Sono disponibili alcuni elaborati (Project work) realizzati dai partecipanti ai Corsi di formazione Manageriali per Direttori di Azienda Sanitaria (DIAS) e Direttori responsabili di Struttura Complessa (DSC) e dai partecipanti ai Corsi di rivalidazione della formazione manageriale organizzati da AFSSL - Accademia di formazione per il servizio sociosanitario lombardo di PoliS-Lombardia.
Per ogni Project work è visualizzabile una scheda descrittiva dettagliata, con abstract e - in allegato - il testo completo del documento.

SELEZIONE PER TIPO CORSO: DIAS DSC - RIVALIDAZIONE

SELEZIONE PER MODULOSanità pubblica - Organizzazione e gestioneGestione economico-finanziaria - Risorse umane

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La gestione multidisciplinare del percorso dello scompenso cardiaco
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Cirò, Antonio - Scarpazza, Paolo

La gestione multidisciplinare del percorso dello scompenso cardiaco : dall’accesso in PS al Territorio / Antonio Cirò, Paolo Scarpazza

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Il progetto si propone di disegnare una ipotesi di governo clinico della sindrome insufficienza cardiaca, prima causa di ricovero per la popolazione oltre i 65 anni nel mondo occidentale con costi elevati in termini di mortalità e di morbilità e impatto economico per il 70% ascrivibile alle ospedalizzazioni ripetute. L’ esigenza nasce dai dati epidemiologici della ASST Brianza caratterizzati da alto tasso di mortalità e ospedalizzazioni ed è resa più cogente dalla recente diversione di risorse verso la pandemia COVID-19 che ha peggiorato la qualità delle cure rivolte alla insufficienza cardiaca “l’epidemia dimentica”. Il progetto, multidisciplinare, si articola dall’arrivo in PS e attraverso l’utilizzo di uno score di rischio si propone di ottimizzare la risorsa limitata del ricovero ospedaliero; interviene nella fase critica di transizione e nel successivo follow up utilizzando oltre ad una prospettiva multiprofessionale anche gli strumenti della telemedicina per il follow up minimizzando i controlli in ospedale e sfruttando le opportunità di cura offerte nel territorio attraverso le Case della Comunità. L’obiettivo principale è sfidante e consiste nel tentare di ridurre la mortalità e le reospedalizzazioni nella nostra ASST coinvolgendo più professionisti, creando sinergie clinico organizzative tra le UOC (Pronto Soccorso, Medicina, Pneumologia, Nefrologia, Cardiologia) dell’ospedale in una visione multidisciplinare che coinvolga medici, infermieri oltre a figure professionali tecniche costruendo un modello utilizzabile in tutta la ASST Brianza ed eventualmente esportabile in altre Sebbene l’esito del conto economico possa sembrare non vincolante stante gli “hard end point“ prefissati, il progetto appare comunque sostenibile economicamente alla luce anche del supporto del Piano Nazionale di Recupero e Resilienza. MODULOORG

Riorganizzazione della fase pre-ospedaliera della Rete Trauma Maggiore
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Migliari, Maurizio

Riorganizzazione della fase pre-ospedaliera della Rete Trauma Maggiore / Maurizio Migliari

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Introduzione: L’attuale Triage pre-ospedaliero e Centralizzazione del Trauma Maggiore, così come declinato nel Decreto Regionale n. 8531 del 1.10.2012, risulta essere molto sensibile ma poco specifico. Ciò determina un importante overtriage dei pazienti traumatizzati, fino al 70%. L’impatto negativo organizzativo sulla Rete Trauma risulta essere importante per diverse ragioni: - Riduzione dell’efficienza produttiva della struttura HUB conseguente alla sospensione della attività clinica per predisporsi ad accogliere il traumatizzato. - Riduzione della capacità ricettiva dei centri Hub. - Dispersione dei traumi maggiori in numerosi centri, con riduzione delle performance delle equipe ed una minore possibilità formative. - Saturazione dei posti letto di degenza in centri Hub. Nel giugno del 2020 l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato le Raccomandazioni della Linea Guida per la gestione integrata del trauma maggiore dalla scena dell’evento alla cura definitiva. Le nuove indicazione contengono un sistema di Triage e di Centralizzazione che dovrebbe ridurre in modo significativo l’overtriage, mantenendo sotto il 10 % l’Undertriage. La Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia nel gennaio del 2021 ha incaricato AREU ed al Coordinatore della Rete Trauma Regionale, di verifica la fattibilità e l’accuratezza delle nuove regole ISS valutando sensibilità (Undertriage) e specificità (overtriage) della metodologia se applicate in Lombardia. Obiettivo del poject work è stato quello di: - Produrre un protocollo di Triage e Centralizzazione dei Pazienti affetti da Trauma Maggiore in linea con quanto previsto dall’indicazione ISS. - Verificare se la distribuzione delle risorse pre-ospedaliera e delle strutture ospedaliere fossero adeguata a rispondere alle nuove indicazioni. - Verificare l’impatto indotta dal nuovo protocollo sul dei flussi di pazienti nella Rete - Sottoporre il protocollo alla Direzione Generale Welfare per l’approvazione e presentare lo stesso ai Direttori di Dipartimento DEA. - Predisporre un percorso informatico in modo che le nuove informazioni del protocollo riportare del programma gestionale delle Sale Operative di Emergenza Urgenza 118 fossero recepite dal Registro trauma Regionale, strumento identificato per la valutazione di under ed overtriage. - Formazione del personale 118. Risultati: - Il protocollo è stato prodotto del luglio del 2021. - La distribuzione delle postazioni 118 è risultata adeguata a rispondere ai parametri LEA per AREU ed in linea con quanto previsto dalla letteratura (Golden hour). - Una stima sulla diversa distribuzione di flussi di traumatizzati, determinata dal nuovo protocollo, è stata simulata partendo dati del Registro Traumi Regionale anni 2019 e 2020. L’incremento annuo verso i CTS sarebbe di 0.045 pz die con una riduzione di 1 pz die. L’incremento per i CTZ-NCH sarebbe di 0,5 Traumi die, quindi sostenibile. - Nel luglio 2021 il protocollo è stato approvato dalla DGW e il giorno 8 settembre 2021 presentato ai Direttori DEA della Rete - È stato modificato il gestionale di SOREU in modo da consentire l’adeguato flusso informativo con i database del Registro Traumi - Il 20 febbraio 2022 si è ultimata la formazione del personale 118 AREU. MODULOORG

Dall’analogico al digitale
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Barbonetti, Claudio

Dall’analogico al digitale : l’utilizzo della cartella clinica elettronica integrata a SISS e RIS-PACS aziendale nella gestione del Paziente nella U.O.C. di Radioterapia della ASST Valtellina e Alto Lario / Claudio Barbonetti

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: La ASST della Valtellina e alto Lario risponde alla domanda di salute di 220.000 residenti nella provincia di Sondrio e nel territorio dell’alto Lario occidentale (Lg. regionale 11 agosto 2015 - n. 23). Da sempre in provincia è difficoltoso il reclutamento di personale per svariate ragioni. L’organico è tuttora ridotto. Per questa carenza prima del 2020 era impossibile, utilizzando cartelle cliniche cartacee, effettuare trattamenti ad alta tecnologia per l’elevato rischio di errore e le tempistiche di erogazione delle prestazioni erano assai elevate con evidente perdita di tempo lavoro e sottoutilizzo di personale ad elevata specializzazione. Per questa ragione con l’incarico di Direttore della UOC ho deciso di digitalizzare totalmente i processi clinici del reparto. La completa informatizzazione delle cartelle cliniche della UOC di Radioterapia della ASST Valtellina ed alto Lario è stata avviata ad ottobre 2020. A distanza di circa 18 mesi può ritenersi conclusa. L’obiettivo era multifattoriale, da un lato garantire una maggior sicurezza dei trattamenti radioterapici con l’avvio di nuove tecniche ad elevata tecnologiche che prevedono severi controlli strumentali non compatibili con una struttura analogica, dall’altro consentire una maggior celerità sia delle terapie stesse che di tutta la parte amministrativa e di gestione delle visite cliniche che consentisse un risparmio di tempo considerando l’organico certamente non pletorico della UOC. A questi obiettivi primari si aggiunge anche l’aspetto economico legato sia al risparmio di materiale cartaceo e di stampa che, grazie all’introduzione di tecniche speciali di radioterapia, all’ incremento del numero e della qualità delle prestazione che comporta maggiori rimborsi da parte di Regione Lombardia, infatti il confronto tra 2019 ( anno di riferimento escludendo il 2020 per ovvie ragioni legate alla pandemia) e il 2021 mostra un incremento di fatturato di circa 200.000 euro, a questo si associa un risparmio di tempo lavoro che si stima in circa 35.000 euro annui. Il costo del nuovo acceleratore è stato di 1.300.000 Euro, la vita media di tali apparecchi è di dieci anni, questo comporta un surplus di oltre 1.000.000 di euro. In sintesi la disponibilità di una cartella totalmente digitale integrata agli altri applicativi aziendali consente di avere un workflow efficiente e rapido nella gestione di tutti gli aspetti clinico amministrativi dell’utenza; sin dal momento dell’accettazione al paziente viene assegnato un PID ( numero di identificazione personale) e collegato a tutto ciò che è stato eseguito in termini di diagnostica e che sarà somministrato in terapia consentendo al clinico di avere su qualsiasi postazione del reparto l’intero quadro diagnostico-terapeutico del paziente. Tutti gli atti medici cui la persona verrà sottoposta sono poi automaticamente trasferiti sul fascicolo sanitario elettronico così da poter essere messi a disposizione sia del proprio medico di famiglia che dei colleghi che valuteranno successivamente il caso. I vantaggi in sintesi sono evidenti nelle fasi di gestione della cura, del follow-up periodico, nei meeting multidisciplinari e nella immediata disponibilità di rendicontazione e elaborazione dei dati statistici e, in ultima analisi in maggiori garanzie di sicurezza per gli operatori e i pazienti riducendo anche il fattore “stress lavorativo”. MODULOORG

La pianificazione della gestione dell’insufficienza renale cronica sul territorio, a domicilio ed in ambito ospedaliero
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Ambrosini, Andrea

La pianificazione della gestione dell’insufficienza renale cronica sul territorio, a domicilio ed in ambito ospedaliero : Ottimizzare i percorsi di prevenzione e cura delle malattie renali / Andrea Ambrosini

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: L’invecchiamento della popolazione ed il conseguente aumento delle malattie croniche comportano anche un incremento della prevalenza e della incidenza della malattia renale; la scarsità delle risorse umane e strutturali nelle aziende ospedaliere rende necessaria una riorganizzazione della sua gestione che coinvolga maggiormente le cure primarie per i casi di insufficienza renale più lievi e stabili con attività di tutoraggio da parte del nefrologo specialista e permetta la ridistribuzione delle risorse ospedaliere per la cura delle patologie renali più severe e specialistiche; è fondamentale anche rivedere la possibilità di cura della malattia renale terminale, in particolare per i pazienti grandi anziani e con pluripatologie, favorendo un trattamento conservativo domiciliare, sull’esempio della homeoncology, per permettere una qualità di vita eticamente e socialmente migliore a questi pazienti. Il progetto ha sostanzialmente quattro obiettivi. Obiettivi1 e 2: favorire sul territorio la conoscenza e la prevenzione della malattia renale e ridurre gli accessi ambulatoriali per visite nefrologiche per i pazienti affetti da insufficienza renale in stadio 1 o 2 ed anche in stadio 3 in caso di stabilità o lenta evolutività, grazie alla sostituzione delle visite tradizionali in presenza con attività di teleconsulto, televisita o tele cooperazione tra medico di medicina generale e specialista nefrologo grazie alla creazione di una pagina web della unità operativa con sezione dedicata esclusivamente all’interzione tra le due figure. Questo permette inoltre di agevolare il rapporto tra medico di medicina generale e specialista nefrologo, ridurre gli accessi ospedalieri ambulatoriali e le liste d’attesa, facilitare l’accesso ai consulti specialistici per il paziente, risparmiare ore di lavoro dello specialita. Obiettivo 3: ridistribuire per gli ambulatori più specialistici della malattia renale avanzata, del trapianto renale, delle patologie autoimmuni o genetiche, dove il nefrologo rappresenta un vero valore aggiunto, le ore di lavoro risparmiate per la gestione dei quadri più lievi di insufficienza renale. Obiettivo 4: pianificare una gestione territoriale e domiciliare conservativa dell’uremia terminale come alternativa al trattamento dialitico per una coorte ristretta di pazienti grandi anziani o con plurime patologie, al fine di garantire loro una qualità di vita migliore a stretto contatto con i familiari senza dover ricorrere alla dialisi tre volte la settimana e permettendo al sistema sanitario un importante risparmio economico per il mancato avvio del trattamento dialitico. Per i primi 3 obiettivi la spesa iniziale per la creazione della pagina web e per la promozione del progetto porta ad un bilancio lievemente negativo per il primo anno, ma già a partire dal secondo anno il bilancio economico è positivo; da aggiungere come fattori positivi aggiuntivi l’ agevolazione per i pazienti per i tempi di attesa ridotti, per il medico di medicina generale in termini di crescita culturale e facilità di accesso al parere specialistico, per lo specialista in virtù della ottimizzazione del lavoro e per l’azienda stessa in termini di organizzazione dell’attivitàambulatoriale. Per l’obiettivo 4 il notevole costo annuale del trattamento dialitico, stimabile in circa 45.000 euro per singolo paziente, rende l’investimento di risorse umane lavorative (medico ed infermiere) altamente remunerativo per il sistema sanitario, già a partire dal trattamento conservativo per soli 2 pazienti. MODULOORG

Riorganizzazione ed implementazione delle attività della UOC di Screening Neonatale
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Cereda, Cristina

Riorganizzazione ed implementazione delle attività della UOC di Screening Neonatale : l’apporto della genetica / Cristina Cereda

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Lo Screening Neonatale è il più ampio e complesso sistema di prevenzione che rende possibile identificare numerose malattie, anche gravissime, entro i primi giorni di vita dei neonati anche quando questi non abbiano ancora mostrato alcun segno o sintomo clinico utilizzando, attualmente, solo tecniche biochimiche. Regione Lombardia ha definito l’organizzazione della Rete di Screening Neonatale identificando un Laboratorio di Riferimento Regionale per lo Screening Neonatale (LRRSN - UOC) con sede presso l’Ospedale dei Bambini V. Buzzi. L’avvento di tecnologie molecolari ad alta processività, in particolare del sequenziamento massivo parallelo (Next Generation Sequencing – NGS), ha reso possibile, in diversi Paesi Europei, l’utilizzo di tali tecniche all’interno dei Programmi di Screening Neonatale per la diagnosi di patologie non metaboliche e per la conferma della positività genetica di quelle metaboliche. Questo percorso è già cominciato anche in alcune regioni italiane dove sono stati introdotti nuovi screening molecolari, recependo la Legge n. 145 del 2018 (art. 1, comma 544) e dove le conferme diagnostiche molecolari dei casi positivi allo Screening Neonatale Biochimico cominciano ad essere effettuate parallelamente alle conferme biochimiche. In Regione Lombardia il percorso molecolare dello Screening Neonatale non è ancora cominciato. Il progetto, che si articola in 24 mesi, prevede la trasformazione della attuale UOC che si occupa dello Screening in Lombardia in un Centro di Genomica Funzionale per le Malattie Genetiche Rare che contenga, oltre alle sezioni già presenti (LRRSN e BME), una nuova Sezione di Genetica Molecolare (LGM) che andrà implementata ed accreditata. Le attività del LGM si indirizzeranno su due filoni di attività uno a sostegno delle attività del LRRSN e uno di diagnostica molecolare di malattie rare pediatriche: - Screening molecolare per nuove patologie inserite nel Panel Regionale e/o Nazionale. Inoltre, opererà le conferme molecolari dei casi positivi allo Screening biochimico permettendo una diagnosi molecolare più veloce. - Diagnostica molecolare per malattie genetiche rare pediatriche. Si potrà perciò rendere disponibile per una diagnostica molecolare sul territorio e per altre pediatrie e ospedali. Parallelamente verrà realizzata una nuova infrastruttura informatica a supporto dello screening (e della ricerca) per ottimizzare alcuni processi obsoleti. Il progetto prevede due Fasi di attivazione dovute alla differenti pipeline tecnologiche che devono essere acquisite. Dapprima saranno attivate le attività inerenti allo Screening Neonatale perché più urgenti così da dare seguito e completezza al servizio in essere (Fase 1). Secondariamente saranno implementate le attività di conferma dello Screening Neonatale e le attività di diagnostica molecolare per le malattie genetiche rare poiché utilizzano la stessa pipeline strumentale (Fase 2). I principali fruitori del progetto sono tutti i neonati di Regione Lombardia e le loro famiglie. Essi potranno godere di un Panel di screening più ampio e perciò potranno accedere a cure immediate se trovati positivi migliorando l’aspettativa di vita. Il progetto permetterebbe a Regione Lombardia di conformarsi all’obbligo previsto dall’art. 1, comma 544 della Legge n. 145 del 2018 recuperando così in immagine e autorevolezza nell’ambito dei Programmi Nazionali di Prevenzione e fornendo ai propri nati un servizio più ampio ed efficace. MODULOORG

Costituzione di una Unit Multidisciplinare per la presa in carico dei pazienti con Malattie Interstiziali Polmonari
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Oggionni, Tiberio

Costituzione di una Unit Multidisciplinare per la presa in carico dei pazienti con Malattie Interstiziali Polmonari / Tiberio Oggionni

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Le malattie interstiziali del polmone si collocano nell’ambito delle malattie rare polmonari. In una recente classificazione ne sono state contate circa 300 e per il diverso meccanismo eziopatogenetico richiedono un approcio clinico multidisciplinare. Dal 2016 è attivo presso il Policlinico S. Matteo il “Centro esperto per la gestione e lo studio delle interstiziopatie polmonari”, riconosciuto da Regione Lombardia, in cui sono presenti pneumologi, reumatologi, radiologi, chirurghi toracici, anatomo-patologi. Nel POAS 2021-2023 è prevista una nuova struttura organizzativa a matrice, in cui le reti definiscono le linee di prodotto attorno a cui sviluppare le Unit e quindi i team multidisciplinari che ne rappresentano l’ossatura. Obiettivi strategici del presente progetto sono migliorare entro i prossimi 3 anni il percorso di presa in carico dei pazienti con malattie interstiziali polmonari e il posizionamento in ambito regionale/nazionale del Policlinico San Matteo per quanto riguarda le malattie rare polmonari, mediante la costituzione della Unit Malattie Interstiziali Polmonari (UMIP). La UMIP si propone i seguenti scopi nei confronti dei pazienti: rendere più facile e veloce l’accesso al percorso di presa in carico; migliorare l’efficacia in termini di tempi ed accuratezza dell’iter diagnostico; offrire le migliori terapie disponibili secondo criteri di “best practice” e la possibilità di essere inseriti in studi clinici di trattamento; effettuare un regolare follow-up clinico, utilizzando anche strumenti di telemedicina; prendersi carico dal punto di vista anche palliativo della fase end-stage della malattia; offrire un riferimento stabile ai caregiver. La UMIP può permettere di ridurre l’accesso dei pazienti al Pronto Soccorso e la necessità di ricoveri ospedalieri e prevede nella fase end-stage di malattia un percorso palliativo domiciliare, riducendo pertanto l’utilizzo globale di posti letto per questi pazienti. Si progetta quindi l’organizzazione della UMIP, che prevede la composizione del team, le modalità organizzative, la flow chart del percorso del paziente, le fasi che costituiscono attività della UMIP, i compiti/responsabilità di ciascun membro, il cruscotto delle performance, le leve della comunicazione. Nella composizione del team si prevedono un infermiere case manager della UMIP, che garantisce il corretto svolgimento di tutti i vari passaggi del percorso, mantenendo al centro i bisogni del paziente, e un coordinatore di ricerca clinica/data manager come supporto all’integrazione tra gestione clinica e ricerca. Per l’attività della UMIP si progetta l’utilizzo della piattaforma informatica di collaborazione clinica HealthMeeting®, che permette la condivisione dei dati clinici e strumentali dei pazienti, estrapolati direttamente dai repository/PACS aziendali, di gestire le riunioni multidisciplinari anche da remoto, di generare i documenti condivisi delle riunioni e di monitorare il follow-up. Utilizzando i metodi ed i sistemi di project management vengono definite le milestones e le fasi per implementare il progetto, legati anche al cronoprogramma. Si segnalano i bassi costi previsti dal progetto, in quanto la piattaforma identificata può essere utilizzata da tutte le Unit aziendali, e sia l’infermiere case manager che il coordinatore di ricerca clinica/data manager sono previsti non FTE. I risultati attesi di miglioramento della presa in carico dei pazienti in termini di efficacia, efficienza e qualità rappresentano elementi convincenti per l’istituzione della UMIP. MODULOORG

Implementazione del percorso di donazione di organi e tessuti in una ASST con molti presidi ospedalieri
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Ferri, Francesco

Implementazione del percorso di donazione di organi e tessuti in una ASST con molti presidi ospedalieri / Francesco Ferri

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Principale limite del trapianto di organi e tessuti è la carenza di donatori che non soddisfano le esigenze cliniche delle liste d’attesa. La recente pandemia da Covid-19 ha ulteriormente ridotto il numero di organi e di tessuti a disposizione della rete trapiantologica. Anche le Banche dei tessuti, storicamente più efficienti nel fornire tessuti per il trapianto o l’innesto, hanno subito una grave limitazione della propria capacità distributiva. L’organizzazione in rete del Centro Nazionale Trapianti ha consentito solo in parte di limitare i gravi danni procurati dalla pandemia. Il procurement di organi e tessuti costituisce un LEA. Regione Lombardia ha inserito tra gli obiettivi dei Direttori Generali l’attività di donazione di organi e tessuti per il 2022. In Italia più di dieci milioni di cittadini hanno espresso la propria volontà a donare dopo la morte. Ogni Azienda sanitaria si deve pertanto adoperare per garantire questa fondamentale attività. Nel contesto della ASST Bergamo Est sono attualmente attivi sei PO a gestione diretta e due PO gestiti da soggetti privati nell’ambito di un contratto di associazione in partecipazione. Un solo PO è dotato di un reparto di Terapia Intensiva con 6 posti letto di rianimazione generale. Il ricovero di pazienti con grave politrauma o con neurolesione è evento raro e occasionale, pertanto la potenzialità donativa di donatori multiorgano in stato di morte encefalica è molto limitata, così come la potenzialità donativa di donatori multitessuto. Più ampia è la potenzialità donativa di tessuto corneale, anche se condizionata dalla mancanza di specialisti oculisti nei PO aziendali periferici, tutti di dimensioni medio-piccole e dislocati a notevole distanza dal PO di Seriate che è Hub aziendale e sede del Coordinamento Locale al Prelievo (CLOP). La collaborazione instaurata negli anni passati con la Banca degli Occhi di Monza (BOM), gravemente condizionata a sua volta da carenza di prelevatori, non riesce più a garantire un adeguato livello di procurement. Il focus iniziale sulla donazione di cornea è basato sulla implementazione di una nuova organizzazione che favorirà lo sviluppo di futuri progetti donativi. L’attivazione di un Comitato Ospedaliero di Donazione costituito da medici e infermieri esperti in donazione e identificati all’interno di ciascun PO, rappresenta un caposaldo del presente progetto di rilancio di questa fondamentale attività. I componenti del Comitato, in collaborazione con il CLOP, svolgeranno opera di facilitatori e di sentinelle della donazione all’interno del proprio PO. La costituzione di un pool di medici prelevatori di cornea, da formare con eventi ECM e certificare in collaborazione con la BOM, consentirà di realizzare un incremento dei prelievi, favoriti anche da un progetto incentivante aziendale sostenuto dai fondi regionali di remunerazione delle funzioni non tariffabili connesse all’attività di procuremet e vincolati alla promozione delle attività di donazione e trapianto. L’incremento atteso di questi fondi produrrà un margine operativo che, gestito dal CLOP aziendale, contribuirà a favorire lo sviluppo di altre future attività e progetti dedicati al sostegno e alla incentivazione della donazione che saranno promossi dal Comitato di Donazione e favoriranno anche una migliore immagine della ASST sul territorio. MODULOORG

Implementazione di sistemi di AI nella radiologia del DEA
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Farina, Davide - Pellegri, Pietro

Implementazione di sistemi di AI nella radiologia del DEA : opportunità e rischi / Davide Farina, Pietro Pellegri

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: BACKGROUND ARTICOLAZIONE DEL LAVORO 1. Interrogazione del sistema informatico aziendale (RIS) dell’ASST Spedali Civili di Brescia e dell’APSS di Trento per dati relativi a: 1.1. Carico di lavoro di esami radiologici del torace e di segmenti ossei e di esami TC encefalo senza mezzo di contrasto eseguiti dalla Radiologia del Pronto Soccorso dell’ASST Spedali Civili e dell'Ospedale di Tione prendendo un campione temporale di 6 mesi; 1.2. Tempi medi di refertazione degli stessi esami; 1.3. Percentuale di esami con referto negativo per ciascuna delle classi sopra elencate; 1.4. Tempi medi di permanenza del paziente in Pronto Soccorso, dall’accesso alla dimissione/ricovero. 2. Ricerca di mercato per individuare prodotti commerciali già esistenti in grado di eseguire un’interpretazione preliminare degli esami radiologici (del torace e delle ossa) e delle TC encefalo e, conseguentemente determinare una prioritizzazione delle liste di refertazione. 3. Ricerca di lavori di letteratura che valutino le performance di questi dispositivi o di dispositivi con analoghe funzioni in fase pre-commerciale. 4. Analisi SWOT 5. Valutazione di fattibilita’ 5.1. Compatibilità del sistema AI con il sistema informatico aziendale (RIS) e con il Sistema di archiviazione delle immagini radiologiche (PACS) 5.2. Tempo medio della procedura di interpretazione preliminare della/e immagine/i da parte del Sistema AI 5.3. Sicurezza e compliance del Sistema AI con il GDPR 6. Costi 6.1. Valutazione delle opzioni di acquisizione del Sistema AI (acquisto definitivo? abbonamento?) 6.2. Comparazione con i costi di sviluppo di una soluzione in-house 7. Pianificazione dei controlli di qualità: 7.1. Durante l’implementazione e successivamente come routine identificazione di eventi sentinella che possono essere rappresentati da - falsi positivi del Sistema AI, genericamente indicativi della qualità insufficiente in termini di accuratezza diagnostica - falsi negativi del Sistema AI, genericamente indicativi della qualità insufficiente in termini di accuratezza diagnostica e potenziale sorgente di ritardi temporali nella diagnosi 7.2. Creazione di un team di radiologi per l’analisi quantitativa e qualitativa dei casi di discordanza interpretativa tra radiologo ed AI 7.3. Creazione di questionari di gradimento da somministrare a tutti gli utenti (radiologi di staff e radiologi in formazione). MODULOORG

La gestione dell’attività di vigilanza delle strutture sanitarie non accreditate nell’ATS di Bergamo
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Ongaro, Stefania

La gestione dell’attività di vigilanza delle strutture sanitarie non accreditate nell’ATS di Bergamo : Analisi dell’evoluzione normativa dal T.U.L.S. - Regio Decreto n. 1265 del 27.07.1934 ad oggi / Stefania Ongaro

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Il lavoro proposto si pone come obiettivo quello di analizzare le linee guida e le procedure adottate dall’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo nella verifica dei requisiti minimi strutturali e tecnologici, generali e specifici delle strutture sanitarie private non accreditate, in particolare ambulatori ed attività odontoiatriche monospecialistiche che insistono sul territorio della provincia di Bergamo alla luce della normativa vigente ed i quella passata. Il lavoro inizia con una preliminare analisi della normativa nazionale e regionale che regola il servizio sanitario, focalizzando l’attenzione sulle norme che regolano l’autorizzazione, lo svolgimento e la vigilanza di attività sanitarie in ambulatori, poliambulatori e strutture odontoiatriche, descrivendo le modalità di gestione della istanze per l’apertura di nuove atttività definite, con l’avvento della L.R. 8/2007, come “scia sanitarie”, confrontandole con quelle adottate nel passato, alla luce dell’evoluzione normativa e delle modifiche intervenute nell’assetto organizzativo delle ATS e degli organi di controllo, tenendo conto dell’evoluzione normativa e delle modifiche intervenute nel tempo nel Servizio Sanitario Nazionale ed in quello Regionale. Si è voluto poi focalizzare l’attenzione sulle criticità rilevate, inerenti sia le fasi autorizzative che le attività di vigilanza e controllo, analizzando e confrontando i diversi approcci adottati nel tempo e i risultati ottenuti in termini di efficacia cercando di individuare delle proposte di miglioramento dell’attività svolta anche in rapporto alle risorse a disposizione. L’obiettivo finale è quello di prospettare una diversa modalità operativa sia in termini di programmazione che di gestione dell’attività di vigilanza e controllo con l’obiettivo di apportare miglioramenti in termini di tutela della salute pubblica, con l’auspicio di una fattiva collaborazione con i professionisti e i titolari delle singole attività sanitarie al fine di favorire e promuovere la cultura della prevenzione e con essa, quindi, la tutela della salute pubblica. MODULOPOL

Il “Decreto Calabria” e l'assunzione dei medici specializzandi nel Servizio Sanitario Nazionale
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Milano, Giuseppe

Il “Decreto Calabria” e l'assunzione dei medici specializzandi nel Servizio Sanitario Nazionale : verifica delle competenze e attribuzione dei privilegi clinici / Giuseppe Milano

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: La possibilità di assunzione dei medici specializzandi da parte delle aziende ospedaliere è nata da un’esigenza della regione Calabria di sopperire alla carenza di personale, in una situazione di difficoltà economica e gestionale che purtroppo colpisce la sanità calabrese già da molti anni. Tale misura è entrata in vigore nel luglio 2019 con la Legge 25 giugno 2019, n. 601, la conversione in legge del cosiddetto “Decreto Calabria” (Decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35)2, ed è stata successivamente estesa a tutto il territorio nazionale. A partire da luglio 2019 le aziende ospedaliere del sistema sanitario nazionale possono assumere medici specializzandi durante gli anni di formazione specialistica (a partire dal terzo anno in poi), con contratto subordinato a tempo determinato e orario a tempo parziale. In particolare, lo specializzando medico svolgerà, nell’azienda sanitaria presso la quale è stato assunto, 30-32 ore settimanali dedicate all’attività lavorativa e all’attività formativa pratica. L’attività formativa teorica sarà svolta presso le Università di appartenenza. Per applicare tali misure sono stati stipulati degli accordi tra le singole Regioni e le Università. Allo scopo di rendere omogenee queste disposizioni in tutto il territorio nazionale, le Regioni hanno elaborato alcune “linee guida” da applicare negli accordi successivi. Gli specializzandi possono essere assunti dalle aziende e dagli enti del Servizio Sanitario Nazionale le cui strutture operative sono accreditate ed inserite nella rete formativa delle scuole di specializzazione. Tuttavia, l’assunzione è prevista anche da parte di aziende sanitarie le cui strutture operative non sono accreditate ma che posseggono determinati requisiti attestati dal direttore sanitario e previo parere positivo del Consiglio della scuola di pertinenza. I medici specializzandi svolgono attività assistenziali coerenti con il livello di competenze e di autonomia raggiunto. L’attribuzione dei livelli di autonomia e responsabilità deve avvenire periodicamente per ogni singolo medico in formazione specialistica da parte del Consiglio della scuola. Per il periodo di lavoro lo specializzando dovrà avere un tutor, scelto tra i medici dell’azienda di assunzione e nominato dalla scuola di specializzazione. Il tutor avrà il compito di stabilire il grado di autonomia dei neoassunti. Stabilirà infatti, sulla base delle competenze acquisite dallo specializzando e certificate secondo le modalità stabilite dalla scuola, le attività assistenziali che il medico può via via svolgere in autonomia secondo quanto attestato dalla scuola stessa. Il tutor è inoltre tenuto ad intervenire tempestivamente in caso di necessità durante il lavoro dello specializzando nel caso in cui ce ne fosse bisogno. Le clinical competence in medicina, sin dai primi anni 2000 definiscono cosa sanno e cosa dovrebbero saper fare i professionisti e come costruire percorsi di crescita professionali coerenti con le strategie aziendali e i bisogni di salute in evoluzione, valorizzando le competenze individuali e introducendo valutazioni delle performance cliniche a livello individuale, quali elementi cui collegare carriera, retribuzioni di risultato e responsabilità organizzative. Dal 2002, gli Acreditation Standards for Hospitals della Joint Commission International hanno incluso i clinical privileges all’interno del capitolo dedicato alle qualifiche e educazione dello staff come conseguenza delle competenze che attribuiscono in misura diversa a ciascun professionista il privilegio di eseguire trattamenti e procedure di complessità crescente sui pazienti. Alla luce dell’introduzione degli specializzandi all’interno della rete sanitaria con compiti assistenziali correlati ai loro livelli di autonomia, di fatto si pone il problema del riconoscimento delle clinical competence e l’attribuzione dei clinical privileges all’interno di un sistema che potrebbe vedere un conflitto di competenze tra i responsabili delle Unità Operative presso cui gli specializzandi prestano servizio e i le figure deputate alla formazione e alla verifica della formazione stessa dello specializzando, ovvero il tutor di percorso, il consiglio della scuola di specializzazione e da ultimo il direttore della scuola stessa. Scopo del presente progetto è di mappare le modalità con cui sono state messe in atto la verifica delle clinical competence e l’attribuzione dei clinical privileges degli specializzandi assunti grazie all’applicazione del Decreto Calabria e nell’ambito degli accordi tra Regione e Università, confrontando le modalità di verifica e di attribuzione delle autonomie individuali secondo gli standard delle scuole di specializzazione e delle strutture sanitarie coinvolte (interne ed esterne alla rete formativa della scuola) ed utilizzando come modello di riferimento l’esperienza maturata in Regione Lombardia con gli specializzandi in Ortopedia e Traumatologia. MODULOPOL

Ricerca ed Innovazione
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Roccaro, Aldo

Ricerca ed Innovazione / Aldo M. Roccaro

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: RAZIONALE Accanto alla principale obiettivo, ovvero di cura per i soggetti che afferiscono all’ASST Spedali Civili di Brescia (ASST-BS), l’Azienda persegue anche quello di sostenere l’attività di ricerca clinica: essa rappresenta un elemento portante per garantire l’accesso ai migliori approcci terapeutici. Ciò risponde a quanto richiesto dal Servizio Sanitario Nazionale che formalizza l’importanza delle attività di ricerca in ambito ospedaliero, facendo esplicito riferimento alla ricerca in ambito sanitario, come risposta […] al fabbisogno conoscitivo e operativo del Servizio Sanitario Nazionale e ai suoi obiettivi di salute (D. L.vo n.502/1992). Di estremo rilievo, inoltre, il coinvolgimento a livello Regionale, in ambito di ricerca, delle ASST, Università e Istituti di Ricovero IRCCS. Ne sono esempi la Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica, i Cluster Tecnologici. Non da ultimo, il Programma Nazionale della Ricerca Sanitaria che declina il coinvolgimento degli Ospedali nei percorsi di ricerca, al pari di Università ed IRCCS. Ciò ribadisce l’importanza della promozione e del sostegno all'attività di ricerca, sperimentazione e innovazione biomedica, in tutte le componenti del sistema sociosanitario lombardo. L’obiettivo strategico della progettualità proposta è rappresentato dal centralizzare il governo della ricerca in essere presso ASST-BS, al fine di favorire la ricerca applicata e la ricerca clinica, sia in ambito sanitario che sociosanitario. OBIETTIVI Promuovere l’attività di ricerca in ambito sanitario e sociosanitario, in conformità alla normativa italiana ed europea, ed alle regole di buona pratica clinica; Favorire l’accesso a terapie innovative, altrimenti non disponibili, garantendo ai pazienti gli approcci terapeutici più avanzati; Favorire la partecipazione di ASST-BS a programmi di ricerca e network nazionali ed internazionali. INDICATORI DI PERFORMANCE Monitoraggio delle attività svolte/anno (ad es.: n° studi clinici avviati, di finanziamenti ricevuti, di network di ricerca; attività di rendicontazione dei progetti finanziati; rapporto fondi impiegati/fondi finanziati; n° pubblicazioni su riviste scientifiche peer-reviewed; importi introitati via studi profit/non-profit); Monitoraggio della qualità delle attività svolte (ad es.: n° non conformità/NC risolte rispetto al n° NC riscontrate; report delle ispezioni da parte delle Autorità Competenti). Indicatori Studi di Fase I-specifici BENEFICI ATTESI La progettualità proposta pone le basi per raggiungere benefici in ambito : non-economico accesso alle migliori opportunità di cura; miglioramento della sopravvivenza; miglioramento delle conoscenze scientifiche per lo specifico settore oggetto di studio; inserimento di ASST-BS in una rete di collaborazioni con altri Enti Italiani ed Esteri; promozione del processo di internazionalizzazione della ricerca; economico risparmio per SSN; averted costs; effetto leva. CONSIDERAZIONI ECONOMICHE Il percorso proposto porrà le basi per attrarre maggiori finanziamenti, sia attraverso studi profit e non-profit, sia attravero bandi pubblici competitivi nazionali ed internationali. Favorire la ricerca genera delle ricadute di tipo economico, sia in termini di effetti sull’occupazione (laboratori di analisi; fornitori di servizi; indotto per spedizione campioni biologici; Pharma), che di risparmi per il Servizio Sanitario Nazionale: basti pensare all’accesso gratuito di farmaci innovativi, alla copertura economica di procedure diagnostiche e di esami di laboratorio che, diversamente, graverebbero sul Servizio Sanitario Nazionale. Si aggiunge, inoltre, una crescita professionale del personale coinvolto nella ricerca (data manger, farmacisti, infermieri di ricerca, medici, personale amministrativo, tecnici di laboratorio). Da non dimenticare le ricadute economiche sulla collettività, secondarie ad un miglioramento della sopravvivenza e della maggiore aspettativa di vita, anche per le generazioni a venire. MODULOPOL

Creazione ed organizzazione di un servizio di consulenza di etica clinica nell’ASST SPEDALI CIVILI di Brescia
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Fiocca, Federico

Creazione ed organizzazione di un servizio di consulenza di etica clinica nell’ASST SPEDALI CIVILI di Brescia / Federico Fiocca

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Questi due anni hanno evidenziato l’importanza, per il personale sanitario, di mostrare sensibilità nei confronti delle questioni etiche; esse, però, non vengono sempre esplicitate, sia per mancanza di tempo, sia perché non sempre si hanno le specifiche competenze per rispondere a tali questioni in un luogo di cura che diviene sempre più complesso e pluralistico. Non sarebbe tuttavia corretto affermare che questa esigenza sia nata solo in seguito a quanto la pandemia in atto ha costretto ad affrontare, né che tale esigenza si limiti all’allocazione di posti letto in una situazione di squilibrio di risorse. La proporzionalità e l’appropriatezza delle cure, il crescente interesse sui temi di fine vita, il corretto utilizzo delle risorse - strutturali ed economiche - a disposizione sono, ad esempio, alcune delle materie di cui la bioetica si interessa. Nel 2013, con la pubblicazione del “Documento di Trento”, un gruppo di bioeticisti ha posto le basi della consulenza etica in ambito sanitario, la quale viene definita dall’American Society for Bioethics and Humanities come un servizio svolto da un individuo o un gruppo per rispondere alle domande poste da pazienti, familiari, tutori, operatori sanitari o altre persone coinvolte nell’assistenza, in ordine a incertezze o conflitti tra valori che emergono nella pratica clinica. Nel 2017 il Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) ha emanato un parere che riconosce come di fatto i Comitati Etici si occupino prevalentemente di sperimentazioni cliniche e, molto spesso, abbiano un carico di lavoro che renderebbe quasi impossibile dedicare tempo anche alla consulenza per casi clinici. Il parere, quindi, fornisce alcuni elementi essenziali sulla struttura, composizione e funzioni di un comitato etico clinico. La figura del consulente etico clinico ha come compito principale quello di aiutare il richiedente a prendere la decisione più corretta e, se possibile, più condivisa tra paziente, equipe e famigliari. L’area di intervento, tuttavia, non si limita alla consulenza, ma può comprendere anche attività di formazione in etica clinica, svolta attraverso l’organizzazione e la realizzazione di momenti formativi specifici per singole unità operative (UO) o servizi, piccoli gruppi o singoli operatori, e di ricerca, all’interno della quale si può annoverare la collaborazione nell’implementazione di linee-guida e di protocolli su questioni etiche di particolare rilevanza e frequenza emergenti nella pratica clinica e il raccordo con bioeticisti e studiosi di etica clinica operanti a diversi livelli. Questo project work ha come obiettivo quello analizzare il processo di creazione e di organizzazione di un servizio di etica clinica all’interno di una Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST). Verranno descritti gli obiettivi del progetto e i risultati attesi, analizzando i costi per il sistema e le ricadute attese sui servizi richiedenti, prevedendo una fase pilota limitata ai servizi di terapia intensiva ed eventuale successivo ampliamento a tutte le UO dell’ASST, valutando altresì la possibile riproducibilità all’interno del Sistema Sanitario Regionale. MODULOORG

Buon uso del sangue
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Vismara, Alessandro

Buon uso del sangue : definizione e valutazione di un processo per il trattamento di pazienti con anemia da carenza di ferro che si presentano al dipartimento di emergenza / Alessandro Vismara

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: L’anemia da carenza di ferro è di rilievo molto comune ed è causa frequente di accesso al Dipartimento di Emergenza, spesso non è riconosciuta e corretta in modo inappropriato con trasfusioni di Globuli Rossi concentrati, quando la terapia di scelta sarebbe la correzione della sideropenia. La trasfusione di Globuli Rossi Concentrati è spesso sovra utilizzata e ciò comporta un aumento dei rischi per il paziente un incremento dei costi sia diretti che indiretti, senza determinare un chiaro beneficio clinico. Numerosi studi hanno già dimostrato che una strategia trasfusionale più restrittiva basata essenzialmente su tre fattori (soglia di emoglobina più bassa a cui trasfondere, trasfusione di una singola unità di Globuli Rossi Concentrati e riconoscimento e correzione precoce dell’anemia carenziale) si è dimostrata sicura e non ha comportato alcun incremento di mortalità e di morbilità. Scopo di questo progetto è quello di proporre un protocollo restrittivo di terapia trasfusionale in pazienti che si presentano al dipartimento di Emergenza ed Urgenza dell’Ospedale di Rho, con anemia sideropenica e stabili dal punto di vista emodinamico, con l’obbiettivo di ridurre il ricorso al supporto trasfusionale e di incrementare l’utilizzo della somministrazione di ferro per via venosa Verranno arruolati al progetto i pazienti che si presentano al Pronto soccorso con anemia sintomatica (emoglobina < 9 g/dL), stabili dal punto di vista emodinamico e la cui causa di anemia è rappresentata dalla carenza di ferro. La carenza di ferro verrà accertata mediante l’utilizzo di due semplici parametri: il Volume Corpuscolare Medio associato ai livelli di ferritina. Ai pazienti eleggibili, indipendentemente dai livelli di emoglobina, verrà somministrato, all’interno del Pronto soccorso, ferro per via endovenosa (ferrocarbossimaltosio alla dose standard di 1000 mg) e, dopo una breve osservazione clinica, verranno dimessi ed affidati al Day Hospital di Ematologia per il successivo iter diagnostico e terapeutico. Lo studio avrà una durata di un anno ed i risultati saranno confrontati con un analogo periodo precedente all’utilizzo del protocollo, valutando il numero di pazienti arruolati ed il numero di unità di globuli rossi concentrati trasfuse. Il campione di pazienti potenzialmente eleggibili al protocollo è calcolato in 75 pazienti/anno (range 50-100) ed ipotizzando una riduzione nel consumo di Unità di Globuli rossi concentrati di 1-2 unità per paziente si prevede un risparmio di 50-200 unità trasfusionali all’anno. Considerando un risparmio di 165 € per ogni unità risparmiata ciò si traduce in una riduzione di costi annuo compreso tra 8250 e 33000 €. L’utilizzo di questo protocollo restrittivo permetterà di ottenere risparmi sia in termini di costi che in termini di minore consumo di risorse oltre che a rappresentare uno strumento per migliorare l’approccio globale al paziente con anemia da carenza di ferro che si presenta al Dipartimento di Emergenza ed Urgenza. MODULOORG

Protocollo operativo per esecuzione NORA e ASP presso l'Ospedale Valduce di Como
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Macchi, Luca

Protocollo operativo per esecuzione NORA e ASP presso l'Ospedale Valduce di Como / Luca Macchi

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Negli ultimi anni si è assistito ad un significativo aumento della domanda di Non Operating Room Anaesthesia (NORA) e Analgesia e Sedazione Procedurale (ASP) dovuto alla sempre maggiore diffusione di tecniche diagnostiche e terapeutiche di tipo invasivo e alla loro applicazione anche a pazienti non collaboranti con il coinvolgimento dei Medici Anestesisti in ambienti diversi dalle Sale Operatorie. Sempre più frequentemente il Medico Anestesista è chiamato a prestare la propria opera in Radiologia interventistica o diagnostica (RMN, TAC), Pronto Soccorso, sale travaglio, ambulatori di Endoscopia o Pneumologia, sale di Emodinamica, stanze di degenza ecc. per eseguire prestazioni che spaziano dalla semplice ansiolisi sino all’anestesia generale. Dai dati disponibili in letteratura risulta che in passato la morbidità/mortalità in procedure di NORA/ASP, rispetto all’Anestesia convenzionale in sala operatoria, fosse maggiore a causa di una assistenza “meno attenta” con complicanze che avrebbero potuto essere prevenute e/o evitate con un migliore monitoraggio (complicanze più frequenti nelle età estreme). È quindi indispensabile che le DS e tutti i professionisti coinvolti conoscano i rischi intrinseci a queste procedure per pianificare percorsi clinico-assistenziali sicuri. In Italia già nel 2013 il Gruppo di Studio SIAARTI per la Sicurezza in Anestesia e Terapia Intensiva pubblicava il Documento “Raccomandazioni per l’esecuzione dell’Anestesia e della Sedazione al di fuori dei blocchi Operatori” con la finalità di fornire ai Medici Anestesisti delle Linee Guida basate sulle evidenze, sul parere di esperti e validate dal Consiglio Direttivo SIAARTI. Si specifica dunque che lo scopo finale del presente progetto è quello di stilare una Linea Guida Operativa interna all’Ospedale Valduce di Como per la NORA/ASP puntando al più alto grado di standardizzazione dei materiali e delle manovre ed alla maggiore sicurezza possibile sia per i pazienti sia per gli operatori. Un ulteriore obiettivo sarà quello di dimostrare l’efficienza della nuova procedura da un punto di vista organizzativo ed economico rispetto alle procedure standard. Si è fatto riferimento a LG Italiane del Gruppo di Studio SIAARTI e a LG Europee ed Internazionali (European Society of Anaesthesiology, European Board of Anaesthesiology, American Society of Anesthesiologist). (1-2-3) Si sono anche valutati vari studi internazionali (soprattutto in ambito Gastroenterologico) in cui si confrontavano le nuove metodiche endoscopiche versus gli interventi chirurgici (Standard Care). Per la mappatura del processo è stata svolta un’analisi tramite la tecnica del Flow Charting in modo da comprendere quali attività mettere in campo e quali sono gli attori che intervengono, sia per la procedura innovativa che per quella Standard Care. Si è proceduto poi con la valorizzazione economica del processo, applicando la metodologia dell’Activity Based Costing, andando a reperire i dati dai flussi amministrativi come: il costo orario dei vari professionisti, il valore di ammortamento delle apparecchiature, il costo delle terapie farmacologiche e dei materiali utilizzati. Infine ci si è preoccupati di monitorare la qualità della nuova procedura considerando: - Esiti economici: costi diretti e indiretti - Esiti clinici: morbilità e/o mortalità dei pazienti - Esiti umanistici: soddisfazione degli utenti, qualità della vita. MODULOORG

Luce pulsata in Oftalmologia
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Mazza, Marco - Rubiolini, Gianluca

Luce pulsata in Oftalmologia : esemplificazione di un processo di valutazione per introduzione di nuova procedura / Marco Mazza, Gianluca Rubiolini

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: La disfunzione delle ghiandole di Meibomio (MGD) è una delle cause più comuni di occhio secco [1] e di altre patologie che interessano tali ghiandole. Si tratta di un malfunzionamento diffuso delle ghiandole di Meibomio, il cui dotto terminale è completamente o parzialmente ostruito. La secrezione ghiandolare cambia in qualità e/o quantità, risultando in un film lacrimale instabile.[1] I suoi segni principali vanno da secchezza, irritazione oculare, sensazione di corpo estraneo, bruciore, lacrimazione e affaticamento [2]. La sua incidenza oscilla in tutto il mondo, dal 3,5% a quasi il 70%. Il calazio è una condizione frequentemente associata alla MGD che colpisce tutti i gruppi di età e in particolare l'infanzia. La terapia con luce pulsata combina il calore sostenuto e l’esposizione alla luce rossa per liquefare il secreto e liberare le ghiandole. Il progetto è volto ad utilizzare la luce pulsata associata a maschera a luce rossa Light Modulation con strumento EyeLight per la terapia di determinate patologie oftalmologiche a carico delle palpebre e degli annessi oculari. Il trattamento con luce pulsata associata a maschera a luce rossa è una valida opzione non chirurgica. Questa tipologia di trattamento essendo di recente introduzione non risulta codificata dal sistema sanitario: lo scopo del nostro PW è quello di esemplificare un processo di valutazione per introduzione di questa nuova procedura. Il processo di introduzione dovrebbe avvenire mediante esecuzione di valutazione della tecnologia, del campo di applicazione e dell’analisi dei costi diretti ed indiretti e conseguente comprensione della possibilità di strutturare un nuovo codice per delineare la prestazione oppure di assimilare la procedura a prestazioni medico-chirurgiche già esistenti nel nomenclatore tariffario e quindi attribuzione di un DRG già esistente e affine per uso di tecnologia, terapeutica o di approccio metodologico. Nello specifico, si intende studiare una procedura che è già disponibile all’interno della ASST GOM Niguarda in regime di libera professione ma che si vuole rendere disponibile in maniera più estesa. Si intende quindi rendere accessibile tale trattamento mediante l’individuazione di un percorso che contempli i seguenti criteri: 1) riconoscimento della patologia oculare a seguito di visita specialistica oculistica 2) valutazione dell’appropriatezza della terapia con luce pulsata, 3) inquadramento del caso clinico all’interno del protocollo terapeutico adottato dall’ U.O. 4)Processo di Customizzazione del percorso mediante inclusione nel piano terapeutico di eventuali variabili correlate al Paziente stesso (altre patologie, età, condizioni generali e specifiche). Destinatari di questo processo di introduzione di nuova tecnologia possono essere in primis Regione Lombardia, che può beneficiare di una valutazione di questa natura per comprendere l’opportunità di inserire non solo in una ma anche in altre strutture la medesima tecnologia, generando vantaggi di scala sul territorio. Di conseguenza le altre ASST lombarde potrebbero trarre beneficio dalla valutazione in quanto potrebbero poi adattare localmente i risultati per richiedere a loro volta l’utilizzo, beneficiando del fatto di avere già a disposizione un percorso di codifica e di rimborso strutturato su basi di rilievo. MODULOORG

L’accesso vascolare emodialitico endovascolare (endoAVF)
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Tozzi, Matteo

L’accesso vascolare emodialitico endovascolare (endoAVF) : valutazione economica e proiezione nella popolazione di emodializzati della Regione Lombardia / Matteo Tozzi

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: INTRODUZIONE L’accesso vascolare rappresenta la modalità per effettuare il trattamento emodialitico per i pazienti affetti da ESRD. Creazione dello stesso e sua manutenzione sono le due voci di spesa maggiori in questa popolazione cronica. OBIETTIVI STRATEGICI E SPECIFICI DEL PROGETTO Il progetto descritto si propone di evidenziare tramite uno studio di valutazione economica la strutturazione di un possibile percorso che, in accordo con la maggioranza delle linee guida della società di Nefrologia nazionali e internazionali, basato su una procedura di creazione di fistole native endovascolari (EndoAVF), possa dare vita anche a un PDTA a valenza regionale. La valutazione di impatto economico strutturata sulla scorta delle principali evidenze di letteratura presenti al momento attuale, proiettata poi con riferimento alla popolazione di emodializzati della Regione Lombardia, si basa sul confronto tra la creazione della fistola arterovenosa endovascolare rispetto alla creazione di fistola arterovenosa chirurgica in termini di differenti outcomes di salute, così come riscontrabili e apprezzabili nella letteratura di riferimento, ma guardando al bacino reale di popolazione lombarda. DESTINATARI/BENEFICIARI DEL PROGETTO Destinatari del nostro progetto sono Regione Lombardia in primis seguita dalla Direzione Generale e Strategica aziendale di ASST Sette Laghi, che potranno utilizzare il progetto per una efficace gestione delle risorse dedicate alla popolazione di emodializzati e raggiungere gli indicatori del Decreto 1074. I Beneficiari finali di questa analisi sono i pazienti stessi che beneficiano dell’innovazione tecnologica in termini di riduzione di complicanze, di un tasso di maturazione della FAV più rapido e quindi di una minor dipendenza dal catetre venoso centrale (CVC). METODOLOGIA ADOTTATA Il progetto si basa sulla metanalisi di letteratura. La ricerca ha preso in considerazione studi controllati randomizzati, studi clinici prospettici e osservazionali, in cui sono state analizzate le quattro voci all'interno del PICO (Popolazione: Pazienti in HD che necessitano di creazione di AVF nativa, Intervento: endoAVF, Comparatore: SAVF, e Outcomes). Questa analisi è stata progettata e utilizzata nel periodo febbraio/marzo 2022 per cercare su PubMed e Web of Science articoli scientifici. ANALISI DEI COSTI DI IMPLEMENTAZIONE O REALIZZAZIONE L’analisi ha preso in considerazione i costi di creazione (endoAVF e SAVF), di manutenzione e del fallimento di queste procedure. I costi delle procedure sono stati ottenuti mediante la raccolta dei costi diretti dei devices e indiretti di sala operatoria e angiografica, i costi del personale coinvolto (medici, infermieri e tecnici), e i costi della degenza. Per i devices medicali sono stati utilizzati come riferimento i prezzi medi di vendita in regione lombardia. Per quanto riguarda il costo della degenza e del personale medico, infermieristico e tecnico si sono tenuti in considerazione i costi della regione lombardia. RISULTATI Il costo medio proporzionale di creazione e revisione è superiore nell’intervento di SAVF rispetto all’endoAVF di 5.536€ così come il costo medio proporzionale con fallimento di 6.369€. Utilizzando la popolazione di incidenti della regione lombardia (1748 pazienti/anno) e considerando il 25% di interventi di endoAVF il risparmio medio ad 1/5 anni è rispettivamente di 1.732.439€/8.612.196€. CONCLUSIONI La procedura endovascolare di creazione di FAV emodialitica presenta efficacia, ma anche un impatto economico positivo rispetto alla procedura chirurgica gold standard attuale. Considerare tale procedura nella rete regionale del team degli accessi vascolari (centri di primo livello) con uno studio di fattibilità di 24 mesi il PDTA potrebbe essere applicabile. MODULOPOL

Sindrome Post-Acuta COVID-19 (PACS)
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Sindrome Post-Acuta COVID-19 (PACS) : modello organizzativo di gestione e potenziali di impatto / Vincenzo Belcastro, Fabrizio Maggi, Paola Pettini, Stefano Rusconi

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Le persone con infezione da SARS-CoV-2 possono riferire sintomi persistenti dopo l’infezione, come affaticamento, dispnea, disgeusia e anosmia, annebiamento mentale ed insonnia. Questi sintomi possono persistere per settimane o mesi ed il loro impatto negativo può avere un’influenza negativa sul paziente, al pari di queto avvenuto durante l’infezione acuta. Molti studi suggeriscono che fino al 10-15% dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2 possono presentare una patologia persistente, che perdura settimane, o mesi, dopo l’infezione acuta. La «Post-acute COVID syndrome» (PACS) viene definita come la presenza di segni e sintomi sviluppati durante o dopo un’infezione compatibile con la COVID-19, presenti per più di 12 settimane e non spiegabili con diagnosi alternative. Al primo aprile scorso la situazione regionale annoverava 2.546.320 casi totali e 39.268 decessi. Anche solo considerando che il 10% dei soggetti con l’infezione potrebbe sviluppare una PACS, è chiaro che il problema merita un’estrema attenzione. L’obiettivo primario del PW è quello di proporre un modello organizzativo solido di network locale che coinvolga le ASST, le ATS, i MMG capace di andare a colmare il gap attualmente esistente tra dati epidemiologici e prospettive di sanità pubblica, nell’ottica della multidisciplinarietà, nella gestione del paziente con PACS. Gli obiettivi specifici del PW sono quelli di aumentare il livello di conoscenza, sia clinica sia laboratoristica, sulla PACS, stabilire un sistema efficiente e integrato di follow-up per il paziente con COVID-19, partendo dai bisogni effettivi della popolazione, inserire la Telemedicina all’interno dell’approccio clinico-laboratoristico di monitoraggio ed indagare l’impatto sul budget aziendale del modello di gestione della PACS. Il progetto ha lo scopo di integrare l’attività clinica e il lavoro del MMG e degli specialisti all’interno delle Case di Comunità (CDC), per il paziente con PACS. La figura centrale è il MMG che collabora strettamente con il “PACS Team”, all’interno delle CDC. La funzione del PACS Team è di presa in carico e follow-up del paziente con sintomi attribuibili alla pregressa infezione acuta da SARS-CoV-19 che durano ≥ 12 settimane. L’organizzazione in network del PACS Team è funzionale sia per la presa in carico diretta del paziente a livello territoriale (CDC) sia per poter raccogliere i dati clinici standardizzati e finalizzati a una maggiore conoscenza della malattia. Il PACS Team al completo sarà presente durante la prima valutazione del paziente con PACS. Oltre al MMG e al case manager, gli specialisti presenti saranno: cardiologo, infettivologo, neurologo, pneumologo. Dopo la prima valutazione multidisciplinare da parte del PACS Team, saranno richiesti, ove indicati, gli esami strumentali specifici per sintomo e disciplina. Sarà compito dello specialista programmare gli esami di laboratorio, l’esame strumentale ove necessario e prescrivere un’eventuale terapia specifica. Il paziente avrà il programma a 12 mesi delle visite schedulate; gli esami di laboratorio e le visite specialistiche saranno programmati dal case manager. L’utilizzo della Telemedicina da parte del PACS Team ha diversi vantaggi: il MMG può programmare l’incontro che potrà essere a tutti visibile su piattaforma condivisa; il sanitario potrà partecipare da remoto alla valutazione multidisciplinare; le visite di follow-up possono essere eseguite in Telemedicina dal singolo specialista piuttosto che dal PACS Team; tracciabilità di tutti i referti; possibilità di consulto tra i sanitari del PACS Team anche in assenza del paziente. I risultati attesi dal nostro PW consentiranno di raggiungere diversi gradi di avanzamento: scientifico, epidemiologico, gestionale-interventistico, di integrazione con la Riforma Regionale e di interconnesione disciplinare e strutturale. MODULOORG

Effetti della pandemia da COVID-19 sull'attività chirurgica elettiva della ASST Sette Laghi
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Bacuzzi, Alessandro

Effetti della pandemia da COVID-19 sull'attività chirurgica elettiva della ASST Sette Laghi : reazione necessaria e proposta di modello proattivo per gestire il domani / Alessandro Bacuzzi

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: La prima ondata della pandemia di SARS-CoV-2, originata dalla Cina, si è manifestata in Europa e poi nel resto del mondo a partire da gennaio 2020. Gli effetti di questa prima ondata sull’attività chirurgica elettiva sono stati drammatici. È stato calcolato che 28 milioni di interventi chirurgici elettivi siano stati annullati o posticipati durante le 12 settimane di picco pandemico a causa del COVID-19 in 190 paesi a livello mondiale. In Italia, nel 2020, sono stati rimandati oltre un milione di interventi chirurgici, con una perdita economica di ricoveri non-COVID superiore a 4,2 miliardi di euro. Nella realtà della ASST dei Sette Laghi si è assitito ad una perdita media di produzione chirurgica globale di circa il 70 % rispetto al 2019. Una volta esaurita la seconda e la terza ondata pandemica nel giugno del 2021 nel territorio varesino, in linea con quanto richiesto da Regione Lombardia, è sorta l’esigenza assoluta di recuperare l’arretrato di interventi chirurgici elettivi creatosi dall’inizio della pandemia, con l’obiettivo di erogare un volume di ricoveri programmati in ambito chirurgico pari al 100 % di quello erogato nel terzo quadrimestre del 2019. Il conseguente modello organizzativo adottato a livello aziendale è stato sviluppato e controllato dalla Direzione strategica sfruttando strutture gestionali esistenti e in staff alla Direzione Amministrativa, implementando altre di nuova adozione il cui sviluppo si era bloccato proprio per la fase pandemica e curando la sua applicazione a tutti i livelli operativi. L’attuazione pratica del piano di ripresa chirurgico è avvenuta a partire da settembre 2021, per esaurirsi il 31 dicembre dello stesso anno. La base logica per lo sviluppo di questo piano ha comportato l’analisi dei volumi di attività chirurgica elettiva erogati nel 2019, su cui sono stati calcolati quelli da recuperare nel 2021. Ottenuto così l’obiettivo di produzione aziendale da assicurare sono state adottate una serie di azioni organizzative e gestionali idonee, associate a strumenti per l’elaborazione di indicatori di produzione. I risultati ottenuti alla fine del 2021 sono stati tali da giudicare positivamente il modello organizzativo adottato. Tale modello, opportunamente rivisto alla luce delle criticità insorte durante il suo utilizzo, rappresenta la modalità attuale di pianificazione chirurgica aziendale della ASSST dei Sette Laghi ed è un fattore importante nel determinare la capacità di resilienza aziendale. MODULOORG

Approccio "One Health" all'antibiotico-resistenza nell'area ospedaliera e territoriale comasca
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Approccio "One Health" all'antibiotico-resistenza nell'area ospedaliera e territoriale comasca / Daniela Casarotti, Alessandra Giudice, Luciano Millefanti, Elena Amina Scola

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: La sfida posta dall’antibiotico-resistenza (AMR) interessa l’intera popolazione mondiale ed è necessario che venga affrontata attraverso l’integrazione di discipline diverse con un approccio “One Heath”, basato sul riconoscimento che la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema siano legate indissolubilmente. Il progetto è sviluppato da Medici appartenenti all’ASST Lariana e Medici Veterinari afferenti al Dipartimento Veterinario di ATS Insubria ed è rivolto alle Direzioni Strategiche degli Enti di appartenenza al fine di aumentare la consapevolezza delle dimensioni del fenomeno dell’AMR in ambito umano e veterinario sul territorio comasco, creando percorsi di prevenzione e formazione co-gestiti nei due settori sanitari. Si è analizzata la distribuzione della tipologia dell’AMR nei Presidi dell’Asst Lariana. I germi ESBL rappresentano la quota maggiore seguita dai MRSA e dai VRE. La colonizzazione dei pazienti al VRE si associa a notevole incremento di giornate di degenza rispetto alle degenze medie dei reparti, particolarmente significative per l’area dell’emergenza urgenza. La spesa economica relativa al consumo di antibiotici ASST Lariana ha registrato un incremento del 15%. Le variazioni delle classi sono dettate dalle oscillazioni di mercato e mostrano in particolare, a fronte di una riduzione del 34% del consumo di chinolonici un incremento dei costi del 662%. Si registra una riduzione del costo dei farmaci di nuova generazione, in particolare per gli oxazolidinoni (-81%) e per le glicilcicline (-35%). Il consumo dei beta lattamici è incrementato, mentre sono in lieve riduzione i costi dei carbapenemici. Tramite il Sistema Informatizzato della Ricetta Elettronica Veterinaria sono stati estrapolati ed analizzati i dati relativi alle prescrizioni totali di antibiotici emesse nel triennio 2019-2021 da parte di Medici Veterinari di Strutture per Animali da Compagnia, operanti sul territorio comasco. Dai dati raccolti è emerso che, pur essendoci stato uno scostamento minimo della percentuale di utilizzo di antibiotici critici nel 2019, 2020 e 2021 (valori stimati attorno al 40% per ciascun anno), in termini assoluti assistiamo ad una riduzione delle prescrizioni e dell’utilizzo di antibiotici nello stesso triennio, dimostrando la consapevolezza del AMR nella classe veterinaria. L’approccio multidisciplinare per combattere AMR costruito e condotto tra i veterinari dell’ATS Insubria e medici dell’ASST Lariana è un esempio di come l’integrazione delle professionalità che agiscono in ambiti diversi sia vincente per governare un fenomeno multifattoriale. La condivisione di un percorso di formazione comune è un punto di partenza importante per le ricadute che può portare al miglioramento dell’impiego della terapia antibiotica in ambito umano e veterinario. L’implementazione di organismi come il CIO e la stewardship antimicrobica garantiscono una miglior governace dell’AMR. Cruciale è lo sviluppo di “sistemi informatici di supporto” che affiancano le attività assistenziali e supportano i processi clinici decisionali. L’individuazione dei pazienti portatori di germi multi resistenti è un’azione importante di prevenzione e di controllo che deve essere implementata e migliorata. Lo studio sistematico dei dati del sistema Ricetta Elettronica Veterinaria diventa uno strumento innovativo in grado di controllare la corretta prescrizione degli antibiotici ed utile a contrastare il possibile rischio di trasmissione di agenti patogeni antibiotico-resistenti dal PET all’uomo. MODULOPOL

Team diabetologico per il paziente ricoverato
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Libri Moderni

Molinari, Chiara - Richini, Renza

Team diabetologico per il paziente ricoverato : La tecnologia a supporto degli outcomes ospedalieri di cittadini con diabete / Chiara Molinari, Renza Richini

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: La gestione della terapia diabetologica nel paziente diabetico ricoverato per altra patologia è una realtà quotidiana frequente. Si stima infatti che circa il 10-25% dei cittadini ricoverati abbiano il diabete mellito e necessitino pertanto una gestione terapeutica mirata. Questi ricoveri sono inoltre gravati da maggiore prevalenza di complicanze, maggiore morbidità residua e mortalità al ricovero, maggiore durata di degenza. La corretta gestione dell’iperglicemia e la prevenzione delle ipoglicemie risultano essere di fondamentale importanza non solo per il buon controllo glicemico durante l’ospedalizzazione ma anche per l’impatto sull’esito della malattia/procedura che ha determinato il ricovero, e permettono di ottenere un miglioramento complessivo degli outcomes clinici relativi alla degenza così come un sensibile risparmio dei costi sanitari complessivi. Il monitoraggio in continuo del glucosio (CGM) è una tecnologia che si è dimostrata efficace nel paziente con diabete di tipo 1 in setting ambulatoriale e domiciliare per migliorare il compenso glicemico grazie ad un controllo glicemico più puntuale, maggiore tempestività di intervento in caso di escursioni glicemiche pericolose e prevenzione degli episodi ipoglicemici. L’uso di tale tecnologia in ospedale potrebbe condurre ad una migliorata gestione del diabete durante il ricovero e, grazie a specifiche metriche di monitoraggio, individuare i pazienti che necessitano di intervento diabetologico mirato. Proponiamo pertanto un progetto pilota che con metodologia audit si propone di valutare la presenza di un team diabetologico mirato per la valutazione dei casi ospedalieri e l’uso del CGM in reparti ospedalieri con diverse caratteristiche (area chirurgica, media, intensiva, riabilitativa) in termini di impatto su durata di degenza, complicanze diabete-correlate, riammissioni a breve termine, soddisfazione del paziente e del personale assistenziale. Qualora la metodica si dimostrasse sicura ed efficace nel migliorare gli outcomes dei pazienti con diabete ricoverati, la sua implementazione nelle strutture ospedaliere potrebbe rappresentare una ottimizzazione organizzativa di risorse ospedaliere e tempo degli operatori sanitari, una ottimizzazione di processo grazie alla possibilità di dedicare attenzione diabetologica specialistica a pazienti selezionati ed una ottimizzazione economica legata alla riduzione della spesa sanitaria, soprattutto in termini di ridotta durata di degenza. MODULOORG