Sono disponibili alcuni elaborati (Project work) realizzati dai partecipanti ai Corsi di formazione Manageriali per Direttori di Azienda Sanitaria (DIAS) e Direttori responsabili di Struttura Complessa (DSC) e dai partecipanti ai Corsi di rivalidazione della formazione manageriale organizzati da AFSSL - Accademia di formazione per il servizio sociosanitario lombardo di PoliS-Lombardia.
Per ogni Project work è visualizzabile una scheda descrittiva dettagliata, con abstract e - in allegato - il testo completo del documento.

SELEZIONE PER TIPO CORSO: DIAS DSC - RIVALIDAZIONE

SELEZIONE PER MODULOSanità pubblica - Organizzazione e gestioneGestione economico-finanziaria - Risorse umane

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Costituzione di Unità di Previsione Strategica sulle Tecnologie Emergenti nelle organizzazioni a supporto delle Direzioni Strategiche e/o Policymakers in sanità
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Zunino, Giorgia

Costituzione di Unità di Previsione Strategica sulle Tecnologie Emergenti nelle organizzazioni a supporto delle Direzioni Strategiche e/o Policymakers in sanità / Giorgia Zunino

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Obiettivi - L'obiettivo della presente proposta è la progettazione di uno studio destinato a migliorare il percorso decisionale delle Direzioni Strategiche non solo valutando opportunità ma anticipando opportunità, bisogni e potenziali crisi tramite l’introduzione di Unità di Previsione Strategica. Metodologia – Si prevede di analizzare casi studio di esperienze esistenti in UK (GO-sciences, il NIHR Innovation Observatory) sino alle esperienze governative di Finlandia e Danimarca sino all’EMBRAPA in brasile di come a livello manageriale sono state sviluppate ed inserite nell’organizzazione. Quindi partendo da qualcosa di noto e consolidato a livello internazionale (i.e. Horizon Scanning in HTA) sino alla definizione di metodi e strumenti a disposizione dei Manager. Indicatori: Gli indicatori di risultato del progetto si identificano nella bontà del funzionamento all’interno dell’organigramma e nel processo decisionale e saranno identificati per garantire agilità nel processo, utilizzando metodologie ad esempio di “value4money” e “value4society” superando valutazioni monodimensionali. Inquadramento Scientifico - La scansione dei futuri dell'innovazione sanitaria è una realtà in molti governi e paesi e assume particolare rilevanza in salute pubblica, con particolare focus sulle tecnologie emergenti in medicina e sui trend socio economici. Risultati - Il Progetto prevede la sua definizione negli obbiettivi, nell’organigramma, la definizione della metodologia all’interno dell’organizzazione, i tempi di realizzazione e degli indicatori di risultato, dei suoi componenti e di come questa si dovrà inserire nel processo decisionale. Inoltre il PW si prefigge di definire gli strumenti (Tool Kit) che Direttore Generale potrà utilizzare per introdurre questa innovazione nell’organizzazione, a partire da strumenti di comunicazione, partecipazione e di valorizzazione delle risorse interne. Originalità - Unione Europea e OECD nei loro studi spingono i governi e le organizzazioni pubbliche all’utilizzo sistemico e strutturato per utilizzare strumenti di previsione, per costruire istituzioni “future-proof” ed in grado di anticipare i rischi o per intercettare le opportunità che le tecnologie emergenti o i mega trend socio economici per stabilire priorità strategiche e di ricerca. Key Words – Management – Comunicazione -Partecipazione -Crescita professionale e personale- HTA, Horizon Scanning, Innovazione, Organizzazione Aziendale, Supporto decisioni, Previsione aziendale. MODULOPOL

Implementazione di una piattaforma di gestione digitale dei dati nel contesto di una biobanca per l’ottimizzazione dei processi diagnostico-terapeutici dei pazienti oncologici
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Fusco, Nicola - Ceci, Francesco

Implementazione di una piattaforma di gestione digitale dei dati nel contesto di una biobanca per l’ottimizzazione dei processi diagnostico-terapeutici dei pazienti oncologici / Nicola Fusco, Francesco Ceci

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Questo progetto si propone di trasformare il sistema di gestione dei dati istopatologici e di imaging molecolare in un Ospedale Oncologico, migliorando così l'efficienza dei processi diagnostico-terapeutici. Sarà realizzata una Biobanca Clinica Digitale che integrerà i dati istopatologici esistenti con quelli di imaging istopatologica (vetrini virtuali) e molecolare (PET con radiofarmaci FDG o non-FDG e RM) per fornire una visione completa delle caratteristiche biologiche delle neoplasie mediante l’integrazione con algoritmi di intelligenza artificiale. Saranno implementati software basati su algoritmi che utilizzano reti neurali in una piattaforma di Clinical Data Platform (CDP) per analizzare i dati complessi ottenuti e creare categorie clinicamente rilevanti per meglio gestire i pazienti oncologici. L'obiettivo finale è standardizzare i dati all’interno di un “data lake” per garantire una lettura uniforme delle cartelle cliniche elettroniche dei pazienti in tutto il territorio, affrontando le sfide legate alla gestione di grandi quantità di dati (“big data”), all'uniformità dei processi diagnostico-terapeutici e alla riduzione dei costi. Questo progetto pone una forte enfasi sull'aspetto manageriale/gestionale, con l'obiettivo di raggiungere risultati tangibili e misurabili. Attraverso una rigorosa analisi dei requisiti e del rapporto costi-benefici, si mira a gestire in modo efficiente le risorse e a mantenere un controllo rigoroso sul budget. L'implementazione della piattaforma digitale e del software di intelligenza artificiale sarà guidata da un team multidisciplinare altamente qualificato, con una chiara definizione di ruoli e responsabilità. I risultati attesi sono significativi e ambiziosi. La creazione di una Biobanca Digitale integrata con i dati di imaging molecolare consentirà di creare categorie di rischio basate su modelli predittivi che migliorino la diagnosi e il trattamento dei pazienti oncologici. La standardizzazione dei dati nel data lake garantirà una lettura uniforme delle cartelle cliniche dei pazienti in tutto il territorio, contribuendo all'omogeneità dei processi diagnostico-terapeutici. Inoltre, l'ottimizzazione dei processi e la riduzione dei costi renderanno questo progetto sostenibile e replicabile su scala nazionale, garantendo un impatto duraturo nel settore oncologico. MODULOORG

Razionalizzazione dell’attività ispettiva veterinaria negli stabilimenti di macellazione industriale di ATS Val Padana alla luce dei disposti del regolamento (UE) n. 625/17 e d.lgs. n. 32/21
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Costa, Alessandro - Caggiati, Liviana

Razionalizzazione dell’attività ispettiva veterinaria negli stabilimenti di macellazione industriale di ATS Val Padana alla luce dei disposti del regolamento (UE) n. 625/17 e d.lgs. n. 32/21 / Alessandro Costa, Liviana Caggiati

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: ATS Val Padana comprende le province di Mantova e Cremona ed è caratterizzato dalla presenza di numerosi insediamenti in cui si allevano animali da reddito e da stabilimenti in cui si producono alimenti. Nel territorio di competenza di ATS Val Padana sono presenti undici importanti stabilimenti in cui avviene la macellazione del 33% dei suini e del 10% dei bovini a livello nazionale. Questo tipo di attività, complessa e articolata, assorbe buona parte delle risorse umane assegnate al Dipartimento Veterinario e Sicurezza degli Alimenti di Origine Animale. In considerazione dei cambiamenti introdotti dai nuovi Regolamenti Comunitari, che hanno riorganizzato i controlli ufficiali e dalle nuove disposizioni riguardanti il loro finanziamento, si rende necessaria un’attenta opera di razionalizzazione delle risorse a disposizione dei Distretti Veterinari. La presenza veterinaria all’interno degli stabilimenti di macellazione è fondamentale per mantenere un livello elevato di sicurezza alimentare e rappresenta un indispensabile sostegno dell’export agroalimentare, garantendo la presenza di requisiti indispensabili per lo scambio di prodotti di origine animale tra i vari Paesi Terzi, in virtù di accordi politici bilaterali, attraverso l’emissione di certificazioni ufficiali sanitarie che accompagnano le merci nei loro spostamenti. La maggior parte delle risorse è destinata all’espletamento delle visite sanitarie ante e post mortem, attraverso cui è possibile destinare le carni e i prodotti da esse derivati, al consumo umano. La razionalizzazione delle risorse assegnate a questa attività, oltre a garantire la sicurezza alimentare del consumatore, deve tendere a favorire omogeneità ed appropriatezza dei controlli, nonché giustificare, in modo trasparente, le tariffe che gli operatori del settore devono corrispondere ad ATS Val Padana per il loro finanziamento, a tutela della lealtà commerciale. A questo proposito ATS Val Padana dispone di applicativi che agiscono in modo coordinato e che consentono di dimensionare sia i fabbisogni che le risorse da assegnare all’attività degli stabilimenti. Nel lavoro vengono raccolti i dati disponibili nei primi 10 mesi del 2023, elaborandoli, analizzandoli e confrontandoli, al fine di individuare ambiti di miglioramento. PAROLE CHIAVE: MACELLAZIONE, VISITA ANTE MORTEM, VISITA POST MORTEM, CONTROLLI, APPROPRIATEZZA, TRASPARENZA, FINANZIAMENTO. MODULOORG

Progetto per l'istituzione di un servizio attivo di pronta disponibilità endoscopica aziendale in una ASST con presidi ospedalieri multipli (ASST Valtellina e Alto Lario)
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Longhini, Alessandro

Progetto per l'istituzione di un servizio attivo di pronta disponibilità endoscopica aziendale in una ASST con presidi ospedalieri multipli (ASST Valtellina e Alto Lario) / Alessandro Longhini

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Negli ultimi anni le urgenze in endoscopia digestiva stanno diventando sempre più frequenti e richiedono una abilità imprescindibile e un adeguato training sia da parte del medico endoscopista che dello staff infermieristico, unitamente ad un setting appropriato. L’ASST della Valtellina e dell’Alto Lario assiste una popolazione di circa 200.000 abitanti dislocati su un territorio vasto e prevalentemente montano, con una viabilità a lento scorrimento. Vi sono presenti cinque centri di endoscopia digestiva afferenti a SC di Chirurgia Generale, attivi solamente nei giorni feriali, in orario di servizio. Nei giorni festivi, prefestivi e nei feriali dopo la chiusura del servizio, indicativamente alle ore 16.00, non viene garantita in tutta l’ASST la possibilità di effettuare un esame endoscopico urgente. Questo perché non è previsto, su tutto il territorio dell’ASST, un servizio di pronta disponibilità per il personale medico ed infermieristico, necessario per permettere l’apertura del centro di endoscopia. In caso di urgenza endoscopica i pazienti vengono trasferiti dalle strutture ospedaliere periferiche a quella centrale di Sondrio, ove il reparto di Chirurgia generale garantisce sia una guardia attiva 24 H che una pronta disponibilità dalle ore 20.00 alle ore 08.00 del giorno successivo. Dei dodici chirurghi solo cinque sono anche endoscopisti e quindi la presenza di un chirurgo-endoscopista è garantita unicamente sulla base di una disponibilità casuale o al massimo di una disponibilità “ad personam” volontaria, su chiamata dal centralino.Abbiamo analizzato la casistica endoscopica presso il presidio di Sondrio degli anni 2021 e 2022; le procedure endoscopiche digestive in situazione di “emergenza-urgenza”, sono state pari a 115 nell’anno 2021 e 106 nel 2022. Aggiungendo gli esami urgenti eseguiti presso gli altri presidi ospedalieri dell’ASST Valtellina e Alto Lario, si conferma un carico previsto di più di 150 esami endoscopici urgenti all’anno. Dalle considerazioni appena formulate consegue chiaramente la necessità di disporre in qualsiasi momento, 24 ore su 24, di una struttura e di personale in grado di effettuare un esame endoscopico urgente. E questo in applicazione agli obiettivi della Missione 6 del PNRR e DM 77/22 che prevedono che le strutture ospedaliere di I° livello debbano garantire la disponibilità h 24 del servizio di endoscopia digestiva ed anche del D.d.G. 11 giugno 2012 n. 5168 della Regione Lombardia che ha previsto l’organizzazione in rete per la cura delle emorragie digestive alte, proponendo l’istituzione di Unità di Cura per le Emorragie Digestive (UCED) articolate su tre livelli organizzativi. L’obiettivo del Project Work è quello di istituire un servizio attivo di pronta disponibilità nell’ambito della ASST Valtellina e Alto Lario, rendendo possibile eseguire senza alcun ritardo, in qualsiasi ora del giorno e della notte, trattamenti endoscopici spesso “salva vita” mediante una rete di strutture endoscopiche su più livelli con una UCED di 2° livello presso il presidio di Sondrio come punto di riferimento. Ne potranno conseguire: • Miglioramento dell’efficienza complessiva nella gestione delle urgenze endoscopiche, in particolar modo nella riduzione dei tempi di esecuzione dell’esame. • Riduzione della necessità di trasferire i pazienti fuori ASST. • Miglioramento dei servizi e delle attività degli operatori sanitari con particolare riguardo alla correttezza e appropriatezza delle prestazioni. • Condivisione di PDTA con gli altri centri di endoscopia e i vari reparti, cui consegue una maggiore uniformità delle procedure diagnostico-terapeutiche e ottimizzazione dell’utilizzo dell’endoscopia in urgenza. E’ evidente che al fine di una buona organizzazione del servizio va considerato come requisito essenziale la valutazione delle risorse umane necessarie nonché dei costi di realizzazione. Il PW mostra la stima del numero minimo e dei costi per garantire la pronta disponibilità di medici ed infermieri. MODULOORG

Ottimizzazione della supply chain presso l’Ospedale Filippo Del Ponte dell’ASST Sette Laghi
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Cavi, Raffaella

Ottimizzazione della supply chain presso l’Ospedale Filippo Del Ponte dell’ASST Sette Laghi / Raffaella Cavi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: L’obiettivo del project work è razionalizzare i processi di approvvigionamento dei dispositivi medici (DM) presso l’Ospedale materno-infantile Filippo Del Ponte, afferente all’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) dei Sette Laghi. L’ottimizzazione della logistica sanitaria si pone all’interno degli obiettivi strategici aziendali che puntano alla minimizzazione dei costi, considerando quelli non direttamente collegati alla produzione sanitaria «core» e al miglioramento dei flussi di lavoro. Obiettivo specifico è quello di ottimizzare le risorse, riducendo il tempo dedicato dal personale sanitario alla gestione dei processi di approvvigionamento, minimizzando le scorte di reparto, assicurando una corretta rotazione del materiale, monitorando i consumi. Si è definito di attuare il progetto iniziando dalla gestione dei DM in quanto peculiari, meno standardizzati rispetto ai farmaci e, in alcuni casi, difficilmente sostituibili ma indispensabili, a garanzia della normale erogazione delle prestazioni. In particolare si è individuata la S.C. Terapia Intensiva Neonatale quale reparto pilota per implementare il progetto. Trattasi di reparto critico, utilizzatore di materiale specifico in uso presso pochi ospedali e quindi di difficile reperimento, se carente, in caso di urgenze, nonchè caratterizzato da un’elevata varietà di materiale gestito sia in transito (ovvero senza scorte centralizzate di magazzino) sia in stock (ovvero con scorte centralizzate di magazzino). Il progetto è stato condotto applicando tecniche di Business Process Reengineering (BPR) che permettono il raggiungimento di obiettivi specifici all’interno di un’organizzazione attraverso l’analisi e la riprogettazione del processo. Per raggiungere l’obiettivo prefissato si è deciso di introdurre in ASST la figura gestionale di un Supply Chain Manager (SCM) ovvero un professionista incaricato di verificare che tutte le fasi nell’intero processo logistico siano effettuate correttamente. Il SCM deve occuparsi di pianificare la catena logistica progettando un sistema efficiente per ricevere, immagazzinare e distribuire i materiali, effettuando un’azione di controllo e di miglioramento continuo. Al fine di ridurre il tempo impiegato dai Coordinatori Infermieristici per compilare le richieste di materiale, si propone di mettere a disposizione un Kanban board che garantisca piena visibilità su tutto il processo e piena tracciabilità delle forniture. Infine, per una migliore gestione del magazzino di reparto, si ipotizza una riorganizzazione, censendo dimensioni e quantità per confezione di ogni codice prodotto per definire il sistema di ubicazioni secondo quanto concordato con il Coordinatore Infermieristico, pianificando una fase di reintegro delle scorte con cadenza settimanale. In conclusione, dall’implementazione della nuova modalità di gestione dei dispositivi medici secondo il modello ipotizzato, ci si aspetta di ridurre: - il tempo di lead time che intercorre tra il momento della richiesta del Coordinatore e quello in cui riceve in reparto il materiale, in modo da rispettare il lead time teorico di circa 10 giorni per la consegna. - Le scorte di reparto, modulandole sulla base degli effettivi consumi, diminuendo il rischio di materiale scaduto. - Il numero delle richieste effettuate in urgenza. - il tempo dedicato dai Coordinatori alla gestione logistica dei materiali, impiegandolo in attività più strettamente sanitarie correlate alla gestione del paziente. Da ultimo, ci si attende di valutare gli effettivi benefici derivanti dall’implementazione in ASST della figura del SCM. MODULOECO

La medicina point-of-care in Pronto Soccorso Pediatrico: utilizzo dei tamponi nasali e faringei per ridurre le prescrizioni inappropriate di antibiotici
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Pacati, Ilaria

La medicina point-of-care in Pronto Soccorso Pediatrico: utilizzo dei tamponi nasali e faringei per ridurre le prescrizioni inappropriate di antibiotici / Ilaria pacati

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: A causa dell’enorme pressione selettiva esercitata da un uso eccessivo, e spesso improprio, degli antibiotici in ambito umano e veterinario, nel tempo, il fenomeno dell’antibiotico-resistenza ha assunto i caratteri di una delle principali emergenze sanitarie globali, anche per la popolazione pediatrica. Uno studio del 2022 del Center for Global Development ha infatti riportato che, nei Paesi industrializzati, si stimano ogni anno circa 900 decessi tra i bambini d’età inferiore ai 5 anni a causa dell’antibioticoresistenza (1). Per mantenere l'efficacia degli antibiotici e tutelare quindi la salute delle persone, il Ministero della salute ha promosso la stesura del nuovo documento “Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025”, che nasce con l’obiettivo di fornire al Paese le linee strategiche e le indicazioni operative per affrontare l’emergenza nei prossimi anni (2). Il Consiglio dell’Unione Europea, nella Gazzetta Ufficiale del 22 Giugno 2023, ribadisce che la resistenza antimicrobica ha gravi conseguenze sui sistemi sanitari, sia in termini economici sia in termini di salute umana, e incoraggia pertanto gli Stati membri a sostenere l’uso prudente degli agenti antimicrobici nelle strutture sanitarie, anche attraverso l'adozione di test diagnostici (3). L’utilizzo della medicina point-of-care potrebbe costituire uno strumento utile nel guidare il processo decisionale del clinico: dati significativi sono stati già raccolti relativamente all’utilizzo del dosaggio della proteina C reattiva (PCR), importante indice infiammatorio per differenziare le infezioni batteriche dalle infezioni virali, e al test rapido per l’antigene dello Streptococco A, fondamentale nel discriminare le faringo-tonsilliti batteriche, che necessitano di terapia antibiotica. Test rapidi per infezioni virali, quali influenza, adenovirus, virus respiratorio sinciziale, potrebbero rappresentare un ulteriore strumento (4). E’ dimostrato infatti che più del 50% delle prescrizioni di antibiotici è inappropriato e che a molti bambini viene somministrato un antibiotico anche in caso di infezione virale. Al Pronto Soccorso Pediatrico dell’ASST Bergamo-Est accedono ogni anno circa 10.000 pazienti, per i quali i motivi principali di richiesta di valutazione sono la febbre e le patologie a carico delle prime vie respiratorie; la prevalenza di prescrizione della terapia antibiotica in questa casistica di pazienti è pari al 18,9%. All’interno di questo contesto si colloca il presente Project Work che propone, come strumento aggiuntivo per il clinico, l’utilizzo di tamponi nasali per virus e di tamponi faringei per lo streptococco beta-emolitico di gruppo A, nei bambini che si presentano in Pronto Soccorso. L’obiettivo è dunque quello di valutare l’utilizzo di una nuova tecnologia come strumento a supporto di un modello organizzativo e di gestione delle risorse dell’ASST Bergamo-Est che permetta di: - migliorare l’appropriatezza prescrittiva nella gestione delle infezioni respiratorie pediatriche, riducendo le prescrizioni inappropriate di antibiotici nei pazienti afferenti in PS; - rendere più efficiente la presa in carico del paziente pediatrico afferente al PS migliorandone il percorso di cura e la soddisfazione; - implementare un modello di integrazione tra pediatri ospedalieri e pediatri del territorio nella gestione del paziente pediatrico affetto da infezione respiratoria. Questo modello è in linea con gli obiettivi contenuti nella Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che prevede l'adozione di soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate per migliorare l'efficienza dei livelli assistenziali e adeguare strutture e modelli organizzativi ai migliori standard di sicurezza internazionali (5) e con la Delibera regionale XII/787 del 31/07/2023, relativa al piano di riordino delle strutture nell’ambito della rete emergenza urgenza ospedaliera (6). L’utilizzo dei tests, su tamponi nasali e faringei per l’isolamento di virus o batteri, permette di ottenere risposte diagnostiche sempre più rapide in grado di migliorare l’outcome dei pazienti e consente di favorire decisioni terapeutiche più veloci, facilitando una riduzione di ulteriori indagini diagnostiche (in particolare di esami ematici, radiografie e visite pediatriche ripetute), liberando risorse e riducendo costi, ma, soprattutto, supporta un uso più consapevole e mirato della terapia antibiotica, che risulta fondamentale per limitare il fenomeno delle resistenze; conseguenza di ciò è la riduzione della durata delle degenze e delle infezioni da germi resistenti, che incidono in maniera sempre più importante sui tassi di mortalità. MODULOPOL

Individuazione di un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale sperimentale relativo alla BPCO in area lombarda e piemontese
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Giacò, Ernesto - Spaccapietra, Maria Luigia

Individuazione di un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale sperimentale relativo alla BPCO in area lombarda e piemontese / Ernesto Giacò, Maria Luigia Spaccapietra

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Il Decreto Ministeriale n.77 del 23/5/22 concernente il “Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel SSN” ci ha portato a riflettere sul modello della “medicina di popolazione”, in cui si incardina la “sanità di iniziativa” ovvero è l’individuazione di modelli di gestione di patologie croniche, con un’assistenza proattiva, dalle fasi di educazione alla salute fino a quelle di condizione morbosa conclamata, da monitorare e sulla quale effettuare una prevenzione delle possibili complicanze. In tal contesto, il project work è stato ipotizzato per portare all’individuazione di un Percorso di Salute Diagnostico Terapeutico Assistenziale, orientato in specifico sulla BPCO, che, presentato e sperimentato in due Aree Distrettuali di due Regioni diverse, proverà ad individuare strategie di presa in carico di soggetti a rischio o affetti da patologia, sul territorio, il più possibile a domicilio, che compensino delle attuali criticità operative e gestionali . In questo quadro sarà importante effettuare l’individuazione dei soggetti interessati (stratificazione della popolazione per profilo di rischio, per patologia individuata nelle sue fasi) su cui scegliere gli interventi più opportuni e considerando le risorse disponibili. Nella programmazione delle azioni determinante sarà l’identificazione di un’equipe professionale multidisciplinare minima che, attribuendo particolari funzioni ai MMG e all’ IFEC, possa sopperire alle lunghe liste d’attesa per l’effettuazione di spirometrie, all’insufficiente presenza di risorse specialistiche pneumologiche e all’inappropriatezza e scarsa aderenza terapeutica spesso evidenziata. Preliminarmente, la metodologia adottata nel PW si è articolata nella lettura completa del problema (nei suoi aspetti epidemiologici, clinico- diagnostici e terapeutici), nell’analisi del contesto e delle relative criticità, nell’analisi bibliografica alla ricerca di PDTA già costruiti ed, infine, nella ricerca di un modello organizzativo che sperimenti efficaci percorsi. Nel descrivere, poi, i ruoli e funzioni delle figure professionali cardine del progetto sperimentale, sono state costruite alcune semplici flowchart e matrici. Per la necessaria verifica e valutazione degli interventi, si sono ipotizzati Criteri, Standard e Indicatori. Non ultima sarà l’adozione di tecnologie innovative di tele consulto e tele monitoraggio che permetteranno di avvicinare il servizio più specialistico all’utente, dislocato in aree disagiate e riducendo costi di trasferimento, ricoveri, e garantendo una migliore compliance per aspetti diagnostici e di cure. MODULOORG

Impatto clinico ed economico di un percorso clinico-assistenziale multidisciplinare per pazienti affetti da malattie da accumulo lisosomiale
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Borin, Lorenza Maria - Luppi, Fabrizio

Impatto clinico ed economico di un percorso clinico-assistenziale multidisciplinare per pazienti affetti da malattie da accumulo lisosomiale / Lorenza Maria Borin, Fabrizio Luppi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Le malattie da accumulo lisosomiale (LSD) sono un gruppo di malattie rare ereditarie caratterizzate da difetti enzimatici, che determinano accumulo di macromolecole, diverse a seconda della via metabolica interessata, causando danni multiorgano. I primi sintomi possono manifestarsi in età pediatrica o nell’adulto. Spesso la diagnosi viene fatta ad alcuni anni di distanza dall’insorgenza dei primi sintomi e dopo che il pz ha consultato diversi specialisti, accumulando un ritardo diagnostico talvolta considerevole. Per alcune fra queste malattie lisosomiali è disponibile una terapia efficace. Il nostro lavoro si focalizzerà sulle forme per le quali è disponibile un trattamento e quindi si rendono necessarie la diagnosi precoce ed il monitoraggio dell’efficacia e degli effetti del trattamento nel paziente adulto. All’interno della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza effettueremo la rilevazione della prevalenza di malattia di Gaucher, malattia da deficit di Niemann-Pick e mucopolisaccaridosi e di Fabry utilizzando i codici di esenzione come chiave nei flussi 28SAN. I pazienti affetti da LSD hanno un fenotipo molto variabile anche all’interno dello stesso difetto enzimatico, possono presentare varie problematiche: ematologiche, pnumologiche, cardiologiche, nefrologiche, neurologiche, endocrinologiche, ostetriche, autoimmuni ed oncologiche. Il monitoraggio dell’efficacia del trattamento prevede controlli a cadenza annuale o semestrale in tutti i domini sopraelencati. Pertanto i pz sono costretti a rivolgersi a vari specialisti prenotando numerose visite ed esami, con grande difficoltà nella coordinazione delle varie competenze, con conseguenze sulla salute del paziente, sulla qualità di vita e sulla perdita di giornate lavorative. L’obiettivo del presente lavoro è semplificare il percorso dei pazienti attraverso i seguenti punti: • Creare un team multidisciplinare di specialisti esperti che si incontra regolarmente per discutere i casi clinici attraverso gli esiti degli esami effettuati • Identificare la figura del case manager dedicato alle malattie rare che stabilisca tutti gli appuntamenti per esami in una o due giornate attraverso liste dedicate • Ritorno al paziente in telemedicina con il programma terapeutico La soddisfazione del paziente verrà valutata mediante la somministrazione di un questionario specifico. MODULOECO

Il percorso della persona con bisogni di cure palliative a partire dal Pronto Soccorso
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Il percorso della persona con bisogni di cure palliative a partire dal Pronto Soccorso / Andrea Beretta, Ignazio Renzo Causarano, Filippo Galbiati, Luca Riva

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Il DM 77 del 23/5/2022 “Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel SSN” rappresenta la premessa ed il punto di partenza della Riforma dell’Assistenza Territoriale definendo al suo interno un nuovo modello organizzativo della rete di assistenza primaria, individuando standard tecnologici e organizzativi uniformi su tutto il territorio nazionale. Mediante una attenta stratificazione della popolazione e dei suoi bisogni, si pone l’attenzione sulla possibilità di sviluppare modelli che consentano sia il monitoraggio per fattori di rischio, che la gestione integrata di patologie croniche e di situazioni complesse favorendo in questo modo il governo clinico dei percorsi di cura in sinergia tra ospedale e le reti del territorio. In particolar modo, riprendendo quanto già previsto dall’ultima versione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), si sottolinea l’importanza di favorire lo sviluppo delle attività di cure palliative “nell’ambito di strutture di degenza ospedaliera attraverso equipe di cure palliative della rete che erogano consulenza, facilitano l’attivazione dei percorsi di cure palliative per garantire la continuità ospedale territorio, supportano l’equipe dell’unità operativa ospedaliera nelle strategie per la rimodulazione e ridefinizione degli obiettivi terapeutici.” Il percorso ideale all’interno delle strutture ospedaliere non può prescindere dal favorire la più precoce identificazione del bisogno di cure palliative fin dalla prima porta d’ingresso del malato in ospedale: il pronto soccorso. Molte delle persone vicine alla fine della vita infatti accedono spesso ai servizi di emergenza, ai reparti ospedalieri o in unità di terapia intensiva e concludono il loro percorso di vita in ospedale. Il risultato netto è precisamente rappresentato dai dati ISTAT, che restituiscono uno scenario in cui un’alta proporzione di persone malate si rivolge agli ospedali per problemi clinici che si presentano “acutamente”, pur in una fase di malattia cronica o avanzata. In regione Lombardia il 33% dei malati con diagnosi oncologica e fino al 46% di malati con altra diagnosi decede oggi in ospedale. Partendo da una descrizione della situazione attuale di tre diverse ASST lombarde (Fatebenefratelli-Sacco, Grande Ospedale Metropolitano Niguarda e Lecco) il project work si propone di valutare le necessità organizzative e l’impatto economico-finanziario per lo sviluppo delle cure palliative in ospedale partendo dal pronto soccorso, realizzando i seguenti obiettivi: - ridefinire il bisogno e percorso dei malati con bisogni di cure palliative che accedono al pronto soccorso - Identificare precocemente il malato morente e le problematiche connesse - ridurre i percorsi di cura inappropriati - implementare I percorsi di etica medica di fine vita in pronto soccorso - favorire un accompagnamento dignitoso in pronto soccorso per il malato morente ed I suoi famigliari. MODULOORG

Contenimento del randagismo: aspetti gestionali a carico del Servizio IUV e ricaduta operativa nell’ambito del Distretto Veterinario
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Barberis, Maurizio - Bighiani, Massimo

Contenimento del randagismo: aspetti gestionali a carico del Servizio IUV e ricaduta operativa nell’ambito del Distretto Veterinario / Maurizio Barberis, Massimo Bighiani

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: La sempre maggiore sensibilità pubblica nei confronti della problematica del randagismo e in generale del benessere animale richiede un costante e puntuale intervento proprio nella gestione di uno degli aspetti peculiari di questa tematica, ovvero l’incremento della popolazione, che può essere efficacemente contenuta con la sterilizzazione/castrazione degli animali randagi. La relativa limitatezza delle risorse disponibili, siano esse quelle economiche che di personale specializzato, fanno che si debba avere un approccio con la preponderante esigenza da un lato di contenere la spesa e dall’altro quello di ottimizzare le risorse disponibili in relazione anche alla restante attività, programmata e non, che deve essere condotta anche negli altri settori di competenza della Veterinaria Pubblica. Partendo da questi presupposti viene considerata l’organizzazione del processo partendo proprio dalla parte gestionale “centrale” in capo al Servizio IUV (Igiene Urbana Veterinaria) con la ricaduta applicativa ed organizzativa a carico del Distretto Veterinario che si occupa dell’erogazione delle prestazioni a livello territoriale. Detto obiettivo si rende ancor più necessario viste le strategie aziendali che tendono sempre più a garantire un’efficienza ed un’efficacia gestionale ponendo l’accento sulle idonee modalità di utilizzo delle risorse disponibili. Da questa considerazione si è partiti per ripensare ad un modello organizzativo che tendesse a perseguire come obiettivo primario il miglioramento della qualità delle prestazioni erogate, intesa come soddisfacimento di un bisogno espresso in un ambiente competitivo a costi accessibili e sostenibili in relazione alle risorse economiche e di personale disponibili per far fronte alle sempre maggiori richieste espresse dagli utenti siano essi privati (gestori di colonie feline) che di Associazioni, andando a valutare gli aspetti favorevoli e critici, sia dal punto di vista economico che manageriale/gestionale, nel caso in cui le prestazioni (sterilizzazione/castrazione) vengano erogate e completamente gestite a livello del Distretto oppure da veterinario libero professionista accreditato ma sempre con utilizzo dei materiali e delle strutture del Distretto oppure completamente esternalizzate presso ambulatori/cliniche convenzionate che hanno aderito al Piano. Fatte pertanto le valutazioni relative ai tre modelli organizzativi, una volta evidenziato quale risulterà essere il processo organizzativo ritenuto maggiormente funzionale ed innovativo, potrà essere di riferimento per tutti i Distretti Veterinari che esitano sul territorio di competenza dell’ATS Milano Città Metropolitana. MODULOORG

Consultori Familiari 2.0: riorganizzazione, integrazione e e nuovi ambiti di intervento
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Pierazzuoli, Francesca

Consultori Familiari 2.0: riorganizzazione, integrazione e e nuovi ambiti di intervento / Francesca Pierazzuoli

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Sulla base del nuovo modello di assistenza territoriale del Servizio Sanitario Nazionale definito dal DM 77/2022, i Consultori Familiari sono chiamati a potenziare la loro funzione di partner della rete di cure territoriali attraverso l’interazione e l’integrazione con i diversi servizi e funzioni presenti nei Distretti socio-sanitari, che vedono suddiviso il territorio lombardo. Dall’analisi del contesto demografico e dell’attività consultoriale svolta nel 2022, emerge che nel territorio afferente all'ASST Melegnano e della Martesana (con un bacino d’utenza di 626.763 persone), il 22% degli abitanti è ultra sessantacinquenni e circa il 20% minori e giovani tra 0 e 21 anni. I cittadini stranieri presenti nel territorio in esame risultano essere il 12% della popolazione, principalmente provenienti da paesi est europei (più del 40%), oltre a Egitto, Marocco, Pakistan, Filippine, Perù ed Ecuador. Rispetto alla natalità nell’area territoriale che afferisce all’azienda, i parti nel 2022 risultano essere stati 4340, il 25% dei quali intercettato dai Punti Nascita aziendali, con il 50% delle partorienti seguita in gravidanza dai Consultori Familiari aziendali all’interno di un percorso nascita integrato. I Consultori Familiari aziendali si configurano attualmente come servizi principalmente utilizzati da donne tra i 21 e i 44 anni (quasi il 60% dell’utenza), per problematiche legate all’individualità o alla coppia, per la gravidanza e per la prevenzione ginecologica. Il 30% dell’utenza intercettata è straniera, che ha richiesto quasi esclusivamente prestazioni di tipo sanitario, e che rappresenta il 66% delle donne seguite in gravidanza dai Consultori Familiari aziendali. A partire da tale analisi, si intende proporre un nuovo assetto organizzativo delle risorse e dell’offerta, caratterizzato dall’implementazione dell’integrazione con il nuovo organico dei servizi presenti nelle Case di Comunità, con i Punti Nascita, e da un potenziamento del legame con gli Ambiti Territoriali. Si intende avviare una riorganizzazione dei Consultori Familiari sulla base della logica per hub e spoke, con un’équipe consultoriale distrettuale distribuita in tre sedi di offerta con funzioni o nuclei tematici di attività diversificati: nucleo dedicato al percorso nascita integrato, spazio dedicato agli adolescenti, nucleo attivo in situazioni di emergenza in ambito perinatale, nucleo dedicato alla gestione dei procedimenti di valutazione correlati al Tribunale e alla terapia della famiglia. Per quanto riguarda l’adeguamento dell’offerta in base ai bisogni emergenti, si intendono esplorare, attraverso una sperimentazione tramite progetto pilota, nuovi ambiti di intervento a carattere sanitario e psico-socio-educativo rivolti al counselling preconcezionale di coppia, alla preparazione alla nascita per le donne straniere, alla popolazione over 65, ai caregiver di pazienti cronici, ai genitori di adolescenti e alla prima infanzia (0-12 anni). In particolare, attraverso l’attivazione di progetti e percorsi condivisi con gli Ambiti Territoriali in setting informali e di aggregazione spontanea, orientati alla contraccezione e sessualità degli adolescenti, all’informazione sui servizi socio-sanitari per le popolazioni migranti, alle relazioni genitori-figli, si auspica di radicare ulteriormente i Consultori Familiari nella rete territoriale di cure. In tale direzione, i servizi consultoriali possono rappresentare anche attori fondanti nella prevenzione delle condizioni di cronicità, attraverso il lavoro svolto fin dalle prime fasi del ciclo di vita e rivolto a differenti fasce di popolazione, gettando le basi per un engagement ottimale nei percorsi di cure, attraverso l’empowerment della consapevolezza relativa alla salute bio-psico-sociale. Attraverso tali cambiamenti organizzativi e funzionali, si auspica di ottenere un miglioramento dell’offerta di prevenzione alla popolazione d’interesse, oltre ad un aumento della recettività, attrattività e dunque produttività del servizio. Con il monitoraggio dei risultati sulla base degli indicatori definiti per ogni tipologia di intervento e dal confronto con i volumi di attività che verranno realizzati nelle seguenti annualità, sarà possibile effettuare una valutazione dell’efficienza, dell’efficacia e dell’appropriatezza dei percorsi offerti, oltre della funzionalità della riorganizzazione proposta. Per arrivare al rilancio dei Consultori Familiari come snodo socio-sanitario territoriale fondante rispetto alla gestione delle attività di prevenzione durante tutto il ciclo di vita, si rende necessario dunque un profondo lavoro di «restyling» di questi servizi, come «Consultori Familiari 2.0», rimandando ad una loro più aggiornata versione all’interno delle aziende socio-sanitarie territoriali lombarde. MODULOORG

Attivazione di un percorso di sorveglianza post-dimissione ospedaliera per pazienti anziani affetti da condizioni croniche complesse [un modello di integrazione delle risorse ospedaliere e territoriali per la gestione delle fasi di riacutizzazione clinica]
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Coppola, Daniele - Viviano, Loredana - Rossi, Paolo Dionigi

Attivazione di un percorso di sorveglianza post-dimissione ospedaliera per pazienti anziani affetti da condizioni croniche complesse [un modello di integrazione delle risorse ospedaliere e territoriali per la gestione delle fasi di riacutizzazione clinica] / Daniele Coppola, Paolo Dionigi Rossi, Loredana Viviano

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Il DM 77/22 pone le basi per un modello di assistenza che privilegi la gestione del paziente a livello territoriale e consenta di razionalizzare le risorse, alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione italiana. Sono infatti i soggetti anziani, fragili e polipatologici ad assorbire la maggior quantità risorse a disposizione del SSN. Se in passato l'Ospedale rappresentava la risposta più adatta al bisogno di salute dei cittadini, oggi è necessario innanzitutto far fronte al tema della cronicità. Il nuovo modello di Sanità prevede la cosiddetta “presa in carico” del paziente cronico, tramite un percorso di cura personalizzato e adattabile nel tempo. Le patologie croniche possono infatti riacutizzarsi e necessitare di setting di cura diversi. La realizzazione di una effettiva presa in carico del paziente cronico si basa sulla possibilità che si realizzi un interscambio continuo di informazioni cliniche fra i vari operatori nei diversi setting di cura: Medico Ospedaliero (MO), Medico di Assistenza Primaria (MAP), Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC); Regione Lombardia sta implementando due piattaforme che potrebbero avere un ruolo fondamentale: il Fascicolo elettronico 2.0 e SGDT. Un altro aspetto cruciale della presa in carico riguarda i percorsi di dimissione protetta dall’Ospedale per acuti, ove i pazienti cronici inevitabilmente prima o poi arrivano (es: ricovero in cure subacute, ADI, Cure Palliative Domiciliari, ecc). Molti pazienti cronici, tuttavia, al momento della dimissione vengono semplicemente riaffidati al MAP, senza attivare alcun percorso di sorveglianza/monitoraggio nel tempo. Lo Scopo del presente Progetto è quello di estendere la presa in carico, dopo un episodio di ricovero Ospedaliero, ai pazienti anziani, fragili, con condizioni croniche complesse, che non abbiano accesso ai percorsi di dimissione protetta già standardizzati, attivando un nuovo percorso di sorveglianza condivisa fra MO, MAP e IFeC. Si prevede di individuare i pazienti elegibili nel reparto di Medicina Generale del P.O. S.Leopoldo Mandic di Merate, mediante l’applicazione di apposite scale di valutazione da parte del MO e/o dell’IFeC. Al momento della dimissione verrà attivata la COT (Centrale Operativa Territoriale) che si occuperà di allertare il MAP dell’attivazione del nuovo percorso di sorveglianza e verranno programmate una serie di visite specialistiche ambulatoriali, da effettuare nei tre mesi successi alla dimissione. L’IFeC avrà il compito di fare da tramite fra MO e MAP e di effettuare la sorveglianza clinica al domicilio del paziente, con la possibilità di facilitare un eventuale rientro diretto in Ospedale (ambulatorio, Day Hospital o reparto) in caso di peggioramento delle condizioni cliniche del soggetto, evitando accessi impropri al PS. Il progetto si propone di: migliorare la continuità assistenziale nella fase post acuta dopo una ospedalizzazione, ottimizzare l’appropriatezza prescrittiva, ridurre gli episodi di ricoveri ospedalieri ripetuti, facilitare la collaborazione fattiva fra Ospedale e territorio, ovvero fra le figure professionali cardine nella cura del paziente. MODULOORG

Territorializzazione delle cure oncologiche
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Chini, Claudio

Territorializzazione delle cure oncologiche / Claudio Chini

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Nel contesto attuale degli importanti investimenti per lo sviluppo dell’assistenza territoriale, così come previsti dal Piano di Ripresa e Resilienza, il presente progetto si prefigge un duplice obiettivo: da una parte descrivere un modello di decentramento erogativo di servizi specialistici normalmente offerti presso gli ospedali, capace di valorizzare le Case di Comunità come rete di setting erogativi di prossimità, dall’altra analizzare le determinanti di contesto e i driver manageriali azionabili per disegnare, implementare e consolidare un’innovazione di servizio nella logica del trasformational change. E’ ampiamente dimostrato in letteratura come la distanza dal luogo di cura e i disagi agli spostamenti per raggiungere le strutture d’offerta (travel burden) siano tra gli elementi che possono influenzare negativamente l’accesso, l’aderenza alle cure e di conseguenza la qualità di vita e la sopravvivenza dei pazienti. Il progetto delinea un modello di innovazione trasformativa in una Casa di Comunità in un’area montana dell’ASST Sette Laghi. Viene descritto un esempio di processo di decentramento di servizi oncologici nella Casa di Comunità di Laveno Mombello. Nello specifico il progetto si articola in tre setting erogativi definiti: il primo riguarda la somministrazione di alcuni farmaci oncologici (trastuzumab e denosumab) presso l’ambulatorio infermieristico della CdC, il secondo prevede la gestione a livello della stessa, unitamente all’oncologo di territorio, del progetto Homcology relativo ai pazienti oncologici fragili in trattamento attivo attualmente gestito dalla UO di oncologia; il terzo riguarda l’affidamento del follow-up al MMG dei pazienti affetti da neoplasia mammaria e del colon-retto. Tali progetti, una volta avviati e consolidati nella CdC capofila, verranno progressivamente replicati nelle altre sei CdC aziendali in modo da garantire l’offerta erogativa su tutto il territorio della ASST. Il successo di tale progetto si baserà sulla convergenza della gestione e della leadership clinica, sulla gradualità del processo di decentramento delle attività oncologiche, sulla motivazione dei vari professionisti e dei pazienti coinvolti, sul progressivo trasferimento di competenze mediante PDTA condivisi, su una attenzione alle problematiche logistiche e sull’implementazione di applicativi di sanità digitale. Tale progetto potrà inoltre servire non solo come prototipo per altre realtà oncologiche ed ematologiche ma essere replicato sia per altri ambiti terapeutici che in altri contesti specialistici di cronicità. MODULOPOL

Telemonitoraggio nel paziente cronico, fragile, polipatologico
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Grassi, Ombretta

Telemonitoraggio nel paziente cronico, fragile, polipatologico / Ombretta Grassi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Il project work nasce come risposta concreta al territorio in un’ottica di riorganizzazione sanitaria, inserendosi nel programma “One Health” previsto dalla CE e dal PNRR avvalendosi delle esperienze precedenti di progetti territoriali sulla cronicità e fragilità che l’ASST OVEST Milanese ha sempre incentivato promuovendo una continuità di cure ospedale-territorio. L’ASST OVEST Milanese ha infatti proposto ed è in corso di attuazione un progetto con l’obiettivo di ridurre l’accesso in pronto soccorso ed i ricoveri periodici dei pazienti fragili e comorbosi, attraverso la telemedicina. Nel novembre 2018, è stato istituito un bando per l’assegnazione della fornitura di device per il telemonitoraggio domiciliare del paziente cronico. Il progetto ha previsto l’arruolamento di pazienti cronici e pluripatologici, con re-ricoveri ospedalieri per medesimo DRG a 30 giorni (scompenso cardiocircolatorio-BPCO-Diabete mellito tipo 2), segnalati dal medico ospedaliero al clinical manager durante il ricovero; quest’ultimo insieme agli IfeC (infermieri di comunità) incontrando il candidato, verificandone l’eleggibilità, e proponendo l’adesione volontaria definendo gli obiettivi. Alla dimissione ospedaliera, il clinical manager effettua un ricovero virtuale sulla piattaforma dedicata ed entro la 3°giornata vengono consegnati i device a domicilio con personale idoneo per l’istruzione all’uso degli stessi. Gli IfeC visionano giornalmente i dati inviati e se non congrui avvisano il clinical manager che interviene nei modi e tempi opportuni. Al trentesimo giorno, si provvede al disarruolamento da parte del clinical manager e al ritiro dei device da parte della stazione appaltante. I ruoli e le azioni degli attori coinvolti sono stati verificati con la matrice RACI, confermando l’assenza di sovrapposizione delle attività. Focalizzando l’attenzione sui costi correlati, si è considerato l’assegnazione del bando per la fornitura dei device, avvenuta attraverso la piattaforma SinTel con l’offerta economica più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo. Sicuramente emerge la necessità di formare il personale medico ed infermieristico coinvolto. La bontà del progetto è stata valutata con una analisi qualitativa attraverso la swot analysis evidenziandone i punti di forza, di debolezza oltre alle minacce e opportunità per tutti gli attori coinvolti (struttura ospedaliera, SSN e utente finale), nonché attraverso indicatori di attività e di outcome. I risultati preliminari, focalizzati sui 12 pazienti che hanno fruito del telemonitoraggio, hanno evidenziato come l’intervento sullo stile di vita e l’educazione sulla consapevolezza della patologia abbia permesso una compliance terapeutica e l’assenza di re-ricoveri a 30 giorni per medesimo DRG, ad eccezione di un caso. Il progetto, seppur attualmente di ridotte dimensioni, ha portato a risultati soddisfacenti e stimolanti, utile per capire l’utilità della nuova tecnologia, e la risposta sociale positiva del territorio. Se applicato su larga scala, il costo oneroso dell’appalto potrebbe essere giustificato dal risparmio in termini di costi sanitari per re-ricoveri e terapia, impattando positivamente sia sulla qualità del paziente e del caregiver, sia sulla struttura sanitaria stessa, grazie all’abbattimento di liste d’attesa ambulatoriali, degli accessi in PS e del numero di re-ricoveri. Difatti, il telemonitoraggio potrebbe consentire una minimizzazione dei costi sostenuti dall’azienda sanitaria per l’erogazione delle prestazioni, consentendo una buona sostenibilità nel medio-lungo termine, supportata dalla ottimizzazione delle risorse. MODULOORG

Stima funzionale del fabbisogno lavorativo e carenza di personale medico
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Casati, Sergio

Stima funzionale del fabbisogno lavorativo e carenza di personale medico : applicazione pratica di strumenti di analisi organizzativa e pianificazione / Sergio Casati

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: L’argomento oggetto di valutazione è di grande impatto nell’attività professionale delle aree mediche, con il principale intento di apprendere e utilizzare approcci di natura manageriale, utili per inserire diverse prospettive all’interno del contesto oggetto di indagine. Il tema proposto riguarda la difficoltà di far corrispondere le necessità funzionali di ogni unità operativa con una sufficiente dotazione di organico. Per gli obiettivi di questo lavoro l’analisi è limitata al personale medico. Dopo una breve analisi sui fattori critici che incidono sulle dotazioni organiche dei PS e di diverse UO di area medica, con effetti più svantaggiosi sui presidi collegati (spoke), preso atto che è necessario superare la logica del turnover della dotazione “storica”, si è valorizzato l’imperativo di iniziare ad apprendere come rimodulare il fabbisogno sulla base degli strumenti di programmazione (POAS, piano triennale del fabbisogno) e di una valutazione funzionale dinamica delle necessità attuali e della progettualità da concordare con la Direzione Strategica. Nel definire le priorità vanno considerate, oltre alla risposta quantitativa e qualitativa ai bisogni sanitari del territorio, le condizioni in grado di assicurare il benessere organizzativo necessario per lavorare in modo efficace e per risultare attrattivi nei confronti dei professionisti ; gli specialisti di alcune aree infatti, sono attualmente in numero inferiore al fabbisogno complessivo, con conseguente sofferenza in alcune aree assistenziali e nei presìdi meno grandi e meno attrezzati. In un diagramma di flusso è stato delineato uno schema complessivo del progetto. È stata avviata un’analisi focalizzata su una UO di Medicina di un presìdio “spoke”, dapprima con predisposizione e applicazione di un questionario volto a indagare il benessere organizzativo, da cui sono emersi aspetti positivi su cui fare leva, come un buon spirito di squadra e la possibilità di sviluppare in autonomia attività specialistiche, e d’altro canto, elementi di attenzione, come la percezione di un minore accesso al supporto diagnostico e al confronto con altri specialisti, nonché altre difficoltà di carattere tecnico, amministrativo e logistico. Successivamente si è messo a punto un semplice metodo di calcolo del fabbisogno orario rispetto alle attività in corso e rispetto a quelle in programma, in modo da documentare la corrispondenza o quantificare la discrepanza. È stata fatta una stima che suggerisce il vantaggio di adeguare l’organico rispetto alla remunerazione di prestazioni aggiuntive. In conclusione, si sono riassunti in tabelle SWOT e SWOT relazionale gli elementi più significativi delle analisi e alcune possibili ipotesi correttive. Il lavoro proposto esprime un potenziale metodo di lavoro che può dare un proseguo pratico al percorso condotto, attraverso una attività di test pilota nella realtà lavorativa, mediante principalmente approfondimento e condivisione delle tecniche e degli strumenti proposti. Tali attività, mediante applicazione sistematica, possono garantire in un orizzonte temporale di medio periodo la generazione di un sistema di autoverifica snello e dinamico. Una proposta e una crescita in tal senso possono rafforzare l’autorevolezza della dirigenza clinica e le capacità di dialogo fruttuoso con la componente tecnica e amministrativa, nel contesto della programmazione, definizione del budget e qualità del sistema di valutazione. MODULOORG

Somministrazione di PRICK-TEST a utenti in fascia pediatrica presso la CdC di Cassano Magnago
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Iametti, Claudio

Somministrazione di PRICK-TEST a utenti in fascia pediatrica presso la CdC di Cassano Magnago / Iametti Claudio

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: In attuazione delle linee giuda regionali che prevedono il coinvolgimento diretto dei MMG e PLS del territorio afferente alla CdC, in collaborazione con gli operatori della CdC e gli specialisti pediatri ospedalieri, verranno somministrati Prick-Test ad utenti in carico alle PLS del territorio in età pediatrica. L’obiettivo del progetto è identificare le modalità di erogazione della prestazione, definire il ruolo dei professionisti sanitari coinvolti, gli eventuali investimenti necessari alla sua realizzazione e definire i principali vantaggi che ne possono derivare. Il processo è stato mappato con una FLOW CHART, sono stati identificati i professionisti coinvolti mediante matrice RACI ed infine, per valutare la fattibilità della procedura, è stata effettuata una SWOT analysis. È stata fatta un’analisi dei costi di realizzazione del progetto da cui è emerso che non vi è necessità di sostenere alcun investimento aggiuntivo da parte della azienda, ad eccezione dei costi relativi alla formazione ed addestramento degli IFeC coinvolti nel processo, in quanto trattasi di attività ambulatoriale già in essere nella ASST. Al fine di comprendere la bontà del percorso proposto, oltre al monitoraggio del grado di soddisfazione dell’utente attraverso la lettura di un codice QR code che garantisce l’elaborazione dei dati in tempo reale, si sono inoltre individuati degli indicatori che verranno monitorati e misurati su base semestrale, in cui verranno valutati sia il grado di appropriatezza prescrittiva che il tempo di erogazione dei test. In conclusione, a conferma della fattibilità della procedura, si è evidenziato che coordinando l’attività di tutte le figure coinvolte, risulta possibile rispondere ai bisogni sia del paziente sia della sua famiglia che si vedono erogare una prestazione in prossimità del territorio di residenza in tempi relativamente brevi e senza esborsi monetari eccessivi, ma anche del PLS che, collaborando attivamente alla esecuzione dei test è in grado di poter confermare il sospetto diagnostico formulato e di conseguenza di prescrivere la terapia idonea o, nel caso, richiedere ulteriori accertamenti, nonché lo specialista ospedaliero contribuendo nello specifico ad una riduzione dei tempi di attesa valutabile in un numero di 5 somministrazioni/die eseguiti, almeno nella fase iniziale del progetto, settimanalmente per tre volte il mese, in modo da soddisfare almeno in parte le richieste redatte dalle PLS operanti sul territorio. MODULOORG

Riorganizzazione di un servizio di prevenzione di ATS
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Bianchi, Maria

Riorganizzazione di un servizio di prevenzione di ATS / Maria Bianchi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Il Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria di ATS Insubria è costituito da n. 6 Strutture Complesse, fra questa c’è il servizio Igiene Alimenti e Nutrizione che al suo interno è articolato da un nucleo centrale e da n. 3 Strutture Semplici. Le funzioni del Servizio sono molte ed in particolare ha il compito di tutelare la sicurezza alimentare del consumatore, attraverso ispezioni e audit negli OSA del territorio e campionamento di matrici alimentari e acque potabili destinate al consumo umano. Nell’ultimo semestre del 2022 il Servizio aveva raggiunto il 12,9% degli obiettivi affidati da Regione Lombardia, era necessario quindi un riassetto organizzativo per garantire i LEA. Dal 1 giugno 2022 il nuovo Direttore della Struttura Complessa ha predisposto la riorganizzazione dell’intero Servizio, sia a livello funzionale che a livello strutturale. Ha, infatti, modificato le competenze delle Strutture Semplici afferenti, assegnando le attività di governance, pianificazione e programmazione al personale dello staff della Direzione della SC. Durante l’ultimo semestre del 2022 sono iniziati i lavori di riordino: sono state riviste tutte le procedure interne al servizio, sono ripartite le attività formative rivolte al personale e sono state applicate procedure per la standardizzazione e l’efficacia dei processi. Il Direttore della sc ha anche rivisto tutte le jobs description delle figure professionali afferenti e dei due IPAS assegnati. La Direzione di ATS Insubria ha anche assegnato un collaboratore professionale amministrativo alla Struttura Complessa, in quanto la figura era necessaria per il riassetto della parte di segreteria e gestione documentale. Sono stati organizzati a livello interno delle FAD e delle Formazioni sul Campo per dar modo a ogni operatore di confrontarsi sulle diverse attività svolte all’interno della SC, come gli audit, i campionamenti, le ispezioni e le attività della SS Qualità della Nutrizione e stili alimentari. Al 31 dicembre 2022 Regione Lombardia ha pubblicato i dashboard regionali che riportano il raggiungimento degli obiettivi e la Struttura Complessa ha raggiunto il 100%. Nel corso di tutto il 2023 si è proceduto con la stessa linea del secondo semestre 2022, ottenendo già a settembre 2023 l’80% degli obiettivi raggiunto. Regione Lombardia per l’anno in corso ha implementato gli obiettivi aggiungendo anche una parte relativa alla verifica dell’efficacia ed appropriatezza dei controlli, nelle scorse settimane ha pubblicato il raggiungimento di questo obiettivo e ATS Insubria si è posizionata al primo posto. La riorganizzazione del Servizio è ancora in atto, ma gli obiettivi prefissati al momento sono stati raggiunti grazie alla strategia del Direttore e al fondamentale lavoro del personale afferente, motivato dalla nuova attribuzione di compiti e responsabilità. Il Direttore del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria ha approvato nel corso del 2023 una procedura di riorganizzazione del Dipartimento che avrà sicuramente delle ricadute anche sulla Struttura Complessa, ad esempio la recente assegnazione di nuovo personale amministrativo per lo svolgimento delle attività o l’istituzione del Tavolo interaziendale di valutazione delle SCIA. MODULOORG

Nuove traiettorie della presa in carico di un paziente con insufficienza cardiaca congestizia moderata-severa e risvolti organizzativi
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Bracale, Maria Francesca Paola - Curcio, Rosanna Mariadelaide - Canì, Andrea Enzo

Nuove traiettorie della presa in carico di un paziente con insufficienza cardiaca congestizia moderata-severa e risvolti organizzativi / Maria Francesca Paola Bracale, Andrea Enzo Canì, Rosanna Mariadelaide Curcio

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Partendo dall’analisi del quadro normativo e organizzativo della gestione del paziente affetto da scompenso cardiocircolatorio, effettuata anche mediante la tecnica dell’analisi SWOT, abbiamo considerato gli aspetti sui quali il riordino delle cure territoriali previsto dal PNRR potrà intervenire e incidere nell’ottica del potenziamento della Casa di Comunità. Consci delle eterogeneità presenti non solo a livello regionale ma anche a livello territoriale, in questa prima analisi abbiamo considerato il nostro contesto aziendale specifico. In questa prospettiva, questo lavoro si pone l’obiettivo di proporsi come uno strumento di analisi e monitoraggio della nostra realtà presentata nella sua evoluzione attuale e futura. Il governo clinico dello scompenso cardiaco rappresenta uno dei problemi più rilevanti dei sistemi sanitari del mondo occidentale. Gli aspetti gestionali più delicati si verificano, oltre che nel periodo delle cure e degli snodi decisionali in Pronto Soccorso/DEA e nel periodo di ricovero ospedaliero, anche nella cosiddetta fase di transizione post-ricovero caratterizzata da alta mortalità e da alto tasso di reospedalizzazione. Le ragioni di questa vulnerabilità risiedono, oltre che nel carattere aggressivo e rapidamente evolutivo della malattia, frequentemente in un piano di dimissione inadeguato e nella mancata presa in carico precoce della malattia. L’obiettivo di questo progetto è quello di intervenire integrando competenze di più professionisti, medici, infermieri professionali e altri, a partire dal Pronto Soccorso fino alla fase post-dimissione di transizione nelle Case di Comunità. Il costo di tale sistema di cure integrate appare economicamente sostenibile e può concorrere a ridurre presumibilmente le reospedalizzazioni e gli accessi in PS per scompenso cardiaco, con relativo risparmio economico a carico della sanità pubblica (circa 651.271,00€ per la nostra ASST al raggiungimento di un target di riduzione delle reospedalizzazioni pari al 10%, come previsto dalla Letteratura) e a migliorare la qualità di vita del paziente. Si implementerà, infine, il processo di Integrazione tra ospedale e territorio, valorizzando la figura emergente delle Casa di Comunità. MODULOORG

La Farmacia dei Servizi: luci ed ombre
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Pazzi, Silvia

La Farmacia dei Servizi: luci ed ombre / Silvia Pazzi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Il ruolo delle farmacie nell’affiancare il Servizio Sanitario Nazionale nella gestione dell’emergenza pandemica CoVid-19 è stato essenziale, per unanime riconoscimento. Questo è stato possibile grazie a interventi legislativi, che già dal 2009 prevedevano che le farmacie potessero svolgere il ruolo di presidio di prossimità (es. D.lgs 153/09). A seguito dell’esperienza maturata nell’emergenza pandemica, il legislatore ha assegnato alle farmacie in forma strutturale ulteriori nuove funzioni rientranti nella cosiddetta “farmacia dei servizi” i cui punti di forza sono rappresentati dalla capillarità, dalla prossimità ed anche da una maggior flessibilità di orari. Siamo, così, di fronte alla creazione di una nuova articolazione del sistema erogativo in ambito sanitario che è affidata però, di fatto, ad una adesione volontaria ed alla scelta della singola farmacia di investire o meno in determinati servizi. Inoltre, in alcune regioni, il costo di alcuni servizi (anche compresi nei LEA) viene spostato dal SSN al cittadino a fronte di una maggiore accessibilità. La crescita dell’offerta non è, quindi, governata se non da leggi di mercato e dalla consistenza della domanda. Ciò può creare disparità tra territori diversi: non è detto che siano coperti dal servizio i territori che ne hanno più bisogno. Viceversa, un’eccedenza di offerta in un determinato territorio, può spingere la domanda verso una proliferazione di prestazioni auto prescritte che sfuggono da un percorso clinico, anche preventivo, gestito da un medico di riferimento, anche per quanto riguarda i risultati. Dal punto di vista delle Farmacie ma anche degli organismi di programmazione e controllo, siamo di fronte ad una rivoluzione che risponde alle aspettative che i cittadini hanno nei confronti di qualunque servizio da loro richiesto ed anche alle difficoltà attuali del SSN. Il Servizio che dirigo, che si occupa di vigilanza, deve affrontare nuove modalità operative anche in relazione a norme e regole spesso non esaustive ed in continua evoluzione. Più in generale, deve confrontarsi con la rapida crescita di un sistema nuovo che deve garantire l’adesione a standard di diverso genere ed una modalità di esecuzione appropriata delle prestazioni. Nel project work sono stati approfonditi aspetti positivi e negativi di questa “rivoluzione” in ambito erogativo e il conseguente cambio di intenti e di operatività del Servizio di Vigilanza che dirigo e l’approntamento di uno strumento ad hoc a supporto di professionisti sanitari che, per la prima volta, si trovano ad organizzare ed esercitare nuove funzioni nelle farmacie e nelle ATS. Questo perché il progresso di un sistema può essere generato solo dal progresso sinergico delle diverse parti che lo compongono. MODULOORG

La cardiologia nel distretto: proposta di un modello operativo
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Poli, Arnaldo - Russo, Alessandra

La cardiologia nel distretto: proposta di un modello operativo / Arnaldo Poli, Alessandra Russo

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Presupposto di questo lavoro è il carico sociale ed economico che le malattie croniche determinano sul sistema socio sanitario. L’invecchiamento della popolazione, la diagnosi precoce delle malattie, la diffusione di terapie innovative hanno fatto sì che le patologie croniche siano diventate uno dei principali problemi della sanità. Questo si riflette su un aumento degli accessi in pronto soccorso, dei ricoveri ospedalieri, delle visite cardiologiche e del medico di medicina generale. Obiettivo del lavoro proposto è la costruzione di un progetto pilota che crei una rete tra ospedale e territorio per i pazienti affetti da scompenso cardiaco (SC) e per i pazienti post sindrome coronarica acuta (SCA). Saranno arruolati i pazienti affetti da queste patologie dimessi dall’ospedale nei primi 6 mesi e tra i 6 mesi e l’anno. Inoltre il progetto si focalizzerà su specifiche categorie di pazienti individuate per classe di rischio clinico, comorbilità, età , criteri di fragilità ed eventuali deficit funzionali. Partendo dalla revisione della letteratura disponibile al riguardo, si è cercato di individuare gli elementi utili alla realizzazione del nostro progetto, gli ostacoli al passaggio da un progetto pilota a uno definitivo e soprattutto i pazienti da arruolare ed in quale fase della loro malattia, al fine di avere dei vantaggi clinici ed economici. E’ emerso che il maggior vantaggio sulla riduzione dei ricoveri e’ presente nei pazienti gestiti in modo intensivo, anche con telemonitoraggio, nei primi 6 mesi dalla dimissione ospedaliera. Viceversa dai 6 mesi all’anno dalla dimissione, la sorveglianza in telemedicina riduce i ri accessi in pronto soccorso e le richieste di visite cardiologiche inappropriate ma non i ricoveri totali. Quindi compare la necessità di selezionare i pazienti per classi di rischio e per periodo post dimissione e disegnare PDTA differenziati per pazienti diversi. Altro punto importante emerso dalla disamina di alcune esperienze e’ il mancato coinvolgimento proattivo del paziente e del suo caregiver. Viceversa la consapevolezza della malattia, del suo decorso, delle fasi di stabilità/instabilità potrebbe favorire l’adesione e la persistenza del paziente alle proposte terapeutiche, fornendogli gli strumenti per cogliere i segnali di iniziale instabilità. Nella proposta progettuale si cercano di superare questi limiti, prevedendo incontri formativi per il paziente e per i suoi familiari in ambito ospedaliero e nella casa di comunità. Il progetto utilizza PDTA diversi per intensità di monitoraggio dei pazienti in fasi diverse dello SC e della SCA , coinvolge nuovi attori prossimi al paziente come la COT, le case di comunità con l’ IFeC, nonche’ le farmacie territoriali. Scopo finale del lavoro è l'efficientamento economico, la razionalizzazione delle risorse umane, il miglioramento della presa in carico del paziente sul territorio finalizzato anche ad una maggiore aderenza alle terapie farmacologiche con conseguente riduzione della mortalità. MODULOORG