Sono disponibili alcuni elaborati (Project work) realizzati dai partecipanti ai Corsi di formazione Manageriali per Direttori di Azienda Sanitaria (DIAS) e Direttori responsabili di Struttura Complessa (DSC) e dai partecipanti ai Corsi di rivalidazione della formazione manageriale organizzati da AFSSL - Accademia di formazione per il servizio sociosanitario lombardo di PoliS-Lombardia.
Per ogni Project work è visualizzabile una scheda descrittiva dettagliata, con abstract e - in allegato - il testo completo del documento.

SELEZIONE PER TIPO CORSO: DIAS DSC - RIVALIDAZIONE

SELEZIONE PER MODULOSanità pubblica - Organizzazione e gestioneGestione economico-finanziaria - Risorse umane

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Se il paziente non va alla dialisi, la dialisi va al paziente
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Bergamin, Laura Carla - Fontana, Francesco - Nocco, Umberto

Se il paziente non va alla dialisi, la dialisi va al paziente : proposta di un modello organizzativo per l'erogazione di dialisi distribuita / Laura Carla Bergamin, Francesco Fontana, Umberto Nocco

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: La necessità di accesso ai trattamenti dialitici comporta una riduzione della qualità della vita dei pazienti ed è a tutti gli effetti considerata una malattia cronica invalidante. L’accesso ai centri di erogazione del trattamento (ospedaliera e non) limita in modo importante la vita dei pazienti, riducendone la qualità percepita. Si propone un modello organizzativo che grazie all’utilizzo di mezzi mobili con postazioni dialitiche che possono essere movimentati sul territorio di riferimento, possano consentire l’effettuazione di trattamenti a elevato livello di assistenza (tipo CAL) in prossimità del domicilio dei pazienti riducendo tempi di trasferimento e migliorando di conseguenza la qualità della vita. Metodo: prendendo spunto da esperienze internazionali sull’argomento e attraverso l’analisi di dati relativi alla distribuzione geografica dei pazienti idonei, si ipotizza un modello organizzativo fortemente integrato tra centro dialisi, unità di gestione del mezzo mobile e COT territoriale per il supporto del centro dialisi nella gestione del percorso di cura del paziente e per l’attivazione di una presa in carico territoriale del paziente. Indicatori oggettivi: vengono proposti alcuni indicatori quali saturazione del mezzo, tasso di arruolamento pazienti, mantenimento del setting, tasso di copertura del territorio (i principali) Risultati attesi: da un punto di vista organizzativo ci si aspetta una riduzione dei tempi e dei costi di trasferimento dei pazienti, una riduzione degli accessi al centro dialisi di riferimento per i trattamenti che liberi risorse per i pazienti più critici grazie all‘aumento dell’erogazione domiciliare e su mezzo mobile e un potenziamento dell’utilizzo delle soluzioni informatiche di trasferimento delle informazioni (tele-x). Ci si aspetta, anche se soggettivo e quantificabile solo nel medio periodo, un aumento della qualità della vita percepita dai pazienti. MODULOORG

Sanità delle aree montane e disagiate. Analisi del differenziale di consumo e produzione per abitante: implicazioni di policy e management
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Sanità delle aree montane e disagiate. Analisi del differenziale di consumo e produzione per abitante: implicazioni di policy e management / Roberto Guarnaschelli, Mario Giovanni Melazzini, Cristina Sailis, Alessandro Zavaritt

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: La riorganizzazione dell’offerta sanitaria e sociosanitaria in corso in questi ultimi anni unitamente alla peculiarità delle aree montane e disagiate, necessita di un approccio organizzativo e gestionale innovativo. Lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane e disagiate in modo da ridurre le condizioni di svantaggio presenti e di garantire l’effettivo esercizio dei diritti della popolazione che vi risiede e agevolare l’accesso ai servizi sanitari e socio sanitari essenziali. è obiettivo di interesse di regione Lombardia e nazionale. Partendo dall’analisi dell’offerta ospedaliera e territoriale attualmente presente in zone montane e disagiate e delle criticità ( es. distanze, tempi di percorrenza, disponibilità di personale sanitario e operatori sociosanitari , possibilità di accesso a servizi online), ci si è orientati nel considerare e poter confrontare territori con orografie molto eterogenee, infrastrutture e possibilità di spostamento della popolazione molto diversificate, densità di popolazione differenti e una rete dei servizi sanitari e dell’offerta in termini di presidi ospedalieri e ambulatori accreditati e non, molto disuguale in termini quantitativi, andando a configurare una potenziale non equità di accesso alle cure. Sono stati identificati tre territori di Regione Lombardia: Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Valtellina e Alto Lario con i distretti Alta Valtellina, Valchiavenna e Alto Lario, ASST Sette Laghi con i distretti di Varese e Tradate e la ASST Mantova con i distretti Alto Mantovano e Oglio Po. Dall’analisi dei dati emerge che, mentre per i ricoveri l’andamento è più o meno costante nelle diverse aree, i dati delle prestazioni ambulatoriali appaiono disomogenei ed evidenziano che una quota importante del prescritto non viene consumato, contribuendo a una distribuzione dei consumi casuale e non correlati agli stadi di patologia: una quota dei pazienti cronici e fragili sono overtreated, un’altra è undertreated. Per passare da una situazione come quella rilevata, a una di consumi più appropriati ed equilibrati rispetto ai bisogni della popolazione, si può far ricorso a diverse strategie di servizio, che promuovano la fruizione e l’accessibilità dei servizi sanitari, stimolino la sinergia ospedale e territorio e garantiscano l’equità d’accesso, rispondendo in tal modo ai bisogni di salute dei cittadini, in primo luogo di quelli residenti in aree disagiate e di zone montane. Sulla base dei volumi di prestazioni erogate nei diversi distretti, analizzeremo se i consumi sono omogenei o se emergano delle differenze significative che nel complesso potrebbero configurare una non equità di accesso alle cure e le motivazioni che stanno alla base di tali differenze. Si cercherà di individuare un modello organizzativo per aumentare la fruizione dei servizi sanitari, promuovendo la sinergia ospedale e territorio che faciliti l’equità d’accesso per meglio rispondere ai bisogni di salute dei cittadini formulando nuovi modelli di servizio. Queste considerazioni impongono l’avvio di riflessioni per potenziali azioni strutturali che indirizzino le scelte di governo della sanità lombarda verso un possibile cambiamento. Gli investimenti iniziali per tali modelli organizzativi saranno necessari, ma una gestione oculata dei costi a lungo termine potrebbe portare a una maggiore efficienza e a una migliore risposta alle esigenze sanitarie nelle aree disagiate e di montagna. MODULOPOL

Proposta di un modello regionale diffuso di indirizzo dell'innovazione tecnologica nel settore dei dispositivi medici
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Ranieri, Paolo - Vinci, Anna - Zingaro, Elisabetta

Proposta di un modello regionale diffuso di indirizzo dell'innovazione tecnologica nel settore dei dispositivi medici / Paolo Ranieri, Anna Vinci, Elisabetta Zingaro

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: I dispositivi medici sono una voce di importante impatto economico sul sistema sanitario. Tuttavia, il mondo dell’industria si relaziona saltuariamente sia con il mondo sanitario, che è portavoce del fabbisogno di salute sempre crescente della popolazione in relazione ai bisogni emergenti, sia con il mondo scientifico, che in ricerca rappresenta un punto fondamentale per l’innovazione tecnologica. Attualmente la genesi di un’innovazione necessita del partenariato pubblico-privato ed è subordinata alla preventiva allocazione di fondi pubblici (ad esempio, POR FESR Regione Lombardia). La possibilità di avviare coordinate iniziative preliminari, senza previa allocazione di fondi, sarebbe invece obbiettivo di questo project work, attraverso un modello di progettazione diffusa fra le strutture del Sistema sanitario regionale, capace di federare le valide competenze distribuite e non ancora appieno sfruttate: un continuo e rapido confronto fra Personale già dipendente SSR, senza dispersione di uno straordinario bagaglio di intuizioni in corsia, garantirebbe all’intero Sistema regionale lombardo un ruolo da protagonista piuttosto che da cliente saltuariamente consultato, da anticipatore dei futuri scenari di innovazione tecnologica, con i noti riflessi pure organizzativi. In particolare, il modello suggerito: - non prevederebbe lo stanziamento di fondi (isorisorse); - consentirebbe al SSR di indirizzare lo sviluppo tecnologico verso la soddisfazione del fabbisogno di salute (con miglioramento dell’outcome); - consentirebbe la riduzione dei costi della spesa sanitaria in merito ai dispositivi (rispetto del vincolo della spending review); - farebbe leva sulle competenze già presenti all’interno dell’ASST (empowerment tecnologico aziendale), con valorizzazione delle competenze; - accrescerebbe l’eccellenza dei professionisti nel percorso di cura del paziente, i quali vedrebbero valorizzati il proprio ruolo e le proprie competenze; - darebbe un forte contributo alle conoscenze in campo sanitario, con vantaggio anche a livello internazionale. Il Sistema sanitario regionale potrebbe beneficiare di risparmi superiori ai 700 milioni di euro, considerato l’esborso lombardo in dispositivi medici (732 milioni di euro nel 2019, con tasso di crescita del 5,8% rispetto al 2018) e le risultanze in Letteratura. In caso di reinvestimento in Sanità, includendo l’effetto leva nazionale (pari ad 1,84 nel 2023, secondo Fnomceo-Censis), si potrebbero generare facilmente benefici per oltre un miliardo di euro. Una Regione locomotiva per l’intero tessuto innovativo regionale, di fatto, senza alcun esborso monetario iniziale e con significativi vantaggi in termini di riduzione della spesa sanitaria. Rispetto alla proposta di queste pagine, il framework scelto è il Business Model Canvas, già rodato in campo aziendale e qui adattato all’ambito sanitario, che permette di descrivere con immediatezza gli aspetti precipui. È stata quindi condotta un’analisi SWOT per identificare punti di forza e debolezza del progetto. «Solo un sistema in grado strutturalmente di promuovere scoperta di innovazioni, farmaci e dispositivi più efficaci può affrontare la sfida della nuova domanda sanitaria, largamente annunciata dalle previsioni sociodemografiche. Per questo è essenziale l’innovazione in senso ampio relativa alle terapie così come alla progettazione di servizi in grado di migliorare l’esperienza e il percorso del paziente.» (Fnomceo - Censis, 2023) Il modello presentato, che esalta un ruolo del Servizio sanitario regionale quale ammiraglio e progettista dell’innovazione tecnologica, aggiuntivo rispetto alla concezione tradizionale, incarna un elemento di assoluta novità. MODULOECO

Proposta di protocollo integrato di dimissioni protette in Regione Lombardia
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Cristoferi, Filippo - Patrone, Carlotta

Proposta di protocollo integrato di dimissioni protette in Regione Lombardia / Filippo Cristoferi, Patrone Carlotta

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Le “dimissioni protette” sono un grande tema nella gestione e organizzazione dei sistemi sanitari, in quanto interessano la transizione tra setting di cura differenti, in una logica di integrazione multiprofessionale, prevedendo adeguati momenti di valutazione del bisogno sanitario e sociale del paziente e del contesto di caregiving che lo caratterizza. Lo scopo di un protocollo regionale integrato di dimissione protetta, che preveda percorsi ottimizzati da specifiche tecniche proprie della gestione operativa, è quello di garantire equità territoriale e continuità di cure in modo tale che il paziente possa sentirsi realmente preso in carico e che possa utilizzare i servizi sanitari in maniera ottimale, evitando accessi inutili a setting inappropriati e agevolando un più efficace ed efficiente utilizzo delle risorse sanitarie. L’analisi di percorso paziente in dimissione da ricoveri programmati e/o urgenti ha permesso di definire modalità di gestione, scale di valutazione del bisogno, momenti di condivisione multidimensionale che facilitino il momento del discharge ospedaliero e individuino il setting corretto di cure territoriali. Lo si è fatto con un metodo multiprofessionale, integrando le competenze di sistema, di processo e ingegneristiche, tramite: ● analisi comparativa delle fonti extra-regionali e fonti regionali disponibili; ● tecniche di ingegneristiche di analisi Business Process Reengineering, A3 e Value Stream Mapping. Rimane fondamentale la funzione di coordinamento dei vari attori della rete che, in una logica di integrazione ospedale-territorio, deve prevedere un pivot organizzativo, identificato nella Centrale Operativa Territoriale (COT) e il necessario utilizzo di strumenti digitali e informatizzati di comunicazione funzionali al dialogo delle varie professionalità coinvolte. La trasferibilità dei contenuti proposti dal lavoro condotto nella gestione quotidiana della dimissione, in particolare del paziente fragile e complesso, rileva la necessità di ulteriori passaggi di approfondimento e condivisione che dovranno essere necessariamente affrontati nelle sedi competenti. In ultimo l’approfondimento apre ad alcune valutazione di possibile sviluppo su temi “di frontiera” in una logica «wish to think/do» per ragionare su alcune evoluzioni del modello/percorso in particolare riferita ai temi della digitalizzazione per una più efficace condivisione delle informazioni, alla gestione dei device per intercettare tempestivamente riacutizzazioni o stati di scompenso della patologia, dell’integrazione negli attuali strumenti di governo della rete e della possibilità di una gestione integrata della rete territoriale tramite una piattaforma unica territoriale/regionale, anche tramite il Sistema Digitale di Gestione Territoriale (SGDT). MODULOORG

Proposta di ampliamento della mission della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) quale nuovo soggetto complementare nelle Cure Primarie
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Ferrazza, Andrea

Proposta di ampliamento della mission della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) quale nuovo soggetto complementare nelle Cure Primarie / Andrea Ferrazza

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: La attuale carenza di figure sanitarie (infermieri e medici) con notevoli diseguaglianze territoriali nelle Cure Primarie, in una popolazione italiana destinata all’invecchiamento, comprometterebbe l’equità all’accesso alla assistenza sanitaria. La RSA, risorsa già operante in maniera capillare, potrebbe costituire nelle realtà locali una valida alternativa come soggetto complementare nelle Cure Primarie, gestendo pazienti di età oltre i 65 anni di 1-3 condotte nell’ottica di un “Global Chronic Care Model”. Vengono esaminati i punti di forza della RSA (intesa sia nella forma tradizionale sia nella forma più complessa come nel caso della Fondazione Madonna del Corlo); dalla valutazione della reale capacità di intervento sul territorio della Fondazione Madonna del Corlo, in seguito alla analisi relativa all’anno 2022 dei servizi della propria filiera di assistenza, si evince una fattibilità della proposta di gestione delle Cure Primarie da parte della RSA. Da un progetto pilota la proposta potrebbe essere estesa anche ad altre RSA. MODULOPOL

La valutazione multidimensionale integrata per la presa in carico della persona parzialmente o totalmente non autosufficiente nei servizi sociosanitari nel territorio lodigiano
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Boggi, Stefano

La valutazione multidimensionale integrata per la presa in carico della persona parzialmente o totalmente non autosufficiente nei servizi sociosanitari nel territorio lodigiano / Stefano Boggi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: L’evoluzione dei processi gestionali all’interno del sistema sociosanitario, in un’ottica di inclusione e coinvolgimento attivo di Piani di Zona, servizi sociali e Terzo Settore, può rappresentare la svolta per il nuovo sistema di welfare: è necessario uscire dall’idea che ogni singolo ente della rete svolga la mera funzione di erogatore di servizi ed è essenziale entrare in un’ottica di sistema filiera e coprogrammazione. Il presente lavoro, calato nel contesto territoriale della ASST di Lodi (coincidente con il Piano di Zona e con i confini della Provincia di Lodi), si auspica di proporre un modello organizzativo di presa in carico della persona anziana vulnerabile, attraverso strumenti di analisi del bisogno, programmazione dell’offerta dei servizi e valutazione univoca delle caratteristiche di salute, sfruttando le potenzialità che il Distretto evoluto (comprendente le realtà sociosanitarie) può apportare all’organizzazione. Da una analisi approfondita degli accessi alle prestazioni sanitarie della popolazione residente in Provincia di Lodi emerge che il 46,9% dei ricoveri ospedalieri è ascrivibile agli over 65 e il 55,47% dei ricoveri vengono effettuati nei 4 presidi ospedalieri della ASST di Lodi, aspetto che agevola una presa in carico territoriale delle persone in dimissione dalla rete ospedaliera. Analizzando i dati relativi alle domande/ricoveri in RSA nella Provincia di Lodi emerge la necessità di ripensare il processo di governo della domanda partendo dal bisogno delle persone e promuovendo modelli di presa in carico fondati sull’appropriatezza e adeguatezza della risposta. Correlando i dati relativi alle domande di ricovero in RSA (ricavati dal portale locale SMART RSA) con lo stato di salute della popolazione (ricavati dal Portale salute di ATS Milano) emerge quanto segue: la presentazione delle domande di ricovero in RSA è debolmente correlata all’indice di dipendenza anziani; in alcuni territori disagiati la difficoltà di accesso al sistema dei servizi sociosanitari riduce la domanda; la presa in carico della non autosufficienza è inferiore nei paesi che non hanno un ente sociosanitario; nelle città/paesi con una RSA si verificano ricoveri sovradimensionati in UdO residenziali; le prese in carico nelle C-DOM sono al momento lontane dall’obiettivo PNRR M6C1 che prevederebbe la presa in carico del 10% degli over 65. Nel modello qui presentato si prevede la costituzione di una cabina di regia tre tavoli tecnici (innovazione tecnologica, valutazione multidimensionale, dimissioni protette / delayed discharge), percorsi formativi con il coinvolgimento di tecnici/ordini professionali/popolazione per giungere ad accordi di programma e protocolli specifici da formalizzare nel Piano di Zona 2025 – 2027 e nel Piano di sviluppo strategico della ASST. Talvolta non sono necessari grossi investimenti per raggiungere importanti risultati, ma è fondamentale pensare, proporre e modificare i processi di realizzazione in un’ottica organizzativa. La governance degli enti territoriali, l’ambizione di far parte di processi virtuosi uscendo dall’autoreferenzialità e la “messa a terra” di logiche di strategia organizzativa zonale sono elementi essenziali in grado di condizionare in maniera decisiva i processi, le reti e quindi i risultati nell’impianto di presa in carico della persona parzialmente o totalmente non autosufficiente in linea con i dettami di Regione Lombardia. MODULOORG

La risposta di una Regione ai bisogni nutrizionali dei pazienti oncologici
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Ambrogetti, Maria Antonia - Caffù, Luca - Monaco, Teresa

La risposta di una Regione ai bisogni nutrizionali dei pazienti oncologici : investire nella nutrizione clinica per ottimizzare la spesa sanitaria / Maria Antonia Ambrogetti, Luca Caffù, Teresa Monaco

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: I dati relativi alla prevalenza della malnutrizione per eccesso e per difetto sono in costante crescita e configurano, in realtà già da diverso tempo, un vero e proprio problema “epidemico”. Una quota stimata tra il 30% e il 50% dei pazienti che entra negli ospedali di tutto il mondo è a rischio di malnutrizione, con delle ripercussioni negative clamorose sui sistemi sanitari sia dal punto di vista delle complicanze cliniche che in termini di costi gestionali. Il trattamento nutrizionale è oggi sempre più riconosciuto dalla letteratura scientifica come un aspetto fondamentale nella gestione globale del paziente e del suo iter terapeutico; tuttavia manca ancora l’effettiva presa di coscienza da parte della classe politica, degli amministratori, dei cittadini ed anche degli stessi operatori sanitari, in merito all’importanza della Nutrizione Clinica quale ramo della medicina fondamentale per il miglioramento della salute della popolazione e della qualità delle cure, cui occorre riservare i giusti investimenti in termini formativi, comunicativi ed economici. In particolare, l’intervento valutativo e il supporto nutrizionale assumono grande valore alla luce dell’evidenza che la condizione nutrizionale influenza non solo l’incidenza delle principali patologie metaboliche, oncologiche e cardiovascolari, ma anche la risposta ai trattamenti e l’insorgenza di complicanze a essi associate, nonché l’indice di mortalità, la qualità di vita, la durata della degenza ospedaliera, i tassi di riospedalizzazione e, conseguentemente, i costi sanitari nella maggior parte delle patologie e dei setting clinici. In Italia sono presenti pochi ospedali forniti di un servizio/team o struttura di Nutrizione Clinica con personale dedicato e adeguato dal punto di vista numerico, determinando quindi, in generale, l’impossibilità di fornire risposte cliniche adeguate a un bisogno sempre più crescente. In un sistema sanitario con una domanda di assistenza in aumento e disponibilità economiche sempre più insufficienti, avere presidi nutrizionali di comprovata efficacia, di costo contenuto e in grado di ridimensionare altre voci della spesa sanitaria, consentirebbe un’allocazione efficiente delle risorse e un aumento del livello di salute dei pazienti che beneficerebbero di un trattamento completo ed integrato con le altre terapie. Sarebbe quindi necessario garantire non solo l’appropriatezza prescrittiva e l’adeguato monitoraggio clinico, che potrebbe avvalersi delle nuove tecnologie digitali, ma anche predisporre percorsi gestionali omogenei e chiari per tutti i cittadini/pazienti. Il percorso avviato da Regione Lombardia con i decreti della DG Welfare n. 14274/2021 e 14890/2022 costituisce un deciso passo avanti per fornire a tutti i cittadini/pazienti trattamenti nutrizionali idonei a partire dal ricovero fino alle cure domiciliari, consentendo, al tempo stesso, un risparmio economico considerevole e un miglioramento dell’efficacia e della qualità dell’assistenza sanitaria. MODULOPOL

La rete territoriale nella presa in carico dell'anziano fragile dal Pronto Soccorso - PR.O.GE.T. (Presidio Osservazione Geriatrica Territoriale)
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Fontana, Federico - Luzzardi, Francesco - Mosconi, Stefania

La rete territoriale nella presa in carico dell'anziano fragile dal Pronto Soccorso - PR.O.GE.T. (Presidio Osservazione Geriatrica Territoriale) / Federico Fontana, Franscesco Luzzardi, Stefania Mosconi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Gestire servizi della Rete Territoriale, ruolo comune agli autori del PW, implica essere spesso anche interlocutori diretti di famigliari di pazienti anziani che, necessitando di aiuto nella presa in carico della loro emergenza, evidenziano criticità nella dimissione ospedaliera non programmata, nel rientro dal Pronto Soccorso gravata da un carico assistenziale a domicilio non sostenibile, dalla difficoltà nell’essere presi in carico in situazioni di complessità clinico-cognitive-assistenziali, la necessità di luoghi in cui effettuare convalescenza o percorsi riabilitativi. Da questi assunti ci siamo chiesti come si potrebbero affrontare concretamente queste problematiche in un contesto di Regione Lombardia, che offre una fitta rete di servizi, normative orientate all’integrazione, e l’opportunità di beneficiare delle risorse straordinarie del PNRR. Il focus è stato posto sugli esiti, spesso infausti, che subiscono gli anziani cronici e/o fragili nei Pronto Soccorso; oltre ad evitare che questi pazienti contribuiscano a creare condizione di sovraffollamento e “boarding”, subendone anche le conseguenze, necessiterebbero invece di una presa in carico appropriata alla loro complessità. Appropriatezza ed umanizzazione delle cure sono aspetti inderogabili per la dignità della persona anziana; l’attesa prolungata in ambienti non adeguati, aggravata dalla crescente carenza di personale, complica stati clinici difficili, è fonte di profondo stress e aumenta i rischi di ulteriori complicanze in persone già fragili. Abbiamo approcciato il tema nell’ottica di una direzione generale di ASST che deve rispondere agli obiettivi assegnati da Regione Lombardia con DGR 512/2023, tra i quali la riduzione degli indici di affollamento dei Pronto Soccorso, e il raggiungimento dei target e delle milestone previsti dal PNRR – Missione 6 “Salute”. Partendo dall’analisi dei dati di tre delle maggiori strutture ospedaliere del territorio della ATS di Brescia, da evidenze raccolte da letteratura, da KOL e dai contributi del corso DIAS, abbiamo cercato di delineare una modalità di presa in carico di rete della persona anziana che, partendo dall’accesso al Pronto Soccorso, integri le risorse delle Reti Ospedaliera e Territoriale per un miglioramento complessivo degli impatti della nuova “tecnologia” sul modello attuale. Un approccio dedicato tramite l’applicazione al triage del protocollo “Codice Argento”, l’operatività delle Centrali Operative Territoriali, l’integrazione con gli Ospedali di Comunità, le RSA, e le altre U.d.O., che configura un modello di presa in carico aderente ai bisogni di una categoria di persone che, dati demografici alla mano, rappresenterà nel futuro una parte sempre più rilevante della popolazione lombarda. L’esito del lavoro è il PR.O.GE.T. (Presidio di Osservazione Geriatrica Territoriale), un modulo di Ospedale di Comunità o R.S.A., inserito in un una rete clinico–assistenziale, il cui obiettivo è la gestione appropriata del paziente anziano cronico e fragile che, a seguito di accesso al Pronto Soccorso per patologia acuta lieve e classificato «Codice Argento», necessita di un periodo di osservazione in un setting che non ne comprometta le condizioni cliniche e cognitive; il PDTA integra le tappe del percorso dal Pronto Soccorso alla dimissione protetta presso il domicilio o altra U.d.O., ed è coordinato dalla Centrale Operativa Territoriale. MODULOORG

Costituzione di Unità di Previsione Strategica sulle Tecnologie Emergenti nelle organizzazioni a supporto delle Direzioni Strategiche e/o Policymakers in sanità
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Zunino, Giorgia

Costituzione di Unità di Previsione Strategica sulle Tecnologie Emergenti nelle organizzazioni a supporto delle Direzioni Strategiche e/o Policymakers in sanità / Giorgia Zunino

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Obiettivi - L'obiettivo della presente proposta è la progettazione di uno studio destinato a migliorare il percorso decisionale delle Direzioni Strategiche non solo valutando opportunità ma anticipando opportunità, bisogni e potenziali crisi tramite l’introduzione di Unità di Previsione Strategica. Metodologia – Si prevede di analizzare casi studio di esperienze esistenti in UK (GO-sciences, il NIHR Innovation Observatory) sino alle esperienze governative di Finlandia e Danimarca sino all’EMBRAPA in brasile di come a livello manageriale sono state sviluppate ed inserite nell’organizzazione. Quindi partendo da qualcosa di noto e consolidato a livello internazionale (i.e. Horizon Scanning in HTA) sino alla definizione di metodi e strumenti a disposizione dei Manager. Indicatori: Gli indicatori di risultato del progetto si identificano nella bontà del funzionamento all’interno dell’organigramma e nel processo decisionale e saranno identificati per garantire agilità nel processo, utilizzando metodologie ad esempio di “value4money” e “value4society” superando valutazioni monodimensionali. Inquadramento Scientifico - La scansione dei futuri dell'innovazione sanitaria è una realtà in molti governi e paesi e assume particolare rilevanza in salute pubblica, con particolare focus sulle tecnologie emergenti in medicina e sui trend socio economici. Risultati - Il Progetto prevede la sua definizione negli obbiettivi, nell’organigramma, la definizione della metodologia all’interno dell’organizzazione, i tempi di realizzazione e degli indicatori di risultato, dei suoi componenti e di come questa si dovrà inserire nel processo decisionale. Inoltre il PW si prefigge di definire gli strumenti (Tool Kit) che Direttore Generale potrà utilizzare per introdurre questa innovazione nell’organizzazione, a partire da strumenti di comunicazione, partecipazione e di valorizzazione delle risorse interne. Originalità - Unione Europea e OECD nei loro studi spingono i governi e le organizzazioni pubbliche all’utilizzo sistemico e strutturato per utilizzare strumenti di previsione, per costruire istituzioni “future-proof” ed in grado di anticipare i rischi o per intercettare le opportunità che le tecnologie emergenti o i mega trend socio economici per stabilire priorità strategiche e di ricerca. Key Words – Management – Comunicazione -Partecipazione -Crescita professionale e personale- HTA, Horizon Scanning, Innovazione, Organizzazione Aziendale, Supporto decisioni, Previsione aziendale. MODULOPOL

Implementazione di una piattaforma di gestione digitale dei dati nel contesto di una biobanca per l’ottimizzazione dei processi diagnostico-terapeutici dei pazienti oncologici
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Fusco, Nicola - Ceci, Francesco

Implementazione di una piattaforma di gestione digitale dei dati nel contesto di una biobanca per l’ottimizzazione dei processi diagnostico-terapeutici dei pazienti oncologici / Nicola Fusco, Francesco Ceci

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Questo progetto si propone di trasformare il sistema di gestione dei dati istopatologici e di imaging molecolare in un Ospedale Oncologico, migliorando così l'efficienza dei processi diagnostico-terapeutici. Sarà realizzata una Biobanca Clinica Digitale che integrerà i dati istopatologici esistenti con quelli di imaging istopatologica (vetrini virtuali) e molecolare (PET con radiofarmaci FDG o non-FDG e RM) per fornire una visione completa delle caratteristiche biologiche delle neoplasie mediante l’integrazione con algoritmi di intelligenza artificiale. Saranno implementati software basati su algoritmi che utilizzano reti neurali in una piattaforma di Clinical Data Platform (CDP) per analizzare i dati complessi ottenuti e creare categorie clinicamente rilevanti per meglio gestire i pazienti oncologici. L'obiettivo finale è standardizzare i dati all’interno di un “data lake” per garantire una lettura uniforme delle cartelle cliniche elettroniche dei pazienti in tutto il territorio, affrontando le sfide legate alla gestione di grandi quantità di dati (“big data”), all'uniformità dei processi diagnostico-terapeutici e alla riduzione dei costi. Questo progetto pone una forte enfasi sull'aspetto manageriale/gestionale, con l'obiettivo di raggiungere risultati tangibili e misurabili. Attraverso una rigorosa analisi dei requisiti e del rapporto costi-benefici, si mira a gestire in modo efficiente le risorse e a mantenere un controllo rigoroso sul budget. L'implementazione della piattaforma digitale e del software di intelligenza artificiale sarà guidata da un team multidisciplinare altamente qualificato, con una chiara definizione di ruoli e responsabilità. I risultati attesi sono significativi e ambiziosi. La creazione di una Biobanca Digitale integrata con i dati di imaging molecolare consentirà di creare categorie di rischio basate su modelli predittivi che migliorino la diagnosi e il trattamento dei pazienti oncologici. La standardizzazione dei dati nel data lake garantirà una lettura uniforme delle cartelle cliniche dei pazienti in tutto il territorio, contribuendo all'omogeneità dei processi diagnostico-terapeutici. Inoltre, l'ottimizzazione dei processi e la riduzione dei costi renderanno questo progetto sostenibile e replicabile su scala nazionale, garantendo un impatto duraturo nel settore oncologico. MODULOORG

Razionalizzazione dell’attività ispettiva veterinaria negli stabilimenti di macellazione industriale di ATS Val Padana alla luce dei disposti del regolamento (UE) n. 625/17 e d.lgs. n. 32/21
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Costa, Alessandro - Caggiati, Liviana

Razionalizzazione dell’attività ispettiva veterinaria negli stabilimenti di macellazione industriale di ATS Val Padana alla luce dei disposti del regolamento (UE) n. 625/17 e d.lgs. n. 32/21 / Alessandro Costa, Liviana Caggiati

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: ATS Val Padana comprende le province di Mantova e Cremona ed è caratterizzato dalla presenza di numerosi insediamenti in cui si allevano animali da reddito e da stabilimenti in cui si producono alimenti. Nel territorio di competenza di ATS Val Padana sono presenti undici importanti stabilimenti in cui avviene la macellazione del 33% dei suini e del 10% dei bovini a livello nazionale. Questo tipo di attività, complessa e articolata, assorbe buona parte delle risorse umane assegnate al Dipartimento Veterinario e Sicurezza degli Alimenti di Origine Animale. In considerazione dei cambiamenti introdotti dai nuovi Regolamenti Comunitari, che hanno riorganizzato i controlli ufficiali e dalle nuove disposizioni riguardanti il loro finanziamento, si rende necessaria un’attenta opera di razionalizzazione delle risorse a disposizione dei Distretti Veterinari. La presenza veterinaria all’interno degli stabilimenti di macellazione è fondamentale per mantenere un livello elevato di sicurezza alimentare e rappresenta un indispensabile sostegno dell’export agroalimentare, garantendo la presenza di requisiti indispensabili per lo scambio di prodotti di origine animale tra i vari Paesi Terzi, in virtù di accordi politici bilaterali, attraverso l’emissione di certificazioni ufficiali sanitarie che accompagnano le merci nei loro spostamenti. La maggior parte delle risorse è destinata all’espletamento delle visite sanitarie ante e post mortem, attraverso cui è possibile destinare le carni e i prodotti da esse derivati, al consumo umano. La razionalizzazione delle risorse assegnate a questa attività, oltre a garantire la sicurezza alimentare del consumatore, deve tendere a favorire omogeneità ed appropriatezza dei controlli, nonché giustificare, in modo trasparente, le tariffe che gli operatori del settore devono corrispondere ad ATS Val Padana per il loro finanziamento, a tutela della lealtà commerciale. A questo proposito ATS Val Padana dispone di applicativi che agiscono in modo coordinato e che consentono di dimensionare sia i fabbisogni che le risorse da assegnare all’attività degli stabilimenti. Nel lavoro vengono raccolti i dati disponibili nei primi 10 mesi del 2023, elaborandoli, analizzandoli e confrontandoli, al fine di individuare ambiti di miglioramento. PAROLE CHIAVE: MACELLAZIONE, VISITA ANTE MORTEM, VISITA POST MORTEM, CONTROLLI, APPROPRIATEZZA, TRASPARENZA, FINANZIAMENTO. MODULOORG

Progetto per l'istituzione di un servizio attivo di pronta disponibilità endoscopica aziendale in una ASST con presidi ospedalieri multipli (ASST Valtellina e Alto Lario)
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Longhini, Alessandro

Progetto per l'istituzione di un servizio attivo di pronta disponibilità endoscopica aziendale in una ASST con presidi ospedalieri multipli (ASST Valtellina e Alto Lario) / Alessandro Longhini

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Negli ultimi anni le urgenze in endoscopia digestiva stanno diventando sempre più frequenti e richiedono una abilità imprescindibile e un adeguato training sia da parte del medico endoscopista che dello staff infermieristico, unitamente ad un setting appropriato. L’ASST della Valtellina e dell’Alto Lario assiste una popolazione di circa 200.000 abitanti dislocati su un territorio vasto e prevalentemente montano, con una viabilità a lento scorrimento. Vi sono presenti cinque centri di endoscopia digestiva afferenti a SC di Chirurgia Generale, attivi solamente nei giorni feriali, in orario di servizio. Nei giorni festivi, prefestivi e nei feriali dopo la chiusura del servizio, indicativamente alle ore 16.00, non viene garantita in tutta l’ASST la possibilità di effettuare un esame endoscopico urgente. Questo perché non è previsto, su tutto il territorio dell’ASST, un servizio di pronta disponibilità per il personale medico ed infermieristico, necessario per permettere l’apertura del centro di endoscopia. In caso di urgenza endoscopica i pazienti vengono trasferiti dalle strutture ospedaliere periferiche a quella centrale di Sondrio, ove il reparto di Chirurgia generale garantisce sia una guardia attiva 24 H che una pronta disponibilità dalle ore 20.00 alle ore 08.00 del giorno successivo. Dei dodici chirurghi solo cinque sono anche endoscopisti e quindi la presenza di un chirurgo-endoscopista è garantita unicamente sulla base di una disponibilità casuale o al massimo di una disponibilità “ad personam” volontaria, su chiamata dal centralino.Abbiamo analizzato la casistica endoscopica presso il presidio di Sondrio degli anni 2021 e 2022; le procedure endoscopiche digestive in situazione di “emergenza-urgenza”, sono state pari a 115 nell’anno 2021 e 106 nel 2022. Aggiungendo gli esami urgenti eseguiti presso gli altri presidi ospedalieri dell’ASST Valtellina e Alto Lario, si conferma un carico previsto di più di 150 esami endoscopici urgenti all’anno. Dalle considerazioni appena formulate consegue chiaramente la necessità di disporre in qualsiasi momento, 24 ore su 24, di una struttura e di personale in grado di effettuare un esame endoscopico urgente. E questo in applicazione agli obiettivi della Missione 6 del PNRR e DM 77/22 che prevedono che le strutture ospedaliere di I° livello debbano garantire la disponibilità h 24 del servizio di endoscopia digestiva ed anche del D.d.G. 11 giugno 2012 n. 5168 della Regione Lombardia che ha previsto l’organizzazione in rete per la cura delle emorragie digestive alte, proponendo l’istituzione di Unità di Cura per le Emorragie Digestive (UCED) articolate su tre livelli organizzativi. L’obiettivo del Project Work è quello di istituire un servizio attivo di pronta disponibilità nell’ambito della ASST Valtellina e Alto Lario, rendendo possibile eseguire senza alcun ritardo, in qualsiasi ora del giorno e della notte, trattamenti endoscopici spesso “salva vita” mediante una rete di strutture endoscopiche su più livelli con una UCED di 2° livello presso il presidio di Sondrio come punto di riferimento. Ne potranno conseguire: • Miglioramento dell’efficienza complessiva nella gestione delle urgenze endoscopiche, in particolar modo nella riduzione dei tempi di esecuzione dell’esame. • Riduzione della necessità di trasferire i pazienti fuori ASST. • Miglioramento dei servizi e delle attività degli operatori sanitari con particolare riguardo alla correttezza e appropriatezza delle prestazioni. • Condivisione di PDTA con gli altri centri di endoscopia e i vari reparti, cui consegue una maggiore uniformità delle procedure diagnostico-terapeutiche e ottimizzazione dell’utilizzo dell’endoscopia in urgenza. E’ evidente che al fine di una buona organizzazione del servizio va considerato come requisito essenziale la valutazione delle risorse umane necessarie nonché dei costi di realizzazione. Il PW mostra la stima del numero minimo e dei costi per garantire la pronta disponibilità di medici ed infermieri. MODULOORG

Ottimizzazione della supply chain presso l’Ospedale Filippo Del Ponte dell’ASST Sette Laghi
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Cavi, Raffaella

Ottimizzazione della supply chain presso l’Ospedale Filippo Del Ponte dell’ASST Sette Laghi / Raffaella Cavi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: L’obiettivo del project work è razionalizzare i processi di approvvigionamento dei dispositivi medici (DM) presso l’Ospedale materno-infantile Filippo Del Ponte, afferente all’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) dei Sette Laghi. L’ottimizzazione della logistica sanitaria si pone all’interno degli obiettivi strategici aziendali che puntano alla minimizzazione dei costi, considerando quelli non direttamente collegati alla produzione sanitaria «core» e al miglioramento dei flussi di lavoro. Obiettivo specifico è quello di ottimizzare le risorse, riducendo il tempo dedicato dal personale sanitario alla gestione dei processi di approvvigionamento, minimizzando le scorte di reparto, assicurando una corretta rotazione del materiale, monitorando i consumi. Si è definito di attuare il progetto iniziando dalla gestione dei DM in quanto peculiari, meno standardizzati rispetto ai farmaci e, in alcuni casi, difficilmente sostituibili ma indispensabili, a garanzia della normale erogazione delle prestazioni. In particolare si è individuata la S.C. Terapia Intensiva Neonatale quale reparto pilota per implementare il progetto. Trattasi di reparto critico, utilizzatore di materiale specifico in uso presso pochi ospedali e quindi di difficile reperimento, se carente, in caso di urgenze, nonchè caratterizzato da un’elevata varietà di materiale gestito sia in transito (ovvero senza scorte centralizzate di magazzino) sia in stock (ovvero con scorte centralizzate di magazzino). Il progetto è stato condotto applicando tecniche di Business Process Reengineering (BPR) che permettono il raggiungimento di obiettivi specifici all’interno di un’organizzazione attraverso l’analisi e la riprogettazione del processo. Per raggiungere l’obiettivo prefissato si è deciso di introdurre in ASST la figura gestionale di un Supply Chain Manager (SCM) ovvero un professionista incaricato di verificare che tutte le fasi nell’intero processo logistico siano effettuate correttamente. Il SCM deve occuparsi di pianificare la catena logistica progettando un sistema efficiente per ricevere, immagazzinare e distribuire i materiali, effettuando un’azione di controllo e di miglioramento continuo. Al fine di ridurre il tempo impiegato dai Coordinatori Infermieristici per compilare le richieste di materiale, si propone di mettere a disposizione un Kanban board che garantisca piena visibilità su tutto il processo e piena tracciabilità delle forniture. Infine, per una migliore gestione del magazzino di reparto, si ipotizza una riorganizzazione, censendo dimensioni e quantità per confezione di ogni codice prodotto per definire il sistema di ubicazioni secondo quanto concordato con il Coordinatore Infermieristico, pianificando una fase di reintegro delle scorte con cadenza settimanale. In conclusione, dall’implementazione della nuova modalità di gestione dei dispositivi medici secondo il modello ipotizzato, ci si aspetta di ridurre: - il tempo di lead time che intercorre tra il momento della richiesta del Coordinatore e quello in cui riceve in reparto il materiale, in modo da rispettare il lead time teorico di circa 10 giorni per la consegna. - Le scorte di reparto, modulandole sulla base degli effettivi consumi, diminuendo il rischio di materiale scaduto. - Il numero delle richieste effettuate in urgenza. - il tempo dedicato dai Coordinatori alla gestione logistica dei materiali, impiegandolo in attività più strettamente sanitarie correlate alla gestione del paziente. Da ultimo, ci si attende di valutare gli effettivi benefici derivanti dall’implementazione in ASST della figura del SCM. MODULOECO

La medicina point-of-care in Pronto Soccorso Pediatrico: utilizzo dei tamponi nasali e faringei per ridurre le prescrizioni inappropriate di antibiotici
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Pacati, Ilaria

La medicina point-of-care in Pronto Soccorso Pediatrico: utilizzo dei tamponi nasali e faringei per ridurre le prescrizioni inappropriate di antibiotici / Ilaria pacati

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: A causa dell’enorme pressione selettiva esercitata da un uso eccessivo, e spesso improprio, degli antibiotici in ambito umano e veterinario, nel tempo, il fenomeno dell’antibiotico-resistenza ha assunto i caratteri di una delle principali emergenze sanitarie globali, anche per la popolazione pediatrica. Uno studio del 2022 del Center for Global Development ha infatti riportato che, nei Paesi industrializzati, si stimano ogni anno circa 900 decessi tra i bambini d’età inferiore ai 5 anni a causa dell’antibioticoresistenza (1). Per mantenere l'efficacia degli antibiotici e tutelare quindi la salute delle persone, il Ministero della salute ha promosso la stesura del nuovo documento “Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025”, che nasce con l’obiettivo di fornire al Paese le linee strategiche e le indicazioni operative per affrontare l’emergenza nei prossimi anni (2). Il Consiglio dell’Unione Europea, nella Gazzetta Ufficiale del 22 Giugno 2023, ribadisce che la resistenza antimicrobica ha gravi conseguenze sui sistemi sanitari, sia in termini economici sia in termini di salute umana, e incoraggia pertanto gli Stati membri a sostenere l’uso prudente degli agenti antimicrobici nelle strutture sanitarie, anche attraverso l'adozione di test diagnostici (3). L’utilizzo della medicina point-of-care potrebbe costituire uno strumento utile nel guidare il processo decisionale del clinico: dati significativi sono stati già raccolti relativamente all’utilizzo del dosaggio della proteina C reattiva (PCR), importante indice infiammatorio per differenziare le infezioni batteriche dalle infezioni virali, e al test rapido per l’antigene dello Streptococco A, fondamentale nel discriminare le faringo-tonsilliti batteriche, che necessitano di terapia antibiotica. Test rapidi per infezioni virali, quali influenza, adenovirus, virus respiratorio sinciziale, potrebbero rappresentare un ulteriore strumento (4). E’ dimostrato infatti che più del 50% delle prescrizioni di antibiotici è inappropriato e che a molti bambini viene somministrato un antibiotico anche in caso di infezione virale. Al Pronto Soccorso Pediatrico dell’ASST Bergamo-Est accedono ogni anno circa 10.000 pazienti, per i quali i motivi principali di richiesta di valutazione sono la febbre e le patologie a carico delle prime vie respiratorie; la prevalenza di prescrizione della terapia antibiotica in questa casistica di pazienti è pari al 18,9%. All’interno di questo contesto si colloca il presente Project Work che propone, come strumento aggiuntivo per il clinico, l’utilizzo di tamponi nasali per virus e di tamponi faringei per lo streptococco beta-emolitico di gruppo A, nei bambini che si presentano in Pronto Soccorso. L’obiettivo è dunque quello di valutare l’utilizzo di una nuova tecnologia come strumento a supporto di un modello organizzativo e di gestione delle risorse dell’ASST Bergamo-Est che permetta di: - migliorare l’appropriatezza prescrittiva nella gestione delle infezioni respiratorie pediatriche, riducendo le prescrizioni inappropriate di antibiotici nei pazienti afferenti in PS; - rendere più efficiente la presa in carico del paziente pediatrico afferente al PS migliorandone il percorso di cura e la soddisfazione; - implementare un modello di integrazione tra pediatri ospedalieri e pediatri del territorio nella gestione del paziente pediatrico affetto da infezione respiratoria. Questo modello è in linea con gli obiettivi contenuti nella Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che prevede l'adozione di soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate per migliorare l'efficienza dei livelli assistenziali e adeguare strutture e modelli organizzativi ai migliori standard di sicurezza internazionali (5) e con la Delibera regionale XII/787 del 31/07/2023, relativa al piano di riordino delle strutture nell’ambito della rete emergenza urgenza ospedaliera (6). L’utilizzo dei tests, su tamponi nasali e faringei per l’isolamento di virus o batteri, permette di ottenere risposte diagnostiche sempre più rapide in grado di migliorare l’outcome dei pazienti e consente di favorire decisioni terapeutiche più veloci, facilitando una riduzione di ulteriori indagini diagnostiche (in particolare di esami ematici, radiografie e visite pediatriche ripetute), liberando risorse e riducendo costi, ma, soprattutto, supporta un uso più consapevole e mirato della terapia antibiotica, che risulta fondamentale per limitare il fenomeno delle resistenze; conseguenza di ciò è la riduzione della durata delle degenze e delle infezioni da germi resistenti, che incidono in maniera sempre più importante sui tassi di mortalità. MODULOPOL

Individuazione di un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale sperimentale relativo alla BPCO in area lombarda e piemontese
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Giacò, Ernesto - Spaccapietra, Maria Luigia

Individuazione di un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale sperimentale relativo alla BPCO in area lombarda e piemontese / Ernesto Giacò, Maria Luigia Spaccapietra

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Il Decreto Ministeriale n.77 del 23/5/22 concernente il “Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel SSN” ci ha portato a riflettere sul modello della “medicina di popolazione”, in cui si incardina la “sanità di iniziativa” ovvero è l’individuazione di modelli di gestione di patologie croniche, con un’assistenza proattiva, dalle fasi di educazione alla salute fino a quelle di condizione morbosa conclamata, da monitorare e sulla quale effettuare una prevenzione delle possibili complicanze. In tal contesto, il project work è stato ipotizzato per portare all’individuazione di un Percorso di Salute Diagnostico Terapeutico Assistenziale, orientato in specifico sulla BPCO, che, presentato e sperimentato in due Aree Distrettuali di due Regioni diverse, proverà ad individuare strategie di presa in carico di soggetti a rischio o affetti da patologia, sul territorio, il più possibile a domicilio, che compensino delle attuali criticità operative e gestionali . In questo quadro sarà importante effettuare l’individuazione dei soggetti interessati (stratificazione della popolazione per profilo di rischio, per patologia individuata nelle sue fasi) su cui scegliere gli interventi più opportuni e considerando le risorse disponibili. Nella programmazione delle azioni determinante sarà l’identificazione di un’equipe professionale multidisciplinare minima che, attribuendo particolari funzioni ai MMG e all’ IFEC, possa sopperire alle lunghe liste d’attesa per l’effettuazione di spirometrie, all’insufficiente presenza di risorse specialistiche pneumologiche e all’inappropriatezza e scarsa aderenza terapeutica spesso evidenziata. Preliminarmente, la metodologia adottata nel PW si è articolata nella lettura completa del problema (nei suoi aspetti epidemiologici, clinico- diagnostici e terapeutici), nell’analisi del contesto e delle relative criticità, nell’analisi bibliografica alla ricerca di PDTA già costruiti ed, infine, nella ricerca di un modello organizzativo che sperimenti efficaci percorsi. Nel descrivere, poi, i ruoli e funzioni delle figure professionali cardine del progetto sperimentale, sono state costruite alcune semplici flowchart e matrici. Per la necessaria verifica e valutazione degli interventi, si sono ipotizzati Criteri, Standard e Indicatori. Non ultima sarà l’adozione di tecnologie innovative di tele consulto e tele monitoraggio che permetteranno di avvicinare il servizio più specialistico all’utente, dislocato in aree disagiate e riducendo costi di trasferimento, ricoveri, e garantendo una migliore compliance per aspetti diagnostici e di cure. MODULOORG

Impatto clinico ed economico di un percorso clinico-assistenziale multidisciplinare per pazienti affetti da malattie da accumulo lisosomiale
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Borin, Lorenza Maria - Luppi, Fabrizio

Impatto clinico ed economico di un percorso clinico-assistenziale multidisciplinare per pazienti affetti da malattie da accumulo lisosomiale / Lorenza Maria Borin, Fabrizio Luppi

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Le malattie da accumulo lisosomiale (LSD) sono un gruppo di malattie rare ereditarie caratterizzate da difetti enzimatici, che determinano accumulo di macromolecole, diverse a seconda della via metabolica interessata, causando danni multiorgano. I primi sintomi possono manifestarsi in età pediatrica o nell’adulto. Spesso la diagnosi viene fatta ad alcuni anni di distanza dall’insorgenza dei primi sintomi e dopo che il pz ha consultato diversi specialisti, accumulando un ritardo diagnostico talvolta considerevole. Per alcune fra queste malattie lisosomiali è disponibile una terapia efficace. Il nostro lavoro si focalizzerà sulle forme per le quali è disponibile un trattamento e quindi si rendono necessarie la diagnosi precoce ed il monitoraggio dell’efficacia e degli effetti del trattamento nel paziente adulto. All’interno della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza effettueremo la rilevazione della prevalenza di malattia di Gaucher, malattia da deficit di Niemann-Pick e mucopolisaccaridosi e di Fabry utilizzando i codici di esenzione come chiave nei flussi 28SAN. I pazienti affetti da LSD hanno un fenotipo molto variabile anche all’interno dello stesso difetto enzimatico, possono presentare varie problematiche: ematologiche, pnumologiche, cardiologiche, nefrologiche, neurologiche, endocrinologiche, ostetriche, autoimmuni ed oncologiche. Il monitoraggio dell’efficacia del trattamento prevede controlli a cadenza annuale o semestrale in tutti i domini sopraelencati. Pertanto i pz sono costretti a rivolgersi a vari specialisti prenotando numerose visite ed esami, con grande difficoltà nella coordinazione delle varie competenze, con conseguenze sulla salute del paziente, sulla qualità di vita e sulla perdita di giornate lavorative. L’obiettivo del presente lavoro è semplificare il percorso dei pazienti attraverso i seguenti punti: • Creare un team multidisciplinare di specialisti esperti che si incontra regolarmente per discutere i casi clinici attraverso gli esiti degli esami effettuati • Identificare la figura del case manager dedicato alle malattie rare che stabilisca tutti gli appuntamenti per esami in una o due giornate attraverso liste dedicate • Ritorno al paziente in telemedicina con il programma terapeutico La soddisfazione del paziente verrà valutata mediante la somministrazione di un questionario specifico. MODULOECO

Il percorso della persona con bisogni di cure palliative a partire dal Pronto Soccorso
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Il percorso della persona con bisogni di cure palliative a partire dal Pronto Soccorso / Andrea Beretta, Ignazio Renzo Causarano, Filippo Galbiati, Luca Riva

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Il DM 77 del 23/5/2022 “Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel SSN” rappresenta la premessa ed il punto di partenza della Riforma dell’Assistenza Territoriale definendo al suo interno un nuovo modello organizzativo della rete di assistenza primaria, individuando standard tecnologici e organizzativi uniformi su tutto il territorio nazionale. Mediante una attenta stratificazione della popolazione e dei suoi bisogni, si pone l’attenzione sulla possibilità di sviluppare modelli che consentano sia il monitoraggio per fattori di rischio, che la gestione integrata di patologie croniche e di situazioni complesse favorendo in questo modo il governo clinico dei percorsi di cura in sinergia tra ospedale e le reti del territorio. In particolar modo, riprendendo quanto già previsto dall’ultima versione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), si sottolinea l’importanza di favorire lo sviluppo delle attività di cure palliative “nell’ambito di strutture di degenza ospedaliera attraverso equipe di cure palliative della rete che erogano consulenza, facilitano l’attivazione dei percorsi di cure palliative per garantire la continuità ospedale territorio, supportano l’equipe dell’unità operativa ospedaliera nelle strategie per la rimodulazione e ridefinizione degli obiettivi terapeutici.” Il percorso ideale all’interno delle strutture ospedaliere non può prescindere dal favorire la più precoce identificazione del bisogno di cure palliative fin dalla prima porta d’ingresso del malato in ospedale: il pronto soccorso. Molte delle persone vicine alla fine della vita infatti accedono spesso ai servizi di emergenza, ai reparti ospedalieri o in unità di terapia intensiva e concludono il loro percorso di vita in ospedale. Il risultato netto è precisamente rappresentato dai dati ISTAT, che restituiscono uno scenario in cui un’alta proporzione di persone malate si rivolge agli ospedali per problemi clinici che si presentano “acutamente”, pur in una fase di malattia cronica o avanzata. In regione Lombardia il 33% dei malati con diagnosi oncologica e fino al 46% di malati con altra diagnosi decede oggi in ospedale. Partendo da una descrizione della situazione attuale di tre diverse ASST lombarde (Fatebenefratelli-Sacco, Grande Ospedale Metropolitano Niguarda e Lecco) il project work si propone di valutare le necessità organizzative e l’impatto economico-finanziario per lo sviluppo delle cure palliative in ospedale partendo dal pronto soccorso, realizzando i seguenti obiettivi: - ridefinire il bisogno e percorso dei malati con bisogni di cure palliative che accedono al pronto soccorso - Identificare precocemente il malato morente e le problematiche connesse - ridurre i percorsi di cura inappropriati - implementare I percorsi di etica medica di fine vita in pronto soccorso - favorire un accompagnamento dignitoso in pronto soccorso per il malato morente ed I suoi famigliari. MODULOORG

Contenimento del randagismo: aspetti gestionali a carico del Servizio IUV e ricaduta operativa nell’ambito del Distretto Veterinario
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Barberis, Maurizio - Bighiani, Massimo

Contenimento del randagismo: aspetti gestionali a carico del Servizio IUV e ricaduta operativa nell’ambito del Distretto Veterinario / Maurizio Barberis, Massimo Bighiani

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: La sempre maggiore sensibilità pubblica nei confronti della problematica del randagismo e in generale del benessere animale richiede un costante e puntuale intervento proprio nella gestione di uno degli aspetti peculiari di questa tematica, ovvero l’incremento della popolazione, che può essere efficacemente contenuta con la sterilizzazione/castrazione degli animali randagi. La relativa limitatezza delle risorse disponibili, siano esse quelle economiche che di personale specializzato, fanno che si debba avere un approccio con la preponderante esigenza da un lato di contenere la spesa e dall’altro quello di ottimizzare le risorse disponibili in relazione anche alla restante attività, programmata e non, che deve essere condotta anche negli altri settori di competenza della Veterinaria Pubblica. Partendo da questi presupposti viene considerata l’organizzazione del processo partendo proprio dalla parte gestionale “centrale” in capo al Servizio IUV (Igiene Urbana Veterinaria) con la ricaduta applicativa ed organizzativa a carico del Distretto Veterinario che si occupa dell’erogazione delle prestazioni a livello territoriale. Detto obiettivo si rende ancor più necessario viste le strategie aziendali che tendono sempre più a garantire un’efficienza ed un’efficacia gestionale ponendo l’accento sulle idonee modalità di utilizzo delle risorse disponibili. Da questa considerazione si è partiti per ripensare ad un modello organizzativo che tendesse a perseguire come obiettivo primario il miglioramento della qualità delle prestazioni erogate, intesa come soddisfacimento di un bisogno espresso in un ambiente competitivo a costi accessibili e sostenibili in relazione alle risorse economiche e di personale disponibili per far fronte alle sempre maggiori richieste espresse dagli utenti siano essi privati (gestori di colonie feline) che di Associazioni, andando a valutare gli aspetti favorevoli e critici, sia dal punto di vista economico che manageriale/gestionale, nel caso in cui le prestazioni (sterilizzazione/castrazione) vengano erogate e completamente gestite a livello del Distretto oppure da veterinario libero professionista accreditato ma sempre con utilizzo dei materiali e delle strutture del Distretto oppure completamente esternalizzate presso ambulatori/cliniche convenzionate che hanno aderito al Piano. Fatte pertanto le valutazioni relative ai tre modelli organizzativi, una volta evidenziato quale risulterà essere il processo organizzativo ritenuto maggiormente funzionale ed innovativo, potrà essere di riferimento per tutti i Distretti Veterinari che esitano sul territorio di competenza dell’ATS Milano Città Metropolitana. MODULOORG

Consultori Familiari 2.0: riorganizzazione, integrazione e e nuovi ambiti di intervento
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Pierazzuoli, Francesca

Consultori Familiari 2.0: riorganizzazione, integrazione e e nuovi ambiti di intervento / Francesca Pierazzuoli

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Sulla base del nuovo modello di assistenza territoriale del Servizio Sanitario Nazionale definito dal DM 77/2022, i Consultori Familiari sono chiamati a potenziare la loro funzione di partner della rete di cure territoriali attraverso l’interazione e l’integrazione con i diversi servizi e funzioni presenti nei Distretti socio-sanitari, che vedono suddiviso il territorio lombardo. Dall’analisi del contesto demografico e dell’attività consultoriale svolta nel 2022, emerge che nel territorio afferente all'ASST Melegnano e della Martesana (con un bacino d’utenza di 626.763 persone), il 22% degli abitanti è ultra sessantacinquenni e circa il 20% minori e giovani tra 0 e 21 anni. I cittadini stranieri presenti nel territorio in esame risultano essere il 12% della popolazione, principalmente provenienti da paesi est europei (più del 40%), oltre a Egitto, Marocco, Pakistan, Filippine, Perù ed Ecuador. Rispetto alla natalità nell’area territoriale che afferisce all’azienda, i parti nel 2022 risultano essere stati 4340, il 25% dei quali intercettato dai Punti Nascita aziendali, con il 50% delle partorienti seguita in gravidanza dai Consultori Familiari aziendali all’interno di un percorso nascita integrato. I Consultori Familiari aziendali si configurano attualmente come servizi principalmente utilizzati da donne tra i 21 e i 44 anni (quasi il 60% dell’utenza), per problematiche legate all’individualità o alla coppia, per la gravidanza e per la prevenzione ginecologica. Il 30% dell’utenza intercettata è straniera, che ha richiesto quasi esclusivamente prestazioni di tipo sanitario, e che rappresenta il 66% delle donne seguite in gravidanza dai Consultori Familiari aziendali. A partire da tale analisi, si intende proporre un nuovo assetto organizzativo delle risorse e dell’offerta, caratterizzato dall’implementazione dell’integrazione con il nuovo organico dei servizi presenti nelle Case di Comunità, con i Punti Nascita, e da un potenziamento del legame con gli Ambiti Territoriali. Si intende avviare una riorganizzazione dei Consultori Familiari sulla base della logica per hub e spoke, con un’équipe consultoriale distrettuale distribuita in tre sedi di offerta con funzioni o nuclei tematici di attività diversificati: nucleo dedicato al percorso nascita integrato, spazio dedicato agli adolescenti, nucleo attivo in situazioni di emergenza in ambito perinatale, nucleo dedicato alla gestione dei procedimenti di valutazione correlati al Tribunale e alla terapia della famiglia. Per quanto riguarda l’adeguamento dell’offerta in base ai bisogni emergenti, si intendono esplorare, attraverso una sperimentazione tramite progetto pilota, nuovi ambiti di intervento a carattere sanitario e psico-socio-educativo rivolti al counselling preconcezionale di coppia, alla preparazione alla nascita per le donne straniere, alla popolazione over 65, ai caregiver di pazienti cronici, ai genitori di adolescenti e alla prima infanzia (0-12 anni). In particolare, attraverso l’attivazione di progetti e percorsi condivisi con gli Ambiti Territoriali in setting informali e di aggregazione spontanea, orientati alla contraccezione e sessualità degli adolescenti, all’informazione sui servizi socio-sanitari per le popolazioni migranti, alle relazioni genitori-figli, si auspica di radicare ulteriormente i Consultori Familiari nella rete territoriale di cure. In tale direzione, i servizi consultoriali possono rappresentare anche attori fondanti nella prevenzione delle condizioni di cronicità, attraverso il lavoro svolto fin dalle prime fasi del ciclo di vita e rivolto a differenti fasce di popolazione, gettando le basi per un engagement ottimale nei percorsi di cure, attraverso l’empowerment della consapevolezza relativa alla salute bio-psico-sociale. Attraverso tali cambiamenti organizzativi e funzionali, si auspica di ottenere un miglioramento dell’offerta di prevenzione alla popolazione d’interesse, oltre ad un aumento della recettività, attrattività e dunque produttività del servizio. Con il monitoraggio dei risultati sulla base degli indicatori definiti per ogni tipologia di intervento e dal confronto con i volumi di attività che verranno realizzati nelle seguenti annualità, sarà possibile effettuare una valutazione dell’efficienza, dell’efficacia e dell’appropriatezza dei percorsi offerti, oltre della funzionalità della riorganizzazione proposta. Per arrivare al rilancio dei Consultori Familiari come snodo socio-sanitario territoriale fondante rispetto alla gestione delle attività di prevenzione durante tutto il ciclo di vita, si rende necessario dunque un profondo lavoro di «restyling» di questi servizi, come «Consultori Familiari 2.0», rimandando ad una loro più aggiornata versione all’interno delle aziende socio-sanitarie territoriali lombarde. MODULOORG

Attivazione di un percorso di sorveglianza post-dimissione ospedaliera per pazienti anziani affetti da condizioni croniche complesse [un modello di integrazione delle risorse ospedaliere e territoriali per la gestione delle fasi di riacutizzazione clinica]
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Coppola, Daniele - Viviano, Loredana - Rossi, Paolo Dionigi

Attivazione di un percorso di sorveglianza post-dimissione ospedaliera per pazienti anziani affetti da condizioni croniche complesse [un modello di integrazione delle risorse ospedaliere e territoriali per la gestione delle fasi di riacutizzazione clinica] / Daniele Coppola, Paolo Dionigi Rossi, Loredana Viviano

Milano : PoliS-Lombardia, 2023

Abstract: Il DM 77/22 pone le basi per un modello di assistenza che privilegi la gestione del paziente a livello territoriale e consenta di razionalizzare le risorse, alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione italiana. Sono infatti i soggetti anziani, fragili e polipatologici ad assorbire la maggior quantità risorse a disposizione del SSN. Se in passato l'Ospedale rappresentava la risposta più adatta al bisogno di salute dei cittadini, oggi è necessario innanzitutto far fronte al tema della cronicità. Il nuovo modello di Sanità prevede la cosiddetta “presa in carico” del paziente cronico, tramite un percorso di cura personalizzato e adattabile nel tempo. Le patologie croniche possono infatti riacutizzarsi e necessitare di setting di cura diversi. La realizzazione di una effettiva presa in carico del paziente cronico si basa sulla possibilità che si realizzi un interscambio continuo di informazioni cliniche fra i vari operatori nei diversi setting di cura: Medico Ospedaliero (MO), Medico di Assistenza Primaria (MAP), Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC); Regione Lombardia sta implementando due piattaforme che potrebbero avere un ruolo fondamentale: il Fascicolo elettronico 2.0 e SGDT. Un altro aspetto cruciale della presa in carico riguarda i percorsi di dimissione protetta dall’Ospedale per acuti, ove i pazienti cronici inevitabilmente prima o poi arrivano (es: ricovero in cure subacute, ADI, Cure Palliative Domiciliari, ecc). Molti pazienti cronici, tuttavia, al momento della dimissione vengono semplicemente riaffidati al MAP, senza attivare alcun percorso di sorveglianza/monitoraggio nel tempo. Lo Scopo del presente Progetto è quello di estendere la presa in carico, dopo un episodio di ricovero Ospedaliero, ai pazienti anziani, fragili, con condizioni croniche complesse, che non abbiano accesso ai percorsi di dimissione protetta già standardizzati, attivando un nuovo percorso di sorveglianza condivisa fra MO, MAP e IFeC. Si prevede di individuare i pazienti elegibili nel reparto di Medicina Generale del P.O. S.Leopoldo Mandic di Merate, mediante l’applicazione di apposite scale di valutazione da parte del MO e/o dell’IFeC. Al momento della dimissione verrà attivata la COT (Centrale Operativa Territoriale) che si occuperà di allertare il MAP dell’attivazione del nuovo percorso di sorveglianza e verranno programmate una serie di visite specialistiche ambulatoriali, da effettuare nei tre mesi successi alla dimissione. L’IFeC avrà il compito di fare da tramite fra MO e MAP e di effettuare la sorveglianza clinica al domicilio del paziente, con la possibilità di facilitare un eventuale rientro diretto in Ospedale (ambulatorio, Day Hospital o reparto) in caso di peggioramento delle condizioni cliniche del soggetto, evitando accessi impropri al PS. Il progetto si propone di: migliorare la continuità assistenziale nella fase post acuta dopo una ospedalizzazione, ottimizzare l’appropriatezza prescrittiva, ridurre gli episodi di ricoveri ospedalieri ripetuti, facilitare la collaborazione fattiva fra Ospedale e territorio, ovvero fra le figure professionali cardine nella cura del paziente. MODULOORG