Sono disponibili alcuni elaborati (Project work) realizzati dai partecipanti ai Corsi di formazione Manageriali per Direttori di Azienda Sanitaria (DIAS) e Direttori responsabili di Struttura Complessa (DSC) e dai partecipanti ai Corsi di rivalidazione della formazione manageriale organizzati da AFSSL - Accademia di formazione per il servizio sociosanitario lombardo di PoliS-Lombardia.
Per ogni Project work è visualizzabile una scheda descrittiva dettagliata, con abstract e - in allegato - il testo completo del documento.

SELEZIONE PER TIPO CORSO: DIAS DSC - RIVALIDAZIONE

SELEZIONE PER MODULOSanità pubblica - Organizzazione e gestioneGestione economico-finanziaria - Risorse umane

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SSN-Sanità territoriale
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Romano, Anna

SSN-Sanità territoriale : Servizi dipendenze e salute mentale: due modelli a confronto / Anna Romano

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: I Servizi di Salute Mentale e i Servizi per le Dipendenze Patologiche sono stati funzionalmente e organizzativamente separati dalla fine degli anni ’70 in Italia e sono cresciuti in maniera indipendente, pur avendo mantenuto la necessità di un dialogo e di una integrazione costante, in particolare per il trattamento dei pazienti con doppia diagnosi, la cui incidenza è costantemente in aumento. La letteratura riporta sostanzialmente tre modelli di gestione di questi casi complessi, riassumibili in: Modello sequenziale, modello parallelo e modello integrato, esprimendo una valutazione di maggiore efficacia sul modello integrato, ma rilevando anche che è molto raro che si siano prodotti protocolli e/o linee guida fra Servizi condivisi e vincolanti, con studi di efficacia. Negli ultimi anni, nell’ambito dell’autonomia decisionale nell’ambito Sanitario, alcune Regioni italiane stanno sperimentando un diverso modello organizzativo e gestionale dei due Servizi sul Territorio, che prevede la collocazione delle Strutture Complesse delle Dipendenze e della Salute Mentale all’interno di un unico Dipartimento di Salute Mentale mentre, in parallelo, le altre Regioni mantengono attualmente i due Dipartimenti separati. Questo project work intende confrontare, per alcuni aspetti specifici, i due modelli organizzativi e i percorsi clinici correlati, per rilevare, anche attraverso interviste ai Direttori di Struttura Complessa e di Dipartimento dei due Servizi, punti di forza e criticità dei due modelli, in particolare per quanto riguarda i tempi e modalità di erogazione e la qualità dei trattamenti al cliente finale, con una particolare attenzione ad ipotesi di implementazione dell’integrazione fra Servizi. L’interesse dell’argomento è accresciuto dalla attuale situazione di contesto, dove i lavori attualmente in corso della Commissione Ministeriale per il patto della Salute e di Agenas per le linee di indirizzo sulla nuova organizzazione dei Servizi Sanitari, (dopo l’esperienza della pandemia e in vista del PNRR), richiedono elementi di conoscenza utili a implementare processi decisionali razionali e motivati per i cambiamenti necessari, in particolare per quanto riguarda i Distretti e la Medicina di territorio.. MODULOORG

Sperimentazione presso un Servizio Ambulatoriale di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza territoriale piemontese di un modello operativo innovativo di amministrazione delle Liste d’Attesa: Triage Telefonico e applicazione di Criteri Sperimentali di Accesso e Classi di Priorità SINPIA
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Colombi, Elisa - Franceschini, Michela - Nucera, Gabriella

Sperimentazione presso un Servizio Ambulatoriale di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza territoriale piemontese di un modello operativo innovativo di amministrazione delle Liste d’Attesa: Triage Telefonico e applicazione di Criteri Sperimentali di Accesso e Classi di Priorità SINPIA / Elisa Colombi, Michela Franceschini, Gabriella Nucera

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: La Società Scientifica Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), attraverso le Sezioni “Epidemiologia e Organizzazione dei Servizi” e “Psichiatria dell’Età Evolutiva”, ha recentemente proposto ai Servizi ambulatoriali di NPIA appartenenti a diverse regioni d’Italia l’utilizzo in via sperimentale, su base volontaria, di un modello di Criteri di Accesso basato su Classi di Priorità. Tuttora a livello nazionale questi servizi non sono dotati di un sistema per l’individuazione di specifici criteri di priorità per l’accesso alle cure, con conseguenti significative criticità organizzative. Tale proposta ha avuto la finalità di raccogliere i dati preliminari delle esperienze intraprese a livello del Gruppo di Lavoro inter-regionale, condividere spunti di riflessioni e proposte organizzative. Il Servizio Ambulatoriale di Neuropsichiatria Infantile dell’Azienda Sanitaria Locale A.S.L. CN2, durante il periodo pandemico Covid-19, per affrontare l’aumento delle domande di cura in un assetto iso risorse ha scelto di organizzare a livello locale un modello operativo di accoglienza e di indirizzo delle domande di primo accesso al Servizio, comprendente la strutturazione di un Triage telefonico e di un sistema di amministrazione delle liste di attesa, al quale sono stati applicati i criteri sperimentali di accesso SINPIA, opportunamente adattati. Il modello è stato applicato a tutte le 624 richieste di prime visite avvenute del periodo marzo 2020 - agosto 2021, alle quali si è dato accesso sulla base del livello di priorità definito, permettendo l’evasione in 24-72 ore del 97% delle visite di classe U di area psichiatrica e del 94% delle visite di classe U di area neurologica (U= urgenti sulla base del sospetto diagnostico e della sintomatologia in atto). La sperimentazione si è dimostrata efficace nel raggiungere gli obiettivi di misurazione della domanda, amministrazione delle liste d’attesa e capacità di intercettare e orientare in tempi rapidi il reale bisogno di salute, rispondendo in modo appropriato ed efficace ai bisogni di cura a partire da quelli che presentano caratteristiche di urgenza, contenendo nel frattempo l’affanno organizzativo dei rispondenti e l’ansia dei richiedenti. Obiettivi paralleli sono stati: la valutazione dell’adeguatezza delle risorse disponibili; il contributo alla riduzione dell’inappropriatezza della domanda e della risposta attraverso la collaborazione con le cure primarie (PLS/MMG); il contrasto agli accessi impropri in pronto soccorso; il monitoraggio e la verifica dei dati relativi al flusso delle domande. MODULOORG

Il Budget di Salute: il superamento della residenzialità psichiatrica verso nuove forme di abitare
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De Giosa, Elena - Giuliani, Enrico Orazio - Spinogatti, Franco

Il Budget di Salute: il superamento della residenzialità psichiatrica verso nuove forme di abitare / Elena De Giosa, Enrico Orazio Giuliani, Franco Spinogatti

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Nel Piano Socio Sanitario Integrato Lombardo 2019-2023 la principale problematica relativa all’ambito psichiatrico riguarda il fatto che attualmente la spesa complessiva per prestazioni erogate nell'area della Salute Mentale Adulti è pari a 366.305.000,00 euro, di cui oltre il 68% (249.087.400) di tale spesa riguarda il sistema della residenzialità, sistema che coinvolge meno del 6% dei pazienti in carico ai dipartimenti di salute Mentale e Dipendenze (DSMD). “E’ indicazione prioritaria la revisione della residenzialità e l’individuazione di meccanismi più flessibili e centrati sui percorsi (ad esempio sperimentazioni budget di salute) che riportino l’asse dell’intervento sulla territorialità. Le stesse risorse oggi interamente dedicate alla residenzialità possono essere utilizzate per seguire meglio un maggior numero di pazienti in eventi acuti sul territorio”. Le Regole di Gestione del Sistema Socio Sanitario 2020 e la DGR XI/4773 del 26/05/2021 prevedono l’ipotesi di dismissione di posti di residenzialità a gestione pubblica riguardanti le strutture residenziali a carattere intensivo SRP1-CRA a favore di soluzioni alternative. Questo è possibile formulando Progetti Terapeutici Riabilitativo Individuali (PTRI) sostenuti da Budget di Salute (BdS): progetti costruiti a misura della persona in base al suo bisogno socio-sanitario relativo all’ambito alloggio/casa, formazione/lavoro, socialità/affettività. Obiettivo del project work è 1) la riconversione, razionalizzazione ed efficientamento delle risorse destinate alla residenzialità psichiatrica a vantaggio dell’attività territoriale con riqualifica degli operatori sanitari e loro riallocazione; 2) il recupero delle abilità psicosociali e avvio verso una progressiva autonomia sociale tramite Progetti Terapeutici Riabilitativo Individuali basati sul coinvolgimento attivo e responsabilizzazione dell’dell’utenza con un approccio recovery oriented. Destinatari beneficiari sono i soggetti con patologie psichiatriche complesse, in assenza di compromissione della funzionalità fisica, per cui possono essere avviati a percorsi di maggiore autonomia sociale a progettualità relativa ad un futuro percorso lavorativo. Più che un metodo la riconversione risulta essere una scelta consapevole in ragione di una mappatura ed analisi dei bisogni di un territorio di un DSMD in un ASST in Lombardia. La riconversione di una CRA in struttura in alloggi e in un Centro diurno di riferimento per gli ex residenti, da l’opportunità di ricollocare risorse economiche e umane. Nel prospetto simulato, gli operatori del CRA riconvertito sarebbero formati e ricollocati sul territorio c/o i CPS territoriali rendendo più funzionale la presenza di supporto psichiatrico disponibile per le necessità del territorio. L’utenza del vecchio CRA selezionata per il progetto verrebbe seguita ed avviata all’autonomia nei monolocali ricavati dal CRA, grazie a Progetti Terapeutici Riabilitativi Individuali (PTRI) sostenuti dal Budget di Salute (BdS), che risulta essere il vero metodo innovativo di approccio ai percorsi individuali, costruiti a misura della persona in base al suo bisogno socio-sanitario relativo all’ambito alloggio/casa, formazione/lavoro, socialità/affettività. Tale ipotesi risulterà essere più efficace per una distribuzione territoriale più capillare di risorse in un ambito sanitario, come quello psichiatrico, che necessita di una valutazione più attenta alle necessità provenienti dall’utenza, e il budget di salute lo strumento più idoneo, per la sua flessibilità e versatilità, ai bisogni sia sanitari che sociali dell’utenza. MODULOORG

Il Budget di Salute: il contributo dell’intervento precoce nel Dipartimento di Salute Mentale
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Bossoli, Luca - Manzone, Maria Laura - Pozzetti, Tiziana

Il Budget di Salute: il contributo dell’intervento precoce nel Dipartimento di Salute Mentale / Luca Bassoli, Maria Laura Manzone, Tiziana Pozzetti

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: INTRODUZIONE. Nelle dichiarazioni conclusive dei vertici mondiali delle Nazioni Unite e negli Obiettivi del Millennio, si indica la via per uno sviluppo umano equo, pacifico e sostenibile, capace di sradicare la povertà, valorizzare la natura e mobilitare tutti gli attori sociali. Il Budget di Salute rappresenta l’unità di misura delle risorse economiche, professionali e umane, necessarie per avviare un processo di capacitazione, volto a ridare ad una persona un funzionamento sociale accettabile. Si tratta di uno strumento che, avviando una modalità di presa in carico innovativa, punta ad ottimizzare l’utilizzo delle risorse regionali destinate, tramite le ATS, all’assistenza ai pazienti psichiatrici. ANALISI DEL CONTESTO. Si illustra un progetto di finanziamento, tramite l’utilizzo del Budget di Salute, per la cura e l’assistenza di adolescenti e giovani adulti (17-24 anni) all’esordio di patologia grave, afferenti al DSMD. Le patologie gravi su cui pone attenzione la letteratura, in considerazione dell’ingente impiego di personale sanitario e di risorse economiche, possono essere suddivise in tre grandi gruppi: Disturbo del Neurosviluppo (Gruppo A); Disturbo di personalità del cluster B (Gruppo B); Disturbo mentale maggiore, Disturbo Psicotico, Disturbo dell’Umore, Disturbo Post Traumatico da Stress (Gruppo C). ASPETTO INNOVATIVO. Il presente Project Work vuole dimostrare come, apportando alcune modifiche sul piano organizzativo, attraverso percorsi di integrazione e coordinamento tra servizi e figure professionali differenti e attraverso un lavoro che armonizzi interventi sanitari e sociali si possano raggiungere risultati significativi nel soddisfacimento dei bisogni dei pazienti, permettendo nel contempo all’ASST di rispondere in modo più efficiente ad un maggior numero di utenti portatori di disagio psichico e, conseguentemente, alla ATS di attivare un più efficiente utilizzo delle risorse. OBIETTIVI. Il lavoro è teso a fornire: (a) un intervento di cura ed assistenza maggiormente efficiente e “tagliato su misura”, orientato alla recovery, indirizzato a specifiche popolazioni di pazienti ad alto rischio di cronicità finalizzato alla riduzione della disabilità; (b) un contributo analitico alle ATS ed ai DSMD impegnati nella riorganizzazione dei servizi secondo il modello psicosociale multimodale diffuso sul territorio e in coerenza con le linee di indirizzo previste dalla L.R. 23/15; c) integrare il contributo della TELEMEDICINA. DESTINATARI BENEFICIARI. a) DIRETTI: i pazienti psichiatrici con esordio di patologie mentali gravi in età compresa tra 16-24 anni e i loro familiari o caregivers; b) INDIRETTI: il DSMD che si trova oggi ad assorbire un’eccedente quantità di giovani all’esordio senza avere risorse a disposizione per garantire loro un adeguato percorso che permetta un reinserimento quanto più possibile immediato nella società evitando la cronicizzazione della patologia. METODOLOGIA. È stata effettuata un’ampia analisi della letteratura relativa al budget di salute e sull’utilizzo della TELEMEDICINA. Si sono esaminate le stime dei costi sostenuti dal SSR per la presa in carico del paziente psichiatrico nelle ATS lombarde. Si sono analizzate le linee guida e la letteratura per la presa in carico delle patologie affrontate (Gruppo A, B, C). Partendo dai dati disponibili è stata proposta una riorganizzazione maggiormente efficiente e integrata della presa in carico dei giovani all’esordio di patologie gravi che consente: (a) il monitoraggio dell’utenza in ingresso al DSMD, (b) la valutazione e la misura dell’appropriatezza e dei risultati dei percorsi di cura ed assistenza erogati per ciascun gruppo. COSTI DI IMPLEMENTAZIONE. Parte del progetto è iso-risorse attingendo alla razionalizzazione dell’investimento economico sulla cronicità (vedi PW2); per la restante parte del progetto il finanziamento è erogato da Regione Lombardia nella forma del Budget di Salute. La pianificazione delle risorse disponibili viene effettuata ogni anno in fase di concertazione di Budget. Trattasi di un progetto pilota da affiancarsi ai percorsi in essere che si organizza con tutte le attività necessarie a garantire i LEA. TEMPISTICA. Il progetto prevede tre fasi: fase 1 – analisi dei dati: analisi delle linee guida e della letteratura, analisi di quanto offerto dal territorio, progettazione dei percorsi di cura per i 4 gruppi presi in esame, 3 mesi; fase 2 – reclutamento e formazione del personale: formazione del personale e selezione di ulteriori operatori se necessario (educatori, psicologi, ecc), entro 6 mesi si prevede di aver dato avvio a tutte le formazioni necessarie; fase 3 – attuazione del progetto: che a sua volte prevede: a) fase diagnostica: raccolta dati anagrafici, clinici e sociali, assessment diagnostico del paziente; b) fase di presa in carico: assegnazione tramite valutazione UVM al percorso di cura e del PTRI; c) fase di analisi dei risultati: 3 mesi a partire dal termine del PTRI per analisi dei risultati sulla base degli indicatori selezionati. PRODOTTI ATTESI. (1)Note semestrali sui risultati in relazione agli indicatori utilizzati e sui costi, (2)Report conclusivo sui risultati in relazione agli indicatori utilizzati e sui risultati economici in relazione al finanziamento, (3)Report conclusivo sulla fattibilità, replicabilità e sostenibilità del modello. MODULOORG

L’evoluzione del welfare verso il Budget di Salute
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Frigeri, Maria Giuseppina - Schiavina, Elvira Maria

L’evoluzione del welfare verso il Budget di Salute / Maria Giuseppina Frigeri, Elvira Maria Schiavina

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: INTRODUZIONE: Il concetto di salute riguarda la qualità della vita non solo assenza di malattia. L’Europa ha visto la nascita di un welfare assistenziale popolato di Istituti di pubblica assistenza; in Italia lo Stato ha fatto proprie funzioni ed obblighi, mutuando culture dai pii Istituti. Transitando dal Welfare assistenziale a uno Stato sociale, a un Welfare dei servizi, si è passati a un Welfare dei consumatori; nel modello “Welfare familiare e comunitario” produrre benessere e salute è compito della società civile. DEFINIZIONE Budget di Salute (BdS): Strumento per l’integrazione sociosanitaria che risponde alla domanda su quali e quante risorse professionali, umane ed economiche sono necessarie per restituire funzionamento sociale, diritti e prognosi positive a persone istituzionalizzate o a grave rischio di istituzionalizzazione, a causa, o in modo concomitante, a malattie croniche e/o cronico degenerative e disabilità sociale. Si attiva un processo volto alla costruzione di un nuovo modo di vivere: Personal Recovery. DESTINATARI: Cittadini in condizioni di disabilità sociale concomitante o conseguente a patologie psichiche o fisiche a decorso protratto e potenzialmente ingravescente o a stati di rischio e vulnerabilità per la prognosi, che richiedono progetti individuali caratterizzati dalla inscindibilità di interventi sanitari e sociali. La metodologia presuppone: coprogettazione, cogestione, cofinanziamento, valutazione dei processi e progetti da realizzare tra Ente pubblico e privato. RIFERIMENTI NORMATIVI: Convenzione ONU; FSE+2021-2027; D.Lgs 222/1999; L.328/2000; DPCM 14.02.2001; DPCM 29.11.2001; PSN 2003-2005; L. 112/2016; Proposta di legge del 9/04/2019 alla Camera; L. 77/2020; Piano Colao per rilancio Italia 2020-2022; Provvedimenti regionali. ESPERIENZE: In UK: amministrazioni locali sono obbligate per legge ad offrire un Personal Budget agli eleggibili a ricevere supporto per condizione di disabilità o non-autosufficienza. Toscana: DGR 1449/2017 delinea percorso di attuazione di un modello di presa in carico della persona e introduce il BdS, per realizzare progetti di vita personalizzati attraverso interventi sociosanitari integrati. Emilia: DGR 1554/2015 “Linee di indirizzo per la realizzazione di progetti con la metodologia Budget di Salute”. Il BdS è strumento di assistenza territoriale, attivabile dai DSM-DP in collaborazione con i Servizi Sociali, in alternativa, o in superamento dell’assistenza residenziale, per sostenere e consolidare progetti di domiciliarità a supporto delle famiglie. Lombardia: Progetto L-inc 2017, attuato da diverse realtà (ente capofila Anffas Lombardia), prevede: costruzione e definizione condivisa e partecipata del Progetto individuale ex art. 14 l. 328/00 e del Budget personale di salute; contrattualizzazione del Progetto e BdS tra Comune e persona con disabilità. ELEMENTI CRITICI: La rigida “gerarchia” delle professioni depotenzia il dialogo interdisciplinare. Molte sperimentazioni non hanno visto la ricomposizione delle risorse esistenti, ma la loro riconversione, o stanziamento di risorse aggiuntive. Senza formazione e dialogo tra diversi soggetti non si creano alleanze necessarie. Da evitare rischio di adozione standardizzata del modello. ELEMENTI DI FORZA: L’apporto di persone con disabilità in circuiti umanizzati e produttivi, produce soddisfazioni individuali e collettive. Attraverso la ricomposizione di risorse e razionalizzazione si innescano processi produttivi sostenibili. L’implementazione di interventi fondati sulla valorizzazione dei contesti ambientali, sociali e relazionali, modifica la prognosi di persone affette da esiti invalidanti di malattie croniche e cronico-degenerative. MODULOORG

Progetto Di "Ostetricia Diffusa" per le aree non metropolitane e le Comunità Montane dell’ATS Insubria
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Bernasconi, Francesco

Progetto Di "Ostetricia Diffusa" per le aree non metropolitane e le Comunità Montane dell’ATS Insubria / Francesco Bernasconi

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Il progetto di “ostetricia diffusa” (POD) per le aree non metropolitane e le comunità montane dell’ATS Insubria si inserisce di diritto nelle strategie previste dalla “missione 6” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questa mission, come è noto, si articola infatti in 2 principali aree di intervento, cui sono peraltro connessi rilevanti investimenti, che interessano due grandi capitoli della sanità pubblica. La prima interessa le reti di prossimità, le strutture intermedie e la telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale, che hanno l’obbiettivo di rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali, il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi sociosanitari. La seconda guarda alla innovazione, ricerca e tecnologiche e digitali esistenti, che offrano l’ opportunità di una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) attraverso più efficaci sistemi informativi. Il POD si pone proprio gli stessi obbiettivi, declinati in una veste più strettamente specialistica ed in un ambito squisitamente ostetrico e perinatale, in accordo con le principali linee di sviluppo previste per la riforma della LR 23/2015 , in particolare per quanto riguarda alcuni valori più volte espressi: la valorizzazione delle professioni sanitarie (infermieri, tecnici sanitari, OSS ecc. ) e della figura dell’infermiere di famiglia e continuità all’interno del Polo Territoriale; la attivazione di reti di prossimità e di vicinanza ; il sostegno della de-medicalizzazione; una forte spinta all’empowerment del paziente e al coinvolgimento di tutti gli stakeholder; il rafforzamento tecnologico degli strumenti di telemedicina per una estensione dell’assistenza domiciliare ed una più efficace integrazione con le strutture territoriali delle cure primarie o con le realtà ospedaliere di riferimento. In questo scenario di riferimento il progetto si pone come obiettivo la verifica dell’opportunità, utilità, fattibilità, e sostenibilità economica dell’attivazione nella ATS INSUBRIA e ASST LARIANA, nelle sedi di Albavilla e di Cerano o San Fedele d’Intelvi, di due servizi territoriali multifunzionali gestiti da figure ostetriche non mediche esperte in gestione della gravidanza a basso rischio (BRO), come da protocollo Regione Lombardia, in diagnostica ecografica ostetrica office, in diagnostica cardiotocografica e in management della gravidanza a termine, che possano essere in stretto contatto strategico-assistenziale con tutte le realtà ostetrico-neonatali esistenti sul territorio o inseriti nel digitalizzazione del servizio sanitario nazionale, con l’obiettivo di ottenere un rinnovamento, ammodernamento delle strutture contesto di una Casa di Comunità spoke da attivare in una o entrambe le due realtà territoriali . L’outcome primario è quello di favorire una maternità consapevole e felice nelle donne del territorio, facilitare una ripresa della natalità garantendo un percorso diagnostico-assistenziale ostetrico-neonatologico domiciliare o nel vicino territorio di residenza , offrire una equità di accesso alle cure primarie ostetriche efficienti e sicure a tutte le gravide, superando e contenendo gli outcomes negativi legati alla fragilità linguistica e socio-economica della popolazione residente , nel rispetto di una efficiente continuità assistenziale ospedale-territorio, garantita dall’implementazione di un supporto multimediale dedicato di telemedicina per il progetto “ostetricia diffusa” . Nel dettaglio gli obbiettivi principali del progetto sono: • contrasto alla denatalità • presa in carico della fragilità in ambito ostetrico-neonatologico • continuità assistenziale in ostetricia e neonatologia • implementazione della “ostetrica di comunità” in collaborazione o integrazione delle Case di Comunità spoke territoriali • miglioramento degli indici di performance organizzative delle U.O.C. di Ostetricia dell’Ospedale di Erba e Sant’Anna di Como (aumento dimissioni ospedaliere precoci, riduzione degenza media, aumento indice di occupazione e turnover dei posti letti, migliore soddisfazione della utenza ostetrica intra- ospedaliera e variazioni delle percentuali di taglio cesareo e di allattamento al seno) • applicazione e diffusione della telemedicina nei protocolli diagnostico-terapeutici in ambito ostetrico. Il raggiungimento degli obiettivi è stato conseguito seguendo una rigorosa metodologia articolata in tre distinti momenti tra loro correlati: 1. E’ stata effettuata una indagine epidemiologica e conoscitiva rivolta alla popolazione femminile generale pluripara residente nella ATS Insubria. E’ stata prevista la somministrazione, raccolta e analisi di un questionario di autovalutazione e auto compilazione relativo a tutte le principali variabili anagrafiche, anamnestiche, cliniche, farmaco-economiche e di customer satisfaction di due campioni consecutivi di donne: 107 pluripare residenti in Valle d’Intelvi e 34 donne ricoverate per travaglio e parto presso l’UOC di Ostetricia dell’Ospedale Sant’Anna di Como nei mesi di ottobre e Novembre 2021. 2. Abbiamo svolto una indagine conoscitiva sulla fattibilità e possibilità di progettazione e implementazione di un software dedicato al progetto “ostetricia diffusa” . Al termine di un lavoro collaborativo multidisciplinare è stata quindi valutata la fattibilità di realizzazione e la sostenibilità economica della proposta tecnica studiata ed elaborata per il sistema intergrato di hardware e software predisposto per il progetto, già oggi attuabile ed implementabile. 1. Una analisi economico-finanziaria a breve e medio termine ha reso possibile, quindi, valutare la fattibilità, sostenibilità e solidità della scelta strategica adottata attraverso un bilancio tra i previsti ricavi e costi ad essa associati. Sono stati quindi valutati tutti i ricavi e i costi fissi e variabili previsti e aspettati dalla implementazione di una assistenza ostetrica clinico-strumentale domiciliare e/o territoriale. Il progetto si caratterizza per originalità sia per l’idea sviluppata e sia per la metodologia seguita in fase di realizzazione. L’originalità è funzionale sia per gli aspetti teorici e sia per gli aspetti pratici, organizzativi e professionalizzanti. MODULOPOL

Il basso rischio ostetrico: alongside midwifery unit
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Bulgheroni, Carlo Maria - Quellari, Paola Tiziana

Il basso rischio ostetrico: alongside midwifery unit / Carlo Maria Bulgheroni, Paola Tiziana Quellari

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Mentre ambulatori a conduzione ostetrica sono già presenti in alcune realtà ospedaliere, punti nascita a gestione ostetrica ( alongside midwifery unit) sono estremamente rari. Regione Lombardia si è fortemente espressa a favore della realizzazione di percorsi dedicati al basso rischio ostetrico, sia territoriali che ospedalieri, a gestione esclusivamente ostetrica, pertanto questa ipotesi di lavoro è perfettamente in linea con l’indirizzo regionale. Il lavoro si articola nello sviluppo dei seguenti punti: - Impianto normativo - Analisi della situazione italiana - Identificazione degli obiettivi e relativi indicatori - Articolazione della alongside midwifery unit - Valutazione dei costi Conclusioni: valutati i numeri di utenti di un centro con caratteristiche di hub e quelli di un ospedale spoke emerge che l’istituzione di una struttura parallela come una alongside midwifery unit non è organizzativamente ed economicamente sostenibile in nessuna delle due strutture. Gli autori raccomandano, invece, l’implementazione di percorsi, interni alle strutture esistenti, dedicati al basso rischio ostetrico. MODULOPOL

On the job
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Balsamo, Fabrizio - Colombo, Luigi - Rigolli, Alberto

On the job : training dei medici neoassunti e degli specializzandi in formazione / Fabrizio Balsamo, Luigi Colombo, Alberto Rigolli

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: INTRODUZIONE E’ necessaria una ampia introduzione per capire i contorni del problema, ovvero la carenza dei medici chirurghi all’interno del SSN e SSR e la loro “ competenza “ . La nostra analisi parte dalle scuole di specializzazione per arrivare ai medici neo assunti in ospedale . Da una recente analisi dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani, emerge che Il 60 per cento dei medici considera inadeguato il concorso nazionale a selezionare in modo meritocratico l’accesso alle scuole di specializzazione. L’ aspetto più importante è che in più dell’85 per cento dei casi, un chirurgo appena specializzato non si sente in grado di effettuare un intervento senza una supervisione. Oltre il 90 per cento degli specializzandi ritiene necessario far entrare gli ospedali nel sistema formativo delle scuole di specializzazione in chirurgia generale. Il 60 per cento definisce la formazione ospedaliera migliore rispetto a quella universitaria. OBIETTIVI STRATEGICI E SPECIFICI DEL PROGETTO Obiettivi strategici e specifici del progetto sono quelli di creare un sistema “ riproducibile “ nelle diverse strutture ospedaliere che consenta di continuare e completare l’attività formativa che la specializzazione non è stata in grado di offrire per le molteplici ragioni già evidenziate nell’ analisi della situazione . DESTINATARI DEL PROGETTO Destinatari del progetto sono in prima istanza: • gli specializzandi che frequentano durante il loro corso di studio, per periodi più o meno lunghi, i reparti ospedalieri, • tutti i medici, specialmente i neoassunti delle varie branche chirurgiche, attualmente in difficoltà nell’adempimento di alcune procedure proprie della professione. METODOLOGIA ADOTTATA Ogni ASST ha posto in essere modelli che coinvolgono direttamente ed individualmente ogni professionista con l’assegnazione di obiettivi annuali personalizzati. La somma del raggiungimento degli obiettivi del singolo permette all’azienda il raggiungimento dei più ampi obiettivi di sistema e di miglioramento delle competenze professionali delle persone che lavorano. RISULTATI ATTESI Il percorso da seguire così come delineato nel Project Work incrementerà le capacità professionali dei Dirigenti interessati. Questo colmerà il gap dovuto alla mancata formazione e garantirà professionalità al singolo medico e miglioramento del reparto in generale. CONCLUSIONI La formazione del medico specializzando non dovrebbe essere affidata solo alle Scuole di Specializzazione, ma anche le Aziende Ospedaliere, che sempre più frequentemente, ospitano i giovani medici, dovrebbero essere chiamate a contribuire, in modo più incisivo, alla loro crescita professionale. La valutazione del medico inserito nel proprio ambiente di lavoro è peraltro uno degli standard presenti nei sistemi di accreditamento più diffusi e l’attenzione a valutare le performance dei professionisti che lavorano nell’organizzazione è considerato uno degli elementi chiave della qualità organizzativa. Dalla costruzione di uno schema (possibile) per lo Sviluppo Professionale Continuo (CPD) emerge dunque come la verifica del mantenimento delle caratteristiche di un buon medico risulti incompleta se svolta a prescindere da considerazioni di efficacia organizzativa. MODULORIS

Demenze: definizione di un modello di gestione integrata ospedale-territorio nell'ASST di Crema
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Caputi, Luigi - Mezzanotte, Caterina

Demenze: definizione di un modello di gestione integrata ospedale-territorio nell'ASST di Crema / Luigi Caputi, Caterina Mezzanotte

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Introduzione e obiettivi: La demenza è una sindrome clinica caratterizzata da declino cognitivo progressivo in due o più domini quali memoria, linguaggio, funzioni esecutive e visuo-spaziali etc. La malattia di Alzheimer (AD) è la demenza degenerativa più rappresentata a livello mondiale con una stima del 60% circa rispetto alle restanti forme di demenze a genesi degenerativa e non. Si stima che in Italia, sino al 2019, vi siano attualmente circa 1.2 milioni di soggetti affetti da demenza e in Lombardia circa 150000. L’impatto della demenza sulla qualità di vita del soggetto e della famiglia è gravoso da un punto di vista clinico, assistenziale ed economico. Si stima che, in Italia, i costi globali (diretti e indiretti) siano di circa 10-12 miliardi euro/anno, mentre negli Stati Uniti, per la sola AD, circa 500 bilioni di dollari/anno. I dati epidemiologici indicano che la problematica socio-assistenziale relativa alla gestione delle demenze sia di grande rilievo. Pur in presenza di una condizione patologica di tale impatto, all’interno del territorio dell’ASST Crema, la demenza non appare essere adeguatamente sostenuta da interventi congiunti e integrati tra le componenti sanitarie (Ospedale), socio-sanitarie e sociali (Territorio). La componente sanitaria (ie Ospedale) dell’ASST di Crema, si fa carico delle fasi acute, subacute e croniche del soggetto affetto da demenza con particolare attenzione alla parte diagnostico-terapeutica. La componente socio-sanitaria (ie Territorio) dell’ASST di Crema, si fa carico della gestione e della presa in carico del soggetto affetto da demenza in ambito domiciliare, semi-residenziale e residenziale. La componente sociale relativa al Territorio interviene a livello domiciliare con particolare attenzione agli aspetti del sostegno alla famiglia. Pur in presenza di adeguati Sistemi di Cura, ospedaliera e territoriale, non vi è sul territorio dell’ASST di Crema un percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale integrato che abbia come obiettivo una presa in carico congiunta volta al miglioramento dello stato di salute del soggetto affetto da demenza attraverso l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse sanitarie, socio-sanitarie ed economiche. Obiettivi del nostro progetto: Obiettivo strategico: presa in carico integrata territorio/ospedale/territorio che garantisca la continuità assistenziale del processo di cura attraverso l’attivazione dei servizi territoriali, tramite la costruzione di percorsi condivisi. Obiettivi specifici: favorire la continuità assistenziale T/O/T mediante la definizione di un modello coordinato di connessione tra servizi; realizzare azioni che portino ad un consolidamento della collaborazione tra specialisti e MMG; definire dei modelli di finanziamento degli interventi sanitari e socio-sanitari che portino ad un’ottimizzazione delle risorse territoriali; implementare la piattaforma informatica, già in uso nel distretto cremasco, con informazioni e dati sanitari e socio-sanitari; contenere il numero di ricoveri non necessari. Metodi: Per poter definire un percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale congiunto “Patientoriented” sarà effettuata una analisi dello scenario esistente (Scenario A) nei due Sistemi di Cura e dello Scenario B (percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale integrato) Per lo Scenario A verranno presi in considerazione i seguenti items, dal punto di vista della qualità della cura e dell’assistenza ed economico: -l’iter di diagnosi e cura e relativo follow-up ospedaliero -l’iter di presa in carico socio-assistenziale realizzato attraverso la valutazione multidimensionale e multiprofessionale. Per la riorganizzazione del percorso integrato saranno identificate le aree di criticità dello Scenario A rispetto allo Scenario B. Risultati: la realizzazione di una rete coordinata e integrata Territorio-Ospedale-Territorio attraverso la costruzione e definizione del percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale congiunto “Patientoriented” (Scenario B). Miglioramento dell’impatto socio-assistenziale in ambito di qualità di vita/cure. Riduzione dell’impatto economico attraverso la a) riduzione del costo sanitario (ie ricoveri e/o plurimi accessi ospedalieri), b) riduzione della frammentazione delle risorse socio-sanitarie e sociali. Conclusioni: la realizzazione di un modello di gestione integrata Ospedale-Territorio nell’ASST di Crema porterà ad un miglioramento della qualità di cura e assistenza dei soggetti affetti da demenza. È auspicabile vi sarà una probabile ottimizzazione delle risorse umane e non in ambito sanitario, socio-sanitario e sociale e contestualmente una progressiva riduzione dell’impatto economico a carico degli stakeholders coinvolti. MODULOORG

Percorso innovativo di gestione del paziente con insufficienza cardiaca (IC) e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)
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Arghittu, Milena - Oliva, Fabrizio - Tarsia, Paolo

Percorso innovativo di gestione del paziente con insufficienza cardiaca (IC) e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) / Milena Arghittu, Fabrizio Oliva, Paolo Tarsia

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Razionale. IC e BPCO condividono alcuni fattori di rischio, un persistente pattern infiammatorio, alcuni segni e sintomi. Frequentemente le due patologie coesistono, potenziandosi e rendendo la gestione non solo clinica ma anche organizzativa più complessa. Questi pazienti, che sono generalmente anziani e con multiple comorbidità, hanno spesso riacutizzazioni con non semplice diagnosi differenziale, accessi in pronto soccorso e necessità di ricovero. Anche in ambito ambulatoriale l’esecuzione di esami diagnostici e l’ottimizzazione dei trattamenti farmacologici e non farmacologici richiede ripetuti accessi da specialistici che abitualmente non comunicano tra loro se non attraverso il paziente che si muove tra i diversi ambulatori e laboratori. I risultati sono ritardi nella messa in atto e nell’ottimizzazione delle cure e disagi per il paziente. Obiettivi Obiettivo Primario: Delineare un percorso innovativo dei pazienti con associazione (o sospetta diagnosi) di IC e BPCO che faciliti la co-gestione tra i diversi attori clinici coinvolti (cardiologo, pneumologo, internista) e l’accesso alla diagnostica di laboratorio, con più rapida ottimizzazione dell’iter diagnostico e terapeutico. Obiettivi secondari: Aumentare numero di pazienti con doppia patologia trattati in multidisciplinarietà, ridurre le riacutizzazioni con necessità di cure ospedaliere, riduzione dei tempi di attesa di valutazione specialistica, migliorare la qualità dei servizi percepiti dal paziente/utente. Metodi Possibilità di accesso al percorso sia dal PS, dalla dimissione cardiologica, pneumologica o internistica, dagli ambulatori specialistici. Utilizzo di una piattaforma web con attività di televista e teleconsulto che vedrà la presenza del paziente e dei vari attori clinici coinvolti, che hanno singolarmente già effettuato la loro valutazione. Collegialmente verranno confermate o modificate le prescrizioni, concertati tempi e modi dei controlli clinici, laboratoristici e strumentali. Costi di implementazione e realizzazione Sono stati valutati i costi potenziali dell’implementazione dell’ambulatorio multidisciplinare, in termini di impiego risorse umane per la creazione PDTA e la gestione dell’ambulatorio, e stimati i costi di attivazione della piattaforma web per attività di televisita e teleconsulto. Sono stati inoltre formulate due ipotesi di ricavo dal progetto, considerando sia la rendicontazione in regime ambulatoriale, sia come Macro Attività Complesse (MAC). Risultati attesi Sono stati previsti sistemi di monitoraggio sia dell’implementazione del progetto (rispetto del cronoprogramma) sia di funzionamento, con indicatori di processo e di outcome. Conclusioni Il percorso proposto risponde ad una reale esigenza clinica di gestione dei pazienti che presentano coesistenza di insufficienza cardiaca e BPCO. riteniamo che possa presentare ricadute positive sia per il paziente (minori tempi di accesso a cure specialistiche, miglioramento qualità di vita e percezione del servizio), sia per il sistema (minori accessi in pronto soccorso e ricoveri con conseguenti minori costi). Infine riteniamo che il modello proposto sia esportabile e attivabile in diversi contesti clinici ospedalieri ed ambulatoriali. MODULOPOL

Verso un’anagrafe della fragilità
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Riva, Iorio

Verso un’anagrafe della fragilità : Dai codici fiscali alla conoscenza delle persone all’organizzazione di network territoriali / Iorio Riva

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: I servizi alla persona da sempre vivono in connubio profondo con le comunità di riferimento: a Bergamo stanno affrontando la sfida più difficile della loro storia, i segni del trauma epidemico Covid-19 sono tangibili non solo sulle persone ma anche sugli operatori. Oggi abbiamo bisogno soprattutto di non farci trovare impreparati, sono essenziali interventi rapidi a sostegno delle persone in condizione di fragilità, interventi che vanno ben al di là degli indispensabili contributi economici, perché c'è bisogno di sostenere e ripensare le relazioni, raccogliere e far memoria di ciò che è stato, piangere chi si è perso, rimettere al "centro" il senso del legame sociale, questione cardine dello sviluppo del territorio. In quest’ottica si è pensato di costruire un progetto denominato Anagrafe della Fragilità a livello territoriale e provinciale, con l’obiettivo di proteggere e prendersi cura dei soggetti più vulnerabili, verificandone a livello domiciliare le condizioni di protezione sociale, monitorando l’evoluzione delle situazioni personali, promuovendo le condizioni per la costruzione di network integrati sociosanitari di sostegno familiare e comunitario, ATS di Bergamo ha costruito negli anni un modello operativo d’integrazione tra dati clinici, sociosanitari e socio-assistenziali, proponendo una stratificazione epidemiologica della popolazione in provincia di Bergamo. L’analisi effettuata ha permesso di individuare una stratificazione della popolazione rispetto alle condizioni di salute e di benessere sociale. La nostra attenzione si focalizza, per il progetto ipotizzato, sulle persone identificate, 9087 che evidenziano una fragilità globale, quindi: fragilità clinica rilevante & fragilità socio assistenziale media ed elevata. Queste famiglie sono state quindi contattate con la proposta di una visita domiciliare e di un’intervista semi strutturata per verificare la loro condizione di protezione sociale. A livello provinciale, hanno aderito alla ricerca 3579 persone, cui esiti sono stati trasferiti su schede informatizzate, da cui emerge che: - il 50% delle persone fragili incontrate non verte in situazioni di particolari criticità sociali; - il 48% del target di progetto è in una situazione di moderata criticità (nella maggior parte dei casi la persona presenta livelli di non autosufficienza, ma l’andamento moderato è frutto della presenza di almeno un caregiver all’interno della famiglia); • il 2% si trova in condizione di grave criticità sociale. Emergono inoltre una varietà di bisogni trasversali delle persone nelle comunità locali, quali: - un livello elevato di stress dei caregiver (burden) conseguente al carico individuale da loro sperimentato nello svolgimento dell’assistenza; - la richiesta di punti di riferimento stabili al fine anche di una maggior facilità nella raccolta di informazioni, di orientamento e di indirizzo; - il bisogno di potenziamento e di maggior flessibilità dei Servizi Domiciliari, di Servizi di prossimità e di Continuità Assistenziale a favore dei cittadini fragili. La traduzione operativa della ricerca pone quindi la necessità di attivare rapidamente interventi a sostegno delle persone in condizione di fragilità, che al di là dei contribuiti economici, mirino a potenziare i supporti terapeutico - assistenziali - relazionali, con un’attività di prevenzione ed un modello di gestione sociosanitaria integrato con l'implementazione ed il coinvolgimento delle reti informali di supporto territoriale. Il tutto finalizzato ad un ripensamento delle strategie sociali e sanitarie che, mettendo al centro il benessere complessivo della persona, possano garantire a tutti un’effettiva cittadinanza sociale e una continuità assistenziale della cura e del prendersi cura. Questo sopra implica quindi lo sviluppo di interventi ed azioni che: o riconoscano e prevengano nuove forme di vulnerabilità sociale; o costituiscano un’ integrazione tra le diverse reti di servizi alla persona presenti sul territorio, promuovendo una sussidiarietà sia verticale che orizzontale; o favoriscano il recupero della genitorialità o della socialità di comunità per le condizioni di carenza o assenza di reti parentali; o promuovano la salute e il benessere psicofisico delle persone in condizione di fragilità. Nel presupposto che la costruzione di servizi o la definizione delle modalità di erogazione di questi, sono da adeguarsi al livello di complessità sociale, nell’assunto epidemiologico che il dato contribuisce alla conoscenza che si sviluppa secondo un principio di vissuto costruttivista, conversazionale, narrativo, in una prospettiva di sapere non assoluto, ma situato e contingente, in cui la significazione viene attribuita agli eventi attraverso costanti processi di costruzione congiunta e negoziazione condivisa. MODULOORG

Modifiche strutturali del Centro Grandi Ustionati e di percorso del paziente, finalizzati a limitare le infezioni ospedaliere
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Baruffaldi Preis, Franz Wilhelm

Modifiche strutturali del Centro Grandi Ustionati e di percorso del paziente, finalizzati a limitare le infezioni ospedaliere / Franz W. Baruffaldi Preis

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Presso l’Ospedale Niguarda si sono raccolti i dati relativi agli isolamenti microbici ed ai test di antibioticosensibilità ottenuti dai campioni inviati al Laboratorio di Microbiologia, provenienti da pazienti con ustioni superiori al 20% di SCU dal 2015 al 2020. I dati hanno riportato una crescita esponenziale di casi di pazienti colonizzati da microorganismi meticillinoresistenti (MRSA). Ciò ha creato un aumento dei tempi di degenza e una relativa riduzione dei posti letto con una saturazione superiore a quella richiesta dai parametri Europei Si sono analizzate le cause di questa contaminazione e i ceppi batterici interessati. E’ stato analizzato il percorso che i pazienti portatori di importanti lesioni tegumentali attualmente fanno e la presa in carico dello specialiizzata ustionologo al fine di comprendere i momenti di criticità. Sula base dei giorni di degenza e del consumo di farmaci è stato quantizzato il danno economico se paragonato al paziente negativo a microorganismi meticillinoresistenti Sono state studiate modifiche logistiche per quanto riguarda l’isolamento dei soggetti e la protezione da agenti microbiologici in fase di accettazione e di trattamento chiurgico. Lo scopo è quello di approntare un piano di fattibilità da presentare alle autorità competenti al fine i riallineare la struttura alle richieste Nazionali e Europee. MODULOORG

Progetto di miglioramento dei processi del controllo ufficiale nella produzione primaria
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Brenzoni, Laura Gemma

Progetto di miglioramento dei processi del controllo ufficiale nella produzione primaria / Laura Gemma Brenzoni

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: La legislazione europea in materia di salute animale ha l’obiettivo di garantire un elevato livello di salute umana e animale, lo sviluppo dell’agricoltura e l’incremento della produttività, contribuendo in modo determinante alla realizzazione di un mercato interno per animali e loro prodotti e alla prevenzione della diffusione delle malattie infettive. Le Autorità competenti degli Stati Membri hanno la responsabilità di fare rispettare la legislazione europea in materia di filiera agroalimentare predisponendo controlli ufficiali, a intervalli regolari, sulla base del rischio e con frequenza adeguata in tutti i settori in merito a tutti gli operatori, le attività, gli animali e le merci. ATS Brescia è l’autorità competente in materia di sanità pubblica veterinaria e sicurezza degli alimenti di origine animale relativamente al territorio di propria competenza, tramite il Dipartimento Veterinario e Sicurezza degli Alimenti di origine animale. I controlli sul settore della produzione primaria (allevamenti) vengono eseguiti da medici veterinari afferenti a due “aree disciplinari” distinte (sanità animale e igiene degli alimenti e delle produzioni zootecniche), con conoscenze specifiche diverse, in base ad una programmazione annuale sempre più condivisa e integrata tra le due aree. La crescente complessità dei controlli ufficiali nel settore della produzione primaria, che si accompagna ad una sempre maggiore specializzazione da parte dei veterinari ufficiali, rischia di costituire un ostacolo per un approccio “olistico” verso l’allevamento: il veterinario, concentrato su aspetti di specifica competenza della propria disciplina, può sottovalutare alcune carenze che ricadono nell’ambito dell’altra disciplina, rilevabili anche in assenza di preparazione specifica e che richiedono di essere gestite. L’obiettivo è di migliorare l’efficienza e l’efficacia dei controlli ufficiali negli allevamenti, in quanto si estende lo scopo del singolo controllo ufficiale e i controlli vengo indirizzati laddove il rischio è maggiore. Viene quindi identificata una modalità operativa che mette il veterinario ufficale nelle condizioni di prendere i necessari provvedimenti a seconda dei casi (immediata rimozione delle “non conformità” maggiori o segnalazione all’altra area delle “non conformità” minori), con il coinvolgimento dei veterinari dell’altra disciplina, secondo una procedura condivisa tra il personale. La messa in atto di tale modalità operativa migliora l’appropriatezza del controllo ufficiale e valorizza la figura professionale del veterinario quale operatore di sanità pubblica. MODULOORG

Implementazione del percorso di Televisita per Pazienti Cronici con patologie specialistiche
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Turrini, Mauro - Clerici, Raffaella

Implementazione del percorso di Televisita per Pazienti Cronici con patologie specialistiche / Mauro Turrini, Raffaella Clerici

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: L’avvento della pandemia COVID-19 e la conseguente focalizzazione sull’emergenza ospedaliera hanno reso necessaria una profonda rivalutazione delle modalità assistenziali erogate delle aziende sanitarie, imponendo in primis la necessità strategica e operativa di garantire la continuità di cura dei pazienti giudicati come prioritari. L’attività ambulatoriale, in particolare quella rivolta ai cronici, è risultata il settore più pesantemente colpito dalle trasformazioni della logistica interna indotte dalla pandemia, registrando il più elevato tasso di drop-out e sospensioni. Riconoscendo in questo punto un forte elemento di criticità del percorso dei pazienti fragili e con patologie croniche, ci siamo posti l’obiettivo di disaminare le attuali modalità organizzative aziendali e identificare i nodi potenzialmente critici sui cui agire per rispondere adeguatamente ai bisogni di salute della popolazione. Partendo dalla analisi dei bisogni, delle criticità e delle caratteristiche dei pazienti afferenti alle realtà di Ematologia e Neurologia, abbiamo identificato negli strumenti di sanità digitale un elemento concreto di innovazione organizzativa nel processo assistenziale per l’erogazione dei servizi sanitari oggetto di attenzione. La proposta prevede l’attuazione di prestazioni di Telemedicina Specialistica a pazienti cronici adulti affetti da patologie ematologiche o neurologiche in cura presso la nostra azienda sanitaria, con finalità di monitoraggio, prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. L’erogazione del servizio è prevista tramite una relazione medico-paziente diretta secondo il modello Business to Consumer, con valutazioni periodiche cadenzate secondo la necessità clinica ed erogazione delle visite in tempo reale con possibilità di interazione diretta con paziente e caregiver. Si prevede la creazione di un modello organizzativo completo con definizione capillare del percorso, comprensivo di modalità di attuazione, accesso, erogazione, formazione, espressione del consenso, privacy e rendicontazione. Gli obiettivi che si pone il presente modello di riorganizzazione strategica sono: i) viraggio verso un modello multicanale con conversione in modalità da remoto di almeno il 20% delle prestazioni erogate a pazienti cronici; ii) assicurare equità nell’accesso alle cure anche da territori decentrati, caratteristica distintiva della nostra realtà locale, minimizzando il rischio infettivo; iii) garantire un supporto alla gestione delle cronicità con un canale di accesso all’alta specializzazione, una continuità del trattamento di cura e un potenziale ausilio per i servizi di emergenza-urgenza. L’analisi costo-beneficio del percorso di Telemedicina specialistica in relazione al setting tradizionale conferma il netto vantaggio della gestione da remoto (ratio benefici/costi >1), evidenziando un elevato risparmio in termini di giornate lavorative da parte di paziente/caregiver. Prendendo in considerazione la popolazione di pazienti a più elevata fragilità e aumentata assitenzialità, tale vantaggio risulta ulteriormente massimizzato (ratio benefici/costi >3). La validità del percorso di Televisita verrà inoltre valutata in maniera prospettica monitorando specifici indicatori di performance, tra cui: i) volume delle prestazioni erogate in relazione alla possibile copertura target; ii) stabilità del servizio con analisi del drop out diretto da parte dei pazienti e della riformulazione di visita in presenza per riscontro di problematiche emergenti; iii) outcome in termini di riduzione delle ospedalizzazioni; iv) outcome in termini di Quality of Life (pazienti e caregiver) e gradimento da parte degli utenti. MODULOORG

Analisi del servizio trasporti interni presso l'ASST di Crema
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Viganò, Giovanni <1970- > - Salinitri, Giuseppe - Chiapparino, Roberto

Analisi del servizio trasporti interni presso l'ASST di Crema / Giovanni Viganò, Giuseppe Salinitri, Roberto Chiapparino

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Il project work è a prevalente valenza organizzativa, in quanto si propone di analizzare l’assetto organizzativo e funzionale del servizio di trasporto interno dei pazienti presso l’ASST di Crema. Il servizio è appaltato a ditta esterna. Il trasporto dei pazienti all’interno dell’ospedale è un servizio strategico per il funzionamento dell’azienda sanitaria stessa. Deve infatti adeguarsi all’organizzazione dei reparti, che all’interno delle loro attività routinarie devono vedere espletato il servizio nei tempi e nei modi corretti per poter garantire a loro volta le cure ottimali ai pazienti. L’obiettivo principale del presente project work è l’analisi del servizio effettuato per ricercare la presenza di inefficienze. La quantificazione dei volumi e delle modalità in cui il servizio è svolto ci ha permesso di rilevarne anche l’efficacia e la qualità percepita dai pazienti e dagli operatori aziendali che attivano il servizio. Altri elementi di valutazione sono stati i tempi di attesa, dei tempi di processo, che ci hanno permesso di stabilire eventuali necessità di potenziamento del servizio in alcune fasce orarie o la riduzione in altre, puntando a un ottimale percentuale di utilizzo del servizio in tutte le fasce in cui esso viene svolto. Si è quindi cercato di individuare gli elementi di criticità nella interazione delle risorse umane di un servizio a gestione esterna, ma con una forte interfaccia con il personale aziendale, correggere e modificare l’organizzazione laddove necessario. L’analisi dei dati effettuata ha avuto come scopo finale far capire se ciò che è stato chiesto nel bando di gara, e poi concordato con l’ente appaltatore, è veramente ciò che serve all’azienda, dove lo stesso debba essere migliorato nell’immediato e da considerare alla scadenza per l’affidamento di un nuovo incarico. I dati ottenuti hanno permesso di individuare quindi le inefficienze e formulare una nuova strategia organizzativa da proporre con il nuovo capitolato tecnico, nel quale l’azienda chiede al mercato un’offerta per l’espletamento del servizio con il migliore rapporto qualità/prezzo. MODULOORG

Servizio psichiatrico di prevenzione e riabilitazione precoce multidisciplinare integrato
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Chierici, Stefania - Raviglione, Federico - Toscano, Marco

Servizio psichiatrico di prevenzione e riabilitazione precoce multidisciplinare integrato / Stefania Chierici, Federico Raviglione, Marco Toscano

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Il Project Work in questione prevede la realizzazione di un nuovo modello di Servizio Psichiatrico di Day Hospital, per pazienti subacuti, che tenga conto dell'evoluzione del bisogno in ambito neuropsichiatrico e riabilitativo alla luce dell’importante cambiamento avvenuto, negli ultimi anni, nell’utenza della Salute Mentale. Il servizio è pensato facendo astrazione dalla specificità della diagnosi bensì aggregando i pazienti per natura del bisogno e livello di assistenza necessario. L’uso oramai epidemico di sostanze voluttuarie (sia sostanze tradizionali che nuove sostanze) determina un progressivo spostamento dell’attività di ricovero in ambito psichiatrico verso le fasce di popolazione più giovane. I danni neurocomportamentali connessi all’abuso di sostanze sono evidenti sin dagli esordi del disturbo, tanto che i professionisti della salute mentale si trovano a fronteggiare quadri clinici “atipici” sia per modalità di presentazione che di decorso nel tempo. Tali quadri rispondono poco e male ai consueti trattamenti farmacologici e sono caratterizzati, da subito, da un rilevante impairment cognitivo, funzionale e sociale. Il Project Work intende ipotizzare la strutturazione di un Servizio di Degenza diurna Neuropsichiatrica per utenti all’esordio, a partire dai 14 anni, con un intervento di riabilitazione ad ampio spettro di natura neuromotoria, neurocomportamentale e psicoeducativa. La precocità dell’intervento neuroriabilitativo, su pazienti almeno parzialmente stabilizzati sul piano clinico, può essere strumento di cura dell’episodio critico nonché di prevenzione terziaria del danno e rappresentare un canale sicuro di aggancio al territorio di riferimento in un’ottica di continuità delle cure. Il Project Work oltre a definire gli standard organizzativi, i percorsi di cura, indicatori di processo e di esito nonché gli investimenti necessari al funzionamento del servizio, ha inteso definire anche i volumi minimi di erogazione del servizio, oltre agli elementi di forza, debolezza, opportunità e minaccia. MODULOORG

Implementazione di un ambulatorio “virtuale” per i controlli dei dispositivi impiantabili
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Lettieri, Corrado - Parogni, Pierpaolo

Implementazione di un ambulatorio “virtuale” per i controlli dei dispositivi impiantabili / Corrado Lettieri, Pierpaolo Parogni

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: Premessa: Il numero di impianti di pacemaker e defibrillatori è significativamente aumentato nell’ultima decade a causa delle nuove indicazioni emerse dalle Linee Guida. Il follow-up di questi pazienti che spesso richiedono un follow-up intensivo con visite frequenti (cliniche e del dispositivo) determina un carico di lavoro crescente per i centri di elettrostimolazione. Un limite dei follow-up tradizionali (accesso del paziente all’ambulatorio specifico) è rappresentato dall’acquisizione ritardata delle informazioni diagnostiche memorizzate dal dispositivo che se acquisite tempestivamente possono invece facilitare interventi terapeutici tempestivi con conseguenti benefici per il paziente, sia in termini di mortalità che di riduzione dei ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco. Il monitoraggio remoto dei dispositivi, che permette di fornire alla struttura ospedaliera un flusso continuo e automatico di informazioni relative allo stato del dispositivo e a variabili cliniche, può facilitare la gestione di queste problematiche. Obiettivi: Riduzione del numero di visite in ospedale per pazienti con dispositivi cardiologici impiantabili con conseguente riduzione delle liste di attesa e della potenziale esposizione all’infezione SARS COV-2. Riduzione del tempo medico e riduzione dei costi per la società legati alla perdita di giornate lavorative per pazienti e caregiver. Metodi: Attualmente stiamo implementando una nuova modalità operativa per cui l’attività di controllo remoto, storicamente affidata ai medici dell’Elettrofisiologia, possa essere eseguita da personale tecnico ed infermieristico appositamente formato, con una supervisione del medico. Risultati attesi: Con l’implementazione di questa modalità operativa ci aspettiamo i seguenti risultati: a) un aumento del numero di pazienti arruolabili in questo percorso, in quanto il numero di accessi non è più vincolato alla apertura di sedute ambulatoriali aggiuntive in presenza del medico; b) riduzione del 50% del numero di visite in ospedale; c) riduzione dei ricoveri per scompenso cardiaco. Conclusioni: L’utilizzo estensivo della telemedicina nel controllo dei dispositivi impiantabili, associato allo sviluppo di competenze specifiche di figure professionali sanitarie non mediche può determinare vantaggi clinici per il paziente, una riduzione delle liste di attesa, dei costi sociali e l’ottimizzazione dell’impiego del personale medico. MODULOORG

Telemedicina e follow up dei pazienti oncologici con  patologia cardiovascolare
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Telemedicina e follow up dei pazienti oncologici con patologia cardiovascolare : uno studio di fattibilità / Vittorio Giudici, Davide Thomas Panciera, Luca Ambrogio Rampinelli, Lucio Taglietti

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: La Telemedicina (TLM) è definita come "la prestazione di servizi di assistenza sanitaria, tramite il ricorso alle Tecnologie dell’Informatica e della Comunicazione, in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente non si trovano nella stessa località. Essa comporta la trasmissione sicura di informazioni e dati di carattere medico grazie a testi, suoni, immagini o altre forme necessarie per la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e il successivo controllo dei pazienti”. Nell’ASST BergamoEST è attivo un laboratorio di TLM presso l’UOC di Cardiologia Riabilitativa che segue pazienti con scompenso cardiaco mediante tele nursing, televisite, interviste telefoniche, home monitoring di device. Durante la recente crisi COVID sono state implementate nuove attività che hanno permesso l’acquisizione di nuove competenze nella gestione mediante TLM di pazienti non solo cardiologici o con criticità diverse da quelle puramente cardiologiche. . L’idea alla base del progetto pilota è quella di “esportare” l’esperienza acquisita in TLM da una singola UOC ad altre UOC (Chirurgia Generale) elaborando un nuovo modello organizzativo per il follow up di pazienti oncologici operati con un rischio cardiovascolare elevato che hanno subito un intervento chirurgico, utilizzando le metodiche proprie della TLM. Il modello esistente prevede che il paziente dopo la diagnosi di neoplasia venga visto in consulenza dall’Anestesista e, se esistono problematiche cardiologiche (spesso si tratta di soggetti con multipli fattori di rischio cardiovascolare e con storia di pregressa patologia cardiaca), dal Cardiologo. Prima dell’intervento vengono eseguiti gli accertamenti ritenuti necessari. Dopo l’intervento il paziente viene dimesso a domicilio. Se necessita di Chemioterapia viene gestito dai singoli Specialisti di branca. Se affidato all’ADI, in caso di complicanze viene rimandato in consulenza al Chirurgo. Per l’eventuale monitoraggio/titolazione delle terapie cardiologiche viene rimandato in consulenza al Cardiologo. Il nuovo modello organizzativo ha lo scopo di ridurre al minimo il numero di accessi in ospedale non indispensabili del paziente operato. Prevede l’arruolamento di un numero limitato di pazienti oncologici dimessi dopo intervento chirurgico (20) dalle UOC di ORL dell’Ospedale di Seriate e dall’UOC di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Piario (entrambe dell’ASST Bergamo EST). I pazienti dovranno essere portatori anche di copatologie cardiologiche e avere necessità di follow up cardiologico. I pazienti prima dell’intervento chirurgico dovranno essere stati visti in consulenza dal Cardiologo della Cardiologia Riabilitativa. Il paziente potrà aderire al progetto previa firma di un consenso informato e il Medico di Medicina Generale del paziente dovrà essere informato mediante lettera e potrà contattare gli specialisti mediante Teleconsulto. La gestione delle ferite chirurgiche sarà demandata all’ADI. In caso di necessità potranno essere inviate all’OU chirurgica di competenza registrazioni fotografiche della ferita mediante smartphone (utilizzando la piattaforma informatica aziendale); il chirurgo potrà essere contattato dal vulnologo mediante teleconsulto. Se necessario il paziente potrà essere inviato in consulenza in presenza. Nel paziente sottoposto a chemioterapia l’oncologo, quando necessario, potrà contattare il chirurgo o il cardiologo mediante teleconsulto diretto. Il monitoraggio dello stato del paziente e la titolazione dei farmaci cardiologici ed eventuali televisite saranno garantiti dal Laboratorio di Telemedicina della Cardiologia Riabilitativa. MODULOORG

Studio di fattibilità di un centro servizi per la  sorveglianza domiciliare e la televisita
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Archi, Davide

Studio di fattibilità di un centro servizi per la sorveglianza domiciliare e la televisita : dall’esperienza COVID alla gestione dell’ordinario / Davide Archi, Tiziana Candiani, Simonetta Cherubini, Renzo Guttadauro

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: La gestione dell’emergenza legata alla pandemia COVID ha rappresentato un grande stress test a cui è stato sottoposto il Sistema Sanitario, ma che ha rappresentato un potente stimolo per ideare innovativi modelli di presa in carico di pazienti, adulti e pediatrici, attraverso lo sviluppo e la sperimentazione di nuovi servizi. Questo patrimonio esperienziale, una volta terminata la pandemia, non può andare perso ma deve essere utilizzato per rivedere i percorsi, gli strumenti e i setting assistenziali al fine di costruire nuove opportunità. L’obiettivo di questo documento è ipotizzare la trasformazione di alcuni servizi sviluppati per l’emergenza e “istituzionalizzarli” come strumenti utili anche per gli utenti non COVID: la strutturazione di una centrale di sorveglianza COVID e la televisita in ambito pediatrico, potrebbero trovare una loro utilità all’interno di percorsi dedicati a pazienti affetti da una patologia acuta, cronica o temporaneamente fragili. L’ASST Rhodense ha sviluppato una centrale di monitoraggio per pazienti COVID: si ipotizza di trasformarla in una centrale di sorveglianza per dimissioni precoci rivolta ai pazienti dimessi da Pronto Soccorso, Day Surgery o reparti di degenza/subacuti. Il progetto prevede un potenziamento della centrale multiservizi del POT di Bollate e lo sviluppo di algoritmi decisionali per singole categorie di pazienti. Gli investimenti necessari sarebbero legati esclusivamente all’adozione di personale. L’ASST Valle Olona ha avviato un progetto di telemedicina nel paziente adulto: si vuole valutare la trasferibilità del progetto in ambito pediatrico per pazienti affetti da patologie croniche o in fase diagnostica. I costi previsti sono legati all’acquisizione/formazione del personale e all’ampliamento della piattaforma informatica. Entrambi i progetti dovranno affrontare la limitatezza di risorse sia in termini umani sia tecnologici, la resistenza al cambiamento e l’accettabilità del modello da parte di operatori, pazienti e caregiver, questi ultimi con potenziali problemi di accessibilità e dimestichezza all’utilizzo delle nuove tecnologie. Fanno da contraltare a questi rischi, potenziali risultati attesi di valore: - il progetto di monitoraggio porterà a un sistema più flessibile nella gestione della transizione ospedale territorio dei pazienti fragili sui quali è posta particolare attenzione nelle ultime riforme del SSR. Sarà possibile un miglioramento dell’appropriatezza dei ricoveri e una riduzione della degenza media presso i reparti di degenza e subacuti; - la diffusione della telepediatria potrà assumere immediatamente significati positivi in termini di soddisfazione del paziente e del professionista; da un buon utilizzo dello strumento sono attesi risultati in termini di efficientamento del sistema e miglioramento della qualità delle cure. Tutti questi elementi potranno essere monitorati nel tempo attraverso specifici indicatori che possono essere in grado di fornire il trend di utilizzo delle tecnologie, così da orientare sia i servizi e la loro erogazione, sia azioni mirate di supporto sui pazienti e sui caregiver. MODULOORG

Activity Based Costing della diagnostica molecolare SARS-CoV-2
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Libri Moderni

Bonetti, Graziella

Activity Based Costing della diagnostica molecolare SARS-CoV-2 : l'esperienza della ASST-Valcamonica / Graziella Bonetti

Milano: PoliS-Lombardia, [2021]

Abstract: I laboratori svolgono un ruolo chiave nelle decisioni cliniche, si stima infatti che il 60-70% delle diagnosi si basi sui risultati degli esami di laboratorio. Negli ultimi anni le richieste ai servizi di medicina di laboratorio sono aumentate soprattutto in seguito ai notevoli progressi in ambito tecnologico. Questo, insieme ai costi diretti e indiretti dei servizi di medicina di laboratorio, ha portato ad un aumento dei costi. Il controllo dei costi richiede la conoscenza di risorse e costi delle varie aree del laboratorio, che possono essere ottenute attraverso l'accesso a informazioni sistematiche in merito alle spese e alle attività ed utilizzando metodi di determinazione dei costi e delle sue analisi. A tal riguardo, l’Activity Based Costing (A.B.C.), considerando la relazione causale tra i costi e attività, e fornendo informazioni gestionali sotto forma di criteri finanziari, è più utile dei tradizionali metodi contabili. A.B.C. riflette chiaramente la forza lavoro, le attrezzature e le attività delle impiegate nell’attività diagnostica, fornisce reali ed accurati costi e porta a una maggiore efficienza, efficacia ed, infine, al raggiungimento degli obiettivi strategici del laboratorio. La pandemia da SARS-CoV-2 ed il COVID-19 hanno messo a dura prova i sistemi sanitari ed i Laboratori Analisi. Poiché sul mercato sono presenti diversi sistemi di rt Real Time PCR (metodo glod standard per la diagnosi) idonei alla individuazione di diversi geni target nell’RNA virale SARS CoV-2, diviene imperativo valutarne i costi. Il presente progetto ha come obiettivo primario la valutazione del costo della diagnostica molecolare SARS-CoV-2 sulle diverse piattaforme/linee diagnostiche in uso nel Laboratorio Analisi di ASST Valcamonica al fine di pianificare ed organizzare l’attività del Laboratorio con maggiore efficienza. Il progetto valuta i costi secondo l’A.B.C. e potrebbe fornire anche un’opportunità per valutare se la tariffa di rendicontazione della prestazione 91.12.1 “Virus acidi nucleici in materiali biologici ibridazione NAS (Previa Retrotrascrizione-Reazione polimerasica a catena)” in flusso 28/SAN stabilita in seguito al DGR N. XI/3132 pari a € 62.89 a test e ridotta in seguito a DGR N. XI/3954 a € 45,00 a test sia adeguata o debba essere rivista. Nel progetto sono stati analizzati i processi delle cinque linee diagnostiche presenti all’interno dello SMeL 160 mediante Flow-chart, con evidenziazione delle principali fasi, ad ogni fase del processo sono stati attribuiti i costi relativi a: risorse umane, apparecchiature e attrezzature impiegate, materiali di consumo, altri costi e costi indiretti specifici per processo, mentre i costi generali saranno calcolati come percentuale definita dei costi precedentemente riportati, nella quota definita pari al 20%. L’analisi dei dati ha evidenziato come la vigente tariffa di € 45,00 sia adeguata per i sistemi di diagnostica molecolare classica, che prevedono una fase iniziale di estrazione dell’acido nucleico e successiva rt-RealTime PCR e che permettono inoltre di processare un numero elevato di TNF e per alcuni sistemi di diagnostica molecolare rapida, che non richiedono una preventiva estrazione degli acidi nucleici. Alcuni sistemi di diagnostica molecolare rapida mostrano costi globali superiori, riflettendo in gran parte il costo elevato dei reagenti impiegati; questi sistemi, comunemente impiegati nella diagnostica d’urgenza, permettono solo l’analisi di un ridotto numero di campioni per seduta analitica. Alla luce dei risultati di questo progetto si evidenzia che la tariffa da nomenclatore stabilita a € 45,00 è adeguata per la maggioranza dei metodi in uso ma che forse, al fine di una corretta copertura dei costi, potrebbe essere utile il ripristino dell’incremento della valorizzazione della prestazione del 25% come in uso per le altre prestazioni da pronto soccorso. MODULOECO