Sono disponibili alcuni elaborati (Project work) realizzati dai partecipanti ai Corsi di formazione Manageriali per Direttori di Azienda Sanitaria (DIAS) e Direttori responsabili di Struttura Complessa (DSC) e dai partecipanti ai Corsi di rivalidazione della formazione manageriale organizzati da AFSSL - Accademia di formazione per il servizio sociosanitario lombardo di PoliS-Lombardia.
Per ogni Project work è visualizzabile una scheda descrittiva dettagliata, con abstract e - in allegato - il testo completo del documento.

SELEZIONE PER TIPO CORSO: DIAS DSC - RIVALIDAZIONE

SELEZIONE PER MODULOSanità pubblica - Organizzazione e gestioneGestione economico-finanziaria - Risorse umane

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Territorializzazione delle cure oncologiche
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Chini, Claudio

Territorializzazione delle cure oncologiche / Claudio Chini

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Nel contesto attuale degli importanti investimenti per lo sviluppo dell’assistenza territoriale, così come previsti dal Piano di Ripresa e Resilienza, il presente progetto si prefigge un duplice obiettivo: da una parte descrivere un modello di decentramento erogativo di servizi specialistici normalmente offerti presso gli ospedali, capace di valorizzare le Case di Comunità come rete di setting erogativi di prossimità, dall’altra analizzare le determinanti di contesto e i driver manageriali azionabili per disegnare, implementare e consolidare un’innovazione di servizio nella logica del trasformational change. E’ ampiamente dimostrato in letteratura come la distanza dal luogo di cura e i disagi agli spostamenti per raggiungere le strutture d’offerta (travel burden) siano tra gli elementi che possono influenzare negativamente l’accesso, l’aderenza alle cure e di conseguenza la qualità di vita e la sopravvivenza dei pazienti. Il progetto delinea un modello di innovazione trasformativa in una Casa di Comunità in un’area montana dell’ASST Sette Laghi. Viene descritto un esempio di processo di decentramento di servizi oncologici nella Casa di Comunità di Laveno Mombello. Nello specifico il progetto si articola in tre setting erogativi definiti: il primo riguarda la somministrazione di alcuni farmaci oncologici (trastuzumab e denosumab) presso l’ambulatorio infermieristico della CdC, il secondo prevede la gestione a livello della stessa, unitamente all’oncologo di territorio, del progetto Homcology relativo ai pazienti oncologici fragili in trattamento attivo attualmente gestito dalla UO di oncologia; il terzo riguarda l’affidamento del follow-up al MMG dei pazienti affetti da neoplasia mammaria e del colon-retto. Tali progetti, una volta avviati e consolidati nella CdC capofila, verranno progressivamente replicati nelle altre sei CdC aziendali in modo da garantire l’offerta erogativa su tutto il territorio della ASST. Il successo di tale progetto si baserà sulla convergenza della gestione e della leadership clinica, sulla gradualità del processo di decentramento delle attività oncologiche, sulla motivazione dei vari professionisti e dei pazienti coinvolti, sul progressivo trasferimento di competenze mediante PDTA condivisi, su una attenzione alle problematiche logistiche e sull’implementazione di applicativi di sanità digitale. Tale progetto potrà inoltre servire non solo come prototipo per altre realtà oncologiche ed ematologiche ma essere replicato sia per altri ambiti terapeutici che in altri contesti specialistici di cronicità. MODULOPOL

Telemonitoraggio nel paziente cronico, fragile, polipatologico
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Grassi, Ombretta

Telemonitoraggio nel paziente cronico, fragile, polipatologico / Ombretta Grassi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Il project work nasce come risposta concreta al territorio in un’ottica di riorganizzazione sanitaria, inserendosi nel programma “One Health” previsto dalla CE e dal PNRR avvalendosi delle esperienze precedenti di progetti territoriali sulla cronicità e fragilità che l’ASST OVEST Milanese ha sempre incentivato promuovendo una continuità di cure ospedale-territorio. L’ASST OVEST Milanese ha infatti proposto ed è in corso di attuazione un progetto con l’obiettivo di ridurre l’accesso in pronto soccorso ed i ricoveri periodici dei pazienti fragili e comorbosi, attraverso la telemedicina. Nel novembre 2018, è stato istituito un bando per l’assegnazione della fornitura di device per il telemonitoraggio domiciliare del paziente cronico. Il progetto ha previsto l’arruolamento di pazienti cronici e pluripatologici, con re-ricoveri ospedalieri per medesimo DRG a 30 giorni (scompenso cardiocircolatorio-BPCO-Diabete mellito tipo 2), segnalati dal medico ospedaliero al clinical manager durante il ricovero; quest’ultimo insieme agli IfeC (infermieri di comunità) incontrando il candidato, verificandone l’eleggibilità, e proponendo l’adesione volontaria definendo gli obiettivi. Alla dimissione ospedaliera, il clinical manager effettua un ricovero virtuale sulla piattaforma dedicata ed entro la 3°giornata vengono consegnati i device a domicilio con personale idoneo per l’istruzione all’uso degli stessi. Gli IfeC visionano giornalmente i dati inviati e se non congrui avvisano il clinical manager che interviene nei modi e tempi opportuni. Al trentesimo giorno, si provvede al disarruolamento da parte del clinical manager e al ritiro dei device da parte della stazione appaltante. I ruoli e le azioni degli attori coinvolti sono stati verificati con la matrice RACI, confermando l’assenza di sovrapposizione delle attività. Focalizzando l’attenzione sui costi correlati, si è considerato l’assegnazione del bando per la fornitura dei device, avvenuta attraverso la piattaforma SinTel con l’offerta economica più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo. Sicuramente emerge la necessità di formare il personale medico ed infermieristico coinvolto. La bontà del progetto è stata valutata con una analisi qualitativa attraverso la swot analysis evidenziandone i punti di forza, di debolezza oltre alle minacce e opportunità per tutti gli attori coinvolti (struttura ospedaliera, SSN e utente finale), nonché attraverso indicatori di attività e di outcome. I risultati preliminari, focalizzati sui 12 pazienti che hanno fruito del telemonitoraggio, hanno evidenziato come l’intervento sullo stile di vita e l’educazione sulla consapevolezza della patologia abbia permesso una compliance terapeutica e l’assenza di re-ricoveri a 30 giorni per medesimo DRG, ad eccezione di un caso. Il progetto, seppur attualmente di ridotte dimensioni, ha portato a risultati soddisfacenti e stimolanti, utile per capire l’utilità della nuova tecnologia, e la risposta sociale positiva del territorio. Se applicato su larga scala, il costo oneroso dell’appalto potrebbe essere giustificato dal risparmio in termini di costi sanitari per re-ricoveri e terapia, impattando positivamente sia sulla qualità del paziente e del caregiver, sia sulla struttura sanitaria stessa, grazie all’abbattimento di liste d’attesa ambulatoriali, degli accessi in PS e del numero di re-ricoveri. Difatti, il telemonitoraggio potrebbe consentire una minimizzazione dei costi sostenuti dall’azienda sanitaria per l’erogazione delle prestazioni, consentendo una buona sostenibilità nel medio-lungo termine, supportata dalla ottimizzazione delle risorse. MODULOORG

Stima funzionale del fabbisogno lavorativo e carenza di personale medico
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Casati, Sergio

Stima funzionale del fabbisogno lavorativo e carenza di personale medico : applicazione pratica di strumenti di analisi organizzativa e pianificazione / Sergio Casati

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: L’argomento oggetto di valutazione è di grande impatto nell’attività professionale delle aree mediche, con il principale intento di apprendere e utilizzare approcci di natura manageriale, utili per inserire diverse prospettive all’interno del contesto oggetto di indagine. Il tema proposto riguarda la difficoltà di far corrispondere le necessità funzionali di ogni unità operativa con una sufficiente dotazione di organico. Per gli obiettivi di questo lavoro l’analisi è limitata al personale medico. Dopo una breve analisi sui fattori critici che incidono sulle dotazioni organiche dei PS e di diverse UO di area medica, con effetti più svantaggiosi sui presidi collegati (spoke), preso atto che è necessario superare la logica del turnover della dotazione “storica”, si è valorizzato l’imperativo di iniziare ad apprendere come rimodulare il fabbisogno sulla base degli strumenti di programmazione (POAS, piano triennale del fabbisogno) e di una valutazione funzionale dinamica delle necessità attuali e della progettualità da concordare con la Direzione Strategica. Nel definire le priorità vanno considerate, oltre alla risposta quantitativa e qualitativa ai bisogni sanitari del territorio, le condizioni in grado di assicurare il benessere organizzativo necessario per lavorare in modo efficace e per risultare attrattivi nei confronti dei professionisti ; gli specialisti di alcune aree infatti, sono attualmente in numero inferiore al fabbisogno complessivo, con conseguente sofferenza in alcune aree assistenziali e nei presìdi meno grandi e meno attrezzati. In un diagramma di flusso è stato delineato uno schema complessivo del progetto. È stata avviata un’analisi focalizzata su una UO di Medicina di un presìdio “spoke”, dapprima con predisposizione e applicazione di un questionario volto a indagare il benessere organizzativo, da cui sono emersi aspetti positivi su cui fare leva, come un buon spirito di squadra e la possibilità di sviluppare in autonomia attività specialistiche, e d’altro canto, elementi di attenzione, come la percezione di un minore accesso al supporto diagnostico e al confronto con altri specialisti, nonché altre difficoltà di carattere tecnico, amministrativo e logistico. Successivamente si è messo a punto un semplice metodo di calcolo del fabbisogno orario rispetto alle attività in corso e rispetto a quelle in programma, in modo da documentare la corrispondenza o quantificare la discrepanza. È stata fatta una stima che suggerisce il vantaggio di adeguare l’organico rispetto alla remunerazione di prestazioni aggiuntive. In conclusione, si sono riassunti in tabelle SWOT e SWOT relazionale gli elementi più significativi delle analisi e alcune possibili ipotesi correttive. Il lavoro proposto esprime un potenziale metodo di lavoro che può dare un proseguo pratico al percorso condotto, attraverso una attività di test pilota nella realtà lavorativa, mediante principalmente approfondimento e condivisione delle tecniche e degli strumenti proposti. Tali attività, mediante applicazione sistematica, possono garantire in un orizzonte temporale di medio periodo la generazione di un sistema di autoverifica snello e dinamico. Una proposta e una crescita in tal senso possono rafforzare l’autorevolezza della dirigenza clinica e le capacità di dialogo fruttuoso con la componente tecnica e amministrativa, nel contesto della programmazione, definizione del budget e qualità del sistema di valutazione. MODULOORG

Somministrazione di PRICK-TEST a utenti in fascia pediatrica presso la CdC di Cassano Magnago
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Iametti, Claudio

Somministrazione di PRICK-TEST a utenti in fascia pediatrica presso la CdC di Cassano Magnago / Iametti Claudio

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: In attuazione delle linee giuda regionali che prevedono il coinvolgimento diretto dei MMG e PLS del territorio afferente alla CdC, in collaborazione con gli operatori della CdC e gli specialisti pediatri ospedalieri, verranno somministrati Prick-Test ad utenti in carico alle PLS del territorio in età pediatrica. L’obiettivo del progetto è identificare le modalità di erogazione della prestazione, definire il ruolo dei professionisti sanitari coinvolti, gli eventuali investimenti necessari alla sua realizzazione e definire i principali vantaggi che ne possono derivare. Il processo è stato mappato con una FLOW CHART, sono stati identificati i professionisti coinvolti mediante matrice RACI ed infine, per valutare la fattibilità della procedura, è stata effettuata una SWOT analysis. È stata fatta un’analisi dei costi di realizzazione del progetto da cui è emerso che non vi è necessità di sostenere alcun investimento aggiuntivo da parte della azienda, ad eccezione dei costi relativi alla formazione ed addestramento degli IFeC coinvolti nel processo, in quanto trattasi di attività ambulatoriale già in essere nella ASST. Al fine di comprendere la bontà del percorso proposto, oltre al monitoraggio del grado di soddisfazione dell’utente attraverso la lettura di un codice QR code che garantisce l’elaborazione dei dati in tempo reale, si sono inoltre individuati degli indicatori che verranno monitorati e misurati su base semestrale, in cui verranno valutati sia il grado di appropriatezza prescrittiva che il tempo di erogazione dei test. In conclusione, a conferma della fattibilità della procedura, si è evidenziato che coordinando l’attività di tutte le figure coinvolte, risulta possibile rispondere ai bisogni sia del paziente sia della sua famiglia che si vedono erogare una prestazione in prossimità del territorio di residenza in tempi relativamente brevi e senza esborsi monetari eccessivi, ma anche del PLS che, collaborando attivamente alla esecuzione dei test è in grado di poter confermare il sospetto diagnostico formulato e di conseguenza di prescrivere la terapia idonea o, nel caso, richiedere ulteriori accertamenti, nonché lo specialista ospedaliero contribuendo nello specifico ad una riduzione dei tempi di attesa valutabile in un numero di 5 somministrazioni/die eseguiti, almeno nella fase iniziale del progetto, settimanalmente per tre volte il mese, in modo da soddisfare almeno in parte le richieste redatte dalle PLS operanti sul territorio. MODULOORG

Riorganizzazione di un servizio di prevenzione di ATS
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Bianchi, Maria

Riorganizzazione di un servizio di prevenzione di ATS / Maria Bianchi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Il Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria di ATS Insubria è costituito da n. 6 Strutture Complesse, fra questa c’è il servizio Igiene Alimenti e Nutrizione che al suo interno è articolato da un nucleo centrale e da n. 3 Strutture Semplici. Le funzioni del Servizio sono molte ed in particolare ha il compito di tutelare la sicurezza alimentare del consumatore, attraverso ispezioni e audit negli OSA del territorio e campionamento di matrici alimentari e acque potabili destinate al consumo umano. Nell’ultimo semestre del 2022 il Servizio aveva raggiunto il 12,9% degli obiettivi affidati da Regione Lombardia, era necessario quindi un riassetto organizzativo per garantire i LEA. Dal 1 giugno 2022 il nuovo Direttore della Struttura Complessa ha predisposto la riorganizzazione dell’intero Servizio, sia a livello funzionale che a livello strutturale. Ha, infatti, modificato le competenze delle Strutture Semplici afferenti, assegnando le attività di governance, pianificazione e programmazione al personale dello staff della Direzione della SC. Durante l’ultimo semestre del 2022 sono iniziati i lavori di riordino: sono state riviste tutte le procedure interne al servizio, sono ripartite le attività formative rivolte al personale e sono state applicate procedure per la standardizzazione e l’efficacia dei processi. Il Direttore della sc ha anche rivisto tutte le jobs description delle figure professionali afferenti e dei due IPAS assegnati. La Direzione di ATS Insubria ha anche assegnato un collaboratore professionale amministrativo alla Struttura Complessa, in quanto la figura era necessaria per il riassetto della parte di segreteria e gestione documentale. Sono stati organizzati a livello interno delle FAD e delle Formazioni sul Campo per dar modo a ogni operatore di confrontarsi sulle diverse attività svolte all’interno della SC, come gli audit, i campionamenti, le ispezioni e le attività della SS Qualità della Nutrizione e stili alimentari. Al 31 dicembre 2022 Regione Lombardia ha pubblicato i dashboard regionali che riportano il raggiungimento degli obiettivi e la Struttura Complessa ha raggiunto il 100%. Nel corso di tutto il 2023 si è proceduto con la stessa linea del secondo semestre 2022, ottenendo già a settembre 2023 l’80% degli obiettivi raggiunto. Regione Lombardia per l’anno in corso ha implementato gli obiettivi aggiungendo anche una parte relativa alla verifica dell’efficacia ed appropriatezza dei controlli, nelle scorse settimane ha pubblicato il raggiungimento di questo obiettivo e ATS Insubria si è posizionata al primo posto. La riorganizzazione del Servizio è ancora in atto, ma gli obiettivi prefissati al momento sono stati raggiunti grazie alla strategia del Direttore e al fondamentale lavoro del personale afferente, motivato dalla nuova attribuzione di compiti e responsabilità. Il Direttore del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria ha approvato nel corso del 2023 una procedura di riorganizzazione del Dipartimento che avrà sicuramente delle ricadute anche sulla Struttura Complessa, ad esempio la recente assegnazione di nuovo personale amministrativo per lo svolgimento delle attività o l’istituzione del Tavolo interaziendale di valutazione delle SCIA. MODULOORG

Nuove traiettorie della presa in carico di un paziente con insufficienza cardiaca congestizia moderata-severa e risvolti organizzativi
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Bracale, Maria Francesca Paola - Curcio, Rosanna Mariadelaide - Canì, Andrea Enzo

Nuove traiettorie della presa in carico di un paziente con insufficienza cardiaca congestizia moderata-severa e risvolti organizzativi / Maria Francesca Paola Bracale, Andrea Enzo Canì, Rosanna Mariadelaide Curcio

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Partendo dall’analisi del quadro normativo e organizzativo della gestione del paziente affetto da scompenso cardiocircolatorio, effettuata anche mediante la tecnica dell’analisi SWOT, abbiamo considerato gli aspetti sui quali il riordino delle cure territoriali previsto dal PNRR potrà intervenire e incidere nell’ottica del potenziamento della Casa di Comunità. Consci delle eterogeneità presenti non solo a livello regionale ma anche a livello territoriale, in questa prima analisi abbiamo considerato il nostro contesto aziendale specifico. In questa prospettiva, questo lavoro si pone l’obiettivo di proporsi come uno strumento di analisi e monitoraggio della nostra realtà presentata nella sua evoluzione attuale e futura. Il governo clinico dello scompenso cardiaco rappresenta uno dei problemi più rilevanti dei sistemi sanitari del mondo occidentale. Gli aspetti gestionali più delicati si verificano, oltre che nel periodo delle cure e degli snodi decisionali in Pronto Soccorso/DEA e nel periodo di ricovero ospedaliero, anche nella cosiddetta fase di transizione post-ricovero caratterizzata da alta mortalità e da alto tasso di reospedalizzazione. Le ragioni di questa vulnerabilità risiedono, oltre che nel carattere aggressivo e rapidamente evolutivo della malattia, frequentemente in un piano di dimissione inadeguato e nella mancata presa in carico precoce della malattia. L’obiettivo di questo progetto è quello di intervenire integrando competenze di più professionisti, medici, infermieri professionali e altri, a partire dal Pronto Soccorso fino alla fase post-dimissione di transizione nelle Case di Comunità. Il costo di tale sistema di cure integrate appare economicamente sostenibile e può concorrere a ridurre presumibilmente le reospedalizzazioni e gli accessi in PS per scompenso cardiaco, con relativo risparmio economico a carico della sanità pubblica (circa 651.271,00€ per la nostra ASST al raggiungimento di un target di riduzione delle reospedalizzazioni pari al 10%, come previsto dalla Letteratura) e a migliorare la qualità di vita del paziente. Si implementerà, infine, il processo di Integrazione tra ospedale e territorio, valorizzando la figura emergente delle Casa di Comunità. MODULOORG

La Farmacia dei Servizi: luci ed ombre
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Pazzi, Silvia

La Farmacia dei Servizi: luci ed ombre / Silvia Pazzi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Il ruolo delle farmacie nell’affiancare il Servizio Sanitario Nazionale nella gestione dell’emergenza pandemica CoVid-19 è stato essenziale, per unanime riconoscimento. Questo è stato possibile grazie a interventi legislativi, che già dal 2009 prevedevano che le farmacie potessero svolgere il ruolo di presidio di prossimità (es. D.lgs 153/09). A seguito dell’esperienza maturata nell’emergenza pandemica, il legislatore ha assegnato alle farmacie in forma strutturale ulteriori nuove funzioni rientranti nella cosiddetta “farmacia dei servizi” i cui punti di forza sono rappresentati dalla capillarità, dalla prossimità ed anche da una maggior flessibilità di orari. Siamo, così, di fronte alla creazione di una nuova articolazione del sistema erogativo in ambito sanitario che è affidata però, di fatto, ad una adesione volontaria ed alla scelta della singola farmacia di investire o meno in determinati servizi. Inoltre, in alcune regioni, il costo di alcuni servizi (anche compresi nei LEA) viene spostato dal SSN al cittadino a fronte di una maggiore accessibilità. La crescita dell’offerta non è, quindi, governata se non da leggi di mercato e dalla consistenza della domanda. Ciò può creare disparità tra territori diversi: non è detto che siano coperti dal servizio i territori che ne hanno più bisogno. Viceversa, un’eccedenza di offerta in un determinato territorio, può spingere la domanda verso una proliferazione di prestazioni auto prescritte che sfuggono da un percorso clinico, anche preventivo, gestito da un medico di riferimento, anche per quanto riguarda i risultati. Dal punto di vista delle Farmacie ma anche degli organismi di programmazione e controllo, siamo di fronte ad una rivoluzione che risponde alle aspettative che i cittadini hanno nei confronti di qualunque servizio da loro richiesto ed anche alle difficoltà attuali del SSN. Il Servizio che dirigo, che si occupa di vigilanza, deve affrontare nuove modalità operative anche in relazione a norme e regole spesso non esaustive ed in continua evoluzione. Più in generale, deve confrontarsi con la rapida crescita di un sistema nuovo che deve garantire l’adesione a standard di diverso genere ed una modalità di esecuzione appropriata delle prestazioni. Nel project work sono stati approfonditi aspetti positivi e negativi di questa “rivoluzione” in ambito erogativo e il conseguente cambio di intenti e di operatività del Servizio di Vigilanza che dirigo e l’approntamento di uno strumento ad hoc a supporto di professionisti sanitari che, per la prima volta, si trovano ad organizzare ed esercitare nuove funzioni nelle farmacie e nelle ATS. Questo perché il progresso di un sistema può essere generato solo dal progresso sinergico delle diverse parti che lo compongono. MODULOORG

La cardiologia nel distretto: proposta di un modello operativo
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Poli, Arnaldo - Russo, Alessandra

La cardiologia nel distretto: proposta di un modello operativo / Arnaldo Poli, Alessandra Russo

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Presupposto di questo lavoro è il carico sociale ed economico che le malattie croniche determinano sul sistema socio sanitario. L’invecchiamento della popolazione, la diagnosi precoce delle malattie, la diffusione di terapie innovative hanno fatto sì che le patologie croniche siano diventate uno dei principali problemi della sanità. Questo si riflette su un aumento degli accessi in pronto soccorso, dei ricoveri ospedalieri, delle visite cardiologiche e del medico di medicina generale. Obiettivo del lavoro proposto è la costruzione di un progetto pilota che crei una rete tra ospedale e territorio per i pazienti affetti da scompenso cardiaco (SC) e per i pazienti post sindrome coronarica acuta (SCA). Saranno arruolati i pazienti affetti da queste patologie dimessi dall’ospedale nei primi 6 mesi e tra i 6 mesi e l’anno. Inoltre il progetto si focalizzerà su specifiche categorie di pazienti individuate per classe di rischio clinico, comorbilità, età , criteri di fragilità ed eventuali deficit funzionali. Partendo dalla revisione della letteratura disponibile al riguardo, si è cercato di individuare gli elementi utili alla realizzazione del nostro progetto, gli ostacoli al passaggio da un progetto pilota a uno definitivo e soprattutto i pazienti da arruolare ed in quale fase della loro malattia, al fine di avere dei vantaggi clinici ed economici. E’ emerso che il maggior vantaggio sulla riduzione dei ricoveri e’ presente nei pazienti gestiti in modo intensivo, anche con telemonitoraggio, nei primi 6 mesi dalla dimissione ospedaliera. Viceversa dai 6 mesi all’anno dalla dimissione, la sorveglianza in telemedicina riduce i ri accessi in pronto soccorso e le richieste di visite cardiologiche inappropriate ma non i ricoveri totali. Quindi compare la necessità di selezionare i pazienti per classi di rischio e per periodo post dimissione e disegnare PDTA differenziati per pazienti diversi. Altro punto importante emerso dalla disamina di alcune esperienze e’ il mancato coinvolgimento proattivo del paziente e del suo caregiver. Viceversa la consapevolezza della malattia, del suo decorso, delle fasi di stabilità/instabilità potrebbe favorire l’adesione e la persistenza del paziente alle proposte terapeutiche, fornendogli gli strumenti per cogliere i segnali di iniziale instabilità. Nella proposta progettuale si cercano di superare questi limiti, prevedendo incontri formativi per il paziente e per i suoi familiari in ambito ospedaliero e nella casa di comunità. Il progetto utilizza PDTA diversi per intensità di monitoraggio dei pazienti in fasi diverse dello SC e della SCA , coinvolge nuovi attori prossimi al paziente come la COT, le case di comunità con l’ IFeC, nonche’ le farmacie territoriali. Scopo finale del lavoro è l'efficientamento economico, la razionalizzazione delle risorse umane, il miglioramento della presa in carico del paziente sul territorio finalizzato anche ad una maggiore aderenza alle terapie farmacologiche con conseguente riduzione della mortalità. MODULOORG

La "Digital Pathology" nelle Strutture Complesse di Anatomia Patologica per la costituzione di una Rete Anatomopatologica Digitale in Regione Lombardia
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Gianelli, Umberto

La "Digital Pathology" nelle Strutture Complesse di Anatomia Patologica per la costituzione di una Rete Anatomopatologica Digitale in Regione Lombardia / Umberto Gianelli

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: La principale attività di un laboratorio di Anatomia Patologica (AP) consiste nel trasformare campioni istologici in sezioni, montate su vetrini, da esaminare al microscopio ottico per formulare una diagnosi. La Digital Pathology (DP) è una tecnologia mediante la quale il vetrino contenente la sezione istologica viene digitalizzato tramite uno scanner e visualizzato, come immagine digitale (Whole Slide Image, WSI) direttamente sul monitor del PC, senza l’ausilio del microscopio. Il principale vantaggio consiste nell’avere a disposizione una WSI che 1) può essere analizzata con specifici software di analisi d’immagine (diagnosi più precisa); 2) può essere condivisa ed esaminata a distanza (telepatologia). Il progetto (PW) propone la costituzione di una Rete Anatomopatologica Digitale (RAD) tra i laboratori di anatomia patologica di diverse ASST della regione, al fine di organizzare e rendere possibile la condivisione di casi di difficile inquadramento diagnostico, uniformare il report anatomopatologico delle patologie specialistiche a livello regionale, condividere procedure, linee guida e indicazioni specialistiche. Il PW della durata complessiva di 48 mesi, si articola in 4 fasi: 1. Project management; 2. Implementazione della DP nei singoli laboratori di anatomia patologica; 3. Costituzione dei gruppi di lavoro per patologie specifiche (patologia cutanea, toracica, uro-genitale, endocrina…); 4. Monitoraggio e raccolta dei risultati. Beneficiari del progetto saranno i medici anatomopatologi della rete, per la migliore qualità diagnostica e la possibilità di condividere i casi più problematici con esperti del settore, i medici clinici specialisti, che otterranno report anatomopatologici formulati in maniera condivisa ed uniforme in tutto il territorio regionale e da ultimo i pazienti che potranno ottenere diagnosi più precise, tempestive e più utili alla loro gestione terapeutica. I costi del progetto sono stati calcolati ipotizzando l’acquisto della tecnologia (digital slide scanner, work station munita di PC, software per l’analisi di immagine e monitor ad alta definizione, affitto di sistema di storage delle immagini) necessaria per implementare la DP in un laboratorio di Anatomia Patologica a media attività (ASST Santi Paolo e Carlo: nel 2022 sono stati eseguiti 22.350 casi istologici x 5 vetrini di media) e risultano pari a 1,5 euro per vetrino. Tali dati sono in linea con una indagine svolta da Regione Lombardia e volta a verificare la spesa del noleggio della stessa tecnologia, che ha dato un costo di circa 1,3 euro per vetrino. Al fine di monitorare i risultati sono stati indentificati alcuni indicatori di processo che devono essere valutati nelle due fasi attuative del processo: 1) per la validazione della DP all’interno dei singoli laboratori, come da indicazioni del College of American Pathologist, in numero di casi in cui la concordanza tra diagnosi al microscopio e diagnosi digitale sia >90%; 2) per la valutazione dell’attività svolta dai gruppi di lavoro, il numero di casi condivisi a seguito delle revisioni collegiali in 6 mesi. In conclusione, l’implementazione della DP nei laboratori di anatomia patologica e la formazione di una Rete Anatomopatologica Digitale rappresentano una grossa opportunità per i medici e per i pazienti. Da ultimo, vale la pena di sottolineare come il progetto di costituzione della rete possa essere facilmente esportato a livello extraregionale e nazionale. MODULOPOL

Ipotesi Riorganizzativa analisi per un efficientamento dei Costi delle Risorse nella Struttura Complessa Dipendenze dell'ASST Lariana
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Parillo, Teresa

Ipotesi Riorganizzativa analisi per un efficientamento dei Costi delle Risorse nella Struttura Complessa Dipendenze dell'ASST Lariana / Teresa Parillo

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Lo scopo del mio Project Working è stato quello di fare un’analisi dettagliata delle criticità esistenti all’interno della Struttura Complessa Dipendenze da cui dipendono 2 strutture Semplici: la SS Lariana Est e la SS Lariana Ovest di cui sono Responsabile gestionale dal 2002. Dal 31/03/23 mi è stata anche attribuita la funzione di Direttore f.f. Struttura Complessa Dipendenze che afferisce al DSMD. La Struttura Complessa Dipendenze è una struttura pubblica accreditata che ha il compito di garantire assistenza ai soggetti con problematiche di dipendenza. Nel contesto comasco che ha una vasta territorialità con diverse sedi operative tra l’altro in una zona di confine come la Svizzera in quest’ultimi anni ha creato non pochi problemi. La continua evoluzione della tipologia dei soggetti tossicodipendenti, la crescita delle domande di una presa in carico da parte dei soggetti e il ridimensionamento delle risorse umane porta di conseguenza a modificare alcune procedure interne e a collocare il personale (soprattutto per il 2024) in tutte le sedi operative per garantire la continuità assistenziale o a consentire una maggior affluenza di utenti in una sede piuttosto che un’altra. Alcune modifiche sul rilascio e sui costi di alcuni accertamenti tossicologici (anche poi nell’ambito legale per l’idoneità alla guida) porterà ad un risparmio e ad una minor presenza degli utenti in ambulatori di somministrazioni terapie anticraving. Non è da trascurare il fenomeno della polidipendenza e della richiesta di prese in carico di soggetti con una patologia sia psichiatrica che di dipendenza. Con la DGR 80 del Gap invece vi è la possibilità di un’entrata economica per assunzione di personale però a contratto di cui annualmente bisogna far i conti per delibere di manifestazioni d’interesse. Per il GAP siamo alla V annualità e per l’anno 2024 potremo anche utilizzare gli avanzi di finanziamento degli anni precedenti che non sono stati utilizzati causa Covid. Ho preso in considerazione in questo PW solo alcuni aspetti: il numero di utenti dell’anno 2022 (Cartella informatizzata GEDI), i costi interni dei controlli tossicologici per dare un’omogeneità di comportamento ai medici prescrittori, voci di costo per assunzione del personale grazie al finanziamento regionale per il GAP. I problemi da affrontare saranno tanti anche rispetto ad un’integrazione con la psichiatria su soggetti da inserire in CT a doppia diagnosi, ad una campagna di sensibilizzazione di alcuni screening come l’HCV che è un obbligo ministeriale e regionale. Importante anche un aggancio precoce di soggetti in età adolescenziale. MODULOECO

Integrazione tra Dipartimento di Prevenzione e Distretto Sanitario nella Casa della Comunità in un distretto dell'ASL TO4: progetto di organizzazione delle attività vaccinali nella vision della nuova medicina proattiva territoriale
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Trioni, Mauro - Valtorta, Franco

Integrazione tra Dipartimento di Prevenzione e Distretto Sanitario nella Casa della Comunità in un distretto dell'ASL TO4: progetto di organizzazione delle attività vaccinali nella vision della nuova medicina proattiva territoriale / Mauro Trioni, Franco Valtorta

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: La gestione vaccinale secondo i Livelli Essenziali di Assistenza, richiamati dal D.M. 77/2022, risulta in capo al Dipartimento di Prevenzione, attraverso il Servizio Igiene Sanità Pubblica. L’introduzione del nuovo modello della medicina territoriale di cui al D.M. 77/2022, mediante la realizzazione delle Case della Comunità, ha fatto emergere una nuova visione dell’approccio al cittadino da parte dei Servizi Sanitari che si basa sostanzialmente sulla sua centralità rispetto alle varie articolazioni funzionali delle Aziende Sanitarie Locali. L’attivazione delle Case della Comunità in ogni Distretto sanitario dell’ASL consente di avvicinare sempre di più i Servizi sanitari al cittadino, garantendo l’effettuazione delle prestazioni sanitarie richieste e necessarie in modo integrato, riducendo gli accessi, semplificando i percorsi assistenziali nonché realizzando validi e soddisfacenti obiettivi sanitari. In tale ambito, ai fini del presente Project Work, è stata valutata la gestione vaccinale della popolazione secondo il modello organizzativo della Casa della Comunità in alternativa a quella effettuata tradizionalmente da parte del Servizio Igiene Sanità Pubblica (SISP) attraverso le proprie articolazioni territoriali e procedure organizzative. Nella Casa della Comunità risultano presenti differenti figure professionali: Medici di Medicina Generale (MMG), Pediatri di Libera Scelta (PLS), Specialisti convenzionati, Specialisti dipendenti, Medici afferenti al Servizio Igiene Sanità Pubblica, Infermieri, Assistenti Sanitari, Amministrativi, Centro Informazione Salute Immigrati (ISI). La valutazione delle alternative organizzative è stata condotta in una logica comparativa, andando a definire dapprima il percorso paziente, diversificando per i pazienti in età evolutiva e per i pazienti adulti, nonché valutando la possibilità di attivare percorsi puntuali per alcune patologie croniche, per le quali risulta già previsto un calendario di visite periodiche e follow-up presso le C.d.C. La SWOT Analysis, effettuata in una logica ex-ante, e per la quale si prevede un aggiornamento a seguito dell’implementazione del modello organizzativo proposto, assumendo una duplice prospettiva, paziente/utente e operatori sanitari, ha evidenziato numerosi punti di forza (accessibilità, possibilità di promuovere le vaccinazioni, possibilità di recupero dei pazienti, minor numero di sedute vaccinali ad hoc, soddisfazione per il trattamento sanitario ricevuto, possibilità di usufruire di consulenze in team e possibilità di usufruire della mediazione culturale) mentre risultano contenuti gli aspetti negativi (necessità di riorganizzare le agende, resistenza al cambiamento, insoddisfazione di chi abita lontano rispetto alla C.d.C., scarsa motivazione degli operatori nonché il rischio di sovrapposizione delle agende). La nuova organizzazione, prevedendo il coinvolgimento attivo di tutti gli operatori sanitari pur di competenze diverse presenti nella C.d.C., nella somministrazione dei vaccini, potrà favorire la popolazione sia nel miglioramento del risultato di salute in termini quali-quantitativi, sia nella diffusione della cultura vaccinale tra gli operatori stessi. Ci si attende altresì che tale nuova cultura vaccinale determini anche un incremento dell’adesione alle vaccinazioni da parte di tutto il personale dell’Azienda Sanitaria Locale, così importante nel dare il buon esempio alla popolazione. MODULOPOL

Il paziente affetto da obesità patologica: aspetti rilevanti per il trasporto in emergenza urgenza
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Bergamini, Giuseppe - Campi, Sabina - Razzini, Katia

Il paziente affetto da obesità patologica: aspetti rilevanti per il trasporto in emergenza urgenza / Giuseppe Bergamini, Sabina Campi, Katia Razzini

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: I servizi di emergenza/urgenza (Sala operativa 118, mezzi di soccorso, punti di primo intervento, pronto soccorso ospedalieri) hanno l'obiettivo di garantire prestazioni immediate agli utenti che presentano alterazioni delle funzioni vitali tali da compromettere potenzialmente e gravemente lo stato di salute. Partendo da questa considerazione e da quanto riportato nelle Raccomandazioni Ministeriali n.11 e n.15 è stato analizzato il processo di gestione del paziente bariatrico attualmente in uso, rilevando criticità importanti, che si possono riassumere con la mancanza nel filtro di presa in carico della voce “peso paziente” e con un incompleto censimento dei mezzi idonei e degli allestimenti appropriati e standardizzati, che possono avere ricadute sia sugli operatori addetti al soccorso in termini di salute e sicurezza, sia sui tempi di ospedalizzazione dei pazienti bariatrici. Si è quindi proceduto alla riprogettazione del processo partendo dall’analisi dei dati relativi agli eventi di soccorso territoriale nell’intera Regione Lombardia nell’anno di riferimento, l’analisi delle attrezzature/ausili presenti e disponibili sul mercato con relativi costi, la ricognizione del numero degli operatori coinvolti, nonché l’analisi della normativa in essere. Tutte le attività descritte sono state effettuate utilizzando gli strumenti tipici del management aziendale quali il Business Process Improvement (BPI) per il miglioramento e la SWOT analisys per identificare i punti di forza e debolezza del progetto. Alla mappatura puntuale del processo è stata associata la matrice RACI per l’identificazione corretta di attività, ruoli e responsabilità. È stata effettuata anche un’analisi dei costi necessari per l’implementazione del progetto, che ha preso in considerazione il numero minimo di mezzi necessari per soddisfare i bisogni della R.L., l’acquisto delle attrezzature ed alla valutazione che il noleggio del mezzo equipaggiato sia più efficiente in termini di mantenimento delle performance. Sono stati valutati anche i costi di formazione del personale esposto al rischio di sovraccarico biomeccanico degli arti superiori e inferiori dovuto all’utilizzo di forza intensa, l'assunzione di posture incongrue, carenza di fattori di fattori ambientali e organizzativi. I punti di forza del progetto risultano essere la riduzione del tempo totale di intervento, in particolare dell’ospedalizzazione, miglioramento della qualità del soccorso e delle condizioni di lavoro degli operatori a fronte di un aumento dei costi ed alle possibili difficoltà nell’inserimento ed affidabilità dei dati. Per valutare la fattibilità del progetto si analizzeranno i dati di un periodo temporale di 6 mesi per valutare l’impatto sul tempo totale di presa in carico e la correlazione tra peso identificato, invio del mezzo bariatrico ed effettivo riscontro di paziente obeso all’arrivo del primo mezzo. In conclusione ci si aspetta una maggiore appropriatezza degli interventi con riduzione dei casi di malpractice, nonché la possibile realizzazione di un database comune in accordo con le Cure Primarie al fine di tracciare ex-ante le caratteristiche dei pazienti fragili. MODULOORG

Gestione ed organizzazione di un ambulatorio di malattie sessualmente trasmissibili
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Menzaghi, Barbara - Esposti, Marco

Gestione ed organizzazione di un ambulatorio di malattie sessualmente trasmissibili : valutazione del risparmio economico nell'individuazione e trattamento precoce delle infezioni a trasmissione sessuale / Barbara Menzaghi, Marco Esposti

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Le infezioni sessualmente trasmissibili colpiscono ogni giorno più di un milione di persone in tutto il mondo, la maggior parte delle quali asintomatiche. Secondo quanto riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 2016 sono stati rilevati, globalmente, circa 376 milioni di nuovi casi di infezioni sessualmente trasmesse, tra cui gonorrea, sifilide, infezione da Chlamydia trachomatis e infezione da Trichomonas vaginalis. In Italia, dal 1 gennaio 1991 al 31 dicembre 2019, sono stati segnalati 140.874 nuovi casi di infezioni trasmesse sessualmente, di cui il 71,5% diagnosticato negli uomini (età media di 33 anni) e il 28,5% nelle donne (età media 30 anni). Le malattie sessualmente trasmissibili incidono notevolmente sulla vita di un individuo poiché impattano direttamente sulla sfera sessuale e riproduttiva attraverso la generazione di complicanze come infertilità, cancro, complicanze della gravidanza e aumentano il rischio di contrarre l’HIV. Il peso economico dell’infezione da HIV sui servizi sanitari è riconosciuto a livello mondiale e, nella transizione epidemiologica da patologia mortale a cronica, ha subìto un notevole aumento relativo ai costi legati alla cura e all’assistenza dei pazienti HIV. La profilassi pre-esposizione (PrEP) è l'uso di farmaci per prevenire la diffusione dell'HIV in persone che non sono ancora state infettate. Sebbene l'efficacia sia stata dimostrata in molti studi randomizzati e studi di coorte, sono emerse alcune preoccupazioni sulla sua gestione soprattutto in termini di drammatico aumento delle infezioni sessualmente trasmissibili (IST). Sono nati pertanto ambulatori atti a monitorare la diffusione di IST nella popolazione a rischio. Il presente project work intende portare alla luce gli aspetti organizzativi e gestionali nell’implementazione di un ambulatorio dedicato alla prevenzione e cura delle IST in un contesto ospedaliero. Inoltre, impiegando strumenti di analisi di processo, attraverso un’analisi di Activity Based Costing si intende valutare l’impatto economico, a livello di singola Azienda e più in generale a livello di sistema, dell’implementazione di un modello assistenziale che preveda l’identificazione e il trattamento precoce delle IST nelle popolazioni considerate a rischio, rispetto all’attuale modello di gestione dei pazienti cronici HIV positivi. Obiettivo primario è quello di evidenziare il vantaggio economico dell’adozione di misure di profilassi pre-esposizione rispetto alla gestione della cronicità considerando trattamenti previsti e farmaci prescritti. In un’ottica di maggiore sostenibilità del SSN, il nuovo modello organizzativo punta a trasferire risorse economiche e umane dalla cura delle malattie croniche alla prevenzione delle stesse. La soluzione prospettata offre una serie di vantaggi dal punto di vista sociale, clinico e di standard qualitativo. La valutazione economica condotta, per singolo paziente afferente ad un centro IST, sia nel caso in cui effettui solo il follow-up periodico sia nel caso in cui debba anche assumere la PREP, confrontata con la valorizzazione economica di un paziente che, a seguito della mancata prevenzione, diventi cronico per HIV, anche solo considerando il costo dei farmaci HAART, pende a favore del percorso di prevenzione e diagnosi precoce delle malattie sessualmente trasmissibili. Tale approccio, quindi, dopo un investimento iniziale, potrebbe portare, nel medio e lungo periodo, un significativo risparmio economico per ogni Regione che intenda implementarlo. MODULOECO

Definizione del percorso del paziente con arresto cardiaco sul territorio: ECMO for life e Organ Donor
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Musazzi, Andrea Marcello

Definizione del percorso del paziente con arresto cardiaco sul territorio: ECMO for life e Organ Donor / Andrea Marcello Musazzi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: L’utilizzo dell’ecmo (extracorporeal membrane oxygenation) nell’assistenza del paziente in arresto cardiaco extra-ospedaliero rappresenta una pratica sempre più diffusa negli ultimi cinque anni in Italia. La diffusione è conseguente all’ottimizzazione delle manovre rianimatorie sul territorio, al miglioramento di una educazione dei laici nel trattamento del paziente in arresto e all’ottimizzazione della rete dell’emergenza. Una significativa disponibilità di risorse ha permesso lo sviluppo di tale procedura che ha ancora oggi supporti scientifici ancora deboli. Partendo dalla realtà dell’ASST Sette Laghi e dai protocolli in atto si discutono costi ed opportunità del protocollo. I risultati clinici dei 25 pazienti trattati, i dati scientifici internazionali spingono il cardiochirurgo ad una razionalizzazione della spesa. Adozione un protocollo restrittivo ed implementazione del DCD (Donation After Cardiac Death) come strumento per incrementare il numero di organi disponibili per trapianto. MODULOORG

Analisi costi-benefici di differenti tipi di protesi nella chirurgia dell'otosclerosi
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Colombo, Giovanni

Analisi costi-benefici di differenti tipi di protesi nella chirurgia dell'otosclerosi / Giovanni Colombo

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: L’obiettivo primario di questo lavoro è la valutazione costi-benefici di due diversi tipi di protesi nella chirurgia funzionale della staffa. Tramite l’analisi di differenti variabili, circa il percorso clinico del paziente dopo l’operazione e circa la spesa che comporta, viene definita la migliore opzione protesica nella chirurgia di stapedotomia. Tra le opzioni più comuni vi sono le protesi in Titanio, più costoso ma apparentemente associato a un risultato funzionale migliore, e quelle in Teflon, molto più economico ma più difficile da maneggiare e con outcome funzionali lievemente peggiori. Affinché questa valutazione sia quanto più completa, vengono prese in esame numerose variabili per ogni tipo di protesi, come i tempi chirurgici, il tasso di complicanze, suddivise per tipologia e soprattutto i valori audiometrici dei controlli pre e post-operatori per definire l’ABG (quindi il risultato funzionale in termini quantitativi). In un’analisi parallela, una volta stimata la mole di pazienti candidabili a chirurgia in un arco di tempo pari ad un anno, viene calcola la spesa da sostenere per impiantare a tutti i pazienti una tipologia di protesi e poi l’altra. Sebbene le protesi in Titanio siano storicamente associate ad una migliore resa funzionale, in diversi studi entrambi i tipi di protesi si sono dimostrati validi nella chiusura dell’ABG. Per la protesi in Teflon, infatti, il tasso di rioperazione differisce soltanto dell’1%. Alla luce di quanto esposto, essendo attorno all’1% la differenza in incidenza di complicanze che necessitano la rioperazione, si tratterebbe di rioperare 1 solo caso all’anno in un centro di riferimento e 1 caso ogni 5 anni (0.2 / annuo) in un ospedale medio. Per quanto riguarda i tempi operatori, con la protesi in Teflon, questi si allungano solamente di 5 minuti, risultando identici nelle mani di un chirurgo esperto, ma avendo la possibilità di allungarsi notevolmente nelle mani di un chirurgo alle prime armi. Di contro, la protesi in Titanio, essendo più maneggevole e non necessitando di essere tagliata durante il tempo chirurgico, può essere posizionata in un minor tempo rispetto a quella in Teflon, risultando alla portata di mani meno esperte. Alla luce di quanto sopra, si può affermare che la protesi in Teflon ben risponde ai requisiti funzionali del paziente, e, laddove posizionata da un chirurgo con esperienza, offre un vantaggio importante in termini economici. In conclusione, il chirurgo otologo dovrebbe poter disporre di entrambe le opzioni, prediligendo l’alternativa più economica e riservando la protesi in Titanio a casi selezionati, in relazione alle variabili anatomiche del paziente e al suo livello di esperienza. MODULOECO

Efficientamento della presa in carico del paziente disabile non collaborante con patologia odontoiatrica urgente nell’ASST Spedali Civili di Brescia
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Bardellini, Elena - Lombardi, Alberto - Marinone, Maria Grazia

Efficientamento della presa in carico del paziente disabile non collaborante con patologia odontoiatrica urgente nell’ASST Spedali Civili di Brescia / Elena Bardellini, Alberto Lombardi, Maria Grazia Marinone

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Background e Obiettivi. L’ U.O.C Pronto Soccorso Odontoiatrico (PSO) degli Spedali Civili di Brescia è un centro di riferimento per la patologia odontoiatrica acuta in pazienti disabili per Brescia e provincia. I pazienti disabili possono essere affetti da una problematica odontoiatrica acuta (algia) oppure cronica (carie, residui radicolari, parodontopatia, mobilità dentaria, tartaro..) ed essere collaboranti oppure non collaboranti al trattamento odontoiatrico. Attualmente, i pazienti disabili collaboranti (PDC) con patologia odontoiatrica acuta accedono direttamente al PSO, dove le problematiche acute (pulpite, periodontite, ascesso, flemmone, sanguinamento, trauma..etc) vengono trattate in tempo reale. Anche i pazienti disabili non collaboranti (PDNC) affetti da patologia odontoiatrica acuta vengono accettati e valutati presso il PSO degli Spedali Civili di Brescia; tuttavia, data l’impossibilità di fornire loro trattamenti ambulatoriali, vengono indirizzati agli Ambulatori di Chirurgia Maxillo-Facciale (CMF) Adulti o Pediatrici, per essere inseriti in una lista d'attesa per le cure odontoiatriche in anestesia generale, lista a cui afferiscono anche tutti i PDNC con patologie odontoiatriche croniche. Obiettivo di questo progetto è di implementare il percorso dedicato alla gestione dei PDNC affetti da patologia odontoiatrica acuta. Metodologia. La proposta di questo progetto è di accettare i pazienti PDNC acuti all’ U.O.C. PSO e quindi di inviarli a seconda dell’età al PS adulti o al PS pediatrico per ricoverarli nei reparti di CMF Adulti o CMF Pediatrica, dove sottoporli alle cure odontoiatriche in anestesia generale in tempo reale. Risultati L’attuazione di questo progetto consentirebbe di a) garantire una gestione più efficace delle emergenze odontoiatriche nei PDNC, con la sicurezza di un percorso di cura standardizzato e non dipendente dalla disponibilità degli operatori; b) risolvere in tempi brevi le patologie odontoiatriche causa di algia, migliorando la qualità di vita sia del paziente sia del caregiver; c) ridurre il numero degli accessi in PSO per la stessa problematica e l’aggravamento nel tempo della stessa; d) ridurre l’uso ripetuto di antibiotici; f) ridurre le liste di attesa per i PDNC con patologia odontoiatrica non urgente, avendo in essere un percorso agevolato per gli urgenti Conclusioni Il progetto mira a ottimizzare il percorso assistenziale per i PDNC con patologie odontoiatriche urgenti, stabilendo un percorso strutturato ed efficiente unico nel territorio, in grado di migliorare la tempistica di risposta all’urgenza per questa popolazione fragile e di abbattere contemporaneamente le liste di attesa. MODULOORG

Gestione della dimissione del paziente over 65 con frattura di femore
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Gestione della dimissione del paziente over 65 con frattura di femore : integrazione ospedale-territorio / Marilde Viale, Laura Maccagni, Alberto Della Grazia, Francesco Cideni

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: L’onda della grave pandemia da Coronavirus che ha travolto gli ospedali ha reso necessario un cambiamento radicale di struttura e organizzazione, rendendo necessario intervenire da un punto di vista normativo al fine di implementare lo sviluppo dell’assistenza territoriale. Il nostro progetto rappresenta una proposta di miglioramento nella gestione delle dimissioni di un paziente over 65 con frattura al femore che accede al Pronto Soccorso, il quale dopo l’intervento chirurgico necessario e la stabilizzazione del quadro clinico, può essere trasferito alle cure territoriali per una ripresa quanto più completa dell’autonomia. Il progetto si sviluppa a partire dall’analisi dei tempi di degenza media ospedaliera e costi relativi e dalle linee organizzative per la presa in carico domiciliare, offrendo spunti interessanti dell’applicazione della riforma territoriale, di cui al D.M. n. 77/2022 con gli attori del Sistema. Alla luce delle risorse gestionali, organizzative e di personale si cerca di costruire un percorso di cure, evidenziando laddove si presentino criticità di sistema, soluzioni alternative di setting assistenziali di presa in carico, che favoriscano la prossimità delle cure e l’ottimizzazione delle degenze ospedaliere traumatologiche ed elettive. L’implementazione delle offerte assistenziali territoriali è strettamente correlata al tema dell’invecchiamento della popolazione in progressivo aumento ed è imprescindibile dallo sviluppo e dall’importanza che assume l’equipe lavorativa di figure professionali eterogenee, che non sono la semplice somma dei singoli Professionisti. MODULOORG

Protocollo ERAS nella Chirurgia colo-rettale
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Protocollo ERAS nella Chirurgia colo-rettale : modello di integrazione Ospedale-Territorio / Luca del Re, Luca Fumagalli, Fulvia Maria Antonietta Noro, Ada Doveri

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Le diverse esperienze degli autori di questo project work hanno individuato nell’applicazione dei protocolli ERAS un modello di integrazione delle diverse professionalità sia operanti a livello ospedaliero che a livello territoriale. Tali protocolli rappresentano anche un modello di sanità paziente-centrica che deve essere valorizzato. Il protocollo per la chirurgia colo-rettale rappresenta un punto di partenza, tenuto conto della grande opportunità fornita dai nuovi modelli di sanità e dalle importanti innovazioni tecnologiche che affiancano, e sempre più sosterranno, la pratica clinica. La scarsità di molte professionalità nell’attuale panorama sanitario impone sempre più un ottimale utilizzo delle risorse e la necessità di creare dei team multidisciplinari che possano operare anche da remoto. Questo favorisce da un lato una visione olistica del percorso di cura, dall’altro una distribuzione più omogenea e quindi sostenibile fra i diversi professionisti coinvolti del carico assistenziale. Si intende condividere un modello di governo clinico delle patologie del colon-retto da trattare chirurgicamente, attraverso la creazione di un network di professionisti, l’umanizzazione e l’individualizzazione di tutto il percorso preoperatorio con significativi benefici organizzativi e clinici. Il nuovo modello di sanità territoriale diventa centrale nella gestione di questo percorso, fin dalla fase preoperatoria, valorizzando la figura del medico di medicina generale e dell'infermiere di comunità: la partecipazione attiva di queste figure professionali, oltre ad un coinvolgimento precoce dei servizi di riabilitazione territoriale, rappresenta un elemento essenziale per garantire e favorire la partecipazione e l’aderenza del paziente alle prescrizioni, punto focale del successo di questi percorsi. L’accesso del paziente alle case di comunità e agli ospedali di comunità piuttosto che all’ospedale rappresenta di per sé un valore, in quanto riduce gli spostamenti del paziente e riduce l’afflusso negli ambulatori di preospedalizzazione. La delocalizzazione di parte delle attività di diagnostica e di prericovero sul territorio associata ad una dimissione programmata in maniera puntuale assieme ai servizi territoriali garantisce un efficiente turnover dei posti letto. Queste azioni impattano strategicamente sulle attività chirurgiche programmate favorendo lo scorrimento delle liste di attesa, oltre ad un ottimale utilizzo delle risorse. MODULOORG

Sviluppo di un percorso di cura multidisciplinare fra Ospedale e Territorio per pazienti pediatrici con malattie rare neurologiche
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Sviluppo di un percorso di cura multidisciplinare fra Ospedale e Territorio per pazienti pediatrici con malattie rare neurologiche / Maria Grazia D’Angelo, Marianna Rasori, Aglaia Vignoli, Giovanna Zorzi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: L’assistenza al malato raro richiede molteplicità di competenze, interventi e prestazioni erogate in setting assistenziali diversi e servizi spesso geograficamente lontani tra loro. Il percorso assistenziale si declina tra setting ospedaliero dei Centri di Riferimento per le Malattie Rare (MR) e setting territoriale (costituito da distretti, ospedali di comunità, case di comunità e il luogo di vita del paziente). La gestione della comunicazione tra i due macro ambiti influenza gli aspetti organizzativi in un’ottica di percorso assistenziale di qualità, presa in carico globale ed equità nelle cure. La Rete Regionale per le Malattie Mare della Lombardia (Delibera della Giunta Regionale N. VII/7328 dell’11 dicembre 2001) garantisce attività di coordinamento operativo e di condivisione delle strategie comuni tramite l’intervento della D.G. Welfare, delle ATS, del Centro di coordinamento regionale delle MR e dei rappresentanti della Federazione Italiana Malattie Rare (FIMR) - UNIAMO e della Federazione Lombarda Malattie Rare (FLMR). Il Piano Nazionale Malattie Rare 2023-2026, sottolinea la necessità di un modello di sistema integrato secondo un disegno di rete multicentrica e multidisciplinare. A tutt’oggi manca però un percorso definito e formalizzato per la gestione del passaggio dal Centro di Riferimento MR al Territorio, in particolar modo per quello che riguarda la gestione della terapia farmacologica e non farmacologica. Questo determina una serie di criticità sia per il paziente e la sua famiglia, sia per gli operatori del Territorio: difficoltà da parte della famiglia nell’accesso ai servizi territoriali e difficoltà da parte dei servizi territoriali nel rispondere alle diverse esigenze, scarsa conoscenza da parte del Centro che definisce diagnosi e terapia delle reali risorse del Territorio e perdita di informazione da parte dei Centri stessi rispetto al follow-up del paziente dopo la diagnosi. Inoltre, la carenza nel confronto del centro prescrittore con il farmacista ospedaliero per la verifica dei farmaci disponibili, dei farmaci off label e dei farmaci non previsti dal PDTA della patologia, sfocia nella produzione di documentazione non completa o non corretta e rende più difficoltoso il percorso di erogazione delle terapie, sia farmacologiche che di protesica. Obiettivi di questo progetto sono la definizione di un unico percorso di cura dalla diagnosi alla presa in carico territoriale per garantire al bambino con disabilità complesse la pronta erogazione della terapia prescritta. L’implementazione della comunicazione bidirezionale fra Ospedale, Farmacia ospedaliera e Territorio attraverso percorsi riconosciuti e valorizzati, consentirebbe di mantenere dati di follow-up dei pazienti inviati sul Territorio. Indicatori di sistema sono la razionalizzazione delle risorse, la semplificazione della gestione del piccolo paziente con MR sia per le famiglie che per gli operatori del territorio, il miglioramento della soddisfazione del nucleo familiare. Il nostro progetto si propone l’attivazione di un team multidisciplinare che effettui incontri, preferibilmente in teleconsulto, per la discussione dei casi di nuova diagnosi e consolidamento dei percorsi di accesso alle terapie per i casi già in gestione, al fine di anticipare le esigenze delle famiglie. L’individuazione di un case manager (identificato nella figura dell’Infermiere della Casa di Comunità) che istituisce un dossier del paziente cronico aggiornato da condividere con il medico del centro di riferimento MR, il farmacista, gli operatori del Territorio, si introduce come metodologia per incontrare le esigenze del piccolo paziente cronico neurologico con MR e facilitare l’accesso alle terapie e per sviluppare un sistema efficiente nel promuovere la prossimità e l’integrazione tra le figure professionali. MODULOORG

Dall’ospedale al territorio
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Dall’ospedale al territorio : decentralizzazione del trattamento emodialitico. Analisi di fattibilità / Federico Alberici, Graziana Battini, Gianluca Fasoli, Andrea Galassi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: La domiciliarizzazione delle cure è un obiettivo fondamentale del SSN e Regionale con attenzione particolare al raggiungimento del target PNRR di presa in carico a domicilio del 10% della popolazione over 65 anni entro il 2026. Il paziente affetto da malattia renale cronica avanzata richiede trattamento emodialitico trisettimanale presso Centri Dialisi nella maggior parte dei casi ospedalieri con impatti significativi sulla qualità della vita e costi (si stima un costo di circa 5000 euro/anno/paziente solo per il solo trasporto). Occorre inoltre segnalare una progressiva congestione dei centri dialisi così come una ben nota scarsità di risorse umane (medici e infermieri). Secondo il report del Registro Lombardo di Dialisi e Trapianto del 2019 (ultimo aggioranamento pubblicato) i pazienti dializzati nella nostra regione sono 7722 con una prevalenza di 762.3 pazienti per millione di abitanti. Dati importanti sono il costante aumento negli anni dei pazienti prevalenti così come l’età media dei pazienti. Questa popolazione è inoltre caratterizzata frequentemente da importanti comorbidità quali malattie cardiovascolari, arteriopatia periferica e diabete mellito di tipo 2. In questo contesto, la domiciliarizzazione delle cure rappresenta un aspetto di massima priorità per questa popolazione con impatti sostanziali in termini di qualità della vita, decongestionamento dei centri dialisi ospedalieri e potenzialmente di costi. Gli approcci che consentono la gestione della malattia renale cronica avanzata a domicilio sono la dialisi peritoneale e l’emodialisi domiciliare. La dialisi peritoneale è applicabile a circa il 10% della popolazione in questione e ha un’aspettativa di durata media di circa 32 mesi. L’emodialisi domiciliare include l’emodialisi notturna e l’emodialisi breve diurna. La seconda appare essere un’ipotesi attrattiva per una gestione domiciliare di pazienti non autonomi a patto che vi sia disponibilità di un caregiver non sempre presente. L’emodialisi breve diurna si basa su sedute emodialitiche della durata di circa due ore, ha un costo leggermente inferiore rispetto alla emodialisi effettuate in Ospedale e consente al paziente la gestione della sua patologia cronica a domicilio. In Italia l’emodialisi domiciliare è poco diffusa: dal 2004 in poi sono stati trattati in media meno di 100 pazienti/anno (0.3-0.4% della popolazione sottoposta ad emodialisi), percentuale nettamente inferiore rispetto ad altri paesi europei (es. Regno Unito 4.8%, Olanda 4.5%). Obiettivo di questo progetto è quello di valutare la fattibilità di implementazione di un programma di emodialisi domiciliare breve diurna assistita. L’analisi di fattibilità riguarderà una popolazione di circa 635 pazienti emodializzati afferenti alle ASST Spedali Civili di Brescia, ASST Brianza, ASST Santi Paolo e Carlo e ASST di Crema e si focalizzerà sul tentativo di identificazione della popolazione potenzialmente target dell’intervento così come sui possibili operatori sanitari che potrebbero essere coinvolti esplorando come possibili erogatori del servizio varie figure potenziali quali ad esempio gli infermieri di comunità. Verrà inoltre valutata la possibilità di implementazione di sistemi di monitoraggio e assistenza a distanza (telemedicina) per la gestione dei pazienti gestiti con questo approccio. Qualora l’analisi di fattibilità evidenzierà dei margini di attuabilità della proposta, si potrà valutare l’avvio di una procedura di sperimentazione. MODULOORG