Sono disponibili alcuni elaborati (Project work) realizzati dai partecipanti ai Corsi di formazione Manageriali per Direttori di Azienda Sanitaria (DIAS) e Direttori responsabili di Struttura Complessa (DSC) e dai partecipanti ai Corsi di rivalidazione della formazione manageriale organizzati da AFSSL - Accademia di formazione per il servizio sociosanitario lombardo di PoliS-Lombardia.
Per ogni Project work è visualizzabile una scheda descrittiva dettagliata, con abstract e - in allegato - il testo completo del documento.

SELEZIONE PER TIPO CORSO: DIAS DSC - RIVALIDAZIONE

SELEZIONE PER MODULOSanità pubblica - Organizzazione e gestioneGestione economico-finanziaria - Risorse umane

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Progetto di costituzione di una casa di comunità presso il territorio dell’ASST Brianza nel quadro di evoluzione del Sistema Sanitario di Regione Lombardia e PNRR
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Tersalvi, Carlo Alberto

Progetto di costituzione di una casa di comunità presso il territorio dell’ASST Brianza nel quadro di evoluzione del Sistema Sanitario di Regione Lombardia e PNRR / Carlo Alberto Tersalvi

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: La pandemia di Covid-Sars 19 nel suo dirompente svolgimento soprattutto in Lombardia ha messo in evidenza la necessità di ripensare il Sistema Sanitario Regionale orientandolo al rafforzamento dei servizi del territorio per assicurare una migliore assistenza di prossimità. D’altronde il PNRR prevede fra i suoi obbiettivi la costituzione delle case di comunità e degli ospedali di comunità come luoghi per garantire dei servizi integrati, sanitari, sociosanitari e sociali, in grado di prendere in carico i bisogni dei cittadini e di forinire loro risposte evitando il ricorso alle strutture ospedaliere. L’ASST Brianza, seguendo le indicazioni della Direzione Generale Welfare, ha avviato un progetto che possa permettere, entro la fine del 2021, l’avvio di una casa di comunità all’interno del territorio di sua competenza. Il coinvolgimento di altri soggetti del territorio, l’individuazione della sede, dei servizi da offrire e le modalità di erogazione, il cronoprogramma dello sviluppo del progetto e gli strumenti di verifica e monitoraggio sono gli aspetti fondanti che il progetto deve prevedere. MODULOPOL

Avvio del programma di screening organizzato del tumore della cervice uterina con test HPV in ATS Città Metropolitana di Milano
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Silvestri, Anna Rita

Avvio del programma di screening organizzato del tumore della cervice uterina con test HPV in ATS Città Metropolitana di Milano / Anna Rita Silvestri

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Il PNP 2020-2025 indica, nell’ambito del macro obiettivo delle malattie croniche non trasmissibili, come strategia di prevenzione basata sull’individuo, il consolidamento dei programmi organizzati di screening oncologico, in particolare il completamento della transizione verso il modello basato sul test primario HPV-DNA per lo screening del cervico-carcinoma, anche attraverso interventi di formazione interdisciplinare congiunta di tutti i professionisti coinvolti, attività di informazione e comunicazione, modifiche tecnico-organizzative per ottimizzare la modalità degli inviti e per l’aggiornamento delle anagrafi e dei contatti. Tra le azioni centrali del PNP 2020-2025 vi è anche il perseguimento dell’equità nell’offerta e nell’erogazione dei programmi di screening oncologico organizzato e la valutazione dei modelli tecnico-organizzativi. Tra i risultati attesi dell’azione centrale descritta, è compresa la definizione dei percorsi di screening del cervico-carcinoma per le donne vaccinate contro l’HPV. Quanto indicato nel PNP 2020-2025 è stato completamente confermato nel PRP 2021-2025. Nel presente lavoro si vuole sviluppare la progettazione per l’avvio e l’implementazione, su tutto il territorio di ATS Città Metropolitana di Milano, del programma di screening per la cervice uterina con test HPV come test primario di screening, secondo le linee guida di Regione Lombardia approvate con DGR 7013/2017. Si intende inoltre progettare l’integrazione nel programma di screening di un percorso tailorizzato per le donne vaccinate contro l’HPV nel dodicesimo anno di età. MODULOORG

L'identificazione dei pazienti sospetti per malattia di Fabry e Gaucher
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Paradiso, Antonella

L'identificazione dei pazienti sospetti per malattia di Fabry e Gaucher : il coinvolgimento degli stakeholders in un modello di screening con ottimizzazione delle risorse / Antonella Paradiso

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Premesse e scopo del lavoro: I pazienti affetti da malattia rara costituiscono il 5% della popolazione, circa 300.000.000 nel mondo e rappresentano una vera emergenza dei sistemi sanitari che per questo ha suscitato l’attenzione di tutti gli organismi italiani e internazionali che si occupano di sanità pubblica. Secondo la rete Orphanet Italia, nel nostro Paese i malati rari sono circa 2 milioni. Una malattia si definisce "rara" quando la sua prevalenza, intesa come il numero di casi presenti su una data popolazione, non supera una soglia stabilita. In UE la soglia è fissata allo 0,05 per cento della popolazione, ossia 5 casi su 10.000 persone. Il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oscilla tra le 7.000 e le 8.000, ma è una cifra che cresce con l’avanzare della scienza e, in particolare, con i progressi della ricerca genetica. L’Internista, lo Specialista della complessità, il medico che spesso chiude il cerchio nei casi difficili, è una figura cruciale anche nella diagnosi e nel trattamento delle malattie rare. A dimostrazione di ciò, la Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI) fra i suoi progetti speciali ne ha attivato uno dedicato a queste patologie allo scopo di continuare a promuovere la cultura della consapevolezza di malattia, della conoscenza e della formazione. Le malattie di Fabry e Gaucher sono malattie lisosomiali caratterizzate dalla mancanza di enzimi delle vie metaboliche cellulari con conseguente accumulo dei cataboliti con sofferenza delle cellule e quindi degli organi fino al completo malfunzionamento e morte, se non diagnosticate e curate. La gravità della malattia si traduce da un lato in forte peso sociale che grava sui pazienti e sulle loro famiglie riducendone la qualità della vita e dall’altro in notevole impatto economico causato alla società. La corretta diagnosi delle malattie rare è complessa e spesso soggetta a notevoli ritardi a causa della grande eterogeneità fenotipica, estrema atipicità dei sintomi e della ancora scarsa conoscenza e consapevolezza di queste patologie. Negli ultimi venti anni sono stati scoperti farmaci che mimano l’attività enzimatica o comunque agiscono supportando le vie metaboliche lisosomiali e permettono di curare questi pazienti con un’efficacia tanto maggiore quanto più precoce è l’inizio del trattamento. Gravità delle malattie, elevati costi diretti, costi sociali, perdita della qualità di vita e, non da meno, fattori etici legati alla presenza di una terapia efficace, sia pure costosa, impongono la diagnosi di malattia anche in accordo con la recente approvazione alla Camera ed al Senato del Testo Unico sulle Malattie Rare proprio in materia di ricerca, assistenza, equità nell’accesso alle cure. Materiali e metodi: Il modello che si presenta consiste nell’operare un intervento di screening in una popolazione già selezionata, e quindi meno ampia numericamente, in base a parametri analitici laboratoristici predefiniti e impostati degli esami ematochimici in utenti, ricoverati o no, che accedono al Laboratorio Centrale dell’Ospedale Sant’Eugenio di Roma. Questo aspetto rappresenta un grande punto di forza e di ottimizzazione delle risorse perché il prelievo ematico comunque sarebbe stato eseguito e non è motivato o causato dallo studio in atto. I dati, ovvero i referti con analisi ematochimiche suscettibili di attenzione secondo i cut-off impostati, vengono estrapolati da una query realizzata da un Operatore dei Sistemi Operativi dell’Ingegneria Informatica; successivamente a questi utenti viene chiesto, previa comunicazione dello studio e col consenso informato firmato acquisito, di eseguire un successivo prelievo che sarà inviato, in formato di dbs (dried blood splot) al CNR di Palermo, alla Centro diretto dal Professor Giovanni Duro, per l’analisi enzimatica e genetica. Risultati prospettici (attesi): La prevalenza della malattie di Gaucher è 1:60-80.000, quella di Fabry ha un’incidenza che oscilla tra 1:40.000 e 1:117.000 con recenti studi di screening new born che mostrano prevalenza di 1:8800.Tali stime sono in continuo aggiornamento parallelamente alla maggiore sensibilità e capacità diagnostica; inoltre eseguire un’opera di screening in persone che hanno alterazioni ematiche peculiari delle suddette malattie ovviamente porta a restringere il campo di osservazione e quindi ad una maggiore prevalenza relativa. Questa considerazione, unitamente all’altissima numerosità degli esami che vengono eseguiti al Laboratorio Centrale induce a pensare che, statisticamente, cresce enormemente la possibilità di identificare un Paziente con Malattia di Fabry o Gaucher. Inoltre, utilizzando una metodologia di what if analysis è possibile valutare i costi risparmiati per una campagna informativa e di sensibilizzazione. La what if analysis, realizzata nella parte teorica e nella parte applicativa, può costituire un vero strumento di previsione e decisione per l’organizzazione e l’allocamento di risorse umane ed economiche. MODULOORG

La presa in carico dei pazienti con Disordini della Coscienza e il ruolo nel percorso di cura del Coma Research Centre – CRC della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
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Leonardi, Matilde

La presa in carico dei pazienti con Disordini della Coscienza e il ruolo nel percorso di cura del Coma Research Centre – CRC della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta / Matilde Leonardi

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Descrizione del contesto, del problema individuato Regione Lombardia si occupa dei pazienti con Disordini della Coscienza, e negli ultimi anni ha cercato anche di identificare quali potessero essere le migliori soluzioni per i pazienti e soprattutto le famiglie, i caregivers. Questo però non vuol dire che l’accordo Stato Regioni sia stato recepito integralmente e inoltre la recente pandemia ha creato diverse problematiche nella organizzazione die percorsi di cura dalla fase acuta alla fase di lungo degenza fino al domicilio. Ciò che manca ancora è una risposta coordinata alla richiesta di poter avere annualmente, o in intervalli definiti, una valutazione diagnostica precisa che tenga conto delle possibili modifiche clinico diagnostiche e quindi delle eventuali nuove necessità terapeutico-riabilitative. La Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano è un ente pubblico di terzo livello che attraverso il suo COMA RESEARCH CENTRE è in grado di fornire un protocollo diagnostico-prognostico di altissimo livello, a valenza internazionale e può fornire uno staging diagnostico utile alla valutazione del paziente nelle diverse fasi di malattia. L’ Obiettivo specifico e strategico del progetto: definire un percorso in grado di - Studiare la condizione clinica/diagnostico/ prognostica di pazienti con disturbi della coscienza, stabilizzati dal punto di vista rianimatorio dopo l’uscita dal coma e provenienti da centri di riabilitazione lombardi e extraregionali e da lungodegenze o domicilio. - Studiare accuratamente, con un gruppo di lavoro dedicato, i pazienti in Stato Vegetativo e di Minima Coscienza dal punto di vista clinico, neurofisiologico e di neuroimaging e sottoporli ad una serie di valutazioni ed esami diagnostici sulla base di un protocollo CRC-Besta. - Definire, in collaborazione con i centri invianti, le conclusioni diagnostiche e prognostiche. - Supportare, formare e valutare il burden del caregiver. MODULOORG

Introduzione di un programma regionale di screening prenatale delle aneuploidie
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Amorosi, Alessandro

Introduzione di un programma regionale di screening prenatale delle aneuploidie / Alessandro Amorosi

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Il progetto si pone l’obbiettivo di disegnare un programma per l’implementazione a livello regionale lombardo dei Livelli Essenziali di Assistenza relativi allo screening prenatale delle aneuploidie previsti dal DPCM 12 gennaio 2017 e tenendo in considerazione il documento del Consiglio Superiore di Sanità “Screening del DNA fetale non invasivo in Sanità Pubblica” del 9 marzo 2021. Lo screening verrà implementata secondo un modello contingente basato su uno screening di prima linea mediante test combinato ed uno screening contingente con cfDNA/NIPT sulla base dei risultati del test combinato. L’offerta del test combinato inserita nei LEA identificati dal Ministero nel 2017 dovrà essere inclusa in modo sistematico tra gli esami offerti dal Sistema Sanitario Regionale (SSR) per garantire l’implementazione della strategia di screening sopra descritta nella popolazione ostetrica generale destinataria del programma. Il sistema Regionale Hub-Spoke, che mette in connessione i diversi punti nascita con le Unità di Medicina Materno Fetale, è il modello che garantirà la presa in carico e la gestione clinica delle donne che accedono allo screening prenatale. Per garantire un’adeguata copertura dello screening mediante test combinato su scala Regionale, sia in termini di distribuzione territoriale che di rapporto tra richiesta ed erogazione delle prestazioni, verrà eseguita un’indagine conoscitiva per valutare l’attuale volume di attività di screening nelle unità Hub e Spoke e definire la necessità o meno di potenziamento. Le unità Spoke potranno rivolgersi alle unità Hub per gli approfondimenti diagnostici nelle donne risultate positive al test combinato. Lo screening contingente con cfDNA/NIPT verrà realizzato individuando un laboratorio di riferimento regionale al fine garantire che i test siano eseguiti presso un centro con comprovata esperienza, permettendo di abbattere significativamente gli attuali costi del test. Le valutazioni di impatto economico del nuovo intervento sanitario comprendono le analisi di costo-efficacia, finalizzate a misurare il costo per caso identificato e l’analisi dell’impatto sul budget, finalizzata a stimare i costiincrementali complessivi generati da tale intervento, rispetto alla sua mancata introduzione. Questo modello si fonda su due principali considerazioni: 1. il ricorso a tecniche invasive di diagnosi prenatale (villocentesi e amniocentesi) si è ridotto notevolmente negli ultimi anni ed è plausibile che questo andamento proseguirà in futuro e riguarderà non più del 3-4% di tutte le gravidanze nei prossimi anni grazie alla progressiva diffusione dei test di screening non invasivi. Pertanto, è fondamentale che queste tecniche vengano centralizzate il più possibile con lo scopo di garantire il mantenimento di adeguati livelli di competenza degli operatori e di sicurezza per la gestante 2. la gestione clinica della gestante ad alto rischio può richiedere, a seconda della complessità del caso, la messa in campo di competenze multidisciplinari ed il ricorso ad analisi genetiche avanzate che sono disponibili all’interno della rete regionale. MODULOPOL

Fuga dal vincolo Malthusiano nell’assistenza oncologica medica del Dipartimento Oncologico della ASST Valtellina e Alto Lario
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Bertolini, Alessandro Stefano

Fuga dal vincolo Malthusiano nell’assistenza oncologica medica del Dipartimento Oncologico della ASST Valtellina e Alto Lario / Alessandro Stefano Bertolini

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Contesto La ASST della Valtellina e alto Lario risponde alla domanda di salute di 180.000 residenti. Il bacino d’utenza allargato ai territori di confine dell’ATS della Montagna può comprendere 200.000 utenti. La dimensione del territorio, con un asse lungo di 200 km da Livigno a Madesimo determina una bassa densità abitativa. La ASST offre risposte ai bisogni di cura nei quattro presidi aziendali di Sondalo, Sondrio, Morbegno e Chiavenna. La situazione Malthusiana che si crea nel contesto attuale è che nel medio periodo ad una crescita dei bisogni rappresentati dai dati epidemiologici non si riuscirà a dare risposte adeguate a mancanza di risorse. Per uscire da questo vincolo di produttività è necessario prendere in considerazione tecnologie innovative e avviare una riallocazione delle risposte ai detti bisogni. Epidemiologia I casi incidenti annui ammontano al 6x1000 della popolazione residente e consistono in almeno 1200 nuovi casi annui. I casi prevalenti possono arrivare a 6000. Organizzazione La risposta ai bisogni oncologici è differente a seconda della tipologia di pazienti. Le categorie prenderemo in considerazione sono solo quelle che manifestano un bisogno terapeutico specialistico realizzabile, sia esso adiuvante (precauzionale) o per presenza di malattia (in fase preoperatoria o metastatica). Dall’intera casistica epidemiologica dobbiamo sottrarre i pazienti con diagnosi oncologica di tumori cutanei, che non ricadono su un ulteriore bisogno terapeutico, i guariti dall’atto chirurgico, i pazienti compromessi ed indirizzabili alle cure palliative o quelli non trattabili per copatologie od età avanzata. I tumori cutanei squamo e basocellulari rappresentano almeno il 20% della casistica incidente e prevalente. I guariti dall’atto chirurgico, perché diagnosticati con stadio basso o entrati in un percorso di screening, possono essere non più del 10% della casistica. Per questi il programma di follow up rimane, quello terapeutico precauzionale è validato solo per alcune neoplasie e potrebbe riguardare la metà della casistica. Il gruppo a diagnosi tardiva o quelli con copatologie o età avanzata non hanno una necessità di cura specialistica ma sono affidati al medico di famiglia o direttamente alla UOS di Cure Palliative. I casi incidenti con questa caratteristica clinica non sono superiori al 20%. I casi incidenti che ragionevolmente arrivano ad un contatto oncologico medico sono 100%- (20+5+20) = 55%. Dato un’incidenza prevista di 1200 soggetti la casistica che necessita di un’azione terapeutica specialistica si implementa ogni anno del 55% cioè 660 casi. La stessa regola vale per i casi prevalenti, che raggiunge con lo stesso calcolo statistico arrotondato per difetto almeno 3300 persone. Risposte La crescita demografica è sempre stata vincolata alla capacità di una popolazione di sostenere la propria crescita con una produzione di cibo costante. L’esaurimento delle risorse alimentari ha sempre determinato un riassestamento del volume demografico e questo è conosciuto come il vincolo Malthusiano. L’uscita da questo vincolo è stata possibile dal progresso tecnologico applicato alle fonti alimentari. La maggiore disponibilità di forza lavoro ha reso disponibile manodopera a basso salario impiegata in attività produttive che hanno generato quel surplus che ha innescato la rivoluzione industriale. La gestione oncologica medica segue ormai una cinetica Malthusiana con una forza lavoro dedicata che non può crescere all’infinito, stante gli incrementi costanti dei bisogni di cura nella popolazione residente. È necessario costruire un modello tecnologico che abbatta l’impegno lavorativo e assicuri risposte di lungo periodo. L’efficienza allocativa ci determinerà un risparmio di risorse. Proposta Utilizzo pianificato della telemedicina per tutti i pazienti in trattamento con farmaci oncologici orali ad alto costo. Attualmente sono mille dispensazioni all’anno ma con un trend in crescita per le nuove indicazioni e gli adeguamenti delle linee guida. Dispensazione dei farmaci nelle sedi aziendali prossime al domicilio validata dall’oncologo che lavora senza spostarsi sta in un’unica sede. Verifica dello stato di salute del paziente mediante televisita, valutazione degli esami ematochinici per via telematica. Aggiustamento degli appuntamenti ricalibrati su consegne bimestrali. Programmazione e visita in presenza solo per i controlli richiesti dalla scheda AIFA di registrazione. Impatto economico Un medico dedicato per il tempo necessario (90 distribuzioni mese) Un infermiere dedicato per il tempo necessario Giorni stabiliti per la televisita e programmazione esami. Minore presenza dei pazienti negli ambulatori. Impatto positivo sul contenimento dell’inquinamento per minor viaggi sull’asse dei 200 km Rendicontazione dell’attività mediante impegnativa di televisita Sintesi applicativa La televisita in oncologia non è facilmente applicabile nei pazienti che sono in follow up, perché gradiscono il contatto col medico all’appuntamento semestrale. Arruolamento del paziente nel progetto dall’inizio del percorso di cura. Se adeguatamente istruiti, i pazienti in trattamento con farmaci orali e dispensazione agevolata (televisita con medico a Sondrio e ritiro del farmaco, per esempio, all’ospedale di Chiavenna o al presidio di Bormio) sono messi in una situazione di assoluta comodità. Ricevono le impegnative per gli ematochimici direttamente sul fascicolo sanitario. Eseguono gli esami nei punti prelievo aziendali vicini al domicilio. I referti sono visionabili dal medico che accede direttamente al repository dell’utente. Tutta l’organizzazione si regge su un percorso informatico virtuoso, che connette lo storico del paziente al medico, ovunque si trovi e i risultati attuali per la decisione terapeutica. MODULOPOL

Implementazione di un servizio di telefarmacia per la ottimizzazione delle terapie farmacologiche in pazienti cronici
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Venturini, Francesca

Implementazione di un servizio di telefarmacia per la ottimizzazione delle terapie farmacologiche in pazienti cronici / Francesca Venturini

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: L’Azienda Ospedale-Università Padova (AOUP) è una azienda ospedaliero-universitaria di 1.732 posti letto, una delle aziende ospedaliere più grandi d’Italia. Costituisce centro hub a livello regionale: sono presenti 52 centri riconosciuti, ed è sede di 18 European Reference Networks per le malattie rare. La farmacia clinica è un settore della professione che specializza i farmacisti nel fornire assistenza diretta ai pazienti con l'obiettivo di ottimizzare l'uso dei farmaci e migliorare gli esiti clinici. Il farmacista clinico esercita nel team multidisciplinare; in particolare, attraverso la distribuzione diretta, vengono gestite terapie farmacologiche ad alta complessità, di esclusiva erogazione attraverso strutture pubbliche. In un contesto di alta specializzazione, il lavoro in team del farmacista è favorito; rimane la necessità di una stretta interazione con il territorio, non sempre ben strutturata. Sulla scia della telemedicina, ha iniziato a formalizzarsi anche la « telefarmacia », definita come « la fornitura di assistenza da parte di farmacisti attraverso l'uso delle telecomunicazioni a pazienti ubicati a distanza ». Esempi di servizi erogati sono: la revisione del profilo farmacologico del singolo paziente ed il relativo monitoraggio (medication review), la dispensazione di farmaci (home delivery), il counselling. L’obiettivo strategico del progetto è promuovere un modello di assistenza farmaceutica integrata fra ospedale, territorio e domicilio del paziente, attraverso l’applicazione della telefarmacia. Si prevede di sperimentare un modello organizzativo innovativo di presa in carico e continuità assistenziale di pazienti con malattie croniche in trattamento con farmaci specialistici, struttrando un percorso di intevento di farmacia clinica. Beneficeranno del progetto utenti e famiglie afferenti alle Unità di Distribuzione Diretta Farmaci. Il progetto prevede 5 fasi. Dalla fase 1 (situazione « as is »), emerge che il servizio di Distribuzione Diretta Farmaci serve ca. 13.000 pazienti/anno in terapia cronica e/o specialistica. La fase 2 (situazione « to be ») prevede un intervento del farmacista clinico su 2 macroaree: « area logistica - home delivery », con la consegna dei farmaci al domicilio del paziente sul territorio regionale; « area farmacia clinica » a distanza, con un intervento di medication review, e di verifica della compliance del paziente. Si prevede una interazione strutturata fra farmacista ospedaliero, clinico specialista, Medico di Medicina Générale e Centrale Operativa Territoriale (COT) delle aziende ULSS. Lo studio pilota (fase 3) verterà su 2 patologie: una patologia « rara » e una patologia « diffusa ». La diversa numerosità delle due popolazioni di pazienti (ca. 30 vs 690) permetterà di testare il modello su due livelli. I costi rilevati (fase 4) riguarderanno: il personale, l’home delivery e l’acquisizione di tecnologie. I risultati attesi (fase 5), consistono in: migliore gestione dei farmaci, della compliance e della soddisfazione del paziente. Saranno misurati sia indicatori di processo che di esito. Il progetto si inserisce in un contesto, la telefarmacia, ancora poco sviluppato in Italia. I risultati permetteranno di misurare il reale impatto del servizio da parte del farmacista clinico, e saranno facilmente trasferibili a contesti simili, dove la coesistenza di aziende ospedaliere erogatrici e aziende sanitarie territoriali rende frammentata l’assistenza farmaceutica al malato cronico. MODULOORG

Sviluppo di progetti Interaziendali
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Barai, Giampietro

Sviluppo di progetti Interaziendali : Gestione interaziendale di servizi di Fisica Sanitaria con particolare riferimento alla realizzazione di un sistema interaziendale di refertazione Neuroradiologica 2021 / Giampietro Barai

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Il presente project work propone come obiettivo l’analisi di progetti strutturati e interconnessi per la condivisione interaziendale di sistemi e risorse umane nell’ottica di una proposta volta ad un aumento dell’offerta, della qualità diagnostica e della riduzione dei costi. La gestione integrata di servizi territoriali sanitari e sociosanitari erogati da aziende sanitarie diverse ma contigue territorialmente, nell’ambito di una proposta sanitaria che si basa su una complessa e avanzata gestione tecnologica, sia nel campo della cura che della diagnosi, porta ad uno strutturato aumento dell’offerta sanitaria e ad una chiara riduzione dei costi legati alla condivisone delle risorse umane specialistiche e tecnologiche. Le modalità di integrazione dei servizi nei processi di riorganizzazione delle Aziende sanitarie sono diversi a seconda del contesto. Il decreto ministeriale del 2 aprile 2015 n.70, il relativo aggiornamento e le indicazioni strategiche evidenziate all’interno delle linee guida del nuovo POAS deliberato dalla regione Lombardia, porta alla programmazione di dipartimenti interaziendali. I servizi di Fisica Sanitaria delle provincie di Mantova e Cremona operano nel contesto sanitario della terapia radiante e della gestione dell’imaging. Molte attività richiedono una formazione specifica e in continuo aggiornamento (RM, TC, Acceleratori lineari, PACS, Diagnostica digitale, Medicina Nucleare, ecc.), nonché una corposa dotazione tecnologica che deve essere sempre aggiornata. La gestione di un servizio unico interaziendale permetterebbe una organizzazione più efficiente e capace di seguire i veloci mutamenti tecnologici e organizzativi. La condivisione delle apparecchiature consentirebbe di ridurre i costi e nel contempo lo sviluppo delle professionalità e delle competenze presenti nelle due realtà potrebbe essere condivisa dove la richiesta della presenza del fisico non è quotidiana o dove si necessita di una programmazione comune. Lo sviluppo del progetto potrebbe basarsi sull’individuazione formale di una figura di coordinamento Interaziendale che assumerebbe il ruolo di gestione armonizzata e complementare delle due realtà in una logica di sviluppo fisico-clinico, maggior supporto per le direzioni nei progetti condivisi già attivi tra le due realtà (Neuroradiologia, radioprotezione, neurochirurgia, scambio e gestione imaging, screening mammografico) e possibilità di interscambio per specializzazioni non coperte nelle singole realtà. Un esempio legato all’applicazione delle attività che un servizio interaziendale di Fisica Sanitaria faciliterebbe è l’attivazione di un servizio interaziendale di Neuroradiologia. La gestione dell’imaging coordinata da un solo servizio, la conoscenza di ambedue i sistemi di refertazione, rende possibile in tempi ridotti e evitando ridondanze, l’applicazione di un modello di refertazione interaziendale. Scopo della Neuroradiologia Interaziendale di Mantova e Cremona è la collaborazione e la condivisione delle risorse umane e tecnologiche al fine di soddisfare le richieste in ambito diagnostico ed interventistico neuroradiologico delle due provincie. Condizione indispensabile per tale progetto è rappresentata un sistema di condivisione delle immagini funzionale e di buona qualità. A tal proposito si ritiene che inizialmente si possa ricorrere ad utilizzo dei due Sistemi RIS/PACS in ambedue le Sedi. Il risparmio in questo caso risulta legato al personale necessario per le reperibilità notturne e festive. Un solo neuroradiologo potrebbe gestire la richiesta di referti provenienti dalle due ASST, attraverso la gestione interaziendale dei due sistema PACS e RIS. In conclusione va sottolineato che la programmazione di servizi interaziendali da parte delle Direzioni strategiche non sarebbe finalizzata prioritariamente ad economie di scala, ma ad un incremento qualitativo e quantitativo dell’offerta sanitaria. MODULOORG

Radiologia Domiciliare
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Scagnelli, Paola

Radiologia Domiciliare : Integrazione territoriale di un servizio di radiologia / Paola Scagnelli

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Il progetto si propone di attuare un servizio di Radiologia Domiciliare destinato a soggetti in carico all’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) di qualunque profilo di cura ed ai pazienti fragili con polimorbosità per i quali i MMG segnalano all’ADI la necessità di esami radiologici a domicilio. Il progetto è stato pensato anche in previsione di una sua utilità nel prossimo futuro in considerazione delle nuove esigenze dettate da PNRR nelle Case della Comunità e negli Ospedali di comunità e dovrà essere valutata l’opportunità di un coinvolgimento delle COT nel suddetto processo. Il project work illustra la procedura esecutiva e il work flow specificatamente sviluppato per l’esecuzione dell’esame radiologico a domicilio. E’ stata effettuata una preventiva precisa valutazione dei rischi da radiazioni ionizzanti, rischio biologico generico, rischio biologico da SARS-CoV-2, rischio da movimentazione dei carichi e dei pazienti e rischi infortunistici. Sono state valutate tempistiche delle varie fasi di realizzazione ed è stato elaborato un diagramma di Gant per ipotizzare tempistiche adatte, considerando le fasi di sviluppo e di esecuzione. È stato poi effettuato uno studio dei costi di realizzazione considerando sia i costi legati all'attrezzatura che quelli legati al personale, ai sistemi di teletrasmissione e al materiale di consumo. Si e’ poi proceduto ad una previsione dei risultati attesi e dei vantaggi previsti sia in campo sanitario che sociale, relazionale ed umano ed economico. Infine seguirà una fase di verifica che implicherà una relazione finale con presentazione del lavoro svolto sia in termini quantitativi che qualitativi. MODULOORG

Progetto per l’acquisizione interaziendale di un sistema robotico multi modulare condiviso
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Tralce, Luigi

Progetto per l’acquisizione interaziendale di un sistema robotico multi modulare condiviso / Luigi Tralce

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: La chirurgia robotica rappresenta la nuova frontiera della chirurgia mininvasiva e una recente Delibera di Regione Lombardia [Delibera n° XI /5450 del 3/11/2021] ha confermato la sua importanza strategica Con la chirurgia robotica, si possono trattare patologie in sedi anatomiche difficili da raggiungere, estendendo ad interventi complessi i benefici della mininvasività, con la stessa qualità ed efficacia della chirurgia tradizionale. In particolare, nessuna cicatrice estesa sull’addome, ridotto tempo operatorio, minor anestesia e ripresa lavorativa più rapida. I costi di acquisto e di manutenzione sono purtroppo molto elevati configurando il limite più importante all’acquisizione di questa alta tecnologia, soprattutto per Aziende Sanitarie di medio livello. L’obiettivo del progetto è quello di acquisire in condivisione con altra ASST confinante un Robot multimodulare di ultima generazione che presenta caratteristiche tecniche diverse dal classico Robot Da Vinci Trasportabilità del sistema: console mobile e bracci robotizzati su carrelli che vengono posizionati intorno al tavolo operatorio, movimentati e trasportati facilmente da una sala operatoria all’altra La facile movimentazione permette anche il trasporto del sistema tra più strutture ospedaliere con costi minimi correlati con un mezzo di trasporto standard. Ergonomia: le dimensioni ridotte consentono di poter fruire il sistema robotico senza l’esigenza di dedicare una sala operatoria alla tecnologia. Riduzione dei costi correlati: non vi è necessità di dover apportare modifiche strutturali per ospitare il sistema robotico, né stravolgere l’organizzazione delle sedute operatorie in quanto il sistema può essere trasportato laddove è necessario. I destinatari del progetto sono: - Le due Aziende coinvolte limitrofe [ASST Franciacorta e Garda] con I due Presidi Ospedalieri di Chiari e Manerbio che distano 25 Km, con strada percorribile in circa 35 minuti. - La chirurgia generale, urologica e ginecologica dei due Presidi che possono insieme erogare un numero congruo di interventi (almeno 250/anno) - I pazienti del nostro territorio [270000 abitanti per ASST Franciacorta e 380000 per la ASST Garda] che avranno la possibilità di fruire di una tecnica chirurgica moderna e consolidata senza spostarsi in altre sedi Da una analisi delle fughe DRG dal territorio Franciacorta è emerso che oltre 1000 interventi possibili con tecnica robotica, sono stati eseguiti in altre sedi nel triennio 2016 – 2018. Modalità di utilizzo Si prevede che Il Robot venga installato nei due presidi ospedalieri alternativamente ogni due mesi, tempistica ritenuta idonea per rispondere adeguatamente alle necessità di interventi soprattutto oncologici. Formazione e personale Formazione La formazione del personale, punto fondamentale, è a totale carico della ditta che fornisce il sistema con un piano formativo articolato anche in strutture internazionali, adeguato al primo operatore, aiuto chirurgo e personale di sala operatoria. Conclusioni Lo studio di fattibilità eseguito con lo strumento del BEP (break even point), dimostra la sostenibilità economica del progetto condiviso con indubbi vantaggi dal punto di vista sanitario per la popolazione delle due ASST coinvolte. MODULOORG

HealthLine Nuovo Paradigma di Cure Integrate & Digital and Conversational Triage
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Sottile, Antonino

HealthLine Nuovo Paradigma di Cure Integrate & Digital and Conversational Triage / Antonino Sottile

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Il progetto intende sviluppare e validare un nuovo modello di cure integrate nella prevenzione terziaria delle complicanze oncologiche e la gestione degli eventi avversi gravi, grazie al supporto della Telemedicina, dell’Intelligenza Artificiale e del Machine Learning, in modo da tutelare la salute dei pazienti e limitare gli accessi al Pronto Soccorso. Gli attuali processi clinico-assistenziali, dalla fase di triage a quella di cura, prevedono la presenza fisica del paziente presso la struttura ospedaliera e comportano limitazioni ed inefficienze, quali il rischio di sovraffollamento della struttura stessa e eventuali disagi per i pazienti con problemi di mobilità e/o distanti dalla struttura. Inoltre, al fine di garantire un’efficace prestazione sanitaria, le strutture ospedaliere devono pianificare e dimensionare con molta cura il personale sanitario (dagli infermieri ai medici, ma anche agli amministrativi, ecc), in funzione del flusso atteso di pazienti giorno per giorno. Il rischio è una gestione inappropriata dei pazienti, con accodamenti e allungamento dei tempi di attesa, oltre che un degrado del servizio offerto e un aumento dei costi di gestione. I sistemi di Intelligenza Artificiale (IA) stanno assumendo un ruolo sempre più importante in ambito sanitario. Diversi studi hanno dimostrato la loro utilità come strumento di supporto ai medici ed infermieri per formulare diagnosi più precise, rapide e accurate. Obiettivo di questo progetto è presentare e validare un nuovo processo clinico-assistenziale in Oncologia, per la prevenzione terziaria delle complicanze oncologiche e la gestione degli eventi avversi seri, sia per i pazienti che si accingono per la prima volta alla struttura ospedaliera e sia per i pazienti oncologici affetti da tumore solido, presi in carico presso l’IRCCS di Candiolo, in cura con terapia orale antitumorale, terapia infusionale, terapia di supporto, tramite una soluzione innovativa di cure integrate ospedale-territorio, con l’utilizzo della Telemedicina, la spedizione del farmaco dall’Ospedale alla Farmacia Territoriale (grazie alla già attiva collaborazione con le farmacie) ed il Telemonitoraggio a domicilio. Si prevede per casi più complessi l’attivazione dell’assistenza domiciliare infermieristica. Il progetto Digital Triage è complementare e legato in maniera Bidirezionale con HealthLine in quanto si vuole realizzare un sistema di intelligenza artificiale in grado di effettuare un primo screening sulle esigenze del paziente/utente in modo da poterlo indirizzare successivamente verso il giusto percorso. L’attuale processo di Triage, utilizzato per definire l’urgenza delle prestazioni sanitarie, prevede la presenza fisica del paziente presso la struttura ospedaliera e comporta limitazioni ed inefficienze, quali il rischio di sovraffollamento della struttura stessa e eventuali disagi per i pazienti con problemi di mobilità e/o distanti dalla struttura. MODULOPOL

Analisi dei costi dei trattamenti dialitici
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La Milia, Vincenzo

Analisi dei costi dei trattamenti dialitici : progetto di una maggiore implementazione del trattamento dialitico peritoneale domiciliare rispetto all’emodialisi ospedaliera o decentrata - Implicazione per una Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi di un’Azienda Ospedaliera Provinciale / Vincenzo La Milia

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Il trattamento universale per l’HCV ha portato, nel nostro Paese, un guadagno in termini di riduzione di complicanze cliniche correlate all’infezione quali il cancro del fegato, l’insufficienza epatica e la necessità di trapianto del fegato. In Italia, la campagna di screening e trattamento dell’HCV avente l’obiettivo della sua eliminazione entro il 2030, dopo una forte accelerazione nel 2018 e 2019, ha subito l’impatto negativo del COVID, con notevole riduzione dei trattamenti riduzione dei trattamenti nel 2020, Il decreto-legge 162 del 30/12/2019, recepito dal Decreto Milleproroghe del 28/02/2020 e dalla Conferenza Stato-Regioni del 17/12/2020 ha disciplinato gli interventi di screening per l’infezione attiva da HCV, allo scopo di potenziare la campagna per l’eliminazione globale di tale infezione entro il 2030. Secondo tale decreto: 1. Lo screening dell’infezione attiva dell’HCV è effettuato con l’intento di rilevare le infezioni da virus dell’epatite C ancora non diagnosticate, migliorare la possibilità di una diagnosi precoce, avviare i pazienti al trattamento onde evitare le complicanze di una malattia epatica avanzata e delle manifestazioni extraepatiche, nonché interrompere la circolazione del virus impendendo nuove infezioni. 2. Lo screening è rivolto, in via sperimentale, una tantum per il biennio 2021 -2022, a: • tutta la popolazione iscritta all’anagrafe sanitaria e nata dal 1969 al 1989; • ai soggetti seguiti dai servizi pubblici per le Dipendenze (SerD), indipendentemente dalla coorte di nascita e dalla nazionalità; • ai soggetti detenuti in carcere, indipendentemente dalla coorte di nascita e dalla nazionalità. Le persone detenute negli istituti penitenziari costituiscono una popolazione vulnerabile all’infezione da HCV; pertanto, il carcere rappresenta un setting strategico per il programma di screening al fine di agganciare le persone ad un percorso di cura per l’eradicazione dell’infezione cronica da HCV. Il percorso che porta il paziente-detenuto ad intraprendere una terapia anti-HCV, deve iniziare dalla presa in carico da parte dei sanitari che operano all’interno di ogni singolo Istituto Penitenziario e prosegue con la diagnosi, la stadiazione di malattia, la preparazione di un percorso terapeutico, la prescrizione e la dispensazione della terapia, il monitoraggio della terapia ed il follow up post-terapia. Per questo motivo va attuata una gestione interdisciplinare dell’infezione da HCV in carcere, con il coinvolgimento di tutti gli attori. L’obiettivo specifico del progetto di seguito descritto consiste nel realizzare il contributo della Farmacia Ospedaliera di ASST Pavia alla presa in carico dei pazienti HCV, in accordo con le modalità prescrittive vigenti, utilizzando la metodologia della “dose unitaria” già utilizzata nelle Strutture di ASST Pavia. MODULOORG

PREHABILITATION
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Fusetti, Patrizio - Artale, Salvatore

PREHABILITATION : Nuovo Percorso Strategico di Supporto nutrizionale nella presa in carico del paziente Oncologico/Fragile-cronico / Patrizio Fusetti, Salvatore Artale

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Questo progetto vuole porre l’accento su un problema particolarmente sottostimato in oncologia e in generale in medicina, la malnutrizione. Si tratta di una condizione patologica ad alta prevalenza, con impatto negativo sull’outcome clinico del paziente in termini di efficacia terapeutica e di qualità della vita. Ne consegue anche un impatto negativo in termini di incremento della spesa sanitaria dovuta alla gestione degli effetti collaterali e delle complicanze. Per questo motivo è stato proposto un modello di prehabilitation, con presa in carico del paziente da parte di un team interdisciplinare di specialisti, allo scopo di prevenire uno stato di malnutrizione in eccesso o in difetto e la sarcopenia, favorendo l’aderenza ai trattamenti. Lo stesso, ci si attende, possa integrarsi con il distretto territoriale (punto 6 del PNRR), riducendo i ricoveri inappropriati e ottimizzando le risorse del personale sanitarioe e quelle economiche. Nei reparti di Medicina non si vede un interesse a valutare lo stato nutrizionale dei pazienti durante un ricovero per un evento acuto o per una riacutizzazione di una patologia cronica. Ben sappiamo quanto un organismo in buona salute può affrontare al meglio un disagio provocato da una malattia o come un paziente fragile con una buona performance riduce notevolmente la possibilità di una riammissione per una patologia cronica di cui è portatore. In Medicina si pensa allo stato nutrizionale quando il paziente è ricoverato per una patologia per cui è sconsigliata una nutrizione per via orale o quando lo stato stesso è già decaduto e il paziente viene dimesso con necessità di una nutrizione parenterale totale. Oppure bisogna mantenere una nutrizione adeguata a chi viene dimesso con SNG o PEG. E nelle cartelle informatizzate esiste uno score da compilare all'ingresso del paziente, quando si esegue anamnesi ed esame obiettivo. Questo modello proposto per il paziente oncologico può essere trasferito anche al paziente di medicina interna perchè un buono stato nutrizionale riduce i tempi di degenza, riduce le riammissioni dopo un recente ricovero, riduzione degli accessi in PS, migliora le performance dei pazienti fragili al domicilio anche per il supporto della figura del fisioterapista. MODULOORG

Studio di fattibilità di un intervento riabilitativo precoce in un contesto di cure intensive
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Caimi, Marina - Mangiacavalli, Barbara

Studio di fattibilità di un intervento riabilitativo precoce in un contesto di cure intensive / Marina Caimi, Barbara Mangiacavalli

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Il contesto economico sociale e sanitario nel quale ci troviamo a operare è sensibilmente cambiato negli ultimi anni con una rapida accelerazione in corso di pandemisa SARS-COV 2. Nei primi mesi del 2020, la carenza di posti letto ospedalieri sono stati esacerbati dalla diffusione del COVID-19, situazione che ha aggravato ulteriormente la richiesta di posti letto. Nuovi modelli organizzativi vanno messi a punto per ottmizzare la disponibilità di risorse La presente analisi intende valutare la fattibilità di un intervento di mobilizzazione precoce nel contesto delle cure intensive che da una parte favorisca la salute dei pazienti e dall’altra, riducendo la durata ed il costo della singola degenza, permetta a più pazienti di accedere alla terapia intensiva. È stata effettuata una revisione sistematica della letteratura internazionale consultando i principali database biomedici quali PubMed e Scopus, limitando la ricerca agli articoli pubblicati negli ultimi 5 anni, fino al giorno 9 settembre 2022. La metodologia di riferimento del progetto è il Gruppo di Lavoro Multidisciplinare (GLM). Come indicato dal Ministero della Salute, tale modello costituisce un concreto vantaggio per il paziente e per i professionisti. Il Gruppo di Lavoro Multidisciplinare è composto da: operatore del Controllo di Gestione, operatore della qualità, coordinatrice dei fisioterapisti, medico Terapia Intensiva, coordinatrice infermieristica terapia intensiva, fisiatra, che elaboreranno insieme il protocollo sperimentale con relativa declinazione della letteratura scientifica identificando destinatari, obiettivi e indicatori del progetto. Lo studio si compone di 4 fai. Analisi, progettazione, cambiamenti e monitoraggio e il relativo cronoprogramma prevede l’inzio a settembre 2022 e il termine a febbraio 2024. A partire dall’analisi di letteratura che concorda nell’indicare favorevolmente l'implementazione dell’intervento mobilizzazione precoce, è stato proposto un progetto per il quale i degenti in TI con previsione di prolungata durata della degenza (> 7 giorni) vengano valutati entro le 24/72 ore per una presa in carico da parte dell’unità di Recupero e Riabilitazione Funzionale. È stata condotta una valutazione economica per l’implementazione e la realizzazione del progetto a partire dai costi di produzione e dai dati di degenza media del 2019. Le tecniche di valutazione economica sono quattro e la valutazione costo-beneficio è risulata la più adeguata ai fini della valutazione di fattibilità di questo progetto, in ragione degli outcome organizzativi che è possibile valorizzare e che rappresentano un beneficio per la struttura. In linea con la letteratura è stata ipotizzata una riduzione minima pari al 7% della durata di degenza e con l’analisi costo-beneficio si è valutato il risultato. I risultati attesi dimostrano la fattibilità del progetto con un beneficio di circa 170.000 euro/annui. La valutazione ha scelto solo un primo outcome organizzativo, la riduzione dei posti letto, successivamente il gruppo di lavoro potrà proseguire nel considerare anche altri outcome clinici/fisici e umanistici. In ultima analisi, la proposta organizzativa suggerita verte sugli elementi di cambiamento dell’organizzazione sanitaria che stanno ridefinendo obiettivi e priorità assistenziali nel contesto attuale e nei prossimi anni. In una logica di forte innovazione nel settore delle cure intensive e post intensive, il modello proposto rappresenta un fattore di vantaggio competitivo per l’Azienda. MODULOORG

Continuità assistenziale per bambini ad elevata complessità
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Bonanomi, Ezio

Continuità assistenziale per bambini ad elevata complessità : Ruolo del rianimatore pediatrico / Ezio Bonanomi

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: L'obiettivo generale di assistenza sanitaria a bambini con patologia cronica ad elevata complessità assistenziale è quello di ottimizzare la salute di ogni bambino e le sue funzioni residue, riducendo i ricoveri ripetuti e prolungati attraverso l’offerta di un’assistenza completa, personalizzata, centrata sul bambino e la sua famiglia possibilmente nel suo ambiente di vita. Il progetto è rivolto ai minori ad elevata complessità assistenziale intesa come: - insufficienza respiratoria cronica (ossigenoterapia, portatori di tracheostomia, ventilazione domiciliare invasiva o non invasiva); - difficoltà o impossibilità alla nutrizione autonoma (alimentazione mediante sondino naso gastrico o gastrostomia, nutrizione parenterale). Le fasi del progetto prevedono: - proposta e condivisione con i referenti e rappresentanti delle professionalità coinvolte; - diffusione a tutti gli operatori coinvolti mediante informativa ed eventuale corso FAD; - verifica degli indicatori (riduzione ricoveri, accesso facilitato, grado di soddisfazione della famiglia). Il progetto si compone di due momenti: 1. dimissione protetta A condizioni cliniche stabilizzate e definiti i bisogni complessi la dimissione viene preparata mediante due incontri: - Il primo incontro, organizzato dal reparto dimettente, ha la finalità di comunicare al pediatra (PLS) ed alla famiglia le possibilità e di proseguimento delle cure sul territorio - Il secondo incontro, organizzato dalla Centrale Operativa Territoriale, vede coinvolti medico/infermiere dell’USC di ricovero, l’equipe ospedaliera allargata, gli operatori della Centrale Dimissioni Protette, il PLS, gli operatori sanitari e sociali del territorio ed ha lo scopo di valutare la fattibilità del programma di dimissione al domicilio o in alternativa in adeguata struttura sanitaria. 2. riammissione protetta Le condizioni che possono richiedere l’attivazione di un’ammissione protetta sono: - la necessità di approfondimenti diagnostici e di revisione terapeutica con possibilità di consulto multispecialistico; - la realizzazione di interventi specifici quali sostituzione di PEG, catetere venoso centrale, cannula tracheostomica, nutrizione artificiale; - ricovero per interventi chirurgici o cure mediche ospedaliere. La proposta di ammissione per diagnostica/ricovero da parte del PLS che contatta tramite numero telefonico dedicato la coordinatrice degli ambulatori pediatrici che, consultati gli specialisti coinvolti, organizzerà il day hospital o ricovero. Il ruolo del rianimatore pediatrico è cruciale in diversi momenti: - ricovero direttamente dal territorio e dimissione diretta al domicilio al fine di ridurre tempi di attesa in pronto soccorso e quelli di ricovero; - valutazione vie aeree (broncoscopia diagnostica ed operatoria, sostituzione cannula tracheostomica) e gestione della ventilazione domiciliare; - decisioni condivise con la famiglia in merito al livello delle cure ritenuto proporzionato alle condizioni generali del bambino (es. intubazione / tracheostomia, rianimazione cardio-polmonare in caso di arresto cardiaco, percorso di cure palliative); - addestramento del caregiver all’utilizzo del respiratore e sulle manovre di disostruzione vie aeree e possibilità di un corso personalizzato di rianimazione pediatrica (PBLS). Proposte innovative sono poi: - cartella clinica informatizzata in condivisione ospedale – territorio; - consulto in telemedicina con la famiglia, PLS ed infermiere domiciliare; - visita a domicilio entro 72 ore dalla dimissione e successive visite periodiche. Attraverso la valorizzando tutte le figure professionali, il coinvolgimento della famiglia ma soprattutto costruendo canali comunicativi Ospedale – Territorio sarà possibile la riuscita di questo progetto. MODULOORG

Sviluppo di un Modello Organizzativo per le Prestazioni in ambito Endocrinologico nel Nuovo Contesto Sanitario della Regione Lombardia
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Pecori Giraldi, Francesca

Sviluppo di un Modello Organizzativo per le Prestazioni in ambito Endocrinologico nel Nuovo Contesto Sanitario della Regione Lombardia / Francesca Pecori Giraldi

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Lo specialista endocrinologo deve seguire una grande varietà di patologie, da alcune a larga diffusione (e.g., diabete, obesità, ipotiroidismo, osteoporosi, dislipidemie) ad altre meno frequenti (e.g., tumori tiroidei, lesioni surrenaliche, iperparatiroidismi) ad altre estremamente rare (e.g., sindrome di Cushing, ipopituitarismi). Per loro natura, alcune di queste patologie sono appannaggio dello specialista ambulatoriale, altre richiedono strutture ospedaliere dedicate per l’esecuzione di procedure diagnostiche e terapie complesse. Il nuovo modello sanitario della Regione Lombardia, avvicinando territorio e ospedale, rappresenta un’opportunità particolarmente interessante per offrire ai pazienti con malattie endocrine come pure agli specialisti delle diverse branche cliniche, sia mediche che chirurgiche, un miglioramento nella gestione delle patologie endocrine. Questo progetto intende affettuare un’analisi di contesto delle prestazioni in ambito endocrinologico presenti nell’archivio digitale della Regione negli anni antecedenti la pandemia. Le diagnosi di invio verranno classificate per la loro complessità clinica e valutata la loro distribuzione territoriale. Si prevede quindi sviluppare il modello di organizzativo distrettuale delle prestazioni in ambito endocrino tra le 3 realtà del distretto: Case di Comunità, Ospedali di Comunità e Polo Ospedaliero in base alla complessità della patologia endocrina sottostante. Obiettivo strategico del progetto è sviluppare un modello organizzativo per le prestazioni specialistiche in ambito endocrino basato sulla complessità della patologia di invio. Patologie a bassa complessità, spesso le più frequenti, verranno indirizzate allo specialista operante nelle Case di Comunità e negli Ospedali di Comunità. Per contro, pazienti con patologie endocrine complesse potranno essere inviati direttamente allo specialista di secondo livello operante negli Ospedali di Comunità o in sede ospedaliera. La suddivisione delle prestazioni in base alla complessità della patologia dovrebbe garantire una più efficiente copertura delle prestazioni specialistiche endocrinologiche sul territorio. MODULOORG

Analisi dei percorsi attuati dalla SC Continuità Ospedale e Territorio
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Casati, Ornella

Analisi dei percorsi attuati dalla SC Continuità Ospedale e Territorio : evidenziare le criticità per modulare nuove proposte / Ornella Casati

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Nel 2019 è stata istituita presso l’ASST GOM Niguarda la Centrale Unica per le Dimissioni Protette (CUDP) con il compito di migliorare ed ottimizzare il percorso di dimissione del paziente fragile e quindi il passaggio dalla fase acuta (ospedalizzazione) alla fase riabilitativa, sub-acuta e/o cronica (domicilio, rete dei servizi sociosanitari) in relazione ai suoi bisogni ed al tipo di patologia. La Centrale nasce come evoluzione del Centro Servizi Aziendale (CSA), servizio che aveva nell’ambito del Progetto Milano, lo scopo di supportare i reparti nelle dimissioni dei pz. verso le sole Cure Intermedie (CI) attraverso il Centro Servizi Milano (CSM). Quest’ultimo, a valenza cittadina e gestito dalla AST Niguarda, rappresentava un modello di governo della rete ai fini della valutazione dell’appropriatezza d’invio in CI e di un razionale utilizzo dell’offerta presente sul territorio. Dall’esperienza CSM – CSA e dopo quasi quattro anni di attività della CUDP si impone una revisione di quanto finora messo in atto per migliorare il sistema e una verifica dei punti di forza e delle criticità ancora presenti. I dati di attività della Centrale riguardano oltre 3000 pz. e offrono la possibilità di effettuare diverse analisi tra cui il percorso temporale del paziente dalla segnalazione da parte del reparto alla Centrale fino alla dimissione. Nel corso degli anni basandosi proprio sui dati di attività sono già statI messi in atto vari percorsi per ridurre i tempi di dimissione e per aumentare l’appropriatezza delle stesse (ADI per pz. respiratori, ADI per pz. con LDD, ADI per minori con gravi patologie, percorso facilitato per la nomina di Amministrazione di sostegno, convenzione con erogatore di CI, segnalazione precoce da PS, ) Lo scopo del lavoro è duplice, da una parte proporre alla Direzione eventuali percorsi aggiuntivi che possano aumentare l’efficacia delle dimissioni riducendo i tempi di degenza, dall’altra ipotizzare una ridefinizione dei processi alla luce della Legge 22/21 e delle sue nuove indicazioni, con particolare riferimento alla Centrale Operativa Territoriale (COT).e alla possibile trasformazione della Centrale Unica per le dimissini protette (CUDP) in quest’ultima. I processi che la COT dovrà attuare sono in parte già applicati dalla CUDP e attraverso l’esperienza acquisità si cercherà di ipotizzare il suo sviluppo sul territorio preservando il lavoro già rodato con i reparti ospedalieri. MODULOORG

La digitalizzazione della terapia farmacologica a supporto della gestione del rischio clinico
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Giardini, Anna

La digitalizzazione della terapia farmacologica a supporto della gestione del rischio clinico / Anna Giardini

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: È ormai consolidato che l’adozione di sistemi informatizzati per la gestione del percorso del paziente agevola il lavoro degli operatori, favorisce la comunicazione all’interno del team, e contestualmente migliora la sicurezza del paziente e riduce il rischio di errore legato alle azioni ripetitive. La gestione informatizzata della terapia farmacologica inserita all’interno della cartella clinica digitalizzata diventa quindi nella sanità attuale uno strumento sine qua non per la gestione ottimale del paziente nel percorso di cura e fonte documentaria indispensabile per il conseguimento di obiettivi strategici in materia di gestione, organizzazione e valutazione della qualità dei servizi. Nel presente lavoro verrà illustrato il progetto di seconda digitalizzazione in atto presso gli Istituti Clinici Scientifici Maugeri Spa Società Benefit (ICS Maugeri) con un focus specifico sulla Nuova Cartella Clinica e la gestione digitalizzata della terapia farmacologica. I destinatari sono i dipendenti ICS Maugeri che svolgono attività clinica nei nostri Istituti nelle 6 Regioni in cui ICS Maugeri è presente. Tra gennaio 2021 e aprile 2022 stati avviati i seguenti Istituti: Pavia-via Boezio, Milano Camaldoli, Montescano, Tradate, Bari, Nervi, Lumezzane, Torino (Figura 1). Entro fine 2022-primo semestre 2023 è prevista la digitalizzazione degli Istituti ICS Maugeri rimanenti. Al termine del progetto saranno coinvolti circa 500 medici e circa 2000 operatori. La sicurezza nella gestione delle cure farmacologiche, sia in merito alla prescrizione che alla somministrazione, è una componente di rilevanza per la gestione del paziente nel suo percorso di cura ed è componente essenziale in merito al governo clinico. Alcuni limiti connessi alla digitalizazione della terapia farmacologica possono essere evidenziati: aumento del tempo attività-relate, necessità di monitoraggio costante delle interfacce informatiche (che se mal gestite possono aumentare il rischio clinico), necessità di formazione pre avvio. D’altra parte, numerosi sono gli elementi evidenziabili di supporto alla riduzione del rischio clinico (es. alert dedicati delle eventuali allergie o della presenza di infezioni; Decision Supporto System DSS con alert in caso di allergie, duplicazioni, interazioni tra farmaci; vincoli alla prescrizione che comportano l’impossibilità di effettuare una prescrizione incompleta di alcune informazioni; lettura chiara e immediata della prescrizione; identificazione corretta dei farmaci da somministrare tramite lettura barcode; gestione guidata della prescrizione e somministrazione della terapia al bisogno; controllo sui farmaci LASA; gestione assistita delle equivalenze farmaceutiche tra i prodotti disponibili in PTO o extra PTO; evidenza delle somministrazioni ancora da svolgere e delle mancate somministrazioni; tracciabiltà di ogni fase di prescrizione-somministrazione, con registrazione precisa e puntuale dell’operatore che effettua l’attività e del momento in cui la prestazione è stata effettuata, anche per lo storico; monitoraggio da parte degli operatori di quanto prescritto e somministrato ad ogni singolo paziente). La trasformazione digitale in sanità non è semplice dematerializzazione della documentazione sanitaria, quanto piuttosto un’occasione per ripensare all’organizzazione e alla gestione del percorso del paziente. Questo costituisce una sfida multivello, dove gli stakeholder coinvolti sono molteplici con istanze che vanno necessariamente conciliate e mediate, con in mente il fine ultimo di migliorare le cure, in termini sia di efficacia che di efficienza. MODULOORG

Piano Strategico UNITÁ OPERATIVA COMPLESSA Ostetricia e Ginecologia - ASST Lodi 2022-2024
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Soligo, Marco

Piano Strategico UNITÁ OPERATIVA COMPLESSA Ostetricia e Ginecologia - ASST Lodi 2022-2024 / Marco Soligo

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: Il contesto Ostetrico-Ginecologico risente, particolarmente in Italia, della tendenza alla denatalità, fenomeno di lungo periodo, che ha visto però un’accentuazione significativa a causa della pandemia SARS-CoV-2. Accanto a ciò occorre rilevare che lo sviluppo della tecnologia impatta significativamente tanto in ambito Ostetrico, particolarmente nella diagnostica, quanto in quello Ginecologico e specificamente in ambito chirurgico. Ulteriore elemento che connota il contesto dell’ambito Ostetrico Ginecologico è l’aspetto emozionale, particolarmente delicato e condizionante tutte le scelte operative. Insistono infine sul contesto generale elementi prettamente locali dei quali occorre prendere atto nel disegnare e gestire le strategie. Il presente Piano Strategico dell’Unità Operativa Complessa (UOC) di Ostetricia e Ginecologia dell’ASST di Lodi copre l’intervallo temporale che andrà dal 2022 al 2024. Esso interviene quindi ad un anno di distanza dall’inizio del mio mandato dirigenziale, avvenuto il 01.01.2021. Tale circostanza consente di considerare il primo anno del mandato come fase propedeutica, di ricognizione ed azione che conduce ad una modificazione dello stato iniziale. Il presente Piano strategico prenderà atto dei cambiamenti ottenuti, di quelli in essere e di quelli necessari per l’affermazione della Missione e la realizzazione della Visione dell’UOC. Verranno sinteticamente descritte le operazioni di ricognizione iniziale dalle quali sono scaturite le azioni realizzate nel primo anno ottenendo dei cambiamenti, alcuni dei quali già compiuti, altri in corso di sviluppo, oppure ancora in fase progettuale. Una fotografia dello stato attuale consentirà di ridefinire le linee di azione portanti che verranno declinate operativamente con riferimento alle diverse componenti che animano e danno sostanza alla strategia: le Risorse Umane, la Logistica, la Tecnologia, la Comunicazione. Verranno definiti gli indicatori essenziali necessari a monitorare l’impatto dell’azione ed i suoi risultati. Tali indicatori saranno essenziali nel condurre un’analisi in itinere del Piano che verrà condotta nel primo semestre del 2023. Sulla scorta di quest’ultima potranno essere introdotti gli adeguamenti operativi necessari ad un più puntuale raggiungimento degli obiettivi del Piano. In conclusione gli stessi indicatori consentiranno di redigere un’analisi a consuntivo del presente Piano Strategico. MODULOORG

Progettazione di una piattaforma digitale per standardizzare l’appropriatezza della richiesta clinico-radiologica
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Progettazione di una piattaforma digitale per standardizzare l’appropriatezza della richiesta clinico-radiologica / Andrea Esposito, Cesare Morzenti, Matteo Viti, Ponziano Antonio Ricciardelli

Milano: PoliS-Lombardia, [2022]

Abstract: La diagnostica per immagini riveste un ruolo fondamentale nella pratica medica quotidiana, fornendo informazioni importanti che guidano la gestione dei pazienti. Negli ultimi decenni l’utilizzo dei servizi erogati dalla diagnostica per immagini è cresciuto vertiginosamente, in particolare per quanto riguarda tecnologie costose come Tomografia Computerizzata (TC) e Risonanza Magnetica (RM). Di pari passo è aumentata la difficoltà da parte dei clinici di scegliere l’esame appropriato per un dato quesito clinico. La definizione di linee guida di riferimento per la richiesta clinico-radiologica è essenziale per migliorare l'appropriatezza delle procedure radiologiche. In un momento di crescente aumento dei costi del sistema sanitario nazionale (SSN) e di attenzione da parte dell'opinione pubblica sul rispetto dei tempi di attesa delle varie prestazioni e sui rischi dell'esposizione alle radiazioni, è strategico che la diagnostica per immagini sia utilizzata nel modo più efficace ed efficiente possibile, attraverso criteri omogenei e standardizzati. Lo scopo del presente progetto è quello di sviluppare un sistema innovativo in grado di aiutare i medici specialisti nella scelta dell’esame diagnostico più appropriato per un dato quesito clinico, basandosi su linee guida di riferimento per l'imaging riconosciute a livello internazionale e di implementarlo su una piattaforma software prototipale. Per l’implementazione partiremo con un numero definito di indicazioni cliniche per l’apparato gastrointestinale, determinate da uno specialista chirurgo. L’indicazione clinica si baserà sull’anamnesi, gli esami di laboratorio e la valutazione del paziente. I radiologi valuteranno l’indicazione clinica e la correleranno con gli esami radiologici più appropriati, in base a uno score, basato sui criteri di appropriatezza dell’American College of Radiology (ACR). L’algoritmo attraverso le caratteristiche cliniche del paziente e il quesito diagnostico indicato, proporrà l’esame radiologico più appropriato per la diagnosi e cura del paziente. L’intento è di estendere il progetto a un maggior numero di indicazioni cliniche della pratica quotidiana. Una standardizzazione dell’appropriatezza delle richieste tramite software ha molteplici vantaggi: una riduzione dei costi di esami superflui per l’SSN, una riduzione delle liste di attesa, una riduzione dell’esposizione non necessaria a radiazioni ionizzanti, un calo nel conflitto tra colleghi di differenti specialità nella richiesta di indagini. Inoltre criteri che si basano sull’evidenza possono ridurre i contenziosi medico-legali. La piattaforma verrà sperimentata su richieste di ambito ospedaliero (di Reparto/Pronto Soccorso), ma in un’ottica futura può essere ampliata all’utenza esterna. Una ulteriore evoluzione del progetto potrebbe essere lo sviluppo di una applicazione per smartphone dedicata, in modo da poter essere utilizzata anche dai medici di medicina generale, nell’ambito della loro routinaria attività ambulatoriale. MODULOORG