emiliana

Rimodulazione del percorso di fine vita dei pazienti oncologici terminali / Emiliana Tarenzi

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

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Abstract: E' stato provato che le Cure Palliative sono una componente importante nel percorso terapeutico di pazienti con cancro avanzato. Organizzazioni Mediche Internazionali raccomandano l'implementazione del passaggio da Cure Palliative, prettamente dedicate alla fase terminale del malato, a Cure Palliative Precoci-Intermedie con integrazione fra medici oncologi e medici palliativisti. Una integrazione delle due specialità ha dimostrato un miglioramento dei sintomi, del dolore e della qualità di vita dei pazienti, facilitando il percorso di fine vita dei malati. Analisi recenti hanno anche dimostrato che le Cure Palliative sono in grado non solo di contenere la sofferenza legata ai sintomi, di migliorare la qualità di vita ma anche di prolungare la sopravvivenza dei pazienti affetti da tumore. Per questi malati è stata osservata una diminuzione del numero e della durata media dei ricoveri in ospedale, degli accessi ai servizi di emergenza e dell'intensività terapeutica inappropriata accompagnata ad un incremento di quanti scelgono di vivere la parte finale della propria vita a casa. Questo modello organizzativo ben si inserirebbe nel concetto di integrazione ospedale-territorio largamente perseguito e incentivato anche dalla recente Riforma Sanitaria Regionale della Lombardia (LR 23/2015). Nonostante quindi sia riconosciuta chiaramente l'importanza di attivare le cure palliative nella malattia oncologica, la gestione della terminalità del paziente presenta ancora numerose criticità interpretative e di gestione tant'è che ancora più di un terzo dei malati oncologici italiani decede in reparti per acuti, e in alcune regione tale dato supera il 50%. In quest'ottica, nel grande Ospedale Metropolitano di Niguarda accanto al servizio di cure Palliative, è stato attivato un ambulatorio di Cure Palliative Precoci che però risulta sottoutilizzato soprattutto per ridotto referral dei pazienti da parte dei medici oncologi. Per meglio capire l'iter di questi pazienti, nell'ottica anche di un miglior utilizzo delle risorse del nostro PS, è stata eseguita una analisi dei ricoveri urgenti medici di pazienti oncologici che poi hanno esitato in una dimissione verso Cure Palliative o decesso, senza pertanto un programma di cure future, negli anni 2015-2016. Tale valutazione ha rilevato come, tale particolare tipologia di ricoveri, rappresenti ben circa il 30% di tutti i ricoveri urgenti afferiti. A fronte di questi dati, sembra auspicabile puntare ad una integrazione dei servizi già esistenti per un efficientamento delle risorse già in campo, nell'ottica di un miglior servizio ai malati oncologici avanzati e possibile risparmio/rimodulazione delle risorse. Tale obiettivo potrebbe essere raggiunto semplicemente con una ri-formazione continua dei medici oncologi.

Odontoiatria
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Tartari, Elisabetta

Odontoiatria : percorsi ospedalieri e sul territorio / Elisabetta Tartari

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: Sono stata assunta nel 1992 dall'Azienda Istituti Ospedalieri di Cremona, dopo 4 anni di sostituzioni, come medico chirurgo specialista in Odontoiatria, ero e sono felicissima. Da ieri ad oggi l'Azienda ha cambiato tanti nomi, tanti DG, ha intrapreso tante rotte diverse. La mia fede in essa non è mai mutata. Credo nel SSN e SSR che è il servizio migliore al mondo ed è nostro dovere tutelarlo, farlo crescere e lasciarlo in eredità alle future generazioni. In questi anni la cultura, l'erogazione è profondamente mutata si è passata da " gratis per tutti - diritto"; al pagamento dei ticket, alla fornitura del servizio solo se esistono i fondi, ad una erogazione mirata alla individuazione delle esigenze la "presa in carico del paziente" perché prevenire sul cronico è come risparmiare a prescindere. La Provincia di Cremona e la città ha una popolazione di circa 370,000 unità,questo rappresenta il bacino d' utenza dell ‘ ASST. L'Ospedale è di medie dimensioni plurispecialistico di riferimento territoriale ma che potrebbe avere anche qualche specialità nazionale. E' dotato di specialità mediche ,chirurgiche e di tutti i servizi di supporto per il trattamento di patologie acute ,non necessariamente ad alta complessità. Afferiscono pazienti con un tipo di patologia abbastanza diffusa e frequente sul territorio che necessitano di investimenti tecnologici, ricerca e formazione meno complessi rispetto ai presidi d'eccellenza. Lo scopo del Project Work è quello di essere anche noi Odontoiatri presenti in questa fase di cambiamento: nell'attivazione di piani di cura,costruzione di reti, continuità ospedale-territorio,integrazione del sanitario e sociosanitario non solo come medici ospedalieri ma anche come dentisti sul territorio riuniti in Associazione. L' obiettivo del mio Project work, che deriva dalla esperienza della pratica quotidiana iniziata nel 1989, è quello di individuare se in qualche fase di questa organizzazione ci possono essere dei margini di miglioramento possibilmente a costo zero . Innanzi tutto identifico nella disponibilità individuale, nella duttilità e nella collaborazione il primo momento di cambiamento ai quali sono certa seguiranno le indispensabile pratiche burocratiche. Concretamente questo Project work ha promosso una serie miglioramenti: 1)Abbiamo in corso un protollo che è alla firma del dirigente per il PSO per iniziare il servizio 2)Abbiamo inoltrato insieme con il Direttore Sanitario della Casa Circondariale e la Direzione medica la proposta per diventare SUMMPI cioè servizio medico multiprofessionale integrato con sezione dedicata all'Odontoiatria non essendo ancora presente su tutto il territorio regionale. 3)Richiesta del computer ( sono circa 5 /8 anni che la richiediamo ) 4)Sedute di educazione all' igiene orale in carcere come da Dgr n° X/ 4716 5)Rapporti diretti con i colleghi telefonandoci per consulenza nei percorsi con i pazienti , favorendo le visite immediate o in 48 ore saltando le liste d'attesa che per qualche specialità arrivano a 5 mesi. 6)Il protocollo dell'osteonecrosi è già stato redatto con Direzione medica ,oncologia, odontoiatria. 7)Deve iniziare ancora il rapporto con la medicina di base.

Il percorso riabilitativo dall'ospedale al territorio nell'ambito del PDTA per i pazienti affetti da postumi di ictus cerebrale nell'ASST Monza
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Tedesco, Lucia Maria

Il percorso riabilitativo dall'ospedale al territorio nell'ambito del PDTA per i pazienti affetti da postumi di ictus cerebrale nell'ASST Monza : verifica delle risorse e ottimizzazione dell'offerta / Lucia Maria Tedesco

Milano : Éupolis Lombardia, [2017]

Project work Afssl

Abstract: L'ictus cerebrale costituisce la seconda causa di morte e la terza causa di disabilità a livello mondiale e la prima causa di disabilità negli anziani. Il termine di Stroke indica un evento cerebrovascolare acuto che provoca deficit focali stenici, sensitivo-sensoriali e cognitivi, che avviene in seguito ad un'improvvisa riduzione del flusso sanguigno a determinate aree del Sistema Nervoso Centrale. Il POAS dell'ASST Monza 2016-2018 ha raccolto la sfida posta dalla Legge 23/2015 "per affrontare al meglio la nuova conformazione del bisogno, che deve portare al superamento dei confini tra servizi sanitari, sociosanitari e assistenziali , anche mediante accordi convenzionali con erogatori del territorio (pubblici e privati) , secondo il principio della sussidiarietà orizzontale". In questo lavoro, a partire dal PDTA stilato dalla nostra U.O. alla fine del 2016 in riferimento agli aspetti riabilitativi dell'ictus cerebrale, si vogliono verificare e approfondire i criteri per la presa in carico nelle diverse fasi riabilitative rispetto alla normativa vigente e, alla luce della Legge 23, e l'offerta che la rete dell'ASST Monza attua nei confronti di questi pazienti, con uno sguardo anche all'offerta presente nell'intera ATS Brianza. Si vuole ottimizzare il percorso dedicato al paziente affetto da esiti di ictus cerebrale con esiti permanenti, nell'ambito della presa in carico delle cronicità neurologiche e promuovere un sistema informativo all'interno della rete di raccolta dati sui risultati del percorso svolto dal singolo paziente, al fine di poter verificare nel tempo l'efficacia del percorso e il corretto uso delle risorse. L'analisi di alcuni dati elaborati dal Servizio Dimissioni Protette dell'ospedale S. Gerardo (responsabile dr.ssa I. D'Ilio) riguardanti il flusso di pazienti ricoverati presso l'U.O. Stroke Unit dell'ospedale stesso negli ultimi tre anni verso le diverse soluzioni riabilitative offerte dalla rete e i tempi di attesa per l'ingresso in Riabilitazione Specialistica, vuole fornire le basi per una maggiore efficacia del sistema.