Sono disponibili alcuni elaborati (Project work) realizzati dai partecipanti ai Corsi di formazione Manageriali per Direttori di Azienda Sanitaria (DIAS) e Direttori responsabili di Struttura Complessa (DSC) e dai partecipanti ai Corsi di rivalidazione della formazione manageriale organizzati da AFSSL - Accademia di formazione per il servizio sociosanitario lombardo di PoliS-Lombardia.
Per ogni Project work è visualizzabile una scheda descrittiva dettagliata, con abstract e - in allegato - il testo completo del documento.

SELEZIONE PER TIPO CORSO: DIAS DSC - RIVALIDAZIONE

SELEZIONE PER MODULOSanità pubblica - Organizzazione e gestioneGestione economico-finanziaria - Risorse umane

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Progetto di ottimizzazione del percorso di prericovero del paziente chirurgico
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Savi, Claudio Federico Giuseppe - Tinnirello, Andrea

Progetto di ottimizzazione del percorso di prericovero del paziente chirurgico / Claudio Federico Giuseppe Savi, Andrea Tinnirello

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Il percorso di Prericovero del paziente chirurgico rappresenta una criticità fondamentale nell’organizzazione delle strutture complesse di Anestesia e Rianimazione. Vista la necessità di incrementare l’attività chirurgica per raggiungere gli obiettivi regionali del 110% di interventi elettivi rispetto al 2019, in un contesto dove la disponibilità di risorse umane (medici anestesisti, chirurghi e infermieri) non consente di aumentare le ore di attività ambulatoriale dedicate al Prericovero, si rende necessario la massima ottimizzazione del percorso del paziente che deve poter giungere al Prericovero senza presentare criticità cliniche o organizzative irrisolte (condizioni cliniche che necessitano di indagini o consulenze, mancanza documentazione clinica precedente) che ritarderebbero l’intervento e costringerebbero il paziente a eseguire un nuovo Prericovero. OBIETTIVI - Riduzione del tempo dedicato alla visita del Prericovero con ottimizzazione degli slot (e conseguente aumento del numero di pazienti valutabili nello stesso arco di tempo). - Riduzione (possibilmente a una percentuale minima) del numero di pazienti che vengono rimandati dopo il Prericovero per necessità di ulteriori indagini con riduzione numero di interventi posticipati -Riorganizzazione del flusso Prericoveri con creazione di percorsi dedicati per le consulenze e accertamenti richiesti -Miglioramento dell’appropriatezza accertamenti richiesti (riduzione degli accertamenti richiesti solo per documentazione incompleta) METODI Verranno utilizzati i dati di attività chirurgica forniti dal controllo gestione per quantificare l’attività chirurgica elettiva, il volume di attività dei Prericovero e dei pazienti che necessitano di rivalutazione. E’ prevista l’elaborazione di questionario da somministrare ai pazienti DESCRIZIONE DEL PROGETTO Proponiamo un percorso di Prericovero che prevede la somministrazione al paziente di un questionario (da consegnare al momento dell’inserimento in lista di attesa) che dovrà compilare (eventualmente insieme al MMG) contenente le informazioni cliniche rilevanti e gli eventuali esami strumentali o visite mediche eseguite negli ultimi sei mesi dal paziente. Il questionario può essere letto da personale non medico (in quanto è previsto uno score per discriminare pazienti che necessitano di ulteriori accertamenti da pazienti che non presentano criticità), i pazienti con necessità di consulenze o indagini strumentali verranno avviati (prima del Prericovero) agli accertamenti richiesti e verranno valutati fisicamente il giorno del Prericovero al termine del percorso indicato. I pazienti con score inferiori riceveranno solo gli esami e le indagini standard previste da protocollo aziendale e verranno valutati dal medico anestesista il giorno del Prericovero. MODULOORG

Valutazione dei costi correlati all’antibiotico-resistenza nel setting ospedaliero e analisi dell’efficienza clinica-economica delle risorse utilizzate per contrastare il fenomeno della diffusione dell’antibiotico-resistenza
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Bandera, Alessandra

Valutazione dei costi correlati all’antibiotico-resistenza nel setting ospedaliero e analisi dell’efficienza clinica-economica delle risorse utilizzate per contrastare il fenomeno della diffusione dell’antibiotico-resistenza / Alessandra Bandera

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: La resistenza antimicrobica è una minaccia crescente per la salute pubblica nel Mondo e in Italia. Dati del 2021 riferiti all’Italia mostrano un’elevata percentuale di isolati batterici invasivi con resistenza antimicrobica (multi-drug resistant, MDR), al di sopra della media Europea, con notevole impatto sulla mortalità e sull’outcome clinico correlato a terapie mediche e chirurgiche complesse. La gestione delle infezioni, in particolare da MDR, richiede un impiego di risorse economiche estremamente costoso. Al momento non sono notificate a livello di singola struttura ospedaliera e a livello di singola struttura complessa, i costi correlati alla diffusione delle infezioni da batteri MDR, rendendo invisibile il “peso economico-gestionale” di questo fenomeno. I programmi di stewardship antimicrobica (antimicrobial stewardship, AMS) sono progettati per ottimizzare la terapia antimicrobica al fine di migliorare l'esito dei pazienti e ridurre gli effetti avversi associati all'uso di antimicrobici. La Regione Lombardia non ha ancora implementato un solido e sistematico programma di AMS in tutte le sue strutture per acuti. L’obiettivo del project work è quello di produrre uno schema di valutazione dei costi correlati alle infezioni/colonizzazioni da batteri MDR da applicare alle singole strutture ospedaliere strutture complesse e di effettuare una valutazione del rapporto costo-efficacia dell’applicazione dei programmi di AMS al fine di produrre risultati che impattino in modo significativo sulle future scelte degli operatori sanitari e delle Strutture Sanitarie. Il project work è strutturato in 3 fasi Fase 1: realizzazione e definizione dello schema di valutazione dei costi correlati alle infezioni/colonizzazioni da batteri MDR da applicare alle singole strutture ospedaliere/singole strutture complesse. Fase 2: organizzazione e avvio dell’intervento di AMS presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Fase 3: valutazione del rapporto costo-efficacia dell’applicazione del programma di AMS presso la Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano In particolare saranno studiati e proposti gli indicatori da applicare alle singole Strutture Complesse per misurare il peso della resistenza antimicrobica e per poter monitorare l’efficacia degli interventi di AMS (prima e durante l’introduzione di tali interventi). Saranno quindi proposti i seguenti indicatori: -numero ricoveri con diagnosi di infezione batterica/fungina per unità mese/reparto -durata media della degenza in soggetti con diagnosi di infezione batterica/fungina per unità mese/reparto -consumo farmaci antibiotici di interesse (misurato come Defined Daily Dose per 100 giornate di ricovero) per unità mese/reparto -numero di batteriemie da batteri gram negativi multi-resistenti e da S. aureus meticillino resistente per unità mese/reparto -numero di infezioni da Clostridium difficile per unità mese/reparto. I costi dei programmi di AMS considerati includeranno: numero di personale (medico, infermieristico, farmacista) impiegato, risorse informatiche utilizzate. Si intende sviluppare e applicare tale sistema di valutazione alle diverse SC della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, Istituto in cui le attività di AMS sono state avviate dal 27/02/2023. Il progetto è utile ai Direttori di SC di Malattie Infettive e alle Direzioni Sanitarie per valutare l’efficienza degli investimenti messi in campo nell’ambito del contrasto ala diffusione delle infezioni da batteri MDR. MODULOECO

Siamo pronti per averli prontri! Il disabile in età evolutiva ai fini dell’inserimento scolastico
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Aleo, Massimo

Siamo pronti per averli prontri! Il disabile in età evolutiva ai fini dell’inserimento scolastico : Percorso organizzativo e nuova metodologia di accertamento del minore disabile dopo le novità legislative del Decreto Legislativo n. 66/2017 / Massimo Aleo

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Nell’anno scolastico 2021-2022 sono 316mila gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane, pari al 3,8 % del totale. La quota di alunni con disabilità nelle scuole italiane è in costante crescita dall’anno scolastico 2014/2015 e nell’ultimo anno risulta in crescita del 5,5% rispetto al precedente anno scolastico (rapporto POLIS) In Lombardia nel 2020/21 gli alunni con disabilità erano il 3,99% del totale (in crescita rispetto al 3,87% del 2019/2020). L’inclusione scolastica del disabile in età evolutiva richiede un accertamento sanitario collegiale presso apposite commissioni istituite in seno alle ASST. La recente emanazione delle “Linee guida per la redazione della certificazione di disabilita' in eta' evolutiva ai fini dell'inclusione scolastica e del profilo di funzionamento” predisposte dal Ministero della Salute in attuazione dell’art. 5 c. 6 del D. Lgs. 66/2017 “Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità” ne ha profondamente mutato la metodologia di accertamento con inevitabili ricadute sul piano organizzativo in particolare riguardo le competenze richieste per la costituzione della commissione. Regione Lombardia con apposita nota del gennaio 2023 ha trasmesso alle diverse ASST interessate le linee guida invitandole a prepararsi per una piena attuazione in attesa del decreto interministeriale. Il presente progetto si propone di fornire le basi informative e formative per una corretta applicazione della nuova metodologia da applicarsi in questo ambito oltre a individuare nuove modalità di acceso dell’utenza alla certificazione introduttiva con interessamento degli specialisti UONPIA territorialmente competenti. MODULOORG

Organizzazione, attivazione e gestione di un Clinical Trial Center in un ospedale generale; supporto informatico per l’identificazione di un fenotipo elettronico demografico-clinico-biologico paziente specifico
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Fumagalli, Alessia - Todisco, Elisabetta

Organizzazione, attivazione e gestione di un Clinical Trial Center in un ospedale generale; supporto informatico per l’identificazione di un fenotipo elettronico demografico-clinico-biologico paziente specifico / Alessia Fumagalli, Elisabetta Todisco

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: La ricerca clinica profit e quella no-profit rappresentano un importante investimento per il sistema sanitario nazionale (SSN) e per il sistema economico nel suo complesso. La scelta, da parte delle imprese farmaceutiche, di condurre in aziende sanitarie italiane studi sperimentali consente l’accesso dei pazienti a terapie prima della loro commercializzazione, con effetti potenzialmente positivi sulla salute e a condizioni non onerose per il SSN. La partecipazione agli studi sperimentali da parte dei clinici, oltre a rappresentare un’importante opportunità di interazione con network internazionali, genera una maggiore conoscenza delle terapie e, potenzialmente, un uso più appropriato delle stesse, se e quando, tali terapie saranno lanciate sul mercato. Inoltre, implementare la ricerca clinica spontanea consente di migliorare l’approccio diagnostico-terapeutico e la cura dei pazienti. L’obiettivo principale del progetto è quello di : -istituire un Clinical Trial Center nell’ospedale di Busto Arsizio che abbia lo scopo di coordinare l’attività di ricerca e la sperimentazione clinica svolta anche negli altri ospedali dell’ASST di Valle Olona ; - proporre, in relazione con le linee di indirizzo strategiche per l’attività scientifica di IRCCS INRCA, una riorganizzazione e quindi una maggior valorizzazione del Clinical Trial Office attualmente presente, che non si limiti a svolgere solo un’attività di segreteria tecnico scientifica del CE, ma assuma anche la funzione di promuovere, supportare e coordinare la ricerca clinica nell’Istituto. Il secondo obiettivo del progetto è l’installazione di specifiche infrastrutture informatiche, OMOP (Observational Medical Outcomes Partnership) Common Data Model (CDM), all’interno dei sistemi informativi di entrambi gli ospedali, che consentano l’identificazione di un fenotipo elettronico demografico-clinico-biologico paziente-specifico con lo scopo di ottenere in tempo reale i dati clinici anonimizzati dei pazienti in cura per rispondere a quesiti clinici, demografici e di outcome. In conclusione per il SSN e le sue aziende sanitarie, la localizzazione di studi sperimentali in Italia, oltre ad avere un effetto di rafforzamento delle competenze delle professioni coinvolte in tali studi, consente un uso senza oneri di farmaci (farmaci sperimentali e comparatori attivi) con potenziali effetti positivi sulla salute della popolazione. MODULOORG

Contaminazioni in aree agricole ai sensi del D.M. 46/2019
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Antoniazzi, Enea - Careghini, Alessandro

Contaminazioni in aree agricole ai sensi del D.M. 46/2019 : proposta di implementazione di una procedura gestionale nelle ATS / Enea Antoniazzi, Alessandro Careghini

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Con il termine “sito contaminato” si intendono quelle aree nelle quali, in seguito ad attività umane pregresse o in corso, è stata accertata un'alterazione delle caratteristiche qualitative delle matrici ambientali suolo, sottosuolo e acque sotterranee tale da rappresentare un rischio per la salute umana. La bonifica dei siti contaminati viene attualmente regolamentata a livello nazionale dal DLgs.152/06 e s.m.i “Norme in materia ambientale”. Viene utilizzato un criterio che considera i valori tabellari di screening e, ove superati, l’applicazione dell’Analisi di Rischio per individuare se sussiste un rischio concreto ed attuale per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Il D.M. 46/2019 ha introdotto un nuovo approccio alla gestione delle contaminazioni riscontrate in aree destinate alla produzione agricola e all'allevamento, dando specifiche competenze alle ATS nella gestione degli aspetti sanitari implicati, con il coinvolgimento di diverse Strutture appartenenti al Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria e al Dipartimento Veterinario e Sicurezza degli Alimenti di Origine Animale. Si rende pertanto necessario gestire i flussi informativi, le azioni da svolgere e l’emissione di note tecniche di valutazione tra le diverse Strutture coinvolte; inoltre è necessario garantire il rispetto dei tempi di risposta indicati dalla normativa nazionale e di quanto previsto nell’ambito dello svolgimento delle Conferenze dei Servizi. La principale criticità nelle ATS connessa all’applicazione del D.M. 46/2019 è l’attuale mancanza di comunicazione e di organizzazione tra le Strutture coinvolte su tali tematiche, che rende estremamente difficoltoso ottemperare a quanto richiesto, con conseguenti ritardi nella procedura amministrativa per la gestione della contaminazione nelle aree agricole. L’obiettivo del presente progetto è la creazione di una procedura gestionale intra e inter dipartimentale interna alle ATS per coordinare le diverse attività necessarie a rispondere alle richieste degli Enti Procedenti in materia di gestione dei siti contaminati in aree agricole ai sensi del D.M. 46/2019, partendo dai casi studio delle ATS della Città Metropolitana di Milano e ATS Val Padana. Tale procedurà consentirà di assolvere in maniera più efficiente ed efficace alla funzione di prevenzione della salute nei casi di trasferimento di una contaminazione ambientale all’interno della catena alimentare, fornendo le valutazioni sanitarie di specifica competenza nei tempi richiesti dalla normativa. Il lavoro, ispirato dai principi della Gestione Operativa, partirà dalla proposta della creazione di un Gruppo di Lavoro, interno a ciascuna ATS, al quale partecipi almeno un referente di ogni Struttura coinvolta dal procedimento, che dovrà riunirsi periodicamente. Verranno in seguito declinate delle istruzioni di gestione delle varie fasi previste dalla normativa che riguardano le diverse attività delle Strutture coinvolte, al fine di assicurare il buon esito della procedura e il rispetto dei tempi. Verranno anche proposti idonei indicatori per la valutazione dell’andamento della procedura ed effettuata una SWOT Analysis per valutarne i punti di forza e di debolezza interni alle ATS e le possibili opportunità e minacce derivanti dalle relazioni con l’ambiente esterno alle ATS. MODULOORG

Il consolidamento analitico e la costruzione di un “middlewere” microbiologico
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Farina, Claudio Francesco

Il consolidamento analitico e la costruzione di un “middlewere” microbiologico : Progetto di innovazione tecnologica ed organizzativa in Microbiologia / Claudio Francesco Farina

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: A far corso da anni recenti, la disciplina Microbiologia e Virologia (M&V) si caratterizza per la significativa disponibilità di nuove tecnologie che affiancano, senza sostituirli, i classici metodi analitici e per la sempre maggiore complessità dei contesti epidemiologici e clinici nei quali opera. L’emergere di microrganismi multiresistenti agli microbici, la concomitante presenza di soggetti con fragilità multiple e la necessità dei clinici di disporre di informazioni tempestive ed accurate comportano per M&V la necessità di integrare procedure analitiche assai diverse, assicurando la personalizzazione dell’intero percorso analitico, la tempestività della risposta e l’accuratezza dell’analisi. Tuttavia, a ciò corrisponde, da anni, l’ingravescente disaffezione di medici e tecnici per le attività proprie di M&V determinando così crescenti difficoltà nel reclutamento di personale. Tali considerazioni sono alla base dell’ideazione di un progetto che integrasse evoluzione scientifica, aggiornamento tecnologico ed informatizzazione con l’incremento della complessità diagnostica e dei volumi di attività, e la necessità di ridurre i tempi di risposta pur con la progressiva riduzione del personale. Solo l’introduzione dell’automazione, della diagnostica per immagini e di modalità di intelligenza artificiale possono costituire una soluzione, se affiancate da soluzioni di revisione del “layout” dei locali, di riorganizzazione delle attività del personale e da iniziative di progettualità collaborativa con le aziende del settore. La progettazione è iniziata nel 2017 con la collaborazione con l’Università di Bergamo, Ingegneria della Tecnologie della Salute e con valutazioni di “Health Technology Assessment” (HTA) cui ha fatto seguito la richiesta, in occasione delle riunioni aziendali della contrattazione di budget, di acquisizione di moduli di automazione per la gestione delle prime fasi di trattamento degli esami microbiologici e, successivamente (2021), anche di quelle che completano l’“iter” analitico microbiologico. L’implementazione del sistema (2022 con fondi dedicati) ha previsto anche il progetto di realizzazione di un “middlewere” (2023) per gestire in modo “concentrato” le informazioni provenienti da analizzatori altri secondo algoritmi desunti dalla letteratura scientifica e dall’esperienza locale. Per questo è stato condiviso con i dirigenti e tecnici e con i consulenti esterni un cronoprogramma, operativo dal gennaio 2023. Attori coinvolti nella progettazione e nella sua realizzazione sono stati riconosciuti il personale del laboratorio (con incontri di formazione e di condivisione “in itinere”), le strutture aziendali (Ingegneria Clinica, Ufficio Tecnico, Sistemi Informativi, Direzione Medica), i consulenti del sistema acquisito e delle altre fornitrici di analizzatori correlati. Gli obiettivi che il progetto si è posto sono il miglioramento de: l’efficienza della diagnostica microbiologica grazie al consolidamento analitico, alla validazione paziente centrata ed alla riduzione dei costi; l’efficacia della diagnostica microbiologica con la riduzione dei tempi di risposta e la garanzia di equità per i pazienti e di rispetto per i clinici; l’organizzazione della diagnostica microbiologica, e la valorizzazione delle competenze del personale del laboratorio. Indicatori del progetto saranno i dati relativi alla gestione della validazione clinica massiva, dei risultati dei microrganismi “alert”, della visualizzazione dei dati storici per persona, degli “alert” microbiologici, dell’integrazione degli antibiogrammi fenotipico e genotipico, della mascheratura dell’antibiogramma per “antimicrobial stewardship”, dell’apposizione dei commenti. La conclusione del progetto è prevista per settembre 2023. MODULOORG

Ottimizzazione Sale Operatorie Aziendali
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Salvi, Luca

Ottimizzazione Sale Operatorie Aziendali / Luca Salvi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Nel febbraio 2020 e nei mesi successivi, la pandemia COVID-19 ha colpito in modo estremamente grave il territorio a cui appartiene l’Azienda ospedaliera ASST BERGAMO EST. Tra le numerose e drammatiche emergenze, l’Azienda si è trovata nella necessità di far fronte anche all’urgenza dell’importante aumento delle liste operatorie chirurgiche. In merito a questo pressante problema, la Regione Lombardia (DGR 58/72 e successive modifiche), facendo proprie le indicazioni ministeriali relativamente all’abbattimento delle liste di attesa, ha chiesto insistentemente alle Aziende ospedaliere regionali di trovare soluzioni idonee a intercettare le istanze pervenute. A seguito della partecipazione ai numerosi tavoli di lavoro organizzati dagli uffici competenti della Direzione Strategica dell’Azienda ospedaliera BERGAMO EST, le U.O. chirurgiche hanno identificato una soluzione percorribile nel recupero della sala operatoria di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Alzano Lombardo, chiusa e trasferita al nosocomio di Seriate nel giugno 2020. Al termine di un’attenta analisi della situazione relativa alle liste chirurgiche di attesa, il Comitato aziendale Blocco Operatorio (di seguito “CABO”), ha proceduto con la richiesta delle autorizzazioni necessarie per la rimodulazione dell’attività chirurgica da parte di ATS Bergamo. Definiti i criteri di inclusione e identificati gli indicatori di monitoraggio, si è deciso di implementare l’attività chirurgica allo scopo di abbattere le liste di attesa, facendo così convergere nella nuova sala operatoria gli interventi chirurgici a bassa complessità (di seguito interventi “BIC-BOCA”). Nel Project Work si prende in esame il periodo compreso tra il 6 febbraio 2023 e il 31 marzo 2023. Dai dati forniti dall’Azienda BERGAMO EST si ricava che il numero degli interventi chirurgici effettuati è pari a 149, da ripartire nelle discipline chirurgiche aziendali aderenti al progetto. In considerazione del numero di interventi eseguiti per ciascun giorno lavorativo (pari a n. 4,2) si ritiene che, mantenendo lo stesso trend, si potranno eseguire fino a 1000 interventi nell’anno solare con un ricavo di circa 1 milione di euro. Definiti i criteri di svolgimento dell’attività e identificati gli indicatori di monitoraggio, a fronte di un investimento iniziale pari a 92.000 euro, si evince che il progetto da poco avviato potrebbe, in breve tempo, raggiungere una fattibilità economica ad isorisorse e, inoltre, produrre notevoli vantaggi al sistema aziendale, quali l’abbattimento delle liste operatorie per gli interventi BIC-BOCA, e l’aumento del numero degli interventi a maggior complessità nelle sale operatorie convenzionali, con derivante aumento del Diagnosis Related Group (di seguito “DRG”) e del peso medio. MODULOORG

Validazione di un indice di fragilità per individuare i bisogni di cure palliative dei pazienti in dialisi
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Vettoretti, Simone

Validazione di un indice di fragilità per individuare i bisogni di cure palliative dei pazienti in dialisi / Simone Vettoretti

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: I pazienti in emodialisi sono sempre più anziani e comorbidi, ciò li porta ad avere una scarsa tolleranza fisica alle sedute dialitiche che inficia notevolmente la loro qualità di vita. Per migliorare questo aspetto sarebbe necessario attuare una progressiva riduzione (in termini di frequenza e durata delle sedute) della prescrizione dialitica. Trattandosi però di pazienti fragili e polimormidi, una riduzione della dose dialitica li esporrebbe al rischio di sviluppare degli eventi acuti che peggiorerebbero ulteriormente la loro condizione. Questi eventi sarebbero evitabili se i pazienti fossero seguiti al domicilio da un’equipe di cure palliative che possa collaborare con i nefrologi curanti per trattare i sintomi e prevenire eventuali episodi di scompenso acuto. Regione Lombardia riconosce e tutela il diritto dei cittadini di accedere alla Rete delle Cure Palliative. Ad oggi, tuttavia, non vi è ancora in ambito nefrologico una diffusa consapevolezza in merito alla possibilità di collaborare con i servizi territoriali di cure palliative per gestire i bisogni dei pazienti dializzati particolarmente fragili e con scarsa aspettativa di vita. Questo progetto della durata di diciotto mesi prevede la costruzione e validazione di un indice di fragilità (IF) che sia in grado di identificare i pazienti emodializzzati fragili con scarsa aspettativa di vita e intolleranti alla metodica dialitica. Questi pazienti potrebbero infatti essere valutati dai servizi di cure palliative per attuare una riduzione graduale della prescrizione dialitica con la finalità migliorare la loro qualità di vita. L’IF è costruito sul modello di “frailty index” di Rookwood ed è derivato dalla somma, pesata in base al loro grado di alterazione, di sedici indicatori che tengono conto di: comorbidità, autonomia personale, stato cognitivo e nutrizionale. Per fare ciò è previsto di arruolare 400 pazienti con età maggiore di 70 anni in emodialisi da almeno tre mesi. I pazienti arruolati saranno suddivisi in due coorti simili. Nella coorte di derivazione (180 pazienti) verrà testata la correlazione tra l’IF e la mortalità a sei mesi e nella coorte di validazione (220 pazienti) questa analisi verrà ripetuta per valutare l’accuratezza e la ripetibilità degli esiti. I dati prelimiminari che sono stati raccolti nella coorte di derivazione indicano che l’IF ha un levato grado di accuratezza nell’identificare i pazienti con scarsa aspettativa di vita (AUC 0.90 e 1 p<0.001 all’analisi ROC) e i soggetti con IF superiore a 0.50 hanno una mortalità di cinque volte superiore a quelli con IF minore. Qualora l’IF si confermasse un valido indicatore di mortalità a breve termine anche nella corte di validazione, la sua applicazione su scala regionale potrebbe essere utilizzata per indentificare tempestivamente i pazienti che potrebbero beneficiare di una presa in carico da parte delle Reti Locali di Cure Palliative. Inoltre, l’analisi degli indicatori selezionati per determinare l’IF potrebbe essere utilizzata per ricostruire l'epidemiologia dei bisogni assistenziali e sociali di questi pazienti al fine di pianificare le risorse da destinare alla loro assistenza. MODULOORG

Dashboard 3M in un Dipartimento di Emergenza Accettazione di II Livello
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Speciale, Francesco

Dashboard 3M in un Dipartimento di Emergenza Accettazione di II Livello : “Misurare, Migliorare, Monitorare” / Francesco Speciale

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Si ricorre ad una struttura sanitaria per bisogno di cura e assistenza accompagnati da un desiderio e da una reale necessità di un servizio sicuro, efficiente, efficace, che metta al centro dell’attenzione il paziente. Un modello di trasformazione radicale, implementato da un forte desiderio di cambiamento potrebbe essere la chiave di svolta. Tutto è possibile se si vuol cambiare! Il project Work prevede, analizzando il nuovo modello di triage proposto dalla Regione Lombardia, di creare un supporto informatico che possa, attraverso l’analisi dei dati pregressi, permettere l’analisi dei processi e della loro definizione. In questo modo è possibile creare dei modelli di miglioramento, mantenendo come fonte di confronto gli indicatori proposti, con un’implementazione strategica e un monitoraggio continuo, in tempo reale, atta a poter soddisfare gli indicatori proposti dalla Regione. Soddisfare i bisogni del paziente e limitare gli sprechi (tempo d’attesa), utilizzando bene le risorse a disposizione, sono ottimi obiettivi che si possono raggiungere analizzando approfonditamente lo storico delle attività svolte in modo da poterle confrontare con le implementazioni che si vogliono attare, accettando le condizioni del cambiamento. Una buona analisi dello stato attuale può portare a concepire un modello di trasformazione e implementazione tale da poter migliorare un servizio con un unico obiettivo: la cura del paziente cercando di soddisfare le aspettative e ridurre i tempi di attesa che rendono particolarmente critiche le patologie tempo-dipendenti. Un progetto che si avvale dei principi di formazione e partecipazione del personale, lavoro di squadra (equipe), collaborazione e/o cooperazione multidisciplinare, buona comunicazione, ottimizzazione della prestazione, buon uso delle risorse senza sprechi e accettazione del cambiamento, può essere molto innovativo perché è rivolto all’erogazione di un servizio sanitario snella, efficace, efficiente che non perde di vista la cura del paziente nel miglior modo e minor tempo possibile. MODULOORG

Il trapiantato di rene in fase stabile
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Minetti, Enrico

Il trapiantato di rene in fase stabile : Follow up condiviso tra centro trapianti e centro dialisi - PDTA per il trapiantato di rene / Enrico E. Minetti

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Ogni anno in Lombardia si eseguono 400 trapianti di rene. Il follow-up è in carico al centro trapianti anche dopo la stabilizzazione clinica, cioè nella fase di mantenimento e spesso indefinitamente. Questo non è sostenibile per il centro trapianti, che vede ogni anno aumentare il numero di pazienti seguiti, e compromette la qualità della cura per tre motivi principali: 1) in caso di complicanze gravi il paziente viene ricoverato nel presidio di riferimento territoriale. Se in tale presidio il paziente non è seguito da tempo, l’inquadramento clinico avviene più lentamente e risulta più complesso. 2) Il centro trapianti, sovraccaricato dal monitoraggio di pazienti stabili, è meno pronto nel rispondere a problemi clinici più urgenti. 3) In caso di esaurimento funzionale del trapianto, il paziente gestito solo dal centro trapianti può avere ritardi nel passaggio alla presa in carico del centro dialisi di riferimento territoriale. Questo progetto di PDTA si propone di definire il processo di cura del trapiantato di rene nella fase di mantenimento e i criteri e le modalità per una presa in carico da parte centro dialisi per un follow-up condiviso. Il cronoprogramma della stesura del PDTA prevede tre fasi: Una prima fase di analisi degli ostacoli alla presa in cura da parte del centro dialisi del paziente stabilizzato. Tale analisi è stata eseguita tramite una survey tra i centri lombardi supportata dal Centro Regionale Trapianti e ha consentito di stilare una lista di priorità che include: Disponibilità diagnostiche di laboratorio e strumentali, risorse medico-infermieristiche, competenze. La seconda fase prevede la creazione del passaporto del trapiantato, un pacchetto di informazioni che compongono il dossier del paziente sottoposto a trapianto, la definizione dei criteri per definire il paziente stabilizzato e la creazione di procedure per la gestione delle complicanze comuni da gestire presso il centro dialisi con la supervisione del centro trapianti o anche in totale autonomia. La terza fase prevede la presentazione del PDTA ai centri coinvolti e l’applicazione dello stesso. I risultati attesi sono una razionalizzazione delle risorse medico-infermieristiche dedicate al monitoraggio del paziente stabile e alla cura delle complicanze comuni. I pazienti coinvolti nel PDTA appartengono alla fascia di cronicità identificata da Regione Lombardia come livello 1 sia prima del trapianto (02 IRC – Dialisi) sia dopo il trapianto (01 Trapianti attivi) oppure alla fascia di livello 2 una volta stabilizzati e se privi di multiple comorbidità (07 Trapianti non-attivi), quindi pazienti ad alto assorbimento di risorse. La razionalizzazione operativa comporterebbe un contenimento della spesa, limitando la duplicazione di esami eseguiti presso il centro trapianti e il centro dialisi e il mantenimento di un’elevata qualità della cura del paziente. MODULOORG

Sistema Sanitario Lombardo
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Raspagliesi, Francesco

Sistema Sanitario Lombardo : ridefinizione dei criteri di valutazione delle S.C. di un IRCCS oncologico pubblico / Francesco Raspagliesi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Oggetto di questo project work è la proposta di integrazione dei criteri di valutazione delle SC di un IRCCS pubblico nel sistema sanitario Lombardo. Verranno esaminate tutte le attività di un IRCCS sia in termini di prestazioni sanitarie che di produttività basata sulla ricerca e formazione. Molte di tali attività non sono inquadrabili in un profilo di ASST proprio per le finalità di ricerca, innovazione e formazione che sono mission aggiuntiva di un IRCCS oncologico. Da questo si propone una scheda di valutazione delle SC di un IRCCS che meglio cattura la complessità e il risparmio relativo per il SSR delle attività non strettamente assistenziali, ma di valore aggiuntivo. MODULOPOL

Valutazione di un modello interdipartimentale di unità di terapia semintensiva
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Foieni, Fabrizio - Galassini, Elena Maria Ada

Valutazione di un modello interdipartimentale di unità di terapia semintensiva / Fabrizio Foieni, Elena Maria Ada Galassini

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Nella proposta di rielaborazione del DM 70, alla quale diverse società scientifiche stanno lavorando, si cerca una definizione di modelli organizzativi, competenze, tecnologie e specialità coinvolte, evitando diatribe fondate sulla difesa di categorie o singole discipline”. (v. Documento SIAARTI). Data la scarsità attuale di risorse umane, l'ipotesi di poter organizzare dei livelli di assistenza secondo intensità di cure e in specifiche strutture può costituire lo spunto per ragionare su un modello di gestione integrata tra diverse specialità. Valutiamo le caratteristiche di un reparto di terapia subintensiva polispecialistico (intermediate care unit – IMC) all’interno di una realtà ospedaliera complessa con DEA di I livello Obiettivi Valutazione di un modello di gestione integrata multidisciplinare di terapia subintensiva polispecialistica, in considerazione della scarsità di risorse umane dedicabili da singoli reparti. Metodologia Analisi dei dati di pazienti critici evolutivi in due PS per un arco temporale di 2 mesi che sono stati ricoverati in area medica o in terapia intensiva Stima della necessità di assistenza in terapia subintensiva in base a livelli di intensità Valutazione dell’impatto sul boarding PS, disponibilità letti area medica e terapia intensiva DESTINATARI DEL PROGETTO: personale coinvolto nel Dipartimento di Emergenza e Urgenza e di Area medica (Internista, Pneumologo, Cardiologo, Nefrologo, Rianimatore) RISULTATI ATTESI: Ottimizzazione del flusso di pazienti ricoverati con riduzione boarding PS e ottimizzazione del setting assistenziale e dell’outcome in area medica. Ipotesi di turnazione personale a livello dipartimentale in base ad organici esistenti e auspicabili. MODULORIS

Miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva delle colonscopie ambulatoriali attraverso l’applicazione
del modello dello screening del tumore del colon retto all’open access endoscopy system
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Fagandini, Frida - Manes, Gianpiero

Miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva delle colonscopie ambulatoriali attraverso l’applicazione del modello dello screening del tumore del colon retto all’open access endoscopy system / Frida Fagandini, Gianpiero Manes

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Lo screening del tumore del colon retto prevede la ricerca del sangue occulto fecale ogni due anni nella fascia di età 50 - 74 anni, con successiva colonscopia in caso di positività. L’eventuale presenza, le caratteristiche e il numero delle lesioni asportate determinano tipologia e tempistica dei controlli successivi. In termini organizzativi e di governo, le colonscopie di screening riconoscono punti di forza nella gestione centralizzata, in carico ai Centri Screening delle ATS, conformata a linee di indirizzo validate ed omogenee a livello regionale, con il supporto di idonei strumenti informatici e tecnologie digitali. Le colonscopie ambulatoriali si collocano in un sistema open access, cioè comunemente privo di filtri a valle della prescrizione medica. Fatta eccezione per le diagnosi di malignità, inoltre, la restituzione dell’esito non sempre è accompagnata da indicazioni puntuali sul follow-up, lasciando in ogni caso gli eventuali ulteriori controlli alla discrezionalità del medico prescrittore. Non raramente tali prestazioni risultano inappropriate, come sembra confermare anche l’analisi condotta in questo contesto sui servizi di endoscopia del territorio di ATS Milano. Quali conseguenze del fenomeno sono da annoverare l’impropria esposizione dei pazienti ad esami potenzialmente rischiosi, un carico di lavoro evitabile e un consumo ingiustificato di risorse, l’aggravio delle liste di attesa. Il grado di appropriatezza delle colonscopie ambulatoriali potrebbe giovarsi di un sistema di gestione analogo a quello del programma di screening e che consenta di riorientare tali prestazioni al programma medesimo. In un modello siffatto, tutte le endoscopie ambulatoriali eseguite nella fascia di età 50 - 74 anni dovrebbero confluire in un applicativo comune, con standardizzazione del referto di esame, completo di alcuni dati salienti e, soprattutto, delle indicazioni in ordine a tempi e modalità del follow-up secondo linee guida. A questo punto il paziente sarebbe richiamato secondo le modalità usuali per il Centro Screening e la gestione successiva offrirebbe migliori garanzie di appropriatezza. In altri termini, il progetto propone lo sviluppo di uno strumento informatico di supporto decisionale (decision aid) per i centri endoscopici, finalizzato a migliorare l’aderenza alle linee guida e a contenere i tassi di inadeguatezza della prestazione ambulatoriale, anche riconducendo al programma di screening casistiche selezionate di utenza. Lo scenario operativo ideale richiederebbe l’interoperabilità degli applicativi in uso ai centri endoscopici e del gestionale screening ATS, nei fatti impraticabile, se non altro a motivo della molteplicità dei sistemi utilizzati per l’attività clinica. Ci si propone quindi di intervenire su detti applicativi con un modulo di sviluppo contenuto e dai costi accettabili, che integri il referto della colonscopia ambulatoriale con un data set di minima ma obbligato, riferito alle linee guida, completo di tecnologia di supporto decisionale al percorso successivo. A fronte dell’uniformità degli applicativi così ottenuta, sarebbe poi possibile implementare un flusso informativo verso il Centro Screening ATS (importazione massiva di record selezionati, in modalità aggregata e sicura) e conseguentemente arruolare nel programma i pazienti con colonscopia negativa o con lesioni a basso rischio, che ne abbiano dato specifico consenso, lasciando al centro specialistico la presa in carico della casistica a rischio intermedio/alto, con programmazione diretta degli accertamenti di sorveglianza. Lo studio pilota prevede di sperimentare il modello su almeno due centri endoscopici del territorio di ATS Milano, opportunamente individuati. Contestualmente sarà sviluppato un percorso formativo per i medici di medicina generale dei corrispondenti Distretti, finalizzato ad approfondire la conoscenza del programma di screening e delle linee guida sull’uso appropriato della colonscopia. L’efficacia del progetto sarà misurata attraverso indicatori, condivisi con i clinici, volti a quantificare l’impatto sui centri in termini di carico di colonscopie inappropriate e tempi di attesa, oltre che sulla soddisfazione di operatori, medici di medicina generale e pazienti. MODULOPOL

Patient Blood Management
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Besana, Silvia - Rossini, Silvano

Patient Blood Management : impatto clinico ed economico di una buona gestione dell’anemia del paziente candidato a chirurgia elettiva / Silvia Besana, Silvano Rossini

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Il Patient Blood Management (PBM) è un approccio alla gestione della risorsa sangue di ogni singolo paziente attraverso un approccio multiprofessionale, multidisciplinare, multimodale per l’ottimale gestione dell’anemia e per il contenimento del fabbisogno trasfusionale allogenico nel peri-operatorio. Il Programma di Patient Blood Management si è consolidato da un punto di vista scientifico e normativo come strumento di miglioramento dell’outcome clinico del paziente e come strategia per l’appropriato utilizzo della risorsa sangue. L’approccio al PBM era già previsto in Italia dal 2012 nel “Programma nazionale per l’autosufficienza del sangue”. La declinazione aziendale, l’avvio operativo, la capacità di incidere sulla decisione clinica a livello del singolo paziente rappresentano le attuali sfide organizzative delle istituzioni sanitarie sul tema del PBM. Data la necessità di un’azione coordinata tra più attori, l’impatto organizzativo rappresenta l’elemento di maggiore difficoltà per la realizzazione del programma PBM all’interno di una struttura ospedaliera La presenza dei dati clinici su sistemi (portale clinico, gestionale del laboratorio e del servizio trasfusionale) rende difficile la valutazione della pratica trasfusionale in relazione al quadro clinico. Obiettivo: Il progetto ha l’obiettivo di analizzare l’attuale percorso perioperatorio in un campione di pazienti, di valutare una serie di indicatori legati alla pratica clinica ed infine di proiettare sulla casistica studiata i parametri trasfusionali riportati in letteratura dopo l’adozione di programmi di PBM. Sono previste le seguenti fasi: a) Analisi di contesto. Si prevede di misurare l’incidenza dell’anemia nei prelievi preoperatori, di analizzare gli indicatori relativi alla metrica trasfusionale di una struttura, i trigger trasfusionali adottati, i giorni di ricovero, di quantificare e valorizzare i costi legati al consumo di emocomponenti b) Proiezione di gestione secondo un Programma di PBM. L’analisi di contesto permette di simulare le ricadute organizzative ed economiche di un programma di PBM applicando i risultati attesi riportati in letteratura. In particolare, deve essere valutata la proiezione in termini di outcomes clinici e di riduzione attesa di utilizzo delle risorse umane ed economiche (utilizzo di emocomponenti, giorni di degenza, complicanze) a seguito dell’adozione del programma c) Pianificazione sviluppo di un Programma di PBM I dati attuali e le proiezioni disponibili possono permettere di progettare interventi specifici declinati localmente per introdurre il PBM come strumento di buona pratica clinica. Il percorso proposto deve prevedere un coinvolgimento attivo del personale medico, infermieristico, nei reparti di degenza, nei servizi di laboratorio e di medicina trasfusionale, migliorandone le conoscenze specifiche anche attraverso incontri di formazione. Il programma deve essere condiviso dagli attori e deve essere assunto come strategico dalla Direzione per poter raggiungere gli importanti risultati riportati in esperienze internazionali. MODULOECO

Sviluppo sostenibile di un SerD
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Tarantola, Massimo

Sviluppo sostenibile di un SerD : Una ipotesi di riorganizzazione in un contesto di Sanità di montagna / Massimo Tarantola

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Come ogni organizzazione, anche i servizi per le Dipendenze, se vogliono sopravvivere e svilupparsi, hanno la necessità di adattare la propria struttura organizzativa, i propri meccanismi operativi e la propria cultura di servizio ai processi sociali in cui vivono. Dal 1975, anno di istituzione dei Centri medici e di assistenza sociale (CMAS), primi servizi dedicati alla prevenzione e cura delle tossicodipendenze, si sono succeduti numerosi cambiamenti sostanziali nell’ambito delle norme che definiscono le prestazioni di cura del Sistema Sanitario. Per contro, i mutamenti sociali intercorsi hanno radicalmente modificato la percezione di rischio, individuale e sociale, derivante dai comportamenti d’uso delle sostanze stupefacenti. Da ultimo, le ripercussioni derivanti dalla crisi di disponibilità di personale sanitario impattano pesantemente sulla sostenibilità nel tempo delle attività richieste dalle attuali norme di accreditamento per i Servizi Dipendenze (SerD) della Lombardia e, in particolare, per quelli dislocati nelle aree periferiche e montane. Questo quadro, in rapida evoluzione, interroga localmente i quadri dirigenziali che svolgono funzioni programmatorie e hanno la responsabilità di garantire, localmente, i servizi riconosciuti nei LEA, ed è stimolo per pensare soluzioni innovative in grado di mantenere i SerD il più possibile rispondenti all’evoluzione sociale del fenomeno “dipendenze” e, al tempo, capaci di fronteggiare il rischio di possibili inefficienze qualitative, stante l’incalzante depauperamento di personale sanitario. La SC Dipendenze della ASST VAL coordina le attività incentrate sulle persone, minori o adulti, che portano domande e bisogni sociosanitari riferiti a problematiche o patologie correlate a situazioni di uso, uso problematico, o dipendenza da sostanze legali e illegali, oppure da gioco d’azzardo patologico, intervenendo con prestazioni in grado di garantire l’omogenea valutazione dei bisogni e la presa in carico globale, integrata e continuativa nelle fasi di accoglienza, diagnosi, cura e reinserimento di tali casistiche. La ASST VAL dispone di 5 sedi SerD, mediamente distanti fra loro 30 km, dislocate in un contesto montano avente uno sviluppo territoriale complessivo di 154 km (Distanza PreSST Dongo-Livigno). Nei cinque SerD operano equipe multidisciplinari psico-sociosanitarie; l’utenza media annuale complessiva è di 950 persone, con una prevalenza rapportata alla popolazione di riferimento dello 0,5%, l’incidenza di nuovi casi è pari al 19%, le prestazioni medie erogate per anno sono 65.000. Si prevede che nei prossimi due anni il personale sanitario ora impiegato si ridurrà, per pensionamento, del 60%, difficilmente tale perdita sarà colmabile, stante l’attuale andamento del turn-over. Il presente lavoro, al fine di far fronte a tale evenienza, ipotizza uno spettro di soluzioni comprendente: l’adeguamento tecnologico (telemedicina), la revisione procedurale/operativa, la collaborazione interprofessionale (CIP), l’utilizzo della possibilità di deroga, come ambito montano, dai vincoli di accreditamento. Tenuto conto della peculiarità del settore di intervento, i risultati del presente lavoro potranno fornire ad altri soggetti erogatori contenuti di base per l’implementazione di modalità organizzative adattative al contesto attuale, nonché spunti di riflessione per una revisione dei contenuti presenti nelle norme di accreditamento. MODULOORG

Creazione di un Centro Multidisciplinare per i Disturbi dell’Alimentazione e Nutrizione (D-NA)
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Canevini, Maria Paola

Creazione di un Centro Multidisciplinare per i Disturbi dell’Alimentazione e Nutrizione (D-NA) / Maria Paola Canevini

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (anoressia nervosa, bulimia nervosa, Binge Eating Disorder, Disturbi Alimentari NAS) comprendono diversi tipi di gravi alterazioni del comportamento alimentare e della regolazione del peso. La loro larghissima diffusione tra gli adolescenti e i giovani adulti – documentata dai dati ufficiali relativi al nostro Paese - rappresenta la premessa alla necessità di prevedere una stretta collaborazione tra l’ambito della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, della Psichiatria, la Dietologia, la Pediatria, la Medicina Interna. In Italia, le persone affette da Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (D-NA) sono 2-3 milioni e rappresentano oggi il 10% dei malati: si tratta del 5% delle donne tra i 13 e i 35 anni, con un picco in età adolescenziale (il 21% delle femmine, il 15% dei maschi tra gli 11 e i 17 anni soffrono di un disturbo alimentare). Durante la pandemia da Covid-19 è aumentato il numero delle diagnosi di D-NA. Nell’ultimo anno (febbraio 2020 – febbraio 2021) i casi di disturbi alimentari sono aumentati in media del 30% rispetto allo stesso periodo 2019-2020, con un abbassamento della fascia d’età (13-16 anni) e un incremento delle diagnosi soprattutto di anoressia nervosa (dati A.D.I.; Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione clinica)) Nel 50-60% dei casi, i disturbi alimentari sono associati ad altri disturbi psichiatrici. Un ruolo importante sull’efficacia del trattamento è svolto dalla frequente comorbilità con altri disturbi psichiatrici. Poiché l’efficacia del trattamento sui disturbi D-NA è negativamente influenzata da tale co-morbilità, è necessario un intervento terapeutico specifico su tali disturbi da integrare al trattamento sul disturbo alimentare. L’Anoressia Nervosa è una malattia complessa con una vasta gamma di complicanze multiorgano, che possono sottendere fino al 60% dei decessi. Le principali complicanze mediche colpiscono più distretti corporei, che vengono danneggiati maggiormente tanto più la malattia è in fase avanzata; esse sono legate ai danni causati all’organismo dal deficit proteico-calorico oppure alle condotte di compenso (vomito autoindotto, uso improprio di lassativi e diuretici, attività fisica eccessiva) e si correggono con il recupero ponderale. La finalità del progetto è quella di definire la procedura di intervento multidisciplinare integrata del Servizio per i DN-A, i cui professionisti afferiscono a diverse Unità Operative dell’ASST-Santi Paolo e Carlo che lavorano in sinergia per garantire al paziente una presa in carico organica e multidisciplinare. Le Unità Operative coinvolte sono: - Unità Operativa Complessa psichiatria - Unità Operativa Complessa Neuropsichiatria Infantile - Unità Operativa Complesse Medicina Interna - Servizio Dietologia - Pronto Soccorso Inoltre, Il Servizio per i D-NA deve lavorare in collaborazione con la rete dei servizi sul territorio che coinvolge: - Centro Giovani Ettore Ponti - Centri Psico Sociali - Medici di base e Pediatri di libera scelta Il Servizio sovrazonale di secondo livello si rivolge agli utenti con Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione e ai loro caregivers. L’obiettivo consiste, oltre all’essenziale necessità di fornire una diagnosi precoce, un adeguato trattamento terapeutico, in termini di specificità ed intensità, ed una continuità di cura attraverso le fasi della vita, anche nel garantire una corretta integrazione tra i servizi della salute mentale e della nutrizione, accompagnare gli utenti all’accesso nei vari presidi ospedalieri (reparti di ricovero in psichiatria, neuropsichiatria infantile, pediatria, medicina e PS) e alle strutture riabilitative convenzionate in Lombardia. MODULOPOL

Organizzazione di un nuovo servizio diagnostico-riabilitativo domiciliare
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Organizzazione di un nuovo servizio diagnostico-riabilitativo domiciliare / Arnaldo Andreoli, Samuel Dal Gesso, Antonio Giancarlo Oliva, Liliana Sgarbi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Il cambiamento epidemiologico, particolarmente rilevante in Italia nell’ultimo decennio, ha modificato radicalmente la domanda di salute della popolazione italiana. L’impatto delle patologie cronico-degenerative, l’invecchiamento della popolazione e l’evoluzione tecnologica hanno ricadute importanti sul sistema salute mettendo a rischio la sostenibilità economica del sistema stesso. Questi cambiamenti impongono adattamenti della tipologia e delle modalità di offerta dei servizi sanitari nel rispetto di criteri di efficacia, efficienza, appropriatezza ed equità. Il progetto di implementazione del servizio radiologico domiciliare e dell’attività riabilitativa domiciliare risponde a questi nuovi bisogni di salute e soddisfa i criteri di continuità territoriale espressi nella L.R. 23/2015, integrando ospedale e territorio, area sociale e sanitaria. Una maggiore razionalizzazione delle risorse può essere realizzata attraverso la gestione delle informazioni, lo sviluppo di sistemi di coordinamento tra sistema sociale e sanitario e la realizzazione di percorsi diagnostico-terapeutici con modalità sistematiche di valutazione della pratica clinica ed assistenziale. Il progetto è stato pensato per rispondere ai bisogni di pazienti non autosufficienti, allettati e/o difficilmente trasportabili che necessitano di accertamenti diagnostici radiologici e/o visita fisiatrica ed eventuale trattamento riabilitativo e/o monitoraggio. Fondamentale per la realizzazione del progetto è l’attivazione di un Centro Amministrativo con funzione di filtro, orientamento dell’utenza e coordinamento delle risorse per gli interventi sociosanitari relativi alla diagnostica e alle cure domiciliari. Il bisogno di attivazione dell’attività radiologica e/o fisiatrica del paziente viene definito dal Medico di Medicina Generale o dal Medico Specialista e comunicato al Centro Amministrativo. Il Centro Amministrativo coordina gli specialisti coinvolti nel processo e stabilisce un piano di intervento domiciliare. La radiologia domiciliare, che si inserisce nel più ampio contesto della diagnostica domiciliare, ha l’obiettivo di rilevare informazioni diagnostiche presso l’abitazione della persona, ponendosi pertanto all’interno di un complesso sistema di integrazione tra polo ospedaliero e polo territoriale. L’offerta di indagini radiologiche domiciliari comprende esami radiologici del torace, degli arti superiori e inferiori, dei cingoli ed esami ecografici. Alla visita fisiatrica domiciliare segue, sulla base della valutazione del potenziale patologico, del potenziale di salute e dell’ambiente, un Progetto Riabilitativo Individuale Domiciliare. Il Progetto Riabilitativo Individuale Domiciliare può offrire: - prescrizione di protesi e ausili durevoli adeguati al paziente e all’ambiente in cui è inserito; - attivazione di un sistema di monitoraggio (telemedicina); - attivazione di trattamento riabilitativo domiciliare. Nel caso in cui la visita fisiatrica evidenzi nuovi bisogni socio/assistenziali il Centro Amministrativo provvederà alla segnalazione all’Assistente Sociale territoriale. L’implementazione della rete sociosanitaria attraverso l’istituzione e la gestione dell’attività radiologica e fisiatrica domiciliare, favorisce la realizzazione di un ospedale “in rete” con il territorio offrendo un servizio “su misura” e favorendo una presa in carico globale del paziente. MODULOORG

L’impossibile “retention” dei professionisti in due unità iperspecialistiche sui tumori rari di un IRCCS pubblico
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Casali, Paolo Giovanni - Licitra, Lisa Francesca Linda

L’impossibile “retention” dei professionisti in due unità iperspecialistiche sui tumori rari di un IRCCS pubblico / Paolo Giovanni Casali, Lisa Francesca Linda Licitra

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Problema Questo progetto riguarda due SC di Oncologia medica, a direzione universitaria, appartenenti a un IRCCS pubblico. Le due SC sono simili per volumi e “mission”, focalizzata in entrambi i casi su un gruppo di “tumori rari” per cui l’istituzione funge da centro di riferimento a livello nazionale nell’assistenza e a livello internazionale nella ricerca: rispettivamente, i sarcomi e i tumori di testa/collo. Il principale punto di forza delle due SC è l’”eccellenza” nell’assistenza e nella ricerca. Ne discendono opportunità che negli anni sono state valorizzate, come attestano gli indicatori di attrattività assistenziale e bibliometrici. Un punto di debolezza è la difficoltà a garantire “riconoscimenti” adeguati ai Dirigenti Medici delle due SC, che ad esempio possono vantare gratificazioni scientifiche internazionali, ma in pratica nessuna gratificazione organizzativa all’interno dell’istituzione. Ancora più critica è la situazione del personale di supporto alla ricerca clinica, cioè Coordinatori di ricerca e Infermieri di ricerca: i primi, in particolare, sono in genere acquisiti con posizioni precarie, recentemente nell’ambito della cosiddetta “piramide”, con remunerazioni economiche non competitive e comunque senza certezza di assunzione futura (i Coordinatori di ricerca, peraltro, attendono da anni lo stesso riconoscimento ufficiale della loro professione). La principale minaccia che ne deriva è il possibile abbandono di questi Professionisti, in favore di posizioni gerarchicamente superiori presso altre istituzioni, nel caso dei Medici, o semplicemente di posizioni a tempo indeterminato, nel caso dei Coordinatori di Ricerca. Questi abbandoni sono generalmente “lose-lose”, perché comportano perdita personale nell’expertise faticosamente maturato e perdita istituzionale nell’investimento in risorse iperspecialistiche o specificamente dedicate impossibili a ricostruire in tempi brevi. In generale, la “retention” dei Professionisti nel campo dei tumori rari è un grosso problema a livello internazionale. In questi anni, le due SC non hanno potuto utilizzare strumenti premiali dei Dirigenti medici riconducibili al contratto di lavoro, mentre hanno tentato soluzioni esplicite, ma informali dal punto di vista istituzionale, attinenti all’organizzazione interna del lavoro (peraltro diversamente nei due casi). Scopo strategico e obiettivi specifici Lo scopo strategico di questo progetto sarà preservare la collaborazione di Dirigenti medici ad alto valore aggiunto individuale e del personale di supporto alla ricerca, implementando premialità e soluzioni organizzative appropriate. Saranno obiettivi specifici: - documentare le attese e le frustrazioni del personale; - analizzare l’appropriatezza e i margini di miglioramento delle soluzioni organizzative interne fin qui adottate; - analizzare possibili premialità o soluzioni contrattuali accessibili (anche in rapporto a scelte istituzionali in divenire); . condividere i risultati con il management dell’istituzione e con il personale Metodologia, fasi e tempistiche Gli obiettivi di cui sopra corrisponderanno ad altrettante fasi del progetto, per cui si utilizzeranno: - interviste semistrutturate, secondo griglie ad hoc predisposte in questo progetto, effettuate dai due Direttori (2/23); - condivisione con i Responsabili del Corso delle soluzioni organizzative accessibili (3/23); - condivisione dei risultati con il management dell’istituzione (4-6/23); - condivisione dei risultati con il personale e implementazione delle soluzioni organizzative (4-6/23). Destinatari Saranno destinatari del progetto: i Dirigenti medici, i Coordinatori di ricerca e gli Infermieri di ricerca delle due SC; l’istituzione; la “community” dei tumori rari. Costi I costi per le due SC, sia quelli pertinenti al loro conto economico sia quelli insistenti sui loro capitoli di spesa extra-conto economico, verranno documentati e rapportati agli indicatori di performance. Contributi I due Direttori condivideranno la preparazione del progetto e l’analisi dei risultati, mentre agiranno separatamente nelle interazioni con le rispettive unità. MODULORIS

La Gestione Operativa NextGenerationEU e lo Sviluppo del Polo Territoriale
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Trapani, Martino - Tremamondo, John - Ziglio, Andrea

La Gestione Operativa NextGenerationEU e lo Sviluppo del Polo Territoriale : Il caso dell’ASST Rhodense / Martino Trapani, John Tremamondo, Andrea Ziglio

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Il potenziamento dell’assistenza territoriale è un’esigenza avvertita da lungo tempo, ma l’emergenza pandemica ha generato una notevole pressione su tutti i servizi sanitari regionali e manifestato definitivamente l’esigenza di un cambio di paradigma, in linea con quanto previsto dalla Missione 6 del PNRR. L’obiettivo strategico di questo elaborato è finalizzato, in primis, a fornire alla Direzione Strategica di un’ASST elementi di analisi e riflessione che possano contribuire alla attivazione di una CdC Hub “tipo” , unità funzionale sanitaria e socio-sanitaria territoriale sulla quale cui si concentrano elevate aspettative da parte dei decisori politici, dei policy makers e, più in generale, della opinione pubblica. L’obiettivo operativo, logicamente conseguente, è l’identificazione di un modello organizzativo e gestionale di una CdC Hub in una ASST operativa nell’area metropolitana milanese, l’ASST Rhodense, in particolare valutando le macroattività ritenute essenziali presenti all’interno di una Casa della L’elaborato si compone di sei sezioni. Le prime sono dedicate alla puntuale descrizione degli obiettivi di progetto e dei destinatari/beneficiari. Nella terza si sviluppa un’analisi dei documenti esistenti sul tema, anche di altre Regioni, indagando i quattro domini (rilevanza generale, fattori di contesto, ambiente interno, processo di implementazione) legati al processo di riorganizzazione territoriale. Nella quarta viene analizzata l’introduzione della Casa della Comunità come innovazione nei modelli di servizio, arrivando a definire la struttura ed il palinsesto di una Casa della Comunità Hub “tipo”. Stante la carenza di letteratura relativa ai costi legati alla realizzazione ed alla gestione di una CdC Hub si è ritenuto importante presentare qualche elemento di riflessione anche su questo aspetto. La sesta è dedicata alla disamina dei risultati attesi. Il risultato atteso del project work può essere sintetizzato nell’individuazione di un modello organizzativo e gestionale « prototipale » per la messa in fuzione di una Casa di Comunità Hub nell’ambito dell’ASST Rhodense che si basi su strumenti operativi esportabili ad altre realtà e quindi, potenzialmente, di utilità per la programmazione regionale. MODULOORG

Integrazione percorsi di cura Ospedale territorio
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Parogni, Pierpaolo

Integrazione percorsi di cura Ospedale territorio : implementazione del Team di risposta rapida domiciliare / Pierpaolo Parogni

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Premessa Il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR), al capitolo MISSIONE 6: SALUTE, prevede lo sviluppo di reti di prossimità, di strutture sanitarie e della telemedicina al fine di migliorare l’assistenza sanitaria territoriale. Il fenomeno degli accessi non urgenti contribuisce al sovraffollamento dei Pronto Soccorso (PS), al peggioramento dell’outcome di cura a causa di: incremento dei tempi di soccorso di AREU, incremento del sovraffollamento e della mortalità correlata in PS. Contribuisce all’aumento della spesa sanitaria per utilizzo improprio di risorse in emergenza urgenza. Il territorio mantovano presenta un fenomeno non differente dal resto del territorio lombardo. In ATS Val Padana i codici bianchi in dimissione sono pari al 14% degli accessi totali. Obiettivi L’obiettivo del progetto risulta essere quello di ridurre l’utilizzo inappropriato di risorse destinate all’Emergenza Urgenza, orientando il bisogno di cura non urgente verso i servizi della rete territoriale, garantendo ai pazienti le stesse opportunità di presa in carico e cura attraverso percorsi assistenziali appropriati sul piano dell’utilizzo delle risorse sanitarie. Attivare anche in provincia di Mantova, area geografica corrispondente all’ASST, i Team di risposta rapida domiciliare (TRRP) che, in via sperimentale, abbiano come team leader l’infermiere senior. Destinatari Gli obiettivi dichiarati esplicitano che il progetto è destinato al miglioramento dell’erogazione dei servizi in seno al Servizio sanitario regionale. I beneficiari del raggiungimento degli obiettivi diventano necessariamente i cittadini, ma anche i punti di erogazione del servizio, identificati negli Ospedali per acuti, nelle Case della comunità ed Ospedali di comunità. Metodologia La Centrale Medica Integrata è stata collocata sul territorio di Milano, nell’ambito della SORERU Metropolitana e successivamente nell’ambito della Centrale Operativa del Numero Europeo Armonizzato 116117, pur rispondendo a chiamate provenienti da tutte le SOREU di Regione Lombardia, quindi anche da SOREU della Pianura. Replicando l’esperienza del 2022, sul territorio mantovano, in corrispondenza della Fase 1, procederemo con l’attivazione del Team di risposta rapida domiciliare (TRRD) con la figura professionale dell’infermiere senior (abilitato MSA1). Risultati attesi Nell’ambito dell’efficacia del progetto si dovrebbero contemplare gli effetti indiretti relativi al miglioramento della qualità di cura, secondari alla riduzione del sovraffollamento in PS. Inoltre, Sovrapponibilità del TRRD infermieristico al TRRD medico; riduzione percentuale del numero di uscite improprie del mezzo di soccorso 118; riduzione percentuale del numero degli accessi di PS per codici minori e del numero di ri-ospedalizzazioni nei pazienti cronici; aumento delle corrette ospedalizzazioni per situazioni di urgenza/emergenza; Riduzione dei tempi delle code per le prestazioni diagnostiche urgenti, grazie ad un migliore inquadramento clinico; Conclusioni Lo scopo di questo elaborato mira più ad evidenziare la fattibilità della proposta, piuttosto che i benefici economici. l’utilizzo di personale infermieristico addestrato e munito di idoneo equipaggiamento fino a poco tempo fa ritenuto futuribile è oggi una reale possibilità, utile sia in territori remoti che in località metropolitane, per ridurre ritardate diagnosi, terapie e ricorso alle strutture ospedaliere. MODULOORG